Caro idolo, anzi caro Justin Bieber,
meglio specificare tu non sei un idolo come tutti gli altri, sei speciale. Riesci a far sorridere quasi quarantasette milioni di ragazze e ragazzi, solo con un tweet, una foto, qualunque cosa tu faccia ci fa stare bene.
Sono tua fan dal 2OO9, quanta strada che hai fatto, Dio mio. Dal 'Biebercut' al 'ciuffo ribelle', da 'One time' a 'Boyfriend', da 'poche fan' a '46 milioni'. Ti ho sempre sostenuto, ho sempre preso le tue difese, ho sempre rispettato le tue decisioni, Justin ho praticamente messo te davanti a tutto, e sai una cosa? Ne valsa la pena.
Ho provato a mettere altre persone a primo posto e mi hanno sempre ferita, invece tu no. Non sai neanche che esisto, non mi hai mai incontrato, ma per te sono importante, dici di amarmi e mi sento amata, non solo da te ma dalla tua musica, dall'emozioni che trasmetti quando fai qualunque cosa, mi sento così bene che potrei morire. Mi hai salvato in un momento in cui tutto andava a rotoli, non cercavo nessun aiuto se non era nelle tue canzoni, ero chiusa in me e l'unica cosa che mi dava la forza per andare avanti eri tu. Da quel momento, ogni volta che mi succede qualcosa di brutto, sto male o altro, ti ascolto, immagino che tu stia qui, a dirmi che tutto andrà per il meglio anche se non è vero.
Ieri mentre sentivo le tue vecchi canzoni, mi è scesa una lacrima, pensavo a quando eri più piccolo con quei capelli che ti andavano davanti a gli occhi, oppure quando cantavi sulle scale dell'Avon Theatre, mette i brividi a ricordarsi tutto ciò, pensi come ha fatto un ragazzino di dodici anni a credere così tanto in sè stesso? Come ha fatto a non mollare mai e a credere nel proprio sogno? Se ti farei queste domande tu risponderesti dicendo: 'Never say never, sweetheart'. Ebbene sì, forse grazie a quel NEVER SAY NEVER, sei diventato qualcuno. Ci ho sempre creduto e ci credo in quelle tre parole, portano risultati se aspetti. 
Prendi me, ho aspettato tre anni prima di avere un 'SI' per venire al tuo concerto, tre lunghissimi anni, sono stata male per mesi, volevo vederti solo vederti, per vedere se sei reale o solo un sogno. Dicianove aprile duemilaeundici, due giugno duemilaedodici, per molte si è realizzato un sogno in quei giorni, a me no. Piangevo solo, piangevo, piangevo non potevo vedere il mio idolo, quelle lacrime sono valse a qualcosa, quel never say never è valso, il ventritrè marzo duemilaetredici ti vedrò.