FLASHBACK
La
guerra contro Aslan non
aveva ancora avuto inizio e Jadis era nel suo imponente castello di
ghiaccio.
L’idea di aver catturato
Edmund, uno dei figli di Adamo, allietava il suo sonno.
Al solo pensiero di avere uno
dei 4 fratelli rinchiuso nelle celle, sorrise soddisfatta
perché tutto stava
andando secondo i suoi piani: presto avrebbe radunato le truppe per
sbaragliare
Aslan e il suo esercito.
E la profezia non si sarebbe
mai avverata…
la fronte sudata e lo sguardo spento.
Si guardò attorno spaventata.
La stanza era vuota, le
candele erano spente e la finestra, come al solito lasciata semiaperta,
faceva
passare un filo di aria gelida: tutto era al suo posto.
-Chi ha parlato? Chi ha osato
rivolgere la parola all’imperatrice?!?-
Nel buoi venne accesa una
lanterna e comparve il volto del nano.
-Non preoccuparti, non c’è
bisogno di allarmarsi inutilmente, non è successo
niente… è stato solo
un…incubo, torna nel tuo dormitorio- gli rispose pacata.
-Come desidera, Sua Maestà-
il nano se ne andò, lasciando Jadis da sola.
Non era stato certamente un
insignificante incubo ad averla spaventata, ma una visione,
un’orribile
visione: aveva visto il suo destino… aveva visto la sua fine
nella battaglia
finale per il dominio di Narnia.
Quella notte Jadis aveva
avuto una premonizione Occulta, e questo tipo di premonizione non si
poteva
evitare, il suo destino era ormai segnato!
-La mia magia non può essere
sopraffatta, non scomparirà, non può!!-
Si
alzò dal letto a fatica ma
con decisione, trascinandosi verso la porta.
C’era solo una cosa che
poteva fare, ma prima decise di scendere nelle segrete e far visita a
un suo
prigioniero…
Si accostò davanti alla cella
di Edmund ancora addormentato e battè il suo scettro per
terra, per svegliare
il ragazzo.
-Tu-
gli sibilò fuori di sé
–me la pagherai… Voi tutti me la pagherete! Avete
capito??-
Edmund,
ancora assonnato, non
capì una sola parola della strega, non capì il
senso di quella frase e non le
prestò troppa attenzione, pensando solo che stesse
delirando…
-Questa
non è la mia fine,
mio caro Edmund, è solo un nuovo inizio…per voi
è l’inizio della fine! La mia
vendetta vi colpirà, a te e ai tuoi fratelli!! Ricorda
Edmund, io tornerò…-
Detto questo gli voltò le
spalle e si allontanò dalle segrete mentre il prigioniero la
guardava stranito.
-Ci siamo- disse la strega
davanti a una porta di ghiaccio.
Afferrò la maniglia della
porta, ebbe un attimo di esitazione ma si decise ad aprirla ed
entrò nella
stanza.
Accese la lanterna: era nella
stanza dei rituali…
Al centro della stanza si
ergeva un imponente altare tondo color del ghiaccio, contornato da
scalini.
Il gelido pavimento dava alla
stanza un senso di vuoto, come nel resto del castello.
Jadis adagiò accuratamente
attorno all’altare delle candele alla vaniglia e, dopo averle
accese, si
posizionò attorno alla tavola di ghiaccio.
Sparisce l’inverno e il
freddo solstizio,
questa non è la mia fine,
ma solo l’inizio!!!
-Tutto è compiuto…- pronunciò
la strega.
E un accecante lampo di luce
esplose per tutta la stanza, inondando l’intero palazzo che
per un breve
istante brillò nella notte, illuminando l’intera
valle.