Soffriva.
Aveva il cuore lacerato.
Moriva dentro e tutti stavano a guardarlo, come in attesa di qualcosa. Una parola, un gesto, uno sguardo.
Ma non ci fu niente di tutto questo.
Era il solito di tutti i giorni. Cinico, stronzo, affascinante e spezzacuori.
Era lui lo spezzacuori, nessuno avrebbe mai potuto pensare che l'unico cuore spezzato lì era il suo.
Solo, in mezzo alla gente.
Le persone passavano, parlavano, ridevano intorno a lui ma niente di tutto quello sembrava essere reale.
Paura? Angoscia? Dolore? Cosa si prova quando si soffre per...amore?
Aveva giurato a sé stesso che non si sarebbe mai più innamorato, dopo l'ultima volta...così tanti anni fa. E ricordando quella promessa eccolo lì ora, seduto su un patetico divanetto di un patetico bread and breakfast mangiando delle patetiche patatine fritte come qualsiasi altra patetica persona.
-Sono tua amica. Continuava a ripeterle lei. Ti voglio bene.
Ma a lui non importava la sua amicizia. Lui avrebbe dato la sua intera vita per un solo, misero, piccolo bacio vero con lei. Ma lei non capiva, non avrebbe mai capito. L’avrebbe sempre visto in modo diverso, l’avrebbe sempre guardato con sospetto. Avrebbe continuato a ferirlo.
Era l'unica persona in grado di farlo sentire umano. Ecco quello che lo mandava in bestia! Lui non era umano e per quanto lei lo volesse, per quanto lui stesso lo volesse, non poteva esserlo e non lo sarebbe stato mai più!
'Dio, perché non riusciva a capirlo, lei?
Pretendeva che fosse uguale a suo fratello, al suo caro dolce fratellino che lo aveva costretto a quella vita. Lui era quello perfetto, lui era quello giusto. Lui era quello da amare.
E’ sempre stato così, lo era in quel momento, come lo fu qualche secolo prima.
Ma lui questo era e questo poteva offrirle. Il suo amore per lei, era tutto ciò che aveva, e lei era riuscita a prenderlo e stracciarlo.
Ma stracciato, accartocciato, pestato e rifiutato quell'amore bastardo era sempre lì, fermo, immobile: nella sola attesa di essere accolto.
Quell'amore tagliente che stava riducendo quel povero cuore ricucito secoli fa, a piccoli brandelli. Quell'amore tremendo che si stava prendendo gioco dei sentimenti più profondi ed inconfessabili di una persona che di sentimenti ne aveva conosciuti troppo pochi.
C'era quell'amore che gridava il suo nome, che desiderava i suoi occhi.
C'era quel cuore che bruciava, che voleva suicidarsi per non soffrire più. Il cuore stesso si era stancato di battere così forte ogni volta alla sua vista, e di ritrovarsi una ferita in più ogni volta che lo sguardo di lei non incrociava quello di lui.
Tutti si aspettavano tanto da lui, ma nessuno realmente gli dava fiducia.
Una volta lei aveva provato a salvarlo, ma lui era testardo e malvagio. E stupido.
Fece una cazzata, una delle sue.
Adesso neanche lei aveva più fiducia in lui.
Sarà sempre il secondo, o il terzo...o il quarto magari.
Non sarà mai la prima persona a cui pensare. Sarà sempre dopo.
Ed un cuore, per quanto forte e corazzato ha una soglia del dolore sopportabile limitata. E quella soglia, quella diga stava per rompersi, lasciando quel fiume in piena libero di esplodere.



p.s. E' una cosetta così, che ho scritto un po' di tempo fa x) Non so, fate voi :3