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Autore: PLO4O4    04/09/2012    1 recensioni
I suoi occhi blu avevano accecato Bill. Guardava quella bambina con le labbra spalancate e gli occhi concentrati solo sulla sua piccola figura, proprio come se fosse un angelo sceso in terra. Conosceva il suo nome, si chiamava Sophie, ed era bellissima.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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PROLOGO.


I suoi occhi blu avevano accecato Bill. Guardava quella bambina con le labbra spalancate e gli occhi concentrati solo sulla sua piccola figura, proprio come se fosse un angelo sceso in terra. Conosceva il suo nome, si chiamava Sophie, ed era bellissima. 
Sophie aveva sette anni, gli occhi color del mare, i capelli scuri e la carnagione diafana. Era piccola, magrolina, quasi troppo scarna per la sua età. 
Quel giorno nella loro scuola si stava svolgendo la festa di carnevale, e come ad ogni festa che si rispetti, erano tutti vestiti in maschera. Bill era vestito da Zorro, con una maschera nera sugli occhi ed un mantello dello stesso colore, mentre suo fratello aveva optato per un look da pirata, con tanto di benda e gamba di legno. 
La piccola Sophie invece era una splendida fatina azzurra, ed il colore del vestito rispecchiava quello dei suoi grandi occhi. 
Era sul palco poiché la maestra l’aveva incaricata di leggere una piccola poesia sul carnevale, e a Bill pareva l’unica stella, l’unico fiore, l’unica persona in tutta la sala.

“Se comandasse Arlecchino
il cielo sai come lo vuole?
A toppe di cento colori
cucite con un raggio di sole.
Se Gianduia diventasse
ministro dello Stato,
farebbe le case di zucchero
con le porte di cioccolato.
Se comandasse Pulcinella
la legge sarebbe questa:
a chi ha brutti pensieri
sia data una nuova testa.


La sua voce era minuta proprio come lei, e risuonava armoniosa all’interno della stanza. Il bambino non riusciva a toglierle gli occhi di dosso nemmeno per un istante, e ciò non sfuggì all’intuito del gemello.
Si avvicinò a Bill che – come tutti i presenti nel grande androne della scuola elementare – era in piedi nella sala con il viso rivolto in direzione del palco.
Aggrottò la fronte nel guardare suo fratello, stringendo il suo braccio inaspettatamente.
-Le bambine sono stupide.
Il suo tono appariva quasi indignato, e la sua espressione era visibilmente corrucciata mentre tentava di tirare Bill dal gomito. 
-Andiamo a giocare alla guerra.
Fu ciò che disse infine, trascinando il gemello a forza in giardino, mentre Bill tentava in ogni modo di protestare. Voleva restare lì, avrebbe ascoltato in eterno la piccola Sophie leggere quella poesia, avrebbe voluto continuare a guardare quei grandi occhi sorridere ad ogni parola che veniva fuori da quelle labbra.




- Stellaindienacht.
  
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