Capitolo 1

Halloween.

Una festa insulsa in cui ragazzini con insulsi costumi vanno in giro credendo di spaventare le persone bussando ad ogni porta chiedendo dolci caria denti.

Mi sono sempre chiesta chi é il genio che ha inventato questa baggianata.

Ogni anno sopra la porta d'entrata di casa appendevo un cartello con scritto 'non festeggiamo halloween, non bussate alla nostra porta'.

Una volta un gruppetto della mia scuola venne alla mia porta e nonostante il cartello ebbero il coraggio di suonare.

Aprii la porta e 'trick or treat?', quella volta sbattei sulle loro facce la mia bella porta bianca, ma continuavano a bussare riaprii la porta con calma e dissi «io non voglio scherzi perché se solo vi azzardate vi vengo a cercare, se volete dei dolci o dei cupa chups quindi accontentatevi».

Ero stata più gentile di quanto avrei fatto, se era per me non gli davo niente ma ho fatto un eccezione.

Quest'anno non so come la mia amica ha fatto a convincermi ad andare alla festa di Halloween della scuola.

Ho accettato perché almeno per un anno nessuno busserà alla mia porta, anche se di solito non lo fanno, ma sai ci sono sempre queste eccezioni.

**********

Tutti che si divertono, ballano e si scatenano.

Ad un tratto sento una presenza vicino a me che toglie e rimette gli occhi su di me per un po.

'Vuole la mia attenzione' penso.

Non sono una tipa che parla con le persone sconosciute molto spesso, ma sento che la noia totale sta arrivando, quindi mi giro.

Un ragazzo vestito da vampiro dagli occhi gialli mi guarda dritto negli occhi e sfodera un sorriso.

«Ciao!»mi saluta.

Ripenso ai giorni felici che avevo da ragazzina quando facevo amicizie e gli rispondo.

«Ehilà, bel costume!»

«Grazie, c'ho lavorato per un mese tutto da solo, anche il tuo é molto bello» disse eccitato

«A dire la verità, questo non é un costume...»

Forse non mi si vedeva bene in faccia, ma io mi vestivo così.

«Ah, scusami. Sei Sarah Cornish della quinta D vero?»

«Sì,tu sei?» con il trucco che aveva non riuscivo a riconoscerlo.

«Forse il trucco inganna, soprattutto le lenti; sono Chris Colfer della quinta C»

Sì, le lenti mi stavano giocando un brutto gioco. 

Essì perché io avevo una cotta per lui da quando andavamo all'asilo e fino a quel momento non gli avevo mai parlato in vita mia.

Credevo di cadere dal Paradiso ma lui aspettava una mia risposta.

''fai la vaga fai la vaga' continuavo a dirmi.

«Ahh si, ora ho capito»

Poteva pure non mettersele le lenti, ha degli occhi così meravigliosi, anche se era per il costume.

Stavo andando nel panico più totale quando mi venne in mente di chiedergli

«Sei venuto da solo?»

«No, sono con dei miei compagni, ma loro credo che se la stiano spassando in pista o in giro, tu?» mi rispose.

Mi continuava a guardare negli occhi, se non avesse avuto le lenti mi sarei già sciolta.

«No, sono venuta con una mia amica, ma lei se ne é andata e sono rimasta qui da sola»

«Beh, se vuoi vado in bagno e mi vesto da Edward Cullen e ce ne andiamo fuori da questa stanza, che ne dici?»

Mi stava chiedendo di uscire? Oh santi numi.

«Certo, perché no»

«Mi aspetti fuori dal bagno però, non voglio lasciarti qui»

Tutte le persone che passavano per il corridoio mi fissavano, ogni giorno era così.

Sono un po dark-eccentrica che devo farci?

Capelli scuri con extension rosa e verdi, si ho uno stile come quello di Avril Lavigne con un trucco un po più pesante, la mia personalità era un po strana, forse perché ne avevo mille?

«Eccomi qua!» adesso sembrava più lui con la faccia più bianca e le lenti, se mi avesse chiesto chi fosse l'avrei riconosciuto, non come prima.

«In centro é tutto aperto, andiamo a farci un giro?»

«Certo Mr.Cullen!» dissi sorridendo.

Mi porse il suo braccio come un cavaliere e ce ne andammo saltellando ridendo all'unisono.