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Autore: weitwegvonhier    04/09/2012    2 recensioni
I nostri cuori, ormai a stretto contatto l’uno sopra l’altro si parlavano, si salutavano, si abbracciavano, si amavano.
Avrei voluto dirgli tante cose in quel momento, ma qualsiasi parola sembrava inutile.
In quell’ultimo nostro momento potevo solo amarlo, come mai avevo fatto, come mai mi ero sentita di fare.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: David Desrosiers, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Entrò silenziosamente in camera senza che io me ne accorgessi. Mi stavo rivestendo, pronta per andare ad affrontare una giornata di lavoro, quando all’improvviso sento due mani gelate che si posano sui miei fianchi e una voce.
-Hey- mi sussurra all’orecchio.
I brividi che mi si spargono per il corpo, incontenibili, sono dovuti sia alle sue mani fredde sulla mia pelle, sia al suo respiro sul mio collo, che smuove i miei capelli provocandomi un leggero solletico.
-Hey- ribatto. -Mi aiuteresti a…- Ero in difficoltà con il gancino del reggiseno.
Sentii un suo sospiro, seguito da un risolino, mentre mi sfiorava le mani per aggrappare i gancini e unirli.
-Ma guarda tu, di solito mi piace sganciarli.- Ride, mentre con la sua mano destra mi sfiora una guancia.
Gli sorrido, dandogli un colpetto sul petto con una mano, mentre con l’altra mi infilo la t-shirt, prima di andare a recuperare i pantaloni che, la notte prima, erano stati letteralmente volati dalla parte opposta del letto.
David mi guarda con quei suoi occhioni grandi, mi guarda mentre passo, mi guarda mentre raccolgo i pantaloni, mentre li infilo. Mi osserva, mi segue con lo sguardo.
-Che c’è?- Gli chiedo poi sorridendo di rimando al sorriso che si era formato sulle sue piccole labbra.
Con un balzo mi raggiunge al di là del letto e mi prende le mani, impedendomi riagganciare prima il bottone e poi la zip dei miei Jeans.
Guardo le sue mani sopra alle mie. Le sta appena sfiorando, eppure mi sembrano pesantissime.
-David, devo andare a lavoro, e non credo che sarebbero felici di vedermi arrivare senza pantaloni, sai?-
Continua a non parlare, a fissarmi, a guardare i miei occhi come se stesse cercandoci qualcosa, come se ci avesse perso dentro qualcosa e stesse cercando in tutti i modi di poterlo scorgere ed acchiapparlo prima che fugga di nuovo.
Le sue mani sono ancora sulle mie, e benché con un semplice gesto potrei facilmente allontanarmi e continuare a vestirmi, non mi muovo. Quasi avevo paura a respirare, per quanto sembrava concentrato. Avevo paura di spezzare la sua tranquillità, la sua armonia…la sua qualsiasi cosa fosse che gli permetteva di mantenere quel sorriso sulle labbra.
Ero maledettamente in ritardo, ma i suoi occhi mi tenevano ancorata al pavimento, mi impedivano di muovermi, mi impedivano di andarmene, di allontanarmi da lui, dal suo corpo, dal suo profumo.
-David io…-
-Shh.- Mi zittì, ma continuò a guardarmi, senza sbattere le palpebre, senza dire niente.
-David!- Provai a richiamare la sua attenzione ma lui non si mosse. Mi ritrovai a chiedermi se respirasse ancora.
-Oggi non vai a lavoro.- Lo sentii sussurrare dopo un certo lasso di tempo. Non riuscivo a capire se avevo frainteso le sue parole o se stava parlando sul serio.
-Scusami?-
-Oggi non vai a lavoro.- Le sue labbra si muovevano ma lui rimaneva fisso in quella posizione. Le sue mani sulle mie.
-Non capisco.-
-Stasera parto.-
-Come?-
-Il tour. Stasera parto.- Ancora non si muoveva ma una lacrima bastarda scappò furtiva dal suo occhi sinistro, accarezzando la sua guancia con delicatezza e leggerezza.
Il mio cuore iniziò a battere forte, quasi volesse ricordarmi che c’era anche lui in quella stanza, in mezzo a noi.
David abbassò lo sguardo e lo fissò sulle nostre mani.
-Quanto starai…-
-Sei mesi- mi interruppe.
La sua voce adesso era fredda e rotta. Mi si stringeva il cuore a vederlo così.
Lo baciai. Pigiai le mie labbra sulle sue, rosa, fredde.
Intrecciai le mie mani alle sue, piccole, gelate.
Feci aderire perfettamente il mio corpo al suo, spingendolo sul letto e liberandolo dalla maglietta che mi ero messa poco prima.
Anche i Jeans non mi servivano più, e non servivano più neanche a lui.
I nostri cuori, ormai a stretto contatto l’uno sopra l’altro si parlavano, si salutavano, si abbracciavano, si amavano.
Avrei voluto dirgli tante cose in quel momento, ma qualsiasi parola sembrava inutile.
In quell’ultimo nostro momento potevo solo amarlo, come mai avevo fatto, come mai mi ero sentita di fare.
Dovevamo amarci entrambi nel nostro ultimo momento insieme, perché sei mesi sono lunghi, e il mondo è grande, e il cuore è troppo piccolo al suo confronto.
Le nostre lacrime s’incontrarono sul cuscino, mentre lui si muoveva piano sopra di me.
Non lo avevo mai sentito così vicino e così distante allo stesso tempo.
Stavo gridando ‘non andare’, e poi ‘resta con me’. Lo stavo gridando a squarciagola, senza emettere nessun suono.
Le mie mani sulla sua schiena nuda, liscia, bianca.
Le sue mani sul mio viso, ormai arrossato, caldo.
Avremmo tenuto quel nostro momento segregato dentro al cuore per sempre, qualsiasi cosa sarebbe venuta dopo.
I nostri cuori in fiamme urlavano, mentre le lacrime non erano abbastanza forte per spegnerli.
Restammo a guardarci l’un l’altra tutto il giorno, fino all’ora della partenza, quando mi guardò per l’ultima volta, chiuse i suoi bellissimi occhi, e senza dire una parola posò le sue labbra sulle mie, ancora calde dei suoi baci.
Chiusi gli occhi, e non lo guardai andare vita.
Chiusi gli occhi, sperando di poter fermare il tempo finché lui non sarebbe tornato.


p.s. Ultimamente mi è venuta molta voglia di scrivere a quanto pare Hahah Spero non vi abbia deluso questa piccola storiella. :3 <3
   
 
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