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Autore: anna21    05/09/2012    5 recensioni
Avrò scritto l' introduzione 20 volte!!
E la storia 2 volte! Quando si è cancellata mi sentivo morire...
Decisamente.
Dalla storia:
"- Courtney? - Si sentì chiamare appena arrivata ad una cassa.
Quella voce le era troppo nota.
Alzò gli occhi marroni e vide lui.
Vide il ragazzo per cui aveva preso una cotta al liceo.
Quel ragazzo che avevano conosciuto anche i suoi genitori.
Quel ragazzo che l' aveva lasciato gli ultimi giorni di scuola, prima del diploma, per "cocomeri al posto di seni" o meglio Lindsay."
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Courtney | Coppie: Duncan/Courtney
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Ti amo? Forse


Courtney camminava a passo felpato dirigendosi verso un negozio, il negozio di riparazione cellulari.
Era arrabbiata come una furia: il giorno prima aveva mandato suo fratello, Steven, a prendere il prezioso palmare al negozio e lui come un idiota aveva dato duecento dollari senza nemmeno controllare se era stato riparato a dovere.
A volte amava quel ragazzo, alle altre lo detestava.

Arrivò al negozio addobbato a tema natalizio.
Ebbene si, a una settimana di distanza sarebbe giunta la festa più amata da tutti.
Tutti tranne lei.
Odiava il Natale, "è solo uno spreco di denaro, nient' altro" diceva lei, ma dietro quella frase c' era altro.
Sua madre era stata investita da un pirata della strada, in pieno giorno mentre ritornava da un negozio di decorazione con gli addobbi per l' albero.
Chi non avrebbe reagito come lei?


Guardò l' orologio: aveva mezz' ora per dare il palmare, ricevere qualche dollaro per il disturbo recato e incontrarsi con la sua migliore amica Sierra, per lo shopping sfrenato pre-Natale.
Ce l'avrebbe fatta, lei era Courtney!
Sì levò il cappello di lana, ed entrò nel negozio.
Il palmare tra le dita aguzze e lo sguardo fisso su quel suo aggeggio elettronico.
- Courtney? - Si sentì chiamare appena arrivata ad una cassa.
Quella voce le era troppo nota.
Alzò gli occhi marroni e vide lui.
Vide il ragazzo per cui aveva preso una cotta al liceo.
Quel ragazzo che avevano conosciuto anche i suoi genitori.
Quel ragazzo che l' aveva lasciata gli ultimi giorni di scuola, prima del diploma, per "cocomeri al posto di seni" o meglio Lindsay.
- Tu che ci fai qui? - Chiese sbalordita, incantata da quegli occhi troppo azzurri per essere veri.
Quegli occhi che l' avevano fatta innamorare.
Quei pozzi azzurri invidiati da molti e avuti solo da lui.
Incantata da Duncan Nelson, il bulletto della situazione.
- Lavoro. Che problema c'è principessa? - Quel nomignolo fece riaffiorare troppi ricordi nella mente di Courtney.
L' odio che aveva provato inizialmente per quel punk. Non lo sopportava, non lo credeva bello con quella sua cresta verde e quei suoi piercing scintillanti.
L' amore che aveva provato successivamente per quel punk. L' amava a tal punto da fare tutto per lui. Erano diversi, ma uguali allo stesso tempo.
Il dolore che alla fine aveva provato. Quella rottura le aveva fatto scendere lacrime amare da quei suoi occhi marroni.
- Ieri mio fratello è venuto a prendere il mio palmare dalla riparazione e mi avete rifilato un oggetto rotto! - Aveva detto quella frase senza respirare continuando a fissare il ragazzo.
Era strano per lei.
Non avrebbe mai pensato che il ragazzo sarebbe andato a lavorare in un negozio per nerd.
Lei aveva realizzato il suo sogno, lui no.
Lei voleva fare l'avvocato e c'è l'aveva fatta. Guadagnava dollari a palate e vinceva ogni causa, sempre e comunque.
Lui invece voleva fare il chitarrista. Al liceo suonava in una band. I componenti ci provavano spudoratamente con Courtney, ma poco importava.
Loro si amavano e niente e nessuno li avrebbe divisi.
- Ne parlerò con il responsabile, puoi lasciare il tuo "tesoro" a me. - Disse quella frase ridendo.
Era bello, ma allo stesso tempo strano.
Quattro anni erano passati e ancora si divertiva a prenderla in giro e farla arrossire.
"Solo io e te. Noi due contro tutti. " Aveva detto Duncan prima del loro primo bacio.
Perché quella frase riecheggiava nella mente di Courtney come una doppiatura? 
- Scusa, che hai detto? - Non le piaceva essere presa in giro, nè tanto meno da uno come Duncan!
Si sentiva umiliata, ma non ne conosceva il motivo.
Alla fine del liceo si era promessa che se avrebbe rivisto il traditore, non gli avrebbe rivolto la parola, ma adesso era diverso.
Voleva sentire quella sua voce sensuale entrarle da un' orecchio e ed uscirgli da un' altra. Era decisamente strano.
- Senti principessa, io finisco il turno tra tre ore. Se vuoi ci vediamo al bar qui di fronte e ti offro una cioccolata calda. Così ti racconto della mia vita. - Nemmeno lei sapeva perché aveva accettato, era un mistero, decisamente.
Poco importava. Courtney uscì dal negozio con il sorriso stampato sulle labbra e facendosi spazio tra la neve.

Tre ore dopo la ragazza dai capelli mori si ritrovò al bar indicato da Duncan. Aveva all' incirca venti buste tra le mani, si era divertita tanto con Sierra e aveva fatto tanti affari!
Il punk ancora non era arrivato, probabilmente non era ancora uscito dal negozio o forse le aveva dato buca.
Aspettò un minuto prima che lo vedesse uscire facendogli "ciao" con la mano.
- Non pensavo saresti venuta. - Sorrise, quasi fosse stato un bambino a cui mostravano delle caramelle.
Ed era dolce in quel momento.
Non sembrava più tipico ragazzo al centro dell' attenzione, in quel momento era un cucciolo smarrito, i suoi occhi vagavano alla ricerca di aiuto.
- Voglio la cioccolata. - Disse lei senza il benché minimo tatto, levando quel meraviglioso sorriso dalle labbra di Duncan.
Era strano anche per il punk quella situazione, ai tempi del liceo lui era quello distaccato e lei quella vulnerabile.
Cos' era cambiato?
- Prima io ti devo parlare. Da quando ti ho vista oggi, si è riacceso un fuoco, una voglia di... - Courtney non lasciò finire a Duncan la frase.
Negli ultimi minuti l' aveva immaginato, si era immaginata e adesso quel punk ribelle gli avrebbe detto che se la voleva soltanto portare a letto?
" INFIDO TRADITORE! " pensava lei.
" Quant'è bella. " Pensava lui con occhi sognanti.
- Sesso? - Era arrivata a conclusioni affrettate, non aveva lasciato finire Duncan e allora pensava qualunque cosa!
Si ricordava del liceo, la sua prima volta, e credeva che lui avesse faticato soltanto per farlo in uno sgabuzzino, con lei?
- No, no, di rimettermi con te. - Duncan fece un sorriso affettuoso, quasi paterno nei confonti dei Courtney.
Lei invece si sentiva una stupida. Strani impulsi nervosi le arrivavano al cervello mentre sapeva che il cuore sarebbe uscito dal petto a pochi minuti. Il respiro si fece affannoso, quasi stesse per andare in iperventilazione.
- No Duncan. - Fu la sua risposta.
Niente di più, niente di meno. 
Aveva sofferto troppo quando era stata lasciata, umiliata di fronte all' intera scuola. 
Lui non poteva dire questo, andava contro ogni ragionamento, ogni teoria!
- Ciao. - Disse lei senza lasciar rispondere Duncan.
Si alzò dalla sedia senza cioccolata, e cominciò a camminare con le buste tra le mani facendosi spazio tra la neve, senza sentire le urla di lui.
Nel preciso istante in cui Courtney arrivò a casa sua, cominciò a nevicare.

"Non importa quanto freddo sia l'inverno, dopo c'è sempre la primavera."
(E. Vedder)

 
  
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