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Autore: immy    05/09/2012    11 recensioni
Elena un giorno decide che Damon beve troppo e quindi per "aiutarlo" lo manda in una clinica per alcolizzati, ma in suo soccorso arriva la Streghetta. Che succederà?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Damon, bevi troppo!

 

 

 

 

 

 

Ma che diavolo ci faccio qui? Si domandò Damon rendendosi conto solo in quel momento di quello che aveva acconsentito a subire.

Il suo Angelo si diceva preoccupato dello stato della sua salute.

Come se potesse succedergli qualcosa!

Damon, bevi troppo.” Gli aveva detto.

Così per “aiutarlo” gli aveva proposto di andare ad un incontro di alcolisti anonimi. Lui, per accontentarla, l'aveva fatto, ma dieci minuti dopo essersi seduto sulla sedia con dei pazzi scatenati e pure alcolizzati uscì con la semplicità con cui era entrato lasciando la “capo gruppo” che strillava: “Damon, torna qui. È per il tuo bene quello che facciamo.”

Se fosse stato ancora dentro la stanza le avrebbe deliberatamente riso in faccia.

Per il suo bene? Se volevano aiutare quella gente dovevano solo mettergli in mano una bottiglia di tequila.

Dopo che Damon ritornò in casa e raccontò alla bionda com'era andata la seduta, quella se ne venne fuori con un:”Damon hai bisogno d'aiuto. Un aiuto che io da sola non posso darti... devi andare in un centro di recupero.”

Ed eccolo lì nell'atrio del suddetto centro di recupero a guardarsi attorno, non sapendo che fare o meglio, che cosa ci facesse in quel posto.

<< Damon Salvatore? >> gli domandò un'anziana con la lista dei pazienti in mano.

<< Sì..? >> le disse un po' incerto.

<< Oh caro... aspettavamo solo te. >> disse trascinandolo per mano lungo i corridoi di quella specie di obitorio. Perché mai avevano scelto il colore bianco per TUTTO?!

<< Per cosa, se posso chiedere? >> domandò il vampiro, già esasperato.

<< Ma come per cosa, caro? Per la seduta! Gli altri sono già in sala. Tu sei arrivato tardi oggi, quindi non hai avuto il tempo di sistemare i tuoi bagagli in stanza, ma non ti preoccupare di questo, ti farò fare io un giro per tutto l'edificio dopo la seduta, caro. >>

<< Se non muori prima... >> sussurrò svogliatamente il maggiore di fratelli Salvatore., si stupiva di come quella donna si reggesse in piedi.

<< Hai detto qualcosa, caro? >> domandò l'anziana non avendolo sentito bene.

<< Ho detto che è un peccato che io non sia venuto prima. >>

<< Oh non è un problema. Capita a tutti, caro. >> replicò pazientemente la donna continuando ad andare per corridoi. Veramente era un unico corridoio, solo che con i passo della vecchia sembrava infinito. La signora, infatti procedeva a piccoli passettini distanti meno di un millimetro l'uno dall'altro. Un passo di Damon equivaleva a venti passettini della vecchia.

<< Non mi chiami più “caro”. >> sbottò Damon, scocciato.

<< Va bene, stella. >>

<< E neanche “stella”. Mi chiami per nome, per favore. >> le disse il vampiro pensando già alle peggiori torture che conoscesse, da usare su di lei se lo avesse nuovamente chiamato in quel modo.

<< D'accordo Damon caro. >> rispose la donna guardandolo con un sorriso affettuoso, ma che Damon trovava soltanto inquietante.

<< Siamo arrivati, Damon caro. >> disse la signora dopo alcuni minuti che camminavano.

La vecchia gli aprì la porta e lo invitò ad entrare.

<< Hanna, cara. È arrivato anche Damon Salvatore. >> lo annunciò la vecchia ad una donna che sembrava la sorella cattiva di Crudelia.

Era una donna sulla cinquantina, se non più vecchia, bassina con i capelli neri tagliati a caschetto e tanti capelli bianchi. Portava degli occhiali a alla Harry Potter con delle lenti che avevano lo stesso spessore del parabrezza di un Pick up.

Nell'insieme non sembrava una donna; piuttosto un fungo porcino.

<< Finalmente ci ha degnati della sua presenza. >> commentò acidamente Crudelia.

<< Lo so... sperava di vedermi vero? >> rispose spavaldamente Damon facendole l'occhiolino.

<< Maleducato! >> esclamò per poi indicargli una sedia.

Le sedie erano posizionate a cerchio, in modo che tutti potessero guardarsi in faccia mente parlavano.

<< Ora che si fa? >> domandò Damon dopo essersi seduto.

<< Beh faremo una prima seduta per capire perché avete cominciato a bere così assiduamente e nelle altre ci diremo cosa abbiamo provato nello stare sorbi. >> spiego Hanna anche lei prendendo posto sulla sua sedia.

<< Cominciamo da te Sara? >> domandò Hanna ad una ragazza conciata talmente male da sembrare una barbona.

<< Io... io credo di aver cominciato a bere per scordare il mio ex. Lo avevo trovato a letto con la mia migliore amica...->> aveva cominciato a dire la ragazza, ma venne interrotta da un commento del vampiro.

<< Un classico! >> esclamò ridacchiando.

<< Ha da dire signor Salvatore? >> domandò Crudelia, un po' alterata.

<< Beh se il suo ragazzo ha sentito il bisogno di andare a letto con un'altra è perché lei non lo soddisfaceva abbastanza. Se fosse rimasto con lei sarebbe diventato lui l'alcolizzato. >> spiegò Damon, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

<< Dimmi la verità, mostro... ti conciavi così anche quando stavi con lui? >> domandò poi alla diretta interessata che alla sua domanda si strinse nel suo cardigan come a volersi proteggere dalle sue parole.

<< Adesso basta, Damon! Ci parli lei del perché ha cominciato a bere. >> intervenne Hanna, salvando la povera Sara che si stava per cacciare a piangere.

<< Beh.. che dire... mio padre abbandonò me e mia madre quando io non ero ancora nato. Mia madre faceva la prostituta per arrotondare e permettermi di studiare. Gli uomini entravano ed uscivano in continuazione dal nostro appartamento e... un giorno mia madre si mise con uno dei suoi clienti, questo la picchiava. Non era mai in casa e quando tornava maltrattava mia madre e abusava di me. >> disse Damon stravaccato sulla sedia mentre tutto il circolo, Hanna compresa, piangeva commosso dalla triste storia.

<< Ok, dov'è il buffet? >> domandò il vampiro alzandosi dalla sedia, alla ricerca del suddetto buffet.

<< Che buffet? >> domandò Hanna, improvvisamente sospettosa.

<< Beh, quello che c'è di solito a questi club del libro. >>

<< Hai... hai inventato tutto? >> gli domandò istericamente la signora.

<< Non era questo il gioco? >> domandò ingenuamente lui.

<< Fuori! >> esclamò Hanna che non lo voleva vedere fino al giorno dopo.

Damon non se lo fece ripetere due volte e uscì ghignando dalla stanza.

Appena uscito dalla stanza la vecchia di poco prima gli comparì davanti, puntuale come la morte!

<< Ti mostro la tua stanza, Damon caro. >> gli disse la vecchia trascinandolo per corridoi ancora.

<< Eccoci qui, le tue valigie sono già dentro. >> gli disse nuovamente quando erano davanti alla porta, bianca ovviamente! Dopodiché si congedò lasciando che il vampiro entrasse nella sua stanza.

Ormai era sera e i pazienti dovevano rientrare nelle proprie camere.

Quando aprì la porta sentì un rumore nella sua stanza, che lo insospettì.

Possibile che la stanza fosse già occupata?

Entrò lentamente cercando di fare poco rumore. La cosa non gli risultò difficile. Diede una prima occhiata alla stanza. Non c'era nessuno.

Si era immaginato tutto? Impossibile!

Così affinò il proprio udito e infatti sentì un cuore che batteva all'impazzata. Qualcuno aveva paura di essere scoperto, pensò con malizia il ragazzo.

E poi seguì il suono di quel piccolo cuoricino, che lo portava verso il letto singolo e... indovinate di che colore erano le lenzuola? Già... bianche!

Avvicinandosi al letto cominciò a sentire l'odore del sangue dell'intruso. Lo trovava stranamente famigliare, così sempre camminando lentamente e in silenzio si abbassò per sbirciare sotto il letto e cogliere in flagrante l'impiccione che aveva osato entrare nella sua stanza.

<< Streghetta cosa ci fai qui?! >> esclamò sorpreso il vampiro quando notò che l'impicciona in questione era l'Uccellino, che rannicchiato sotto il letto si tappava la bocca con la mano, per non farsi sentire.

<< Damon! >> esclamò a sua volta la ragazza saltando per lo spavento e sbattendo inevitabilmente la testa contro la rete del letto.

<< Vieni fuori...>> le disse Damon, non curandosi di trattenere le risate per la goffaggine della Rossa.

<< Che ci fai qui? >> domandò nuovamente Damon, una volta che la ragazza era uscita dal suo nascondiglio e si era seduta sul letto massaggiandosi la parte lesa del capo.

<< Sono venuta per farti scappare, ovviamente. >> rispose con naturalezza la ragazza.

Le parole del Pettirosso lasciarono senza parole Damon e capitava raramente che il vampiro rimanesse sorpreso. Piacevolmente sorpreso.

La Streghetta lo aveva seguito fino alla clinica per farlo evadere.

<< Perché? >> domandò tranquillamente il ragazzo cercando di non far trapelare nessuna emozione.

<< Damon, non sono d'accordo con Elena. Non hai nessun problema. Sei perfetto. -le sfuggì, ma si riprese subito ritornando al perché fosse andata lì. - I vampiri non possono avere problemi con l'alcol, lo smaltite subito, se non sbaglio. Se un vampiro deve avere qualche problema sarà sicuramente con il sangue! >> affermò in fine sorprendendo ancora una volta il moro.

<< Che si fa quindi? >>

<< Che vuoi dire? >> domandò confusa la rossa.

<< Come evadiamo da questa prigione? >> domandò Damon con fare ovvio. Si era reso conto che non gli interessava quello che il suo Angelo voleva che facesse, perfino il Pettirosso si era accorto che lui non poteva avere problemi di alcol, quindi si trovò d'accordo con la rossa. Voleva uscire da quel posto il più presto possibile.

<< Oh...- disse Bonnie rendendosi conto che non lo sapeva - a dire la verità non avevo pensato a questa parte del piano. >> disse arrossendo.

Damon non poté far altro che cacciarsi a ridere davanti all'ingenuità della ragazza. Solo lei poteva lanciarsi a capofitto in qualcosa da cui non sapeva come uscire.

Damon lo apprezzò. Infondo lo aveva fatto per lui.

<< D'accordo, andiamo. >> le disse Damon prendendola per mano e uscendo dalla stanza con la sua valigia. Con i suoi poteri non sarebbe certo stato difficile evadere da quel posto dimenticato da tutti.

<< Damon caro, cosa ci fai qui a quest'ora? >> domandò la vecchia che lo aveva “accolto”.

E adesso? si domandò cercando una scusa plausibile da rifilare alla vecchia.

<< E la valigia? >> domandò ancora la vecchia facendosi più sospettosa.

<< È sua! >> si affrettò a dire Damon indicando Bonnie, come i bambini.

Quando il moro indicò la strega la signora sembrò accorgersi solo in quel momento di lei.

<< Cosa ci fai qui, stella? >> domandò la vecchia a Bonnie.

<< Ehm... ho bisogno di aiuto. >> si inventò Bonnie sul momento.

<< Oh tesoro, anche tu? >>

<< Sì. È una mia amica ed venuta anche lei per uscire dall'incubo dell'alcolismo. >> spiegò Damon con tono melodrammatico.

<< Dove stavate andando? >> s'informò la vecchia.

<< Cercavamo una stanza vuota per lei, non l'abbiamo trovata per cui la mia ragazza dorme in stanza con me sta sera. >> disse Damon cingendo i fianchi ad un'imbambolata Streghetta.

<< È la tua ragazza Damon caro? D'accordo, per questa notte potete stare nella stessa stanza, ma domani le cercheremo insieme una stanza d'accordo? >> domandò facendo il sorriso inquietante a Damon, che si affrettò a trascinare Bonnie in camera e chiuderla a chiave, per sicurezza, non voleva che la vecchia gli entrasse in stanza nel bel mezzo della notte.

<< Che facciamo, ora? >> domandò la Rossa nel panico.

<< Aspettiamo la prossima notte per scappare, ora come ora la vecchia potrebbe essere fuori dalla porta. >>

<< Oh, ok. >> rispose la ragazza sedendosi sul letto, non sapendo che fare.

<< C-ch-che f-fai? >> domandò poi a Damon, rossa almeno quanto i suoi capelli, vedendolo togliersi i jeans.

<< Mi cambio. Non è comodo dormire i jeans. >> rispose con fare ovvio mentre si toglieva anche la camicia rimanendo in boxer.

<< Tu non ti cambi? >> domandò lui vedendola rigida con un palo e rossa più di prima. Lui invece sembrava perfettamente a suo agio.

<< Ehm.. non ho portato nulla. >> disse Bonnie a testa bassa diventando, se possibile ancora più rossa.

<< Tieni, ti andrà sicuramente a vestito. >> rispose lui lanciandole una delle sue camicie in seta nera.

<< Gr-grazie. >> mormorò la strega scappando in bagno, prima di aprire la porta del bagno la ragazza inciampò nei propri piedi. Bonnie aspettava ad occhi chiusi il contato con il pavimento, ma questo non arrivò così lentamente aprì prima un occhio e poi l'altro e per poco non morì d'infarto. I suoi occhi erano incatenati a due pozze nere che sembravano punteggiate di tante stelle. Damon l'aveva presa appena in tempo e ora si ritrovava stretta tra le sue forti e soprattutto nude braccia. Doveva allontanarsi.

<< Grazie. >> balbettò per poi filare in bagno.

Una volta entrata pensò di farsi una doccia per calmare i suoi bollenti spiriti, se fosse rimasta ancora qualche secondo in quella stanza con Damon mezzo nudo non credeva che il suo povero cuore avrebbe retto.

Si fece una doccia veloce, poi uscì, si coprì con un asciugamano e poi ne prese uno più piccolo iniziando a tamponarsi i capelli. Dopodiché mise via entrambi gli asciugamani e indossò la camicia di Damon. Era comoda e... sapeva di lui, pensò la ragazza arrossendo nuovamente.

E così lasciando i capelli umidicci entrò in camera a testa bassa, più timida che mai.

Trovò Damon che guardava il letto con lo sguardo di chi è afflitto da un grave problema esistenziale.

<< Che c'è? >>

<< Pensavo... >> rispose vagamente il vampiro.

<< A cosa se posso chiedere? >> domandò educatamente Bonnie non riuscendo a tenere a bada la sua curiosità.

<< Al fatto che da quando ti conosco mi capita di provare panico o preoccupazione. >> confessò il moro continuando a guardare davanti a se.

<< Oh, in effetti non sono proprio sentimenti positivi. >> replicò la ragazza mortificata scatenando le risa di Damon.

<< Prima oltre all'ira e all'odio non provavo nulla. >> le fece presente guardandola con intensità.

Bonnie non riuscendo a sostenere il suo sguardo fece vagare gli occhi per la stanza, alla ricerca di un argomento più leggero da affrontare e inevitabilmente le cadde l'occhio sul letto.

Con suo rammarico si accorse che era un letto singolo. Uno dei due avrebbe dovuto dormire per terra.

<< Dormo io per terra. >> si offrì la Streghetta.

<< Non sarei un gentiluomo se te lo lasciassi fare, Uccellino. >> rispose il vampiro dopo averla squadrata ed essersi reso conto, con sua grande sorpresa, che la sua camicia addosso alla strega copriva solo il minimo essenziale, rendendo la Rossa estremamente sensuale.

Così il vampiro aprì l'armadio e per sua fortuna trovò un cuscino in più e un piumone che stese per terra e usò come letto.

<< Ma non è giusto... >> attaccò Bonnie vedendo che aveva deciso di lasciarle il letto.

<< Dormi. >> disse a Bonnie dopo aver spento la luce.

Bonnie non ribatté e si mise a letto cominciando a fissare il soffitto.

<< Damon... >> sussurrò dopo qualche minuto. << Damon. >> mormorò alzando un po' la voce quando non ricevette risposta.

<< Che c'è? >> domandò il ragazzo scocciato.

<< Dormi? >>

<< Non più... >>

<< Sei comodo? >> domandò Bonnie, che si sentiva un po' in colpa. Non era abituata ad approfittare in quel modo delle persone, insomma la stanza era la sua! Non le sembrava corretto usufruire dell'unico letto che c'era.

<< No.>> confessò tranquillamente lui.

<< Allora dormo io per terra... >>

<< Dormi. >> la interruppe lui bruscamente.

<< Ma...io... >> cominciò a dire la ragazza,ma Damon non le lasciò il tempo di parlare che si alzò di scatto andandosi a sdraiare accanto a lei.

<< Contenta ora? >>

<< Sì, allora io vado..- >> cominciò a dire alzandosi quando sentì le braccia di Damon cingerle i fianchi e rimetterla letto.

<< Adesso dormi. >> le disse non ammettendo repliche.

Stretta in quello che non poteva non considerare un abbraccio Bonnie faticò ad addormentarsi.

Passarono quelli che a Bonnie sembravano pochi minuti quando sentì Damon svegliarla per la colazione.

Era già mattino!

<< Che ore sono? >> domandò Bonnie sbadigliando e strofinandosi gli occhi.

Damon trovò stranamente tenera quella scena.

<< 12:30 >>

Era già ora di pranzo! Aveva dormito così tanto?

<< Ho dormito davvero così tanto? >> disse sorpresa, rivolta più a se stessa che al ragazzo.

<< Già. Ora alzati, fai una doccia e andiamo a mangiare. Ti aspetto qui. >>

Bonnie dopo aver annuito si alzò dal letto abbassando i lembi della camicia, che le era arrivata ormai alla vita.

<< Non c’è bisogno di essere così pudica. Questa notte ho visto tutto ciò che c’era da vedere. >> le disse il ragazzo ghignando.

Dal suo sorrisino malizioso Bonnie capì che il ragazzo non scherzava affatto.

<< Ninfomane! >> gridò Bonnie scagliandogli addosso un cuscino, che Damon prese poco prima che centrasse l'obbiettivo: la sua faccia.

<< In carne ed ossa, piccola. >> le disse lanciandole un'altra occhiata maliziosa.

Dopodiché Bonnie entrò in bagno, più rossa che mai, si fece una doccia e dopo essersi vestita uscì trovando Damon sdraiato sul letto.

Sembrava che stesse veramente dormendo.

<< Andiamo. >> gli disse la Rossa precedendolo alla porta.

Andarono in una mensa. Sembrava davvero una prigione. Dovevano fare la fila con in mano dei vassoi per prendere da mangiare.

In ogni caso dopo aver mangiato li intercettò la solita vecchia.

<< Damon caro. Sono le 15:00 è l'ora della seduta. Devi andare anche tu, cara. >>

<< Certo. >> disse Damon trascinando Bonnie con lui.

La seduta era nella stessa stanza del giorno prima. La stanza, come il giorno prima non aveva neanche un mobile, tranne che per le sedie disposte a cerchio.

Bonnie e Damon si sedettero vicini e cominciarono ad ascoltare sperando che quella tortura finisse il più in fretta possibile.

Dopo due ore ad ascoltare da quanto tempo la gente non beveva, Hanna si rivolse a Bonnie.

<< Tocca a te. >>

Bonnie si alzò un po' timorosa e timida.

<< Ehmmm ciao, mi chiamo Bonnie...- >> cominciò a dire ma venne interrotta dall'intero gruppo.

<< Ciao Bonnie. >> dissero in coro i presenti.

<< Continua. Da quanto non bevi? >> domandò Hanna vedendo che la ragazza non accennava a parlare.

<< Ehm... veramente sono astemia. >> spiegò Bonnie arrossendo e facendo scoppiare Damon a ridere.

<< Tu che ci dici Damon? >> gli domandò Hanna irritata dal suo comportamento.

<< Da quanto non bevi? >>

<< Beh mi sono fatto un bicchierino sta mattina... >> rispose il ragazzo tranquillamente facendo scappare una risatina a Bonnie. Risata che scemò non appena lo sguardo di Hanna le si posò addosso.

<< Ne volete un po'? >> domandò Damon tirando fuori dal taschino della giacca una fiaschetta con del Rhum.

Quando Damon ne bevve un sorso poi nella stanza si creò il putiferio lo guardavano tutti con lo sguardo di un drogato che guarda l'eroina.

<< Fuori! >> strillò anche quel giorno Hanna indicandogli la porta.

Damon dopo essersi abbandonato ad una fragorosa risata si diresse verso l'uscita portandosi dietro la Streghetta e prima di uscire lasciò la fiaschetta in mano a uno dei pazienti.

<< Fanne buon uso. >> gli disse saggiamente prima di uscire sorridendo.

<< Adesso che facciamo? >>

<< Andiamo in stanza e aspettiamo il coprifuoco, per scappare. >> rispose Damon alla domanda rivoltagli dalla Rossa.

E così fu.

Passato di poco il coprifuoco Damon e la sua valigia sgattaiolarono fuori dall'edificio seguiti da una Bonnie a dir poco terrorizzata.

Una volta fuori dalla clinica Damon prese la sua macchina e con Bonnie si diressero verso l'albergo più vicino. Presero due camere separate questa volta e il giorno dopo si ritrovarono della hall pronti a ripartire così, pagato il conto, salirono nuovamente in macchina e si rimisero in viaggio. Non potevano ritornare a Fell's Church. Elena avrebbe rispedito Damon in quella clinica.

<< Dove andiamo? >> domandò Bonnie a Damon.

<< A pranzo. >> rispose quest'ultimo continuando a guardare la strada.

Raggiunsero un ristorante francese appena per l'ora di pranzo e poi nel tardo pomeriggio si rimisero in viaggio.

Stavano andando al mare, le aveva detto Damon.

Poche ore dopo erano sulla spiaggia.

Erano anni che Damon non ci andava e lo stesso valeva per Bonnie, anzi lei nonostante abitasse a Fell's Church non era mai stata al mare.

<< Oh Damon... è bellissimo. >> mormorò Bonnie rapita dallo spettacolo che le si prostrava davanti agli occhi.

Il mare sembrava Rosa-aranciato grazie al tramonto. Era come se l'acqua fosse cosparsa di brillantini.

<< Ho sempre sognato di fare il bagno nell'oceano. >> gli confessò Bonnie per poi mettersi a correre verso l'acqua.

<< Sì, ma ti devo avvertire. E' un pò... - Damon non fece in tempo a finire la frase che sentì l'urlo di Bonnie mentre usciva correndo. Era entrata con tanta fretta che l'acqua le arrivava alle ginocchia. - ...fredda. >> Damon finì la frase ridacchiando divertito.

<< E' gelata! >>

Anche Bonnie si unì a lui. Poi Bonnie smise di colpo di ridere e assunse quello che, a detta di Damon, era uno sguardo malizioso.

Per il vampiro era una sorpresa. Era la prima volta che vedeva sensualità e purezza fondersi alla perfezione.

<< Dai andiamo. >> disse trascinandolo verso l'acqua.

<< No. Non se ne parla. >> disse il Moro fermandosi di colpo.

<< Che c'è? Il grande Damon Salvatore ha paura? >> lo sfidò Bonnie.

La cosa peggiore che potesse fare, infatti in men che non si dica Damon si tolse la giacca, prese in braccio la strega e in poche falcate entrò in acqua. L'acqua gli arrivava ai fianchi.

<< D-Damon... non lo fare. >> implorò Bonnie stringendo forte Damon, nel tentativo di sfuggire all'acqua gelata.

Erano stretti in un abbraccio che il vampiro non poté non apprezzare. Quanto a Bonnie non si accorse neanche che erano talmente vicini che le loro guance si toccavano e le loro labbra erano a pochi centimetri le une dalle altre, impegnata com'era a sfuggire all'acqua.

<< Damon... per favore. >> lo pregò nuovamente la Streghetta, ma Damon non le diede ascolto, infatti, dopo averle rivolto un ghigno la buttò in acqua incrociando le braccia per godersi la scena.

<< Damon... non so nuotare! >> urlò lìUccellino scomparendo sotto l'acqua.

Il vampiro senza pensarci due volte si tuffò in acqua e cingendo Bonnie per la vita cominciò ad uscire dall'acqua.

<< Mi dispiace, non lo sapevo. >> si scusò il ragazzo una volta fuori dall'acqua.

<< Già... >> rispose la ragazza a testa bassa; sembrava trattenere le risate.

<< Tieni. Così conciata rischi di prendere come minimo una polmonite. >> disse il ragazzo, mettendole la sua giacca sulle spalle.

Bonnie apprezzò molto il gesto e si rifugiò nella giacca del ragazzo. In quei due giorni Damon era stato stranamente gentile con lei.

<< Grazie. >> disse stringendo più forte la giacca mentre si alzava e faceva qualche passo lungo il bagnasciuga.

<< Ah, Damon... >>

<< Dimmi. >> rispose lui guardandosi scocciato per essersi bagnato tanto.

<< Comunque io so nuotare. >> gli disse guardandolo angelicamente.

<< E perché mi fai fatto credere il contrario? >>

<< Beh... non potevo mica bagnarmi tutta da sola. >> gli disse Bonnie in tono ragionevole.

Dallo sguardo che Damon le rivolse, la ragazza capì che era ora di correre.

Peccato che non fece neanche due passi che se lo ritrovò di fronte e ci andò a sbattere, inevitabilmente.

<< Damon... parliamone. >> disse Bonnie indietreggiando mentre Damon avanzava.

<< Di cosa dovremmo parlare? >>

<< Dai, pensaci. Non era giusto che mi bagnassi solo io. >>

<< Ah no? >> sussurrò Damon in tono sensuale mentre continuava ad avvicinarsi.

<< Sì... >> mormorò Bonnie a pochi millimetri dalle labbra di Damon. Si stavano per baciare. Damon la stava per baciare.

<< Ehm... dovremmo andare. >> mormorò Bonnie abbassando la testa ed evitamento elegantemente il bacio del vampiro. Sapeva che per Damon quello non avrebbe significato nulla, lui era innamorato della sua amica e lei non voleva soffrire. Non sarebbe riuscita a reggerlo.

Damon rimase ancora una volta sorpreso dal comportamento della ragazza, ma decise non non darci troppo peso.

<< Dove vuoi andare ora? >> le domandò Damon. Ancora non voleva tornare Fell's Church. In quei due giorni con Bonnie si era sentito più se stesso che 2 anni passati accanto ad Elena.

Era la prima volta in 500 anni che si sentiva libero, in tutti i sensi.

<< Mi andrebbe un gelato. >> confessò timidamente la ragazza.

<< E gelato sia. >> convenne il vampiro cominciando a dirigersi verso la macchina.
Anche Bonnie salì in macchina. Il viaggio lo trascorsero in assoluto silenzio. Bonnie era troppo imbarazzata per il quasi-bacio, per poter intavolare una conversazione decente. Dubitava addirittura che sarebbe riuscita a spiccicare parola. Damon, invece pensava alle nuove sensazioni che provava. Quel giorno per la prima volta aveva capitol il significato delle parole “divertimento" e "spensieratezza”.

Dopo pochi minuti arrivarono ad un parco. Bonnie non aveva idea neanche di dove fossero e in quel momento non le interessava neanche saperlo. Voleva godersi quelle poche ore con Damon. Sapeva che non appena avrebbero rimesso piede a Fell's Church sarebbe stato come se si fosse sognata tutto. Lui avrebbe tatto finta di niente e sarebbe tornato a fare la corte alla bionda.

<< Hey? Ci sei? >> sentì Damon domandarle.

Persa com'era nei suoi pensieri si accorse solo in quel momento di essere davanti ad un chiosco di gelato e che il gelataio aspettava la sua ordinazione.

<< Oh, sì, scusate. - mormorò rossa di verogna. Dopodiché si decise ad ordinare.- Panna e cioccolato. >> disse.

Sapeva che i due gusti non c'entravano nulla l'uno con l'altro, ma a lei piacevano molto. Il cioccolato nascondeva il gusto della panna, ma si riusciva comunque a sentirne il retrogusto. Le piaceva anche il contrasto chiaro-scuro che i due gusti creavano sul cono.

Le ricordavano in un certo senso lei e... Damon.

<< Io, fragola. >> ordinò Damon, in tutta calma, stupendo Bonnie.

<< Tu mangi il gelato? >> domandò Bonnie sconvolta. Che lei sapesse i vampiri non facevano uso del cibo degli umani.

<< E bevo alcolici. >> le fece presente lui con un sorriso, mentre soggiogava il gelataio facendogli credere di essere stato pagato, con una banconota da cento dollari e che quindi era lui a dovergli dare il resto.

<< Damon! >> esclamò la ragazza scandalizzata.

<< Ognuno si guadagna da vivere come crede. >> rispose lui ridacchiando mentre si allontanava dal chiosco gustandosi il gelato.

<< Non credevo ti piacessero le fragole. >> gli disse la Streghetta cambiando argomento. Era meglio.

<< Io adoro, le fragole. >> disse il vampiro rivolgendole uno sguardo lascivo, che la fece arrossire.

Continuarono a passeggiare per alcuni minuti, ognuno intento a gustare il suo gelato, finché la Rossa non si fermò di colpo.

<< Che c'è? >> le domandò il ragazzo, confuso.

<< Guarda lì... >> disse indicando davanti a sè con le lacrime agli occhi.

Che avesse paura di qualcosa?

<< Che cosa? >> domandò Damon, pronto a far fuori qualunque cosa potesse nuocere alla sua Streghetta.

<< Lì! >> esclamò ancora la ragazza indicando sempre lo stesso punto.

<< Dove? Cosa hai visto? >> domandò Damon facendo vagare lo sguardo per il parco, alla ricerca del nemico in questione.

<< Guarda quella coppia. >> gli disse incantata.

<< Dove? >> continuò a chiedere lui, non sapendo bene dove guardare.

Quindi Bonnie lo prese per il mento, costringendolo delicatamente a guardare dalla parte giusta. Damon reagì al quel contatto inaspettato con un breve sussulto, che scaldò il cuore di Bonnie.

<< Beh? Che c'è di strano? >> domandò Damon alla Rossa quando vide cosa aveva attirato la sua attenzione.

Erano una coppia molto anziana che passeggiava per il parco, tenendosi per mano e che in quel momento si erano seduti su una panchina, probabilmente per riposarsi.

<< Non li trovi bellissimi? >> domandò incantata guardandoli.

Damon non seppe cosa rispondere. Non ci aveva mai pensato, non aveva mai guardato al di là del proprio naso. L'unico che esisteva per lui era se stesso.

<< Anche io vorrei conoscere una persona così. Uno che non si stufi di me dopo un paio di anni, uno con cui passare il resto dei miei giorni. Un'amore per sempre. >> mormorò il Pettirosso continuando a guardarli, innamorata.

A quelle parole qualcosa si spezzò in Damon. Lei non voleva un'immortale come poteva essere lui. A lei interessava avere una persona con cui invecchiare.

In quel momento l'anziana signora, come se avesse sentito le parole di Bonnie, si girò a guardargli e gli sorrise. Ciò diede a Bonnie il coraggio di prendere per mano Damon e trascinarlo verso la coppia. Sapeva che il ragazzo aveva qualche problema con i sentimenti e le dispiaceva per lui, ma lei voleva sentire la loro storia e non voleva che il vampiro se la svignasse lasciandola da sola. Conoscendosi si sarebbe sicuramente persa, finendo in qualche guaio.

<< Salve. >> li salutò Bonnie quando gli fu di fronte.

<< Ciao cara. >> rispose la signora gentilmente. L'uomo invece si limitò a sorriderle.

<< Vi ho visti, prima, mano nella mano e non ho potuto fare a meno di intenerirmi. Siete sposati da tanto? Se non sono troppo invadente. >> gli domandò Bonnie.

Damon rimase sorpreso per l'ennesima volta dalla ragazza. Da quando aveva tutto quel coraggio e quella sfacciatezza? Non avrebbe mai pensato che Bonnie potesse fare una cosa del genere, anzi avrebbe giurato che sarebbe rimasta a guardarli incantata, cercando di non farsi beccare e dopo un paio di minuti se ne sarebbe andata. E invece eccola lì che gli chiedeva da quanto fossero sposati.

<< 75 anni cara. >> rispose la donna guardando con affetto il marito, che ricambio lo sguardo, aumentando la loro stretta di mano.

A quella risposta sia Damon che Bonnie rimasero praticamente shoccati. Erano veramente sposati da tanto? Ma non si erano stufati? Si ritrovò a domandarsi il Moro.

<< Caspita! >> si meravigliò Bonnie.

<< Siete sempre stati innamorati? >> domandò Damon cercando di sembrare distaccato, ma non riuscendo comunque a trattenere la curiosità.

<< Oh no. - gli rispose la signora ridacchiando, persa nei ricordi. - Io lo odiavo all'inizio e lui non voleva sposare me. Vero Garrett? >>

<< Già. I nostri genitori combinarono il nostro matrimonio. Io ero innamorato di un'altra e Mary mi trovava... antipatico, insopportabile. >> continuò l'anziano ridacchiando anche lui questa volta.

<< Ci siamo sposati e io passavo le mie giornate rinchiusa in camera a piangere. Garrett invece le passava fuori casa, per darmi i miei spazi e anche perché si sentiva in colpa, anche se non ne aveva. >> disse questa volta Mary, guardando il marito tristemente, probabilemte anche lei si sentiva in colpa per come avevano passato quel periodo del matrimonio.

Era incredibile come facessero a finire le frasi l'uno per l'altra e viceversa, mantenendo comunque la continuità della storia, pensò Bonnie meravigliandosi per la complicità che avevano.

<< Il 17 settembre del '37 avevo passato l'ennesima giornata a piangere in camera quando Garrett entrò in camera all'improvviso. Era arrabbiato. Con me. E mi disse che neanche lui voleva un matrimonio così, mi disse anche che si sentiva terribilmente in colpa per come stavo, credeva che fosse colpa sua. Mi disse che mi bastava chiedere il divorzio. Le sue parole mi sorpresero e mi fecero capire che in fondo, mi ero sbagliata a giudicarlo, che era un gran bravo ragazzo. >> disse finendo la frase mentre guardava il maritto sorridendo.

<< Così decidemmo di provare, almeno ad andare d'accordo. Facemmo un tregua, che poi divenne rispetto, amicizia e poi amore. E quando capimmo di essere innamorati non ci lasciammo e non litigammo più. >> finì per lei Garrett. Dopodiché le diede un tenero bacio sulla guancia e Mary arrossì abbassando gli occhi.

Quella scena fece intenerire i due giovani che si guardarono sorridendosi, uno sguardo carico di significati.

<< Anche voi siete una bellissima coppia... >> cominciò a dire Mary, ma poi si bloccò accorgendosi di non sapere i nomi dei ragazzi.

<< Io sono Bonnie e lui è Damon. >> si affrettò a presentarsi Bonnie vergonandosi di essere stata così scortese.

<< Che bei nomi! >> replicò Mary sorridendo ai due.

<< Da quanto state insieme? >> fu il turno di Garrett a domandarlo.

<< Oh, no. Noi non stiamo insieme. Lui è innamorato di una mia amica. Elena. >> gli disse Bonnie facendo un sorriso amaro.

Damon era bloccato per la sorpresa, non aveva mai provato tante emozioni in così poco tempo.

Credevano che lui e la stereghetta stessero insieme.

<< Anche lui era innamorato di un'altra. >> le fece presente Mary facendo l'occhiolino.

Damon si sentì in imbarazzo per la prima volta e non seppe dire bene il perché.

<< È bello vedere che un matrimonio dura così tanto. Di questi giorni è già molto se durano sei mesi. >> disse il Moro cercando di cambiare argomento.

<< Il segreto di un amore duraturo, caro Damon, è non isolare mai dalla mente e dal cuore i momenti felici del passato. Bisogna riviverli sempre con la stessa intensità ed emozione nel presente e nel futuro. *>> gli disse saggiamente Mary alzandosi dalla panchina e lo stesso fece Garrett. Era ora di andare, per loro. Si stava facendo buio.

<< Ragazzo, sai... c'è un bellissimo proverbio arabo che dice “ciò che è trascorso è morto”. Io ti consiglio di non lasciar trascorrere troppo tempo prima di accorgerti di che gioiello hai tra le mani. Non fartela scappare, potrebbe diventare la tua “Mary”. >> gli sussurrò Garrett prendendolo da parte, mentre lasciava che Mary e Bonnie si salutassero con calma. Damon si limitò ad annuire e poco dopo anche le due donne li raggiunsero Bonnie andò a salutare Garrett con un abbraccio e a ringraziarlo per la storia mentre Mary si diresse verso Damon e sorprendendolo gli accarezzò gentilmente una guancia.

<< Abbi cura della piccola Bonnie, caro. E anche di te. Sei terribilmente pallido! >> gli disse la donna in tono materno, dopodiché dopo un ultimo saluto i due anziani cominciarono ad incamminarsi verso casa.

Damon rimase immobile a guardare mentre si allontanavano.

Il tocco di Mary lo aveva sconvolto. Era da più di 500 anni che non sentiva il calore di una carezza e Mary gliel'aveva data con una tale gentilezza e amore che gli ricordò le carezze che era solita dargli sua madre.

Bonnie vedendo Damon rimaneva immobile si preoccupò. Così gli si avvicinò cercando di capire cosa succedesse, ma rimase sorpresa nel vederlo commosso. Poi capì il perché: nessuno gli aveva mai mostrato tanta gentilezza. A Fell's Church non aveva amici e il suo unico fratello gli dava sempre addosso, come tutti gli altri.

Senza pensarci Bonnie si posizionò di fronte al Moro e alzandosi sulle punte lo abbracciò. Lo abbracciò forte cercando di trasmettergli tutto il suo affetto attraverso quel gesto. Con Damon non servivano le parole, anzi avrebbero potuto rovinare il momento.

Per un attimo Damon si lasciò abbracciare e per poco non ricambiò l'abbraccio, ma come sempre tornò ad interpretare la parte dell'insensibile, infatti quasi subito si staccò dall'abbraccio.

<< Torniamo a casa. >> le disse cominciando ad andare verso la macchina senza degnarla di uno sguardo.

Bonnie ci rimase. Non perché non la guardava neanche, sapeva che quello lo faceva perché si rimproverava di essersi mostrato debole davanti a lei. Ciò che le dispiacque di più fu il fatto che il ragazzo non si era concesso neanche un minuto per dare sfogo al suo dolore e alla sua umanità; ne aveva di tempo per tornare il gradasso di sempre, ma erano poche le volte in qui si mostrava veramente per quello che era e le dispiaceva che tenesse nascosta quella parte di sé.

La strega lo seguì in macchina e di nuovo trascorsero il viaggio in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri. Dopo alcune ore in cui si rivolsero la parole solo se proprio erano costretti, arrivarono a Fell's Church, che era passata la mezzanotte. Damon portò Bonnie direttamente a casa, era tardi.

La strega dopo aver spiccicato un flebile << Grazie. >> intimidito, entrò in casa.

Per fortuna non c'era nessuno. I suoi genitori erano in California a trovare alcuni famigliari e sua sorella si era trasferita a casa del fidanzato. Dopo essere entrata in casa andò a passo di carica verso il suo bagno. Aveva un bisogno urgente di farsi la doccia. Dopo essersi lavata e vestita si buttò sul letto e non si svegliò fino al giorno dopo.

Damon dopo aver portato Bonnie a casa sua andò all'Old Wood.

Non voleva vedere Elena ne suo fratello. Le ultime parole di Mary e Garrett gli avevano dato da pensare.

Il giorno dopo Bonnie si svegliò tardi e non se ne meraviglio vista l'ora indecente in cui si era addormentata.

Fece colazione, all'ora di pranzo, con dei cereali e aprendo il frigo, per poco non ne uscirono le farfalle per ciò decise che era ora di andare a fare la spesa. Così dopo aver fatto una lista di tutte le cose che le servivano più o meno, si cambiò, prese le chiavi di casa, della macchina e il portafogli, li mise in una borsa che prese a caso dall'armadio e andò verso l'unico supermercato della città. Dopo aver fatto la spesa Bonnie tornò a casa e la dispose nei vari mobiletti poi salì in camera sua.

Quel giorno si sentiva particolarmente.... non sapeva definirlo neanche lei. Si sentiva strana e poi non faceva che pensare a cosa Garrett e Mary avessero sussurrato a Damon, da soli la sera prima. Perché non avevano fatto lo stesso con lei? Era qualcosa di importante?

Decise che l'unico modo per non continuare a pensarci e quindi continuare a spremersi le meningi per niente era quello di distrarsi in qualche modo, così prese degli shorts, una canottiera e scarpe da ginnastica. Dopo esserseli messi raccolse i suoi capelli in una coda di cavallo e fece due ore di corsa.

Tornò a casa, stanchissima, ma il suo obbiettivo era stato raggiunto. Durante la corsa non aveva pensato a niente.

Fece una doccia, si mise un paio di jeans aderenti, una maglietta, delle immancabili sneakers e decise di andare a trovare Elena.

Chissà come avrà preso il ritorno di Damon.” si chiese Bonnie.

Dopo pochi minuti la ragazza era sotto il pensionato. Suonò e Stefan le aprì, scuro in volto.

Bonnie entrò confusa.

“Cosa sarà mai successo?” si domandò un po' preoccupata.

<< Ciao Bonnie. >> la salutò Elena facendole un sorriso a trentadue denti.

<< Damon? >> domandò la Rossa, non vedendolo.

<< Damon è nella clinica, te lo avevo detto, Bonnie. >> le disse Elena domandosi se la sua amica soffrisse di perdita di memoria a breve termine.**

<< Che succede qui? >> domandò Bonnie cambiando argomento, sia per sapere cosa fosse successo a Stefan che per coprire Damon.

Se non si era presentato la sera prima avrà avuto le sue buone ragioni. Si sarebbe fatto vedere quando sarebbe stato pronto.

<< Elena ha fatto la sua scelta. >> rispose il diretto interessato che era stato scaricato proprio quando Bonnie aveva suonato alla porta.

<< Ah... >> disse solamente, Bonnie.

Se Elena aveva scelto Damon tutto quello che lei aveva sperato che sarebbe successo, anzi le parole giuste erano ”che sarebbe potuto succedere” tra lei e Damon se lo poteva solo sognare. Sì, anche se ci aveva provato, era finita inevitabilmente per illudersi che il vampiro provasse qualcosa per lei.

<< Forse... forse è meglio che vi lasci soli. >> e che io vada a raccogliere i cocci del mio cuore spezzato pensò, ma non lo avrebbe mai detto.

Dopo aver rivolto uno sguardo dispiaciuto a Stefan andò verso la porta aprendola e uscendo, ma da brava sbadata aveva continuato a guardare verso Stefan ed Elena e non davanti a se, infatti andò a sbattere in pieno contro Damon che dopo una risata divertita le sistemò alcune ciocche che le erano cadute davanti agli occhi per l'impatto.

<< Ciao Streghetta. >> le disse maliziosamente.

<< Ciao. >> disse uscendo.

<< Ciao Angelo. >> disse Damon ad Elena altrettanto maliziosamente.

Purtroppo per Bonnie non era abbastanza lontana da non sentirlo, così con il cuore a pezzi salì in macchina e cominciò a tornare verso casa.

L'amore fugge come un'ombra l'amore reale che l'insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi l'insegue.***

Bonnie pensò che era esattamente la stessa situazione che correva tra lei e il vampiro e tra Damon ed Elena.

Per pura sfortuna Bonnie non rimase abbastanza a lungo da sentire la conversazione tra la Bionda e il vampiro.

Elena, infatti non appena Bonnie uscì dal pensionato si precipitò perso Damon abbracciandolo.

Damon si ritrovò a fare una smorfia, contrariato.

Non era l'abbraccio che voleva, non era come quello che gli aveva dato Bonnie la sera prima.

Quello della Rossa era stato un semplice gesto d'affetto, puro e innocente, quello della bionda era più lascivo, più sporco.

<< Come mai tutto questo affetto? >> domandò Damon tornando a vestire i panni del vampiro freddo e cinico.

Non gli sfuggì però che il fratello dopo avergli rivolto un'occhiata... spenta cominciò a salire verso il piano superiore.

Il ragazzo voleva fare i bagagli e lasciare la città , ma questo Damon ancora non lo sapeva.

<< Damon... ho fatto la mia scelta. >> gli disse quasi saltellando dopo aver sciolto l'abbraccio.

Quella rivelazione non cambiò nulla nello stato d'animo del vampiro.

Si era sempre immaginato come sarebbe stato quel momento, ma non se lo sarebbe mai aspettato in quel modo. L'unica cosa a cui riusciva a pensare era che aveva portato via la ragazza al suo stesso fratello e quel che è peggio è che era la ragazza sbagliata.

<< Sì, anche io l'ho fatta. >> le confessò Damon sorridendo sarcasticamente.

<< Che vuoi dire? >>

<< Che non potevo aspettarti in eterno, Principessa. Che sono andato avanti e che ora devo conquistare una certa Rossa. >> detto ciò Damon sparì lasciando Elena a sbraitare da sola in salotto. Non si capacitava che il vampiro avesse scelto Bonnie invece che lei. Bonnie!

Stefan al piano di sopra, aveva sentito tutto non poté far altro che lasciarsi andare in una fragorosa risata.

Elena dopo aver urlato epiteti poco carini al Moro, si calmò e decise di andare a chiedere scusa a Stefan spiegandogli quando si fosse sbagliata e quanto fosse confusa, ma Stefan che nonostante ciò che Damon voleva far credere a tutti, non era stupido.

Le disse chiaro e tondo che lui non era come uno di quegli oggetti usa e getta. Che ne aveva abbastanza della confusione di Elena e che in quel momento il confuso era proprio lui. Non sapeva se sarebbe mai riuscito a guardarla in faccia. Lui non era un rimpiazzo e non lo sarebbe stato. Non lo aveva accettato con Katherine e di certo non l'avrebbe fatto con lei.

Così a Elena non rimase che cambiare atteggiamento e cercare di riconquistare il vampiro, piano piano.

Damon, intanto, grazie alla sua velocità riuscì ad arrivare a casa McCullough prima della Streghetta. Così entrò dalla finestra, sempre aperta, nella sua stanza e si sdraiò sul letto aspettando l'arrivo del suo Pettirosso.

Aveva ragione Garrett non voleva aspettare oltre. Voleva fare di Bonnie la sua “Mary” come gli disse l'anziano.

Bonnie quando arrivò a casa si diresse immediatamente verso la sua stanza. Voleva prima buttarsi a letto e solo dopo scoppiare a piangere.

Entrò in stanza ad occhi chiusi, si sentiva esausta. Non aveva neanche la forza di aprire gli occhi.

Buttò la borsa a terra, aprì i jeans, si tolse la maglietta e si buttò ancora ad occhi chiusi sul letto, peccato che prese una bella botta in pieno viso. Probabilmente aveva lasciato qualcosa sul letto prima di uscire.

<< Ahia! >> disse lamentandosi per poi aprire piano gli occhi mentre si metteva a sedere.

Quando aprì gli occhi trovò Damon ancora sdraiato in tutta la sua bellezza che sorrideva divertito.

<< Streghetta, non ti facevo così intraprendente. Se volevi portarmi a letto bastava dirlo, sai? Com'è che si dice? Ah sì. Chiedi e ti sarà dato. >> ogni doppio senso era puramente voluto.

E il doppio senso in questione fece diventare Bonnie più rossa dei suoi capelli. E dopo essersi data un'occhiata divenne, se possibile ancora più rossa.

In quel momento era a cavalcioni sopra di lui, ancora sdraiato a letto, con i jeans sbottonati e con solo il reggiseno. E dopo aver appurato questo ultimo dettaglio cercò di correre a prendere la maglietta che aveva lanciato a terra poco prima, ma essendo sbadata per natura non poteva risparmiarsi neanche in quel momento, infatti le sue gambe chissà come si intrecciarono con quelle del vampiro e cadde rovinosamente a terra sotto le risate del vampiro che non ne volle sapere di alzarsi per darle una mano. Dopo essersi ripresa anche da quella caduta, a gattoni raggiunse la maglietta offrendo a Damon uno spettacolo che difficilmente avrebbe dimenticato.

Presa la maglietta se la appoggiò al petto cercando di coprire il minimo indispensabile mentre indietreggiava verso la porta, per scappare se fosse stato necessario.

Non avrebbe resistito ai suoi sguardi lascivi. Sarebbe finita male per entrambi.

<< Che... che ci fai qui? >> domandò Bonnie continuando ad indietreggiare mentre il vampiro che nel frattempo si era alzato dal letto cominciava ad avanzare verso di lei pian piano.

Era abbastanza lontano, perciò Bonnie ebbe l'unica buona idea di socchiudere la porta e poi sgusciare fuori chiudendola.

Solo quando chiuse la porta e quindi non lo aveva davanti agli occhi riuscì a riprendere fiato, ma non durò molto perché non fece in tempo a girarsi che qualcuno la bloccò per poi passare a torturarle il collo: baciava succhiava e le dava piccoli morsi. Voleva farla impazzire.

<< Damon... >> disse in un flebile tentativo di fermarlo mentre lui continuava imperterrito la sua tortura, anzi appoggiò la sua mano sinistra sul suo ventre spingendola ad appoggiarsi al suo petto e fece scorrere la sua mano destra sul braccio destro di lei e quando arrivò alla mano fece incrociare le loro dita per poi spingerla a riaprirle la porta con la mano intrecciata alla sua.

Appena rientrarono in camera Bonnie cercò di darsi un contegno e infatti con tutta la buona volontà che aveva si girò verso di lui, cercando di impuntarsi per rifiutarlo e per poco i suoi propositi non andarono in fumo vedendo lo sguardo famelico con cui la guardava.

Aveva sempre volto che la guardasse in quel modo.

Poco prima che le labbra di Damon si avventassero su quelle di Bonnie la strega si allontanò appoggiando le mani sul petto del vampiro.

<< Damon, no... >>

<< Sai che è la terza volta che mi rifiuti in due giorni? Mi dovrei forse offendere? >> le domandò continuando ad avvicinarsi imperterrito.

Bonnie , intanto stava cedendo, infatti le mani che aveva appoggiato sul petto del vampiro, per mettere distanza tra loro, erano ormai lungo i suoi fianchi, e il moro era già tornato a torturarle il collo.

Bonnie a quel punto non resistette più e si lasciò andare ricambiando il bacio. Quando Damon si accorse che la Streghetta si era un po' sciolta intrufolò la sua lingua nella bocca di lei, in una tacita richiesta.

E chi era Bonnie per non accontentare quell'Adone?

La ragazza decise di lasciar prevalere per una volta anche il suo lato passionale, di cui si era sempre vergognata.

Ogni volta che faceva pensieri... spinti, su qualcuno finiva per sentirsi in colpa, ma quella volta lo sentiva tremendamente giusto.

Bonnie appoggiò le sue mani sulle spalle di Damon poi facendo leva saltò incrociando le gambe attorno alla vita del ragazzo, che colto di sorpresa, si fece scappare un ringhio eccitato.

Damon interruppe il bacio e passando al collo si girò, fece qualche passo, Bonnie sentì la sua schiena toccare la parete e Damon si avvicinò ancora di più facendole sentire quanto fosse eccitato.

Quella sensazione riempì la Rossa d''orgoglio perché il vampiro provava quello per lei.

Quel contatto fece salite l'attrazione alle stelle.

Bonnie lo baciò con foga sebbene sentisse le guance avvampare, affondò le mano sinistra nei suoi capelli mentre la destra, presa da vita propria andò ad accarezzargli il collo niveo, sotto il colletto della camicia.

Damon riusciva a sentire benissimo le mani piccole ed inesperte di Bonnie che lo accarezzavano. E per quando fossero inesperte quelle dita riuscirono a farlo impazzire, perché dal collo e i capelli passarono a sbottonargli la camicia, tremanti.

Damon dovette inevitabilmente allontanarsi dalle sue labbra per permetterle di riprendere fiato, Bonnie reagì con gemito di frustrazione che fece sorridere il vampiro, che mentre la ragazza riprendeva fiato passò a baciarle la mascella, il collo, andando sempre più in basso facendole affondare le mani nei suoi capelli e inarcare leggermente la schiena cercando ancora il suo tocco.

Continuando con baci e carezze Damon decise che era troppo scomodo restare in piedi e cominciò a dirigersi verso il letto di lei, che non appena sentì il contatto con il suddetto letto si lasciò andare trascinando Damon per la camicia mezza sbottonata e continuando a sbottonargliela.

Damon tornò a dedicarsi al suo seno. Le sue mani raggiunsero il gancetto del reggiseno e lo aprirono con facilità.

Bonnnie sentito il reggiseno volare via, da qualche parte nella stanza, si rese conto che forse si stavano invischiando in qualcosa più grande di loro.

<< Damon... Elena. >> gli disse cercando di farlo tornare in sé. Lui era innamorato della bionda. Lei aveva scelto lui.

<< Non mi interessa. Che se la tenga Santo Stefano. >> le rispose lui tornando a baciarla.

Bonnie sentite quelle parole tornò a fare ciò che aveva lasciato in sospeso.

Quando la camicia era ormai aperta le mani della ragazza continuarono a tremare e non solo quelle. Ora stava tremando tutta.

<< Stai tremando... >> osservò Damon allontanandosi di poco da lei.

<< Sono solo agitata. >> confessò arrossendo.

<< Non sei costretta. >>

<< Io lo voglio. >> gli disse più rossa dei suoi stessi capelli.

Damon si sentì lusingato.

La streghetta voleva condividere la sua prima volta con lui. Si promise che avrebbe cercato di essere dolce.

Voleva che avesse un buon ricordo della sua prima volta.

Si precipitò nuovamente sulle sue labbra mentre la strega faceva scorrere la camicia lungo le braccia di lui per poi buttarla a terra. Poco dopo anche tutti altri indumenti andarono a fare compagnia ai primi.

Quando rimasero entrambi nudi si lasciarono qualche minuto per tenere bene a mente ogni dettaglio l'uno del corpo dell'altra e viceversa.

Non dissero niente. Sarebbe stato inutile. Le parole in quel momento erano superflue.

Quando divennero una cosa sola entrambi provarono delle emozioni incredibili lasciandosi scappare un gemito.

Bonnie stringeva assiduamente i capelli di Damon, inarcò la schiena poi si morse le labbra cercando di trattenere i gemiti che minacciavo di sfuggirle.

Le unghie di Bonnie affondarono nella schiena di Damon facendolo sussultare e quando entrambi raggiunsero l'apice pronunciarono l'uno il nome dell'altra.

Entrambi caddero a letto sfiancati, o meglio Bonnie lo era, Damon ne aveva ancora per una decina di round come minimo.

La ragazza con il fiatone e il sonno si appoggiò al petto del ragazzo che non la disdegno come avrebbe fatto solo pochi giorni prima, anzi la strinse dolcemente a se.

<< Sai che mi devi ancora ridare la mia giacca? Da quando te l'ho data in spiaggia non me l'hai più restituita. >> le disse Damon essendosene ricordato di colpo.

<< No, ormai è mia. Tanto tu non avrai difficoltà a prenderne un'altra, devi solo soggiogare qualcuno. >> gli disse Bonnie punzecchiandolo mezza addormetata.

<< Touché. >> le rispose il ragazzo, che poco dopo cadde tra le braccia di Morfeo con la sua Streghetta.

Si risvegliarono poche ore dopo, in piena notte, o meglio Damon si svegliò, ma cercando di assumere una posizione più comoda svegliò la Streghetta che gli circondò la vita con il un suo braccio sinistro.

<< Non andartene. >> lo supplicò spaesata.

<< Non vado da nessuna parte, piccola. >> le disse baciandole il collo.

Bastò quel piccolo contatto per far rabbrividire la strega che poté considerarsi completamente sveglia, infatti chiuse gli occhi godendosi le carezze del vampiro.

<< Ti vedo piuttosto presa. >> le disse Damon ridacchiando dopo averla vista.

<< Già e io ti faccio presente che non sono io che ti ha letteralmente sbattuto contro un muro. >> gli rinfacciò lei con sguardo malizioso, neanche lei lo sapeva da dove veniva tutta quella sfacciataggine.

<< Ah, è così? >> le domandò ridendo divertito, poi si dedicò a soddisfare la sua Streghetta. Fecero l'amore ancora e ancora e ancora. Fino al mattino.

Avrebbero pensato più avanti a spiegare all'allegra combriccola ciò che c'era tra loro.

 


 


 

 


 


 

Angolino dell'autrice:


 

Ciao a tutti!

Ecco la OS (e premetto che è la mia prima OS, siate clementi) di cui vi avevo accennato nelle note di “Forbidden love” e che Nannavis aspettava tanto quindi ho pensato di dedicargliela per il compleanno. Un regalo in ritardo, ma che spero apprezzerai lo stesso. Ci ho messo un po', ma alla fine eccola qui.

Non mi aspettavo che uscisse così lunga.

La copertina questa volta non è stata difficile da realizzare ahahah

Mi sono limitata a scriverci sopra il titolo della storia.

Mi serviva Damon che beveva e direi che TVD è pieno di scene di Ian con in mano una bottiglia o un bicchiere :)

Confesso che la storia non me la aspettavo così. A dire la verità avevo immaginato solo Damon in una clinica per alcolizzati, tanto per farmi due risate, così ho pensato di scriverla, quella parte, ma appena ho cominciato a scrivere, non mi sono fermata (a parte il piccolo incidente di metà capitolo, perso perché il computer portatile si era spento di colpo... stendiamo un velo. È diventato uno dei miei peggiori ricordi. Avevo perso altre volte quello che avevo scritto, uno o due paginette, ma mai /!! ancora non riesco a capacitarmene, ma fortunatamente ho una buona memoria e sono riuscita a riscrivere le pagine quasi identiche a come le avevo scritte la prima volta, con qualche modifica, per migliorare il capitolo.) fino alla fine. La storia si è scritta da sola! E quindi da una comica o una sottospecie si è trasformata in Damon che scopre di essere innamorato della Streghetta... spero vi sia piaciuta.

Lo so è un po' banale, il finale è osceno (non sono mai stata brava con i finali) e Damon non è lo spaccone che dovrebbe essere (è più “sensibile qui, ma ho voluto immaginarlo un po' così in questa storia e beh... è stato crudele concludere la OS in quel modo per Elena , ma se lo è meritato. Ora Stefan fa il prezioso. u.u), ma ormai l'ho scritta quindi non aveva senso lasciarla a fare la muffa nella cartella “documenti” perciò scusate se fa schifo, ma non sono riuscita a fare di meglio.

L'ultimo momento di Bonnie e Damon... beh non credo nessuno si sia scandalizzato, se così fosse mi dispiace :(

Non ritengo che le scene descritte fossero tanto...hot, altrimenti avrei messo il rating Rosso, comunque ho messo quello arancione apposta. E inoltre faccio abbastanza schifo a descrivere quel genere di scene :D

Approfitto dell'occasione per ringraziare tutti quelli che seguono e recensiscono le mie storie.

Un abbraccio a tutti

Alla prossima

Immy


 


 

* La frase non è farina del mio sacco. Mi piacerebbe, ma non è così. L'ha scritta un filosofo di cui ora non ricordo il nome, io l'ho solo cambiata un pochino adattandola al mio contesto.

** Perdita di memoria a breve termine. Ebbene sì è il disturbo di Dori ne “Alla ricerca di Nemo” muahaah scusate sono impazzita -.-” (confesso che da brava romanticona speravo che il papà di Nemo si mettesse con Dori e che addirittura Nemo si trovasse una ragazza o forse è meglio dire una pesciolina. Questo dimostra quanto io sia malata... ma questo è un dettaglio.

*** Neanche questa è mia, ma l'ho “rubata” al grande William Shakespeare da “Le allegre comari di Windsor” 1602.


 

Eh sì. In questa OS ho dato spazio anche alla mia vena poetica u.u Ok questa è la cavolata del secolo, dal momento che mi ritengo un'insensibile e quindi senza la suddetta vena poetica -.-” Infatti quando nelle mie storie devo scrivere di momento intimi riguardanti emozioni amore ecc faccio schifo.

   
 
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