La verità sta nelle sfumature.
(Charles Bukowski)
-Ti immaginavo diverso.
Loki osservò la strana ragazza in piedi davanti alla sua cella, uno sguardo curioso dietro agli occhiali squadrati e l'aria svagata di uno studente in gita.
-Ossia come un mostro ributtante?
-No. Pensavo più a Joker, lo conosci?
-No. Ma tu chi sei? Non eri insieme a quei buffoni quando ho assalito il vostro squallido pianeta.
-Sono un'amica della fidanzata di tuo fratello. Mi chiamo Darcy.
Loki fece una smorfia -Che onore conoscerti. E perchè sei qui, Darcy?
Lei scrollò le spalle e si sedette con nonchalance su una sedia, i piedi sulla scrivania vicina -Ero curiosa di vederti. Si è parlato tanto di te … così, eccomi qui.
-E la tua curiosità è stata saziata?
-Uhm. Non del tutto. Sto ancora cercando di capire chi sei.
-Sai già chi sono.
-No, non intendo quello. Voglio dire, tu mi ricordi molto quei serial killer che uccidono solo per dimostrare qualcosa a qualcuno, o perchè hanno avuto un trauma infantile. Voglio capire quale sei tra i due.
Il Dio era perplesso. Non sapeva cosa fosse un serial killer e non gli importava, ma quella ragazza aveva un modo strano di rivolgersi a lui: sembrava rilassata, nonostante stesse parlando con colui che aveva tentato di conquistare il suo mondo.
Era molto diversa dalla vulvetta lamentosa.
Suo malgrado, si ritrovò a parlare con lei -E se non fossi nessuno dei due?
-Vorrà dire che ricomincerò da capo con altre ipotesi.- rispose candidamente, e sorrise.
Loki non seppe controbattere, e si limitò a sedersi sulla panca, osservandola.
Stava rovistando nella borsa; da cui tirò fuori un oggetto avvolto in carta luccicante.
-Hai fame? Ho uno snaks, se vuoi te ne do un pezzo.
-No. Non mi sembra molto invitante.
-Ok, ma se cambi idea dimmelo.- ribattè lei, dando un morso alla barretta.
Rimasero qualche istante in silenzio, finchè Darcy parlò di nuovo -Certo che questo posto non è per niente ospitale. Hai solo una panca su cui sederti e dormire, non è molto carino.
Loki alzò un sopracciglio, rispondendo con tono neutro -Sono un nemico di questo pianeta, e un assassino. Sarebbe idiota trattarmi con rispetto.
-Non sei l'unico omicida, qui dentro. Da quello che ho capito, lo SHIELD è formato da spie e assassini; gli stessi Vendicatori sono formati da persone che hanno ucciso. Prendi Tony Stark, per esempio: i suoi soldi derivano tutti dalla sua fabbrica di armi. La Romanoff è una macchina di morte da quando aveva dieci anni, e Barton non è da meno. Banner sa solo lui quanti ne avrà fatti fuori quando era Hulk, e Rogers … bè, lui uccideva nazisti; ma in ogni caso non è un santo. E tuo fratello … sbaglio, o è stato esiliato qui perchè aveva cercato di sterminare un popolo? Perciò, fidati che non sei il solo ad avere la fedina penale sporca.- ribattè lei con calma, e sorrise allo sguardo stupefatto di Loki.
-Che c'è, non lo sapevi?
Lui sbuffò -Non dire sciocchezze. Ero già a conoscenza di tutto questo; mi stupisce che tu ne parli con tanta tranquillità. Non sono tuoi amici? Credevo fossi leale come loro.
-Ma io sono leale. Però questa è la verità, ed è inutile nasconderla o far finta di non vederla. Tutti loro hanno i propri scheletri nell'armadio, di cui non si libereranno mai. Sono degli eroi perchè ci proteggono, ma in passato … bè, erano decisamente l'opposto. Chissà, magari anche tu farai così.- aggiunse alla fine, con una risata divertita.
Loki sembrò non capire -Così, come?
-Forse in futuro cambierai e diventerai anche tu un eroe.
Non aveva ancora finito la frase che il Dio scoppiò a ridere, una risata amara senza allegria -Certo. E magari aiuterò anche quei buffoni, giusto?
-Perchè no. Dopotutto, tu non sei davvero cattivo o malvagio come dicono.
Loki smise subito di ridere, fissandola con aria guardinga, gli occhi gelidi fissi in quelli scuri della ragazza -Cosa stai insinuando?
-Non insinuo nulla. Ho detto che tu non sei cattivo. E lo sai anche tu, solo che vuoi convincerti di esserlo.
-Non sai quello che dici. -ringhiò lui- ho ucciso un centinaio di persone, radunato un esercito per assoggettare il tuo mondo e tentato di eliminare il figlio di Odino per appropriarmi del trono; tutto questo dopo aver ucciso il mio vero padre. Per te questo è essere buoni?
Darcy sollevò un sopracciglio e si alzò per buttare la carta dello snaks, fermandosi poi a una spanna dal vetro della cella -Non ho nemmeno detto che sei buono. Non sei nessuno dei due, né nero né bianco … sei grigio. Stai solo cercando di convincere te stesso di essere un mostro, e per farlo devi prima persuadere gli altri. Tuo padre biologico era una specie di acerrimo nemico per Asgard, no? E scoprirlo ti ha mandato fuori di testa, facendoti reagire così. Non ci vuole uno psicologo per capirlo; certo, è un po' eccessivo, ma puoi benissimo tornare normale, con un po' di terapia.
Fece un mezzo sorriso, e lo osservò: sembrava senza parole, così continuò a parlare -Mi pare, poi, che tu abbia una personalità un po' introversa e fragile, quindi già predisposta a certe cose. Sei molto intelligente, più di tuo fratello, ma questo non vuol dire visto che non è proprio un genio … hai un grande talento nel mentire, e una spiccata eloquenza. Sei sicuramente un personaggio affascinante, Dio dell'Inganno, lasciatelo dire.
Ammiccò, e aspettò la sua risposta.
-E tu sei una strana ragazza … -mormorò lentamente, avvicinandosi al vetro fino a sfiorarlo- decisamente molto acuta. Ma non credere di aver capito tutto di me.
-Non sono così presuntuosa.- commentò, e tacque, guardandosi in giro con attenzione.
-Sai, la prima volta che ho visto Thor l'ho attaccato col teaser.- esclamò di punto in bianco, osservando con aria affascinata uno strano marchingegno sulla scrivania.
-Me ne compiaccio, ma cos'è un teaser?
-Una specie di pistola elettrica; spara una scarica che mette ko l'avversario. É caduto a terra come un sacco di patate, e l'abbiamo portato all'ospedale io, Jane e Selvig. Dopotutto, era stato anche investito dalla nostra macchina.
Si voltò quando sentì Loki ridere a crepapelle, e sorrise.
-Questa è la cosa più bella che potessi dirmi, midgardiana.
-Oh, non c'è di che.
Passarono qualche minuto in silenzio, finchè Darcy guardò l'orologio ed esclamò -Devo andare. É stato un piacere parlare con te, Loki.- sorrise, e gli fece un buffo inchino, che ricevette in risposta uno sguardo accigliato.
-Grazie. Prima dimmi una cosa, però. Tu non lavori qui; come hai fatto ad entrare?
Lei ammiccò -Ho … momentaneamente preso in presito il pass di Selvig, senza dirglielo.
Loki fece un mezzo sorriso divertito -Hai rubato.
-Io non lo chiamerei rubare, solo … sottrazione momentanea. Non lo verrà mai a sapere e non ne soffrirà.- fece spallucce, e Loki sorrise.
Che strano, pensò, perchè mi ritrovo a sorridere a un'umana?
-Bè, quindi addio, Dio dell'Inganno. E buona fortuna.
-Addio, midgardiana.
Era ormai sulla soglia, quando la ragazza si voltò -Ah, dimenticavo! Ho capito chi sei.
Lui la guardò, in attesa.
-Prima di parlarti pensavo fossi Joker. Ora, ho capito che sei Due Facce.
-E chi sono?
-Ti farò recapitare un fumetto, così lo scoprirai.
-Fumetto? Ma cosa …
Non riuscì a terminare la frase: Darcy era già uscita, dopo avergli fatto l'occhiolino.
Un paio di giorni dopo.
Fury entrò nella stanza in cui era posta la cella di Loki, in mano un pacchetto.
-Ho una consegna da farti. A quanto pare, c'è qualcuno che ti pensa.- aprì la passatoia per il cibo, e gli allungò il pacchetto, dopo di che uscì in silenzio.
Perplesso, Loki si avvicinò e afferrò l'oggetto, scartandolo: erano due libri, o meglio, una specie di libri, sottili e a disegni, con le parole scritte dentro strane nuvolette.
Li sfogliò, e capì che erano i fumetti di cui parlava quella strana ragazza: il primo era su Joker, il secondo su Due Facce.
Li lesse con attenzione, e quando finì li osservò, turbato.
Li buttò sulla panca, e notò un biglietto scivolare a terra.
Lo raccolse.
“Segnato dal dualismo della propria psiche e della propria anima, tutto ciò che compie deve rispecchiare un equilibrio basato su due poli, due estremi: il bene e il male.” (*)
Te l'ho detto che ti avrei fatto avere i fumetti, no? Bene, ora che li hai letti avrai capito perchè assomigli a Due Facce. Sei una via di transizione, una sfumatura, il grigio. Nelle tue bugie e nei tuoi inganni c'è la verità, una verità scolorita. E lo sai anche tu.
Non sei cattivo, solo … diversamente buono.
Riflettici.
Darcy.
PS Volta il biglietto. Credo che la foto ti piacerà.
Loki obbedì, e scoppiò in una risata stupefatta: ritraeva Thor, con addosso una specie di abito azzurro svolazzante, un'espressione inebetita, legato a un letto.
Sotto, una scritta: Thor, ospedale, sotto sedativi.
Ridacchiò, e infilò il biglietto in uno dei fumetti, appoggiandoli sotto al cuscino della panca.
Riflettè su quello che aveva letto.
Diversamente buono.
Mi piace, pensò soddisfatto, e chiuse gli occhi per rilassarsi.
Angolo autore:
Ehm. Ok, dunque, cerco di spiegare questa … cosa.
Allora, avevo pensato di farla partecipare al contest The Avengers – Loki the Liesmith, ma non mi convince del tutto, perciò ho deciso di postarla normalmente.
L'idea di questo dialogo e di paragonare Loki a Joker e Due Facce è nata leggendo la citazione iniziale (sì lo so, è strano), ma mi mancava qualcuno con cui farlo dialogare, appunto. Ho scelto Darcy perchè ha il carattere adatto: spigliata, spontanea e divertente, mi piaceva; inserire qualcuno dei Vendicatori non mi andava, troppo clichè.
Perciò, ecco qui il risultato.
Non sono un'esperta dei nemici di Batman e quello che so su di loro è solo grazie a film e Wikipedia; in particolare, questa frase (*) è presa da Wiki, appunto, alla voce Due Facce.
Spero che i personaggi non siano OOC e di non aver fatto un casino.
Aspetto, quindi, i vostri pareri, anche negativi!
Grazie di aver letto; alla prossima :)