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Autore: 1rebeccam    06/09/2012    15 recensioni
Spoiler 4x23
Questa storia è il continuo di "Dissolversi..."
"Non ho potuto non scrivere i pensieri di Kate, dopo aver visto il promo della 5x01
Continuo a guardarti dormire.
Seguo il tuo profilo con lo sguardo, le pieghe della pelle del tuo viso stropicciate contro il cuscino, la tua espressione serena."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Nel futuro
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...Lo sai da quanto tempo sono sveglio?
Due notti.
Due notti che non riesco a dormire, a chiudere gli occhi.

 
La notte scorsa non chiudevo gli occhi per impedirti di tornare da me, adesso non riesco a chiuderli per impedirti di andartene.
Ma mentre entro ufficialmente nel mondo dei sogni, tu sei ancora qui ed ho la consapevolezza piena che sarai ancora qui quando mi sveglierò.
 

Perché la mia anima è ormai dentro la tua e  l’unico posto dove tu puoi dissolverti adesso, è dentro di me...
 

 


  Dissolversi... ancora

'Ti Amo!' 


 

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Ti sei addormentato!
 
Mi sono presentata a casa tua, ti ho chiesto scusa, ero disposta anche calpestare il mio orgoglio, ingoiando qualunque cattiveria avresti voluto dirmi, con ragione!
 
Mi sollevo su un gomito, metto la mano tra i capelli a sorreggermi la testa e ti guardo dormire.
 
Invece, anche se all’inizio hai cercato di essere freddo, è bastato guardarmi negli occhi, perché la tua rabbia svanisse.
 
Ti guardo dormire e non riesco a non pensare alle tue carezze, ai tuoi baci, a tutte quelle attenzioni che ho ignorato in questi anni, per una stupida e testarda paura… di cosa?!
 
Abbiamo fatto l’amore, con impeto, con rabbia, con dolcezza e tenerezza assieme, come se tutte le sensazioni e le emozioni tenute a freno per tanto tempo, fossero esplose al solo tocco delle nostre mani.
 
Ti guardo dormire e non riesco a smettere.
Nemmeno tu hai smesso di guardarmi, quando mi sono stretta addosso a te e mi sono addormentata, cullata dal tuo respiro, dal tuo calore, dal tuo abbraccio.
 
Sentivo il tuo sguardo addosso, non so come spiegarlo, avevo gli occhi chiusi, ma sapevo che stavi vegliando su di me.
 
Continuo a guardarti dormire.
Seguo il tuo profilo con lo sguardo, le pieghe della pelle del tuo viso stropicciate contro il cuscino, la tua espressione serena.
 
Mi sono svegliata e tu mi guardavi, in silenzio. Ti ho baciato, ma continuavi a fissarmi, serio, senza parlare, senza muoverti.
 
Incrocio le braccia sul cuscino e mi distendo a pancia in giù, sempre rivolta verso di te, sempre con gli occhi incollati al tuo viso e torno a sorridere, ricordando cos’hai risposto quando ti ho chiesto se tutto fosse a posto: avevi paura che la nostra notte insieme fosse stata solo un sogno e che tutto potesse dissolversi alle prime luci dell’alba... soprattutto che ‘io’ potessi dissolvermi, se solo ti fossi mosso.
 
Quante volte mi hai sognata, Castle?! Io tante…
 
Ho adorato la tua faccia buffa, quando hai focalizzato quello che è successo tra noi e ti sei convinto che non mi sarei dissolta…
 
L’unico posto dove puoi dissolverti, ormai, è dentro di me!’
 
Forse hai creduto di dirlo a te stesso, nella tua mente, invece lo hai sussurrato, ed io ti ho sentito. Credo siano state le tue ultime parole, sbiascicate lentamente, mentre finalmente ti abbandonavi alla stanchezza… e hai ragione! Dopo stanotte, qualunque cosa succeda, io non mi dissolverò mai più, tranne che tra le tue braccia.
 
Lo sai da quanto sono sveglio?!
 
Lo hai ripetuto un paio di volte. Non volevi perdermi di vista, ma poi ti sei arreso, gli occhi si sono chiusi e sei piombato nel mondo dei sogni… sogni veri questa volta, sogni reali, perché quando ti sveglierai, io sarò qui!
Mi alzo il più piano possibile, frugo in un cassetto e indosso una tua camicia, assaporandone il profumo.
Mi siedo sulla poltroncina ai piedi del letto e continuo a guardarti.
 
Ti osservo, mentre dormi.
 
Dopo esserti addormentato, hai finalmente cambiato posizione: pancia in giù, completamente rilassato, mezza faccia sprofondata nel cuscino, il braccio sinistro a penzoloni verso il pavimento fuori dal letto, mentre quello destro, sopra al cuscino, ti sfiora il naso.
Il lenzuolo ti lascia la schiena scoperta e copre poco anche il fondo schiena.
Attorciglio le braccia alle ginocchia, sopra la poltroncina e appoggio il mento su di esse. Sorrido.
Non so nemmeno io il perché, ma le mie labbra si aprono in un grande sorriso.
 
Sei bello Castle!
Scuoto la testa e rispondo, maliziosa, a me stessa: non solo perché il lenzuolo ti lascia mezzo nudo alla mia vista!
 
Il tuo viso è bello, nella dolcezza che esprimi quando sorridi, nella malizia che mostri pronunciando determinate frasi, nell’espressione da bambino che metti su, quando una cosa non va per il verso giusto: quello che vuoi tu.
 
I tuoi occhi sono belli, nella luce brillante che emanano quando guardi tua figlia, nella luce opaca che mostrano quando sei ferito nel cuore e non lo dici a nessuno, nello sguardo da uomo che hai riservato al mio corpo, alle mie cicatrici… a me.
 
Il tuo cuore è bello, nella tenerezza con cui mi hai abbracciata ogni volta che sono caduta, nella forza che il tuo battito ha sempre dato al mio, nella caparbietà di non lasciarmi sprofondare, anche quando volevo solo sparire.
 
Il tuo modo di conoscermi è bello, ti ho raccontato della colluttazione con Maddox, di come sono quasi morta, di essere stata sospesa dal servizio per questo e soprattutto di avere dato le dimissioni.
 
Non riuscirò mai a spiegarmi, come puoi conoscermi così intimamente, come puoi sapere sempre cosa è giusto per me, quando nemmeno io lo so.
 
Con la voce più armoniosa del mondo, mi hai ricordato chi sono…
Un poliziotto…
Fino al midollo!
 
Sei bello Castle!
 
Ti guardo e riesco a sentire la paura che hai provato tu…
Forse sto sognando e tra un po’ ti dissolverai.
Sarebbe terribile.
 
…Ma non sei un sogno.
 
Il modo tenero e passionale con cui mi hai amata… non è un sogno.
Provare, per la prima volta, sensazioni sconosciute… no… non l’ho sognato.
 
Mi hai protetta, sempre… ed io ti ho detto che sei un traditore.
Mi hai detto ‘ti amo’ per la seconda volta… ed io ti ho detto che non mi fido di te.
 
Me lo hai sussurrato anche questa notte, mentre ti stringevo dentro di me. Lo hai detto in maniera quasi impercettibile… non una, non due, ma infinite volte, tanto da perderne il conto. Hai continuato, mentre mi amavi con tenerezza, con attenzione, pensando alle mie esigenze, a me, per prima.
Ti sei inebriato della mia estasi, ripetendomi che mi ami… ed io avrei dovuto dirlo a te… ma non l’ho fatto.
So che lo hai notato.
So che hai aspettato per tutto il tempo che dicessi anch’io quelle due piccole parole… ma non l’ho fatto.
 
La mia mente lo ha fatto.
Il mio cervello lo ha fatto.
Il mio cuore lo ha urlato.
Ma la mia bocca è rimasta muta…
 
Tu hai continuato, nonostante il mio silenzio, anche se per un attimo, i tuoi occhi si sono spenti dentro ai miei, per poi tornare a brillare quando ti ho sorriso.
 
Ti sei accontentato… ancora!
 
Quelle due piccole parole mi fanno paura.
Non perché io non provi questo sentimento forte e irrefrenabile per te, ma perché ormai, si pronunciano senza dargli il valore che meritano.
 
Io non le ho mai dette a nessuno!
 
Mia madre diceva ‘ti amo’ a mio padre.
Io ho sempre detto solo ‘ti voglio bene’…
Glielo diceva guardandolo negli occhi, penetrandolo fino in fondo all’anima con quelle due sillabe.
Io ho sempre detto solo ‘sei importante per me’…
Mio padre diceva ‘ti amo’ a mia madre.
Io ho sempre detto solo ‘ho bisogno di te’…
Glielo diceva con un sorriso che non riusciva a replicare per nessun altro.
Io ho sempre detto solo ‘ci sarò per te’…
Se lo sussurravano teneramente, quando credevano che orecchie indiscrete, non ascoltassero…
 
Io non ho mai detto ‘ti amo’… a nessuno!
 
Invece io, li ascoltavo e li guardavo e il cuore mi si riempiva di gioia, perché quello era l’amore, quello era il sentimento che sognavo per me.
L’energia che sprigionavano con quella piccola frase, era la stessa, che avrei dovuto provare io nel mio cuore e vedere negli occhi della persona di fronte a me, per poter dire anche io ‘ti amo’.
 
Ma non è mai successo… e quando è successo, ero così chiusa nel mio mondo perfetto, che dirlo, avrebbe rovinato tutto.
 
Ti sei addormentato Castle…
 
Castle!
Non sono nemmeno riuscita a pronunciare il tuo nome, non ancora…
Tu mi hai chiamata ‘Kate’, hai detto ‘io ti amo Kate’ e i tuoi occhi erano tristi, disperati e pieni di lacrime mentre lo dicevi, implorandomi di lasciare perdere, di restare viva… per te… ed io ti ho risposto che era la mia vita e che non spettava a te decidere!
 
Sarai anche superficiale in certi momenti, ma una volta capito quello vuoi e che provi, vai dritto, fino in fondo… hai la grande e meravigliosa capacità di dare retta al tuo cuore…
e sei andato via, per non vedermi morire!
 
Sei tu quello coraggioso, non io.
Sei tu quello che non si arrende, non io.
 
Sei tu quello fragile, non io, perché se adesso me ne andassi in silenzio, senza una parola, sentirei il rumore dei frammenti del tuo cuore che si spezza, anche a chilometri di distanza.
 
Non lo farò.
Non andrò via.
Non stavolta.
 
Stavo per sfracellarmi al suolo… e ho visto solo il tuo sorriso, che per un attimo, si è confuso con il sorriso fresco e innamorato di mio padre.
Ero appesa a quel cornicione, senza una via d’uscita… e ho pensato solo ai tuoi occhi, che per un attimo, si sono sovrapposti a quelli penetranti di mia madre.
Le mie mani scivolavano, senza possibilità di salvezza… e ho capito di volerti… ho capito che sei sempre stato dentro di me, nelle mie viscere, nel mio cuore, ma sono sempre stata troppo codarda per poterlo ammettere con me stessa, figuriamoci confessarlo a te.
 
Ho un istinto irrefrenabile di svegliarti.
 
Non importa se sei stanco, non importa se non hai dormito per due notti e sei esausto. Non importa se sei sfinito dallo stare al passo con me.
 
Voglio che ti svegli.
Voglio che ti svegli e mi guardi.
Voglio che ti svegli e mi sorridi.
 
Voglio che ti svegli e vedi che sono qui, accanto a te, nella tua stanza, nella tua vita.
 
Muovi il braccio verso l’altro cuscino, il tuo viso assume una strana espressione, sollevo la testa e ti guardo senza respirare. Hai sentito il cuscino freddo e vuoto. Muovi ancora il braccio su e giù, come a cercare qualcosa… me…
Stai pensando che il sogno sta svanendo, stai pensando che mi sono dissolta…
Mi alzo di scatto e mi corico praticamente sopra di te, anch’io a pancia in giù e copro il tuo braccio con il mio, attorcigliando le dita alle tue…
 
Non voglio che pensi che sono andata via… nemmeno per un attimo.
 
Stringi la mia mano e la tua espressione sul viso, torna serena.
Ti poso un bacio sulla spalla e appoggio il viso attaccato al tuo.
 
Non vedo l’ora che ti svegli, non vedo l’ora di vedere le diverse sfaccettature di azzurro che mostreranno i tuoi occhi, non vedo l’ora di vedere il tuo sorriso da bambino felice.
 
Sospiri e rafforzi la stretta alle mie dita, ancora attorcigliate alle tue, socchiudi gli occhi, ma li richiudi immediatamente.
-Svegliati Castle!-
Ti sussurro all’orecchio e tu, senza aprire gli occhi, accenni un sorriso, poi li apri e la prima cosa che vedi sono le nostre mani intrecciate sul cuscino accanto al tuo.
-Sei qui?!-
Sussurri, ed io ti bacio ancora sulla spalla, mi avvicino verso di te e ti bacio le labbra.
Sorrido, mi rendo conto che sto sorridendo felice, che il mio viso è sereno come il tuo, lo capisco dal modo in cui mi guardi, dopo avere girato di poco la testa verso di me.
I tuoi occhi, ancora assonnati, cambiano colore, man mano che mi mettono a fuoco.
-Sei sveglio?-
Ti chiedo piano e tu corrucci la fronte.
-Ho gli occhi aperti!-
Rispondi, prendendomi in giro, ma io resto seria.
-Non devi avere gli occhi aperti, devi essere sveglio… sveglio e attento.-
Cerchi di girarti su te stesso per guardarmi meglio, sembri preoccupato da quello che potrei dirti, ma io ti impedisco di muoverti, inchiodandoti al letto con il mio corpo.
Ti sfioro il collo con le labbra, ti viene la pelle d’oca e socchiudi gli occhi… non posso fare a meno di sorridere, mentre mi avvicino al tuo orecchio.
-Ti amo, Rick!-
Dico in un soffio… un soffio leggero… solo un sussurro...
Resti in silenzio, con gli occhi ancora chiusi. Per un attimo ho il timore che il mio coraggio non sia servito a nulla e che il mio sussurro sia stato così lieve da impedirti di sentirmi, ma la tua voce mi fa sorridere di nuovo.
-Dillo ancora…-
Anche il tuo è un sussurro e senza muovere un muscolo, lo ripeti.
-Dillo ancora…-
-Ti amo… Richard Alexander Rodgers!-
Ti volti di scatto.
Non ti aspettavi che ti chiamassi con il tuo vero nome.
-Amo te, amo l’uomo, amo il bambino… amo anche lo scrittore, ma questa è un'altra storia!-
I tuoi occhi brillano, deglutisci un paio di volte e mi prendi il viso tra le mani.
-Ti amo Rick… immensamente… infinitamente…-
Hai gli occhi lucidi e un sorriso dolcissimo.
-Perché lo dici… solo… adesso?!-
Mi chiedi, quasi imbarazzato.
-Perché adesso sono consapevole di cosa significhi dirlo!-
La felicità nei tuoi occhi è lo specchio di quella che sento nel mio cuore.
Ti metti supino, mi stringi a te e mi baci, prima sugli occhi, poi agli angoli della bocca, fino a sfiorarmi le labbra. Sorridi tra un bacio e l’altro e di rimando sorrido anch’io, fino a che incolli i tuoi occhi nei miei e sospiri, come sconsolato.
-Che succede?-
Ti chiedo e tu abbassi lo sguardo, sembri dispiaciuto, ma non ho capito di cosa, sono confusa e ti sprono con gli occhi a parlarmi. Tu sospiri di nuovo, sbuffando.
-Quasi, quasi, mi dispiace che non sia un sogno. Se lo fosse, potremmo dissolverci assieme nell’infinito e non separarci mai più!-
Ti sfioro il naso con il mio, tu mi guardi imbronciato.
-La solita fantasia da scrittore… un sogno non potrebbe mai fare questo.-
Corrucci la fronte, non capendo cosa voglio dire, fino a quando sgrani gli occhi, trattenendo il respiro. La mia mano è scivolata sotto al lenzuolo, ti sto accarezzando! Riprendi a respirare sorridendo malizioso, sollevi un sopracciglio e con una mossa fulminea, ribalti le nostre posizioni.
-Hai ragione… un sogno non ruberebbe mai le mie camicie mentre dormo!-
Mi dici con la voce roca, mentre blocchi le carezze della mia mano con la tua, e fai scorrere lo sguardo sul mio abbigliamento.
-I miei vestiti sono ancora bagnati…-
Rispondo imbronciata.
-E allora?! Bastava che non ti mettessi niente addosso e restassi sotto il lenzuolo con me, adesso sarò costretto a faticare di più… per spogliarti!-
Sussurri, mentre la tua bocca raggiunge il mio collo e cominci a sbottonarmi la ‘tua’ camicia… ed io… mi dissolvo di nuovo tra le tue braccia.
 
Non ho mai inseguito la felicità… da ragazzina, forse, ma poi la vita mi ha portato ad essere realista ‘la felicità non esiste!’
Eppure in questo momento, provo qualcosa che, tanto tempo fa, nel mio cuore innocente, definivo felicità, qualcosa che ho provato solo da bambina, tra le braccia di mia madre, mentre correvo in riva al mare, mentre piroettavo sopra i pattini su una lastra di ghiaccio.
 
E’ questa la felicità?!
 
Non lo so, ma se lo è…
Io non l’ho mai cercata, né inseguita la felicità. Chissà per quale arcano motivo, è stata lei ad inseguirmi, a correre più veloce di me e raggiungermi…
Lui mi ha raggiunta!
E io mi sono dovuta arrendere all’uomo che mi sta togliendo la sua camicia di dosso…
 
Lui… sarà la mia felicità.
 
Tu… sei la mia felicità.
 
Ti amo, Rick!
 




Angolo di Rebecca:
Lo abbiamo visto tutte il promo vero? Si
Ci siamo esaltate tutte o quasi? Si
Vi è tornata la pappa nel cervello? A me SI :p
Quando la pappa si è un po’ risolidificata, chiamo Vulpix e le dico: ho scritto una cosa, te la mando!
Lei mi risponde: ho scritto anch’io una cosa, stavo per mandartela!
Bene, penso io, guarda tu che coincidenza!
Finisco di leggere e la mia faccia è così O.O!
Anche la sua faccia era uguale alla mia, quando ha finito di leggere: praticamente, abbiamo avuto la stessa idea, abbiamo scritto “una quasi simile” fan fiction, la mia dal punto di vista di Kate (un continuo di Dissolversi) e la sua dal punto di vista di Rick!
Il dilemma è stato: pubblico io, pubblichi tu, non pubblichiamo proprio, la cambiamo?
Ma poi ci siamo dette: sono nate di getto, questa è connection e se il destino ha voluto così, allora così sia! (alla fine crediamo in Castle e Castle crede nel destino e anche nella connection :p che vogliamo di più) così abbiamo pubblicato insieme e comunque.
Questa pappardella, solo perchè, quando avrete letto, se leggerete, troverete delle similitudini e potreste pensare ad un “copia copia”… sappiate che NON E’ COSI’… è solo Connection e cervello in pappa!!!

Questo è il link di "After the Storm" la storia di Vulpix, così capirete che dilemma è stato!

http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.efpfanfic.net%2Fviewstory.php%3Fsid%3D1250319&h=nAQEGzers
  
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