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Autore: Chiacchii    06/09/2012    0 recensioni
Asia. Bella, bella da morire. Intelligente, sorridente e solare. Un animale a sangue freddo che vive prendendo il sole in spiaggia e facendo foto. Una sorellina piccola, la passione per l'arte e la moda.
Samuele. Bello, da togliere il fiato. Sveglio, forte e simpatico. Pochi amici, ma buoni: quelli di sempre, da quando era bambino. Un motorino, il calcio, ovviamente, e una mamma sola e triste di cui prendersi cura.
Cosa li accomuna? Sono migliori amici. Vivono in simbiosi, si vedono tutti i giorni e.. si vogliono un bene dell'anima. Troppo forse..
Le cose cominciano a cambiare quando Samuele si innamora per la prima volta di Stefania, una bellissima e appariscente ragazza, e la loro incrollabile amicizia comincia a vacillare.
Ma un tragico evento sta per cambiare la vita di Asia e Samuele, un punto di non ritorno, che li segnerà per sempre.
Da anni voglio raccontare questa storia speciale, perché è diversa: la storia di Asia e Samuele dà speranza, dà affetto, fa desiderare di recuperare amicizie perse e tenersi stretti gli amici che si hanno.
Quella di Asia e Samuele, è una storia che merita di essere raccontata.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Aprile

Aprile. Che mese strano, eh?

Non è freddo, ma, inutile dirlo, purtroppo non è ancora estate. Per quanto si smetta di battere i denti e si cominci a tirare fuori magliettine leggere, si è sospesi in quel limbo tra il caldo e il freddo, tra l'estate e l'inverno, tra la scuola e le vacanze, tra lo studio e gli amici. Inutile, aprile è il mese primaverile per eccellenza.

Ed era proprio così che si sentiva Samuele: incerto. Impaziente, ma malinconico, tranquillo, ma eccitato, carico, eppure tanto stanco. Però era il 24: l'indomani avrebbe potuto dormire. Di ritorno da un estenuante allenamento di calcio, desiderava solo arrivare a casa, farsi una doccia, stendersi sul divano a vedere le notizie sportive, mangiare qualcosa di veloce e fresco, confermare la sua ipotesi che sua mamma si fosse dimenticata anche quell'anno del giorno del suo compleanno e poi fiondarsi a guardare la tv a letto: in dieci minuti sarebbe crollato e non avrebbe dovuto svegliarsi con la sveglia a martellargli i timpani.

Così parcheggiò il motorino vicino al cancello d'ingresso, si tolse il casco, raccolse il borsone dalla pedana e si avviò verso le scale d'ingresso, strascicando i piedi dalla stanchezza e desiderando intensamente una seconda doccia per levarsi di dosso quella sensazione soffocare dal caldo. Si passò una mano tra i capelli castano chiaro e sentì che anche erano umidi per non averli asciugati dopo la doccia fatta alla fine dell'allenamento. Ma in fondo che problema c'era? Non era necessario farsi bello per andare a letto. Oltretutto Asia era impegnata quindi era sicuro di non dover uscire quella sera.

Accidenti, forse ci voleva una piccola premessa, altrimenti questo 24 aprile sarebbe incomprensibile. Rimediamo subito...

Samuele viveva al mare. Sembra un' informazione stupida, buttata là, ma non lo è affatto. In realtà amava il luogo in cui viveva, l'aria che si respirava, la gente che ci abitava, ma soprattutto amava il mare. Amava le feste sulla spiaggia d'estate, amava svegliarsi alle otto di mattina per il troppo caldo e andare a correre in spiaggia. Amava i suoi amici, quelli di sempre. E amava avere un'amica femmina.

La sua amica è un altro discorso importante: Asia. Samuele ripeteva in continuazione che era la sua, e solo sua, amica. La sua piccola, bella, contesa migliore amica.

Più grande di lui di un anno, la quasi diciottenne Asia Angiolini era spontanea e addirittura svampita, rincorsa e ammirata da molti ragazzi del liceo senza accorgersene. Samuele sì, che se ne accorgeva, e non mancava di dirle che era una sciocca a non guardarli e a non dare soddisfazione a nessuno. Ma questa è un'altra storia.

Si conoscevano da quando Asia aveva appena finito gli esami di terza media e si apprestava a cominciare il liceo. Si erano conosciuti al parco vicino alla spiaggia, un punto di riferimento e di ritrovo per i giovani del piccolo paesino della riviera adriatica grazie a degli amici in comune. Si erano già visti, naturalmente, abitando in un paesino di quattro anime e nello stesso quartiere per di più, ma non avevano mai avuto occasione di conoscersi, anche a causa del fatto che Samuele andava a scuola nel paese a fianco, dove abitava sua nonna.

C'è da dire che Samuele la osservava camminare lungo le vie del loro quartiere dall'alto del suo balcone. La cosa che più di tutte lo colpiva erano i suoi capelli.. lunghissimi e naturali, con dei morbidi riflessi biondi. Quando gli passava vicino, era profumata, ma sapeva di shampoo e bagnoschiuma, non di profumi nauseabondi.. e a lui piaceva questa differenza dalle sue coetanee.

Ma il tutto si era fermato ad una semplice amicizia formale, come quando due ragazzi che si conoscono di vista si salutano il sabato sera mentre sono via con due diverse compagnie o al supermercato, mentre fanno la spesa con le loro madri, o se si incontrano sulla via di casa. La vicinanza aiutò molto la loro amicizia, in seguito. Durante l'estate del 2010 Samuele incontrò Asia al parco della spiaggia con le sue amiche e le chiese “Ehi, ma sei venuta a piedi?” alzando incredulo un sopracciglio. Asia restò a bocca aperta nel vedere lo stupore del ragazzo e pensò subito che la cosa assurda non era che lei fosse arrivata a piedi, ma che lui avesse preso il motorino per fare 500 metri. Così Samuele, che aveva uno scooter nuovo da sfoggiare, si offrì di accompagnarla quando uscivano la sera e Asia accettò, pensando che forse quel ragazzo meritava di essere conosciuto prima di essere giudicato. E scoprì di aver avuto ragione. D'estate uscivano quasi tutte le sere e ogni volta Samuele faceva i 100 m che dividevano casa sua da quella di Asia da solo, con un casco appoggiato sul manubrio, per andare a prenderla e lei lo aspettava sul balcone, già pronta, finché non sentiva il rumore del suo motorino, segnale che era ora di scendere.

Detto tra noi, un minorenne non può trasportare un passeggero, ma si dà il caso che il comandante dei carabinieri era lo zio di Samuele e in un paesino così piccolo dove le strade sono labirinti e nessuno si azzarda a superare i 50 km/h, qualche eccezione si fa.

Una sera Asia era sul balcone ad aspettarlo, come di consuetudine, ma il rumore tardò a farsi sentire. Poi un suono diverso, quello del campanello di casa, spezzò il silenzio. Guardando verso il cancello, Asia si accorse che era proprio il suo amico, a piedi e con le mani in tasca, in uno stato di evidente imbarazzo.

Ehi, Samu!”, la aveva chiamato Asia.

Ohi Asia.. Sono a piedi stasera, qualcuno mi ha rubato la scatola dell'aria e finché non mi arriva il pezzo..” Samuele non finì la frasse e sospirò, con l'aria di un cucciolo abbandonato e sconsolato che provocò una risatina di Asia. “Mi vuoi lo stesso?” chiese con un'alzata di spalle.

Che scemo che sei.. Scendo subito, aspettami!” disse la ragazza, sempre solare e sorridente, chiedendosi cosa mai potesse essere una scatola dell'aria. Uscì dal cancello contemporaneamente chiudendo la cerniera della borsa e riposizionando la spallina della canottiera che era scivolata giù, quasi fino al gomito, e si scostò dalla faccia i lunghi capelli. “Ok, andiamo.” e da lì partì tutto. La nostra storia, la loro amicizia, gli anni più belli della loro vita.. tutto. Perché quella sera, non essendo in motorino, ebbero modo di parlare e conoscersi. Tutto venne da sé, grazie anche alla spontaneità della bionda, e da quel giorno fu come se si conoscessero da sempre.

Ma noi eravamo partiti da Aprile, giusto?

Dal giorno del compleanno di Samuele.. che però non sembrava essere particolarmente movimentato.

Ad ogni modo, mentre Samuele, arrivato in cima alle scale, sceglieva la chiave giusta per aprire la porta di casa, queste gli caddero a terra e mentre le raccoglieva, la luce del sole in fase di tramonto si riflesse sul mazzo e fu allora che gli venne in mente la cosa fondamentale che ancora non aveva realizzato il ragazzo: la sua migliore amica quel giorno non c'era. Non era libera. Non si era tenuta libera. Cosa doveva fare? Perché non era con il suo migliore amico, nel giorno del suo compleanno? Non si era reso conto prima di come stessero veramente le cose, non aveva neanche avuto il tempo di pensarci.

Deluso, infilò la chiave giusta nella toppa e aprì la porta quel tanto che gli bastava ad entrare nella casa immersa nel buio. Lanciò le chiavi sul mobile in entrata e accendendo la luce, si guardò i piedi, che con gesto meccanico si liberarono dall'oppressione delle scarpe da ginnastica.

SORPRESA!” gridarono una ventina di voci e un applauso si liberò, riempiendo tutta la stanza. Samuele alzò la testa di scatto, trovandosi davanti amici del quartiere, qualche compagno di classe e sua mamma, a lato, con le solite occhiaie, ma vestita un po' meglio del solito. Sorrise imbarazzato e maledì sé stesso per non aver mai provato davanti allo specchio o sotto la doccia le consuete frasi che si dicono in questi momenti, come “Ma voi siete matti” oppure, “Oddio, non me l'aspettavo proprio”. Così disse solo “Grazie a tutti” sentendo le guance avvampare di calore per la vergogna. Non gli piaceva essere al centro dell'attenzione, tranne durante una partita ovviamente.

Ma non c'era Asia. Com'era possibile?

Permesso.. Permesso.. Ehi, era il mio piede! PERMESSO!” Asia si faceva largo tra la piccola folla con un vassoio su cui era poggiata una grossa torta con diciassette candeline accese. Nell'angolo di una mano, stretto solo dal mignolo c'era un accendino bianco. Samuele la vide arrivare e si sentì subito più rilassato, si sentì sé stesso. Anche l'imbarazzo, così, svanì: se c'era la sua migliore amica non si vergognava mai.. Diede una rapida occhiata al vassoio: torta di mele, la sua preferita. Asia non sbagliava mai!

Sorrise. E Asia gli rispose allo stesso modo. Appoggiò la torta sul tavolo della cucina, mentre tutti cominciarono ad avvicinarsi al neo-diciassettenne per fargli gli auguri e, prima di essere sommerso dagli amici, sentì Asia sibilargli tra i denti: “Maledetto, sei arrivato troppo presto, non avevo ancora acceso tutte le candeline!” e la vide sorridergli di nuovo subito dopo.

Un quarto d'ora dopo ognuno aveva la sua fetta di torta e gli invitati mangiavano chiacchierando tra di loro a gruppetti. Sua madre, invece, si era già rintanata nella sua stanza. Asia approfittò del momento di pausa per avvicinarsi a Samuele, momentaneamente solo. “Allora.. che ne dici?” sorrise prima di dare un sorso alla sua birra.

Che non me l'aspettavo proprio.. e che non sono abituato a sentirmi un vip in questo modo. Allora non eri impegnata per davvero..” disse il ragazzo in tono provocatorio.

Credevo che non te la saresti mai bevuta! Dai, ci hai creduto sul serio?!” lo sbeffeggiò lei.

Sai essere una brava attrice.. per lo meno al telefono..” ammise Samuele. “Comunque grazie – riprese – sei incredibile.. e matta sicuramente..” aggiunse scuotendo la testa.

Allora l'incredibile, e matta, – puntualizzò – propone un brindisi.. un anno alla tua maggiore età” azzardò Asia, alzando la bottiglia.

Un anno solamente.. e da passare insieme!” rispose il festeggiato accostando la sua birra a quella dell'amica, che sorrise istantanea.

Certo che, quant'era bella quando sorrideva..

  
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