Primavera per caso

"Un giorno senza sorriso, è un giorno perso".

 
Le auto sfrecciavano sull’asfalto umido della strada, caotica già dal primo mattino.
Il rumore preciso e netto del loro passaggio ricordava il ronzio di un’enorme ape, e Zexion pensò che le aveva sempre adorate, sin da bambino, quando rimaneva in agguato nel mare di fiori variopinti e profumati che gli sfioravano le guance e la bocca, e dal suo nascondiglio le fissava posarsi per raccogliere il nettare, sporcarsi di polline.
Gli mancavano i colori ed i profumi della primavera, la loro intensità e l’armonia naturale con cui riuscissero a stare assieme, ma sorridendo e sfogliando una pagina del libro che stringeva tra le mani piccole e magre, Zexion sapeva bene che avrebbe solo potuto guardarla dal vetro della finestra, mai farne parte – con la sua noia eterna, con il suo grigio interiore che si specchiava negli occhi sempre attenti, ma spenti.
Le auto sfrecciavano veloci, mandandogli schizzi di colori agli occhi, l’opacità del muro alle sue spalle lo avvolgeva nella sua eterna piattezza, assorbendolo tra le fessure come fosse rugiada al mattino.
Zexion abbassò gli occhi sul libro, nascondendoci il volto dentro: non aveva fatto nient’altro che celarsi per una vita intera, ma questa volta non c’erano api da osservare né fiori in cui affogare, solo occhiate indiscrete da cui nascondersi, un’umanità da cui sfuggire.
Il vento soffiò forte. Il ciuffo si dibatté nell’aria come una foglia vinta dalle intemperie, ed alzando gli occhi osservò le ciocche aprirsi e riunirsi nel giro di pochi attimi.
Non fece in tempo a riportare lo sguardo sulla stampa bianco su nero, che un leggero tocco alla guancia sinistra lo fece distrarre – era nuovo, era esterno, l’aveva tirato via dal libro e fuori dal muro con una violenza indiscreta. C’era un sorriso splendido donato solo a lui, due occhi felici ed azzurri da star male che incrociarono i suoi – il suo cuore aveva perso un battito, distruggendo la continuità eterna dei suoni.
Lo sconosciuto non disse nulla, semplicemente percorse la sua strada, continuando come se non l’avesse mai accarezzato, come se non gli avesse mai sorriso e come se non avesse distrutto la sua bolla di cristallo.
«Che impertinente» sbottò, nervoso – si conoscevano?
Ma Zexion dovette trattenere il sorriso che inopportuno stava forzando le sue labbra a tendersi verso l’alto, e sospirò.
Per un attimo la primavera l’aveva baciato, e poi era andata via di nuovo, veloce ed impercettibile come un battito d’ali: come la felicità che aveva macchiato il suo cuore, facendogli illuminare gli occhi, e allora non esisteva più soltanto una strada ed un muro umido, c’era Zexion, il ragazzo con le guance rosse che aveva avuto paura di mostrarsi al mondo, e allora il mondo era andato da lui.

Demyx sorride, senza voltarsi indietro: ha visto quello sguardo illuminarsi, e ora la sua giornata sembra avere qualcosa di migliore.

Ehilà gente! *-*
Aw, settembre è iniziato e io sono contentissima, ho finito gli esami giusto ieri e piovepiovepiovepiovepiove, quindi il mio morale è alle stelle ♥
Direi che questa Zemyx è molto implicita e molto astratta nella sua stesura, ma non è colpa mia se gente a caso mi accarezza mentre sono fuori scuola e mi lascia lì a chiedermi se ci conosciamo/come si è permesso x°D Attiro maniaci?
Ringrazio Hayley Black per averla letta in anteprima - grazie mille ammmmmmore ♥
E, come già anticipato, questa è tutta per Syr :3 Spero ti piaccia dolcezza ♥
Fuggo via, ho concluso qui u.u
A presto!
 

See ya!