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Autore: Yukiko_Suzuki    06/09/2012    4 recensioni
Aki è una ragazza che vive alle spalle degli altri che la usano solamente. Lei è abituata ed accumula dentro di se la sofferenza e il dolore nascondendosi dietro una maschera di freddezza. Qualcuno però riuscirà ad alleviare il dolore e a mostrarle la via di un sentimento bello e piacevole. [Yusei x Aki]
"Il destino aspetta di essere scritto da persone come te"
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aki corse via da quella che non considerava più casa sua, anzi, non l’aveva mai considerata tale, li non la trattavano da figlia, ma da schiavetta personale e ciò non poteva crearle altro che dolore dato che non era figlia unica, aveva una sorella che i suoi genitori trattavano da dea, lei non contava.
Mina era stata sempre la figlia perfetta, era ben voluta da tutti e aveva pure il ragazzo, Aki invece aveva un qualcosa di diverso che la isolava da tutti; da quando era nata sua sorella minore lei era  diventata sempre meno importante finché la sua compagnia non fu che ignorata completamente se non quando serviva a qualcosa.
Da piccola aveva già difficoltà a fare amicizie e a complicare il tutto era che i suoi ‘compagni’ le facevano un sacco di scherzi e dispetti e quindi la portavano a reagire male, cosa che sicuramente non migliorava la situazione.
Era sempre così, ogni tanto finiva che la ragazza dai capelli rossi scappava dalla sua ‘casa’ e poi tornava senza che nessuno si preoccupasse di lei.
Col tempo si abituò a questa situazione e diventò una ragazza fredda e distaccata, ma dentro era debole e indifesa, non per niente a scuola ogni volta che incolpavano lei, e ciò capitava spesso, finivano per picchiarla e lei non reagiva, si rifugiava in un posto isolato da tutto e tutti e piangeva silenziosamente continuando ad assimilare sofferenza dentro di lei. La sofferenza che teneva dentro la portò a comportarsi indifferente agli altri, quei altri che le parlavano solo quando avevano bisogno di lei e se non riusciva in quelle poche richieste la picchiavano.
Aki si fermò dalla sua corsa e alzò lo sguardo che per tutto il tempo aveva tenuto basso: era finita in un parco. Era ormai sera inoltrata e quella poca luce che scaturiva dalle lampade sparse nelle strade rendevano quel posto, che di giorno doveva essere molto bello e tranquillo, un po’ misterioso e inquietante, ma alla ragazza non suscitò alcun timore, anzi le piaceva quell’atmosfera di pace assoluta interrotta solo dalle melodie prodotte dalle cicali e dai gufi nascosti chissà dove nella natura. La ragazza camminò sul sentiero di ghiaia bianca fino ad arrivare davanti a un albero, che sembrava quello più grande tra tutti quelli nel parco, si sedette alla sua base portando le gambe al petto e, nascondendo il viso tra esse cominciò a piangere silenziosamente, doveva nascondersi perché lei non voleva che qualcuno la guardasse, nessuno doveva osservarla mentre piangeva sulla sua vita inutile e da buttare via. Tuttavia lì c’era una persona, qualcuno la stava osservando mentre piangeva e lei non se ne era ancora accorta, eppure era lì, su un ramo di quel grande albero alla base di cui c’era quella ragazza dai capelli rossi che versava lacrime a causa di una vita infelice nata alle spalle degli altri che continuavano a ignorarla, a ignorare il suo dolore provocato da loro.
Quella figura se ne stava sull’albero con una gamba appoggiata sul ramo su cui era seduta mentre l’altra la lasciava penzolare giù, la osservava ancora, quella ragazza, lei era diversa dalle altre, lei appariva forte ma dentro era debole, rispecchiava il detto “l’apparenza inganna”. Probabilmente questo, a lei, non piaceva, eppure accettava lo stesso ciò che il destino le aveva imposto. Era crudele, questo ‘destino’.  
Aki scivolò fuori da quel nascondiglio tra le gambe con lo sguardo per vedere se c’era qualcuno, ma non vide nessuno perciò si asciugò le lacrime tra le braccia, i suoi occhi erano rossi dal pianto e aveva le guance bagnate. Non si alzò, il suo corpo era come se aspettasse qualcosa o qualcuno, ma lei sapeva benissimo che nessuno l’avrebbe aiutata, però il suo corpo non si decideva a muoversi così decise di stare ancora un po’ in quel posto a pensare un po’. Pensava al motivo per cui era scappata: l’ennesima lite con i suoi genitori che lodavano Mina e trattavano da schiavetta lei, aveva provato un attimo a ribattere sul fatto che sua sorella non facesse niente e non le dicevano niente, ma il risultato fu, appunto, la sua fuga da quell’edificio pieno di estranei che era costretta a chiamare ‘casa’.

Vuoi vendetta nei confronti di chi ti fa soffrire?
Vuoi liberarti di tutta quella sofferenza?
Vuoi non essere mai esistita?
Vorresti morire per non soffrire più?

Una voce si librò nell’aria, però la ragazza pensò che fossero vocine nella sua mente a farle queste domande, ma non era così. Si alzò improvvisamente guardandosi furtiva intorno alla ricerca del proprietario di quella voce, ma non riuscì a intravedere nessuno, però quelle domande erano profonde e involontariamente rispose nascondendosi di nuovo nella sua freddezza.
-non voglio vendetta, non posso liberarmi di questa sofferenza, essa è diventata parte di me e non mi lascerà più, forse era meglio se non venissi in questo mondo eppure è successo, sono qui, vivo all’ombra delle persone e vivo come se dovessi punire il mio corpo perché è nato in questo mondo, ecco perché non desidero la morte a mia scelta, sarà lei a cercarmi. - 
Questa fu la risposta della ragazza che tratteneva le lacrime e le trasformava in cibo per quella grande sofferenza che viveva dentro di lei ed era parte di lei. 
La figura sorrise enigmatica, ma non volle mostrarsi a lei e sempre nascoste nell’ombra che le foglie di quel grande albero gli creavano attorno, la fissava mentre lei non capiva chi era e dov’era quella presenza.
Quel qualcuno si alzò in piedi su quel ramo su cui era seduto un attimo fa e la sua voce si fece di nuovo spazio in quel silenzio.

Quella sofferenza ti ucciderà prima che arrivi la morte, dolce Aki,
probabilmente non riuscirai a liberartene,
ma almeno alleggeriscilo,
svuota un po’ il tuo essere da tutto
ritrova un po’ di pace dentro di te e pensa al futuro,
il destino aspetta ancora di essere scritto da persone come te.

Aki cercò ancora, poi spostò lo sguardo sui rami degli alberi e le parve di vedere qualcuno muoversi in quella oscurità come un’ombra furtiva pronta a saltarle addosso, ma non uscì niente da quel buio e non riuscì più a scorgere nessun tipo di movimento, così si arrese e tornò a casa.
Come al solito, ritrovò le chiavi dentro la cassetta della posta, aprì la porta ed entrò in casa, le luci erano spente, probabilmente tutti erano andati a dormire, d’altronde se l’aspettava, era impossibile che qualcuno di loro attendesse il suo ritorno dalle sue stupide fughe che gli abitanti di quella casa consideravano comportamenti infantili.
Sospirò lasciando le chiavi sul tavolo e preparandosi per andare a dormire. In camera sua, si buttò sul letto come se fosse una condannata a morte senza vie d’uscite, in poche parole era semplicemente strana, quella specie di incontro con quella voce misteriosa le cui parole l’avevano colpita profondamente, era la prima volta che qualcuno le parlava di certe cose. La ragazza lasciò stare e abbracciò il cuscino addormentandosi.


*Angolo Autrice*

Ed eccomi qua! A rompere di nuovo le scatole con una nuova storia! Dopo un luuuuungo periodo di assenza...
Mi scuso con tutti! Ho avuto l'odioso "blocco dello scrittore" e ho deciso di sviare tutto con un'altra storia.
Spero di non bloccarmi pure qui. L'aggiornamento sarà un pò lento, ma stavolta è perchè la connessione non ne vuole sapere di funzionare decentemente!

Spero vi piaccia!

Yukiko_Suzuki 

   
 
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