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Autore: gattapelosa    06/09/2012    9 recensioni
Perché anche Rue aveva una vita, prima. Aveva degli amici e un ragazzino che le piaceva.
E questo è il giorno della Mietitura. Il giorno in Rue l'ha persa, la sua vita.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rue
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                   Il giorno di Rue





Una ghiandaia imitatrice, tra le fronde degli alberi, s’affacciò timidamente dal nido. Prese fiato per annunciarsi al mondo con la prima nota di una splendida melodia, quando un lontano rumore sembrò intimorirla.

Il rumore si fece sempre più vicino, sempre più insistente, come se una mandria di scimmie le stesse correndo incontro. Fece appena in tempo a prendere il volo, che il ramo su cui si era timidamente posata fu preso di mira dal primo essere. Non era scimmia, però: era un bambino.

Sei bambini, per la precisione, stavano correndo tra gli alberi saltando come scimmie e gridando come forsennati. Agguantavano un ramo e facendo leva saltavano sull’altro, muovendosi tanto abilmente tra un arbusto e l’altro da stupire inevitabilmente qualsiasi spettatore.

Erano uno spettacolo incredibile, sembravano inarrestabili: si muovevano come se tenessero nascoste un paio d’ali, reggendosi alle fronde degli alberi più ramosi.

Ridevano, soprattutto, ridevano nel vento.

Improvvisamente la prima della fila, una ragazzina bassa, scura di pelle, delicata, calò d’altezza arrampicandosi su di un ramo più basso e, con una capriola, atterrò sulla terra di un prato incolto, dall’erba alta, costellata di fiori.

Fu subito seguita dagli altri cinque che, uno dopo l’altro, si lasciarono calare a terra.

— Sono arrivata prima!— esultò la ragazzina.

— Tu arrivi sempre prima, Rue.— le rispose un’altra bambina di colore, più alta, con le treccine.

In disaccordo, un terzo ragazzino, gracilino nonostante il segno dei muscoli, si fece avanti.

— Non è assolutamente vero. Ieri ha vinto Rudy, ad esempio, e un po’ di tempo fa sono arrivato primo io.

Per tutta risposta, la terza ragazza rise, avvicinandosi al bambino che aveva parlato.

— Ti riferisci a quella volta in cui eravamo solo io, te, Dolly e Mousse? Niente da fare Tram, non conta molto come vittoria senza Rudy e Rue.

Gli altri annuirono. Tram spalancò gli occhi e si fece tutto rosso per imbarazzo e indignazione, poi si voltò verso Rudy, un ragazzino alto, ma leggerissimo, con i capelli scuri lunghi fino alle spalle.

— E tu che ne dici?— chiese.

Rudy si passò una mano sul collo, nervoso, guardando alternativamente ora Tram, ora Rue.

— Penso che Rue sia sempre la migliore e senza di lei la tua vittoria non vale un fico secco.

Rue arrossì di botto, voltando imbarazzata il capo, ma sorridendo felice per il complimento.

Allora Mousse, un ragazzo alto, altissimo, con i capelli rasati e una voce profonda, scoppiò a ridere, contagiando Tram.

Dolly e Losie, la ragazzina che prima aveva contraddetto Tram, si strizzarono l’occhio a vicenda.

Rudy si lasciò cadere a terra, tra erba e fiori, e gli altri finirono con l’imitarlo, ancora ridendo, ancora scherzando.

— Propongo un gioco— disse Tram, strappando dai pantaloni giù orribilmente mutilati un pezzo di stoffa — giochiamo a Mosca Cieca.

Gli altri annuirono felici.

— Chi inizia?— domandò, e Rudy, al solito, si fece avanti.

Tram l’aiutò a sistemarsi bene la benda, poi lo fece girare una decina di volte. Gli altri quattro cantavano un ritornello battendo ritmicamente le mani, era la canzone della Mosca Cieca, un povero insetto privato della vista.

 

 

Mosca Cieca, vola in cielo

Sotto il caldo, sotto il gelo.

Vola e posa le tue ali

Sulle spalle di chi ami

Senza vista, senza olfatto

Ti rimane solo il tatto

Vola e prova a indovinare

Su chi hai smesso di volare.

 

Al termine della canzoncina Rudy iniziò a correre seguendo il rumore delle grida e degli incitamenti. In un primo momento seguì Losie, poi fu attratto da Mousse, ma tutti gridavano, ridevano, ed era un tale casino che Rudy cambiava sempre direzione.

Lui però era un asso a Mosca Cieca, un paio di volte ci arrivò davvero vicino, ma inevitabilmente venne distratto da un altro richiamo, o la preda si allontanò troppo.

Alla fin fine, quasi per caso, riuscì ad agguantare la maglietta di qualcuno.

Tutti si fermarono, in attesa di vedere se Rudy riuscisse a indovinare chi aveva tra le mani.

Il ragazzo accarezzò la guancia della vittima, ne tastò i capelli, ma da subito aveva riconosciuto la perfetta pelle di Rue. Una pelle morbida, bellissima.

Rue era bellissima.

— Sei Rue, vero?— e intanto la ragazzina si fece tutta rossa.

Gli altri annuirono, mentre Rudy si toglieva la benda.

— Ora tocca a te.— le disse, felice di poterle legare la benda.

— No, basta, fra poco devo tornare a casa— lo interruppe però Dolly.— Mia madre vuole prepararmi alla Mietitura.

Gli altri si fermarono di botto.

La Mietitura.

Era da quando avevano preso a correre tra gli alberi che non ci pensavano più.

— Mousse, tu sei l’unico qui che ci è già passato, dicci, com’è?— chiese Rue, sedendosi a terra, subito seguita da tutti gli altri. Si disposero a cerchio, fissando interessati il colosso.

— Stressante. Quando sai che potrebbe toccare a te, il momento in cui prende in mano quel bigliettino…non ci voglio nemmeno pensare.

Dolly si lasciò cadere di schiena sulla terra, con entrambe le mani a coprirle il volto. — Ho una paura bestiale!— disse — E se venissi estratta?
— Se venissi estratta mi offrirei volontario e verrei nell’Arena con te per proteggerti!— annunciò Tram, sistemandosi scherzosamente a carponi su Dolly, per poi rialzarsi e rotolarle a fianco.

— Lo faresti davvero?
— Certo che sì! Anzi, facciamo così, se una delle ragazze viene estratta, uno di noi si offrirà volontario, ci state?

Mousse e Rudy si guardarono stupiti e un po’ contrariati, fissando diffidenti Tram.

— Se viene estratta Dolly mi offro volontario io, per Losie si offre Mousse, per Rue, Rudy. Va bene?

Rudy si disse immediatamente d’accordo: non avrebbe mai lasciato Rue sola. Mousse, dopo un po’, promise di sacrificarsi in caso di estrema necessità.

— Secondo me poi non lo farete— li contraddisse, però, Losie — Non avete fegato.

— Come puoi dire questo? Ho promesso che l’avrei e fatto e quindi lo farò— rispose Rudy, con l’approvazione di Tram.

A quel punto Dolly si alzò in piedi e, con un saluto, si allontanò, seguita a breve da tutti gli altri.

Era giunto il momento di prepararsi, poi, però, si sarebbero rivisti. Avrebbero giocato a Mosca Cieca, corso tra gli alberi, si sarebbero divertiti.

Sarebbe tornato tutto come prima.

Rue si stirò il vestito. Non le piaceva il rosso, specie quel rosso tanto sbavato della stoffa ruvida.

I suoi fratelli però la guardavano ammirati, specie Lolly, che amava i vestiti e che avrebbe tanto voluto averne uno tutto per se.

Si era fatta accompagnare alla Mietitura dai suoi famigliari, ma poi, al momento di separarsi, dovette lottare contro l’abbraccio ferreo di Cash e la presa di Bibi.

Alla fine si allontanò sola tra le file di ragazze estraibili. Raggiunse velocemente Losie e Dolly, prendendole per mano.

La cerimonia iniziò con l’abbioccante discorso del sindaco sui Giorni Bui, il canto dell’inno, la presentazione dell’accompagnatrice. Rue, per la prima volta, prestò davvero attenzione.

Non vedeva l’ora che tutto terminasse, che finalmente potesse arrampicarsi ancora sui suoi amati alberi e godersi quest’unica giornata di riposo in compagnia dei suoi amici.

Era stata costretta a prendersi ben cinque tessere solo al primo anno, ma cos’erano poi cinque tessere se paragonate alle migliaia di nomine nella boccia?

Cercava di non abbattersi: c’erano davvero poche possibilità che toccasse a lei.

L’accompagnatrice, una formosissima ventiseienne chiamata Dana, s’avvicinò alla boccia delle ragazze squillando falsamente felice “Prima le donne!”.

La sua mano agguantò un bigliettino.

Non sono io.

Lenta d’avvicinò al centro del palco.

Non sono io.

Sorridendo lesse il nome.

Non sono io.

— Rue Kalì!

Sono io.

Losie e Dolly d’improvviso s’irrigidirono stringendo istintivamente le mani di Rue.

Quasi tutti spalancarono sconvolti gli occhi, tutti coloro che conoscevano e amavano Rue, tutto il Distretto 11.

Migliaia di teste si voltarono nella sua direzione e lentamente i ragazzi si divisero per lasciar passare il piccolo tributo.

Rue fece sconvolta un passo avanti, quando venne bloccata dalle mani di Losie e Dolly.

— Rue, vieni, dai.— la incitò Dana.

Dolly fu la prima a mollare la presa, poi si separò anche Losie, e Rue sentì freddo, un freddo pungente.

Lentamente s’arrampicò sul palco, col cuore che batteva a mille, come un tamburo, infernale.

— E ora tocca ai maschietti!

Rue non prestò davvero attenzione a chi venisse estratto. Guardava, dall’alto del palco, i suoi migliori amici.

Losie e Dolly la fissavano sconvolte e impaurite, Mousse e Tram erano tutt’occhi mentre Rudy, il suo amico Rudy, il ragazzo per cui in realtà aveva una specie di cotta, si muoveva nervoso sul posto.

— Tresh Orlain!— gracchiò Dana. Allora un ragazzo alto, enorme, si separò dal gruppo e raggiunse il palco, senza emozioni a illuminargli volto. Rue conosceva Tresh, era un colosso che abitava solo con la nonna poco distante da casa sua. Spesso avevano lavorato insieme tra i campi.

In quel momento, però, aveva occhi solo per Rudy.

Aveva promesso che si sarebbe offerto.

— Ci sono volontari?— chiese Dana, un invito, un incitamento.

Rudy chinò il capo, sconfitto. Non fece niente.

— Nessuno?

Rue ci sperava. Continuava a ripetere “fallo, fallo per me!” e al contempo sperava di no. Sperava che non lo facesse. Sperava che non morisse.

— Rue e Tresh, stringetevi la mano.

E nel momento in cui le loro mani s’incontrarono, Rue sorrise, guardando Rudy.

Per lui lei l’avrebbe fatto.

Per lui, Rue si sarebbe gettata nell’impresa più disperata.

E invece Rudy non ne aveva avuto il coraggio, e ora se ne vergognava, e gli altri lo guardavano male, ma la verità era che non avevano niente di che rimproverarlo.

Mousse e Tram non si erano offerti volontari per starle accanto, Losie e Dolly non l’avevano sostituita. Nessuno aveva fatto niente per lei, nonostante lei avesse fatto tanto per tutti. Era sempre stata così disponibile, così buona con chiunque!

La verità è che le persone dimenticano troppo facilmente quel che viene fatto di buono per loro, la verità è che gli uomini sono egoisti, sempre.

Quando Rue e Tresh furono invitati a scendere dal palco, lei pianse una lacrima e quando venne il momento in cui tutti poterono incontrarla, Rudy non si fece vivo.

In compenso sembrò che l’intero distretto fosse lì per parlarle, per scusarsi, per ringraziarla.

Per dirle addio.

 

Quel giorno Rue morì. Non per mano di Marvel, sia chiaro, ma per quel bigliettino, in quella boccia, su quel palco.

Rue morì, salutando i suoi amici, abbracciando i suoi fratelli.

Rue morì piangendo una lacrima, una lacrima sola, che voleva dire tutto, che non significava proprio niente.

Non vide mai più Rudy. Pensò a lui tra le note della canzone di Katniss, nelle notti gelate e durante le serate al campo d’addestramento, ma non ebbe più modo di incontrarlo sul serio.

Rudy seguì le vicende della ragazzina alla televisione e, nel momento in cui la lancia di Marvel finì col trapassarla, pianse.

Da quel giorno non saltò più sugli alberi, non giocò più a Mosca Cieca, non vide più Losie, Dolly, Mousse e Tram. Loro lo cercarono, lui si allontanò.

Se volete proprio saperla tutta, solo lui e Losie sopravvissero alla guerra. Si rincontrarono un giorno di molti anni dopo, in un Distretto che non era il loro.

Rudy era ancora uno scapolo solitario, annientato dal dolore di una storia passata, Losie aveva sposato un certo Rory del Distretto 12, da cui ebbe una figlia.

La chiamarono Rue. Rue, come la bambina amata da tutti, lasciata da sola a morire nell'Arena.

Rue, come la ruota del fiorellini gialli.

Rue, come la più veloce tra gli alberi, la più vivace, la più buona.

Rue, come una lacrima, una lacrima sola.








Bacheca dell'autrice

Ciao! Spero non ci siano troppi errori grammaticali, ho scritto velocemente e c'è un tale rumore qui che non riesco a ricontrollare! Però mi piaceva. 
Io amo Rue. É un personaggio bellissimo, una ragazza un tempo come tante, ora in un certo senso speciale. 
Ma forse Rue è sempre stata speciale. 
Ditemi come la pensate con una recensione, per favore!
E scusate quella filastrocca idiota, è difficile inventarsi delle rime con tutto 'sto rumore!



 

 

  
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