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Autore: Justice Gundam    22/03/2007    4 recensioni
Tre anni dopo la distruzione di Lucemon, i Leggendari Guerrieri saranno costretti a tornare in scena: numerosi Digimon ostili stanno infatti iniziando ad apparire nel Mondo Reale, e Takuya e i suoi compagni saranno costretti a scendere di nuovo in campo... ma che cos'è quella misteriosa organizzazione, la DATS, che sta cercando di tenere i Digimon sotto controllo? Chi è che sta dietro a questa invasione? Forse qualcuno, tra le file di una delle fazioni, sta complottando qualcosa di ancora più terrificante? I Leggendari Guerrieri, assieme a nuovi alleati e ai giovani agenti della DATS Masaru, Touma e Yoshino, dovranno venire a capo del mistero, prima che sia troppo tardi per entrambi i mondi! Riusciranno nella loro impresa? Quali incredibili segreti li attendono?
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Record of Digital Wars-02

Digimon Frontier & Savers: Record of Digital Wars

Una fanfiction di Digimon Frontier e Digimon Savers scritta da: Justice Gundam

 

Ciao, ragazzi! Finalmente un momento di stanca nei miei esami! Ora avrò più tempo per questa fanfiction e il resto delle mie storie. E anche per sviluppare qualche ideuzza che mi è venuta di recente... ma per queste ultime vi rimando a qualche mese, quando avrò pubblicato un altro pò di capitoli di 'Sonic X', 'Super Robot Wars' e 'MegaMan Battle Network'! Per adesso, mi accontento di presentarvi il secondo capitolo del mio crossover Frontier-Savers!

Beh, sì, lo ammetto... di tutte le mie storie di Digimon, è quella che mi entusiasma di più scrivere, anche perchè tratta delle mie due serie preferite! E devo dire che mettere assieme l'allegra banda di Frontier con i baldi giovani di Savers, e cercare di immaginare come interagirebbero, è davvero interessante!

Rispondo subito alle recensioni che mi avete lasciato!

 

KillKenny: Un bel voto per iniziare con i migliori auspici! Grazie mille!

Kari 89: Mi fa piacere risentirti! Sai, in realtà l'idea originale era quella di scrivere una fanfiction solo di Frontier, ma dopo aver visto Savers, ed essermi reso conto che usava molte delle idee che io avevo in mente, ho deciso per il crossover!

TopoMouse: Piacere di risentirti! Sì, Digimon Savers merita davvero! E' più matura delle altre serie, con l'eccezione di Tamers, oltre ad una bella storia e un cast di personaggi favoloso! Guardatela sottotitolata su YouTube quando hai la possibilità!

 

Okay, e con questo possiamo iniziare il Capitolo 2, nel quale inizieranno i guai con i Digimon! Chi saranno gli invasori che si nascondono nell'ombra? Cosa sta succedendo a DigiWorld, proprio ora che la pace sembrava tornata? E poi... cos'è la DATS e cosa c'entra con tutto questo? Se volete saperne di più...

...non vi resta che leggere! Buon divertimento!

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Capitolo 2 - Masaru e Agumon

 

Lo strano edificio che gia' da due anni sorgeva su un'isola artificiale nel bel mezzo della baia di Tokyo, collegato allla terraferma da un lungo ponte di ferro e cemento, era stato da molto tempo l'oggetto della curiosita' non soltanto di Kouji e Kouichi, appena mezz'ora prima, ma anche di molti abitanti della capitale del Giappone. Fin da quando la sua costruzione era stata ultimata, e anzi anche da prima, erano circolate voci contrastanti riguardo la sua funzione e le attivita' che in esso si sarebbero svolte... voci alimentate ulteriormente dal fatto che le autorita' non erano mai state molto precise a riguardo. Si erano limitate a dire che quello strano edificio sarebbe stato un 'centro ricerca' per lo sviluppo di nuove tecnologie informatiche, ma non era mai stato detto niente di preciso... e tutti coloro (giornalisti, agenti governativi, ecc.) che avevano cercato di sapere qualcosa di piu', erano tornati confermando questa versione ma senza aggiungere nulla a quello che si sapeva gia'. Tutto quello che si poteva dire, era che ogni giorno si vedeva un certo traffico andare e venire dal 'centro ricerche', consistente perlopiu' in furgoni e automobili. Probabilmente, i veicoli usati dall'istituto per scambiare materiali con i suoi clienti...

Ma la verita' che si celava dietro le attivita' di sviluppo di tecnologie informatiche era abbbastanza sorprendente (e potenzialmente terrificante) da giustificare il segreto di Stato: quel giorno, in una grande sala nei meandri di quello che tutti consideravano un istituto di ricerca, numerosi operatori erano febbrilmente, per quanto ordinatamente, al lavoro su computer e console di controllo, intenti a leggere grafici, esaminare mappe della citta' di Tokyo, e misurare strani rilevamenti che ben poco avevano a che fare con sismografia, onde radio, o qualsiasi altra cosa potesse passare per la mente di una persona comune...

Infatti, quell'edificio altro non era che il quartier generale della Digital Accident Tactics Squad, o DATS per usare il suo nome abbreviato, un'organizzazione governativa segreta che era stata istituita per difendere l'umanita' da una nuova minaccia potenziale, che aveva mostrato al mondo il proprio volto nell'autunno di tre anni prima: le misteriose e potenti creature conosciute come Digimon!

In quell'occasione, si erano verificati improvvisi ed inspiegabili black-out in numerose citta' del mondo, tutti simultaneamente, e sullo schermo di computer ed apparecchi elettronici era apparso un inquietante messaggio a tutti gli esseri umani, che imponeva loro di 'sottomettersi o essere distrutti'! Nessun antivirus in commercio si era rivelato efficace nell'arginare quello strano fenomeno, e la situazione gia' di per se' tesa aveva minacciato di precipitare quando, nel bel mezzo del quartiere di Shibuya, aveva cominciato ad emergere, da un abisso apparso dal nulla, un drago gigantesco e spaventosamente potente, talmente orribile da essere degno del peggiore degli incubi! Chiaramente, questa mostruosa apparizione, vista in mondovisione sugli schermi di tutti gli apparati elettronici, aveva scatenato un'ondata di panico mai vista prima... che pero', rapidamente come era venuta, si placo' nell'istante in cui l'orribile mostro venne nuovamente trascinato - da chi, non si era mai saputo - negli abissi da cui era saltato fuori, per non essere mai piu' rivisto. Come se non fosse mai successo nulla, tutti gli apparecchi elettronici ripresero a funzionare normalmente, i black-out cessarono, e il minaccioso messaggio apparso su tutti quegli schermi svani', lasciando di se' soltanto un terribile ricordo, talmente fugace che molti non lo considerarono piu' nemmeno reale...

...ma mentre la maggior parte delle persone era sembrata dimenticarsi di quel terrificante evento, forse attribuendolo a qualche incredibile allucinazione collettiva (e chi poteva dire che non fosse così? Era durato un batter di ciglia...), altri erano stati invece allertati da esso. A certe persone, l'apparizione di Lucemon Satan Mode nel Mondo Reale era sembrata la conferma che, in un'altra dimensione, esistessero creature potenti, misteriose e potenzialmente pericolose, e che non fosse il caso di restare fermi con le mani in mano, ad aspettare un altro tentativo di invasione... dopotutto, se uno di loro era riuscito ad arrivare sulla Terra, chi poteva dire che altri non fossero in grado di farlo? Così, un gruppo di agenti del governo, rappresentanti delle forze dell'ordine e ricercatori si era riunito, sotto assoluto riserbo e la protezione delle alte sfere governative, aveva deciso di mettere assieme le loro conoscenze, e fondare un organismo dedicato unicamente alla sorveglianza di questa nuova dimensione... il Mondo Digitale... e alla protezione dell'umanità. Da lì alla fondazione della DATS, il passo era stato breve, e a due anni da quell'avvenimento, l'organizzazione stava lavorando a pieni ritmi...

E in effetti, anche quel giorno nella sede centrale della branca giapponese della DATS, situata in quell'edificio in mezzo alla baia, si lavorava con impegno: numerosi operatori umani in uniforme blu, e anche qualche Digimon, sedevano alle loro postazioni davanti alle console o andavano su e giù per sbrigare i loro compiti, in un traffico frenetico ma al tempo stesso ordinato. A supervisionare tutto il lavoro, seduto dietro una scrivania dall'aspetto moderno e dotata di una postazione computerizzata, stava un uomo sulla tarda trentina, alto, robusto e dall'aria misteriosa, che aveva proprio in quel momento terminato una chiamata ad uno dei suoi agenti tramite un cercapersone e stava riponendo il congegno elettronico al proprio fianco. L'espressione sul suo volto era quella di un serio professionista, intelligente ed agile di pensiero ma al tempo stesso calmo e controllato, e indossava un'elegante uniforme che sembrava piu' un impermeabile, di colore blu che diventava azzurro chiaro sul retro e sulla parte delle maniche piu' vicina al corpo, con l'interno rosso bordeaux che i risvolti dei polsini e del colletto rendevano chiaramente visibile. Una penna argentata, in quel momento chiusa, spuntava da un taschino all'altezza del cuore. L'uomo portava inoltre un paio di scarpe nere, un paio di occhiali dalle spesse lenti sfumate di blu che nascondeva i suoi occhi, contribuendo a dargli quell'aspetto da uomo del mistero, e i suoi capelli neri con i riflessi blu erano ordinatamente pettinati verso avanti, senza lasciare nulla al disordine o alla stravaganza. Nonostannte l'ordine fosse l'elemento distintivo del suo aspetto, quel misterioso individuo aveva comunque abbastanza carisma (e fascino, avrebbe detto qualche donna) da non passare inosservato in una folla.

C'era pero' qualcosa che sembrava fuori posto, in quel suo modo di vestire e di comportarsi cosi' serio... infatti, accoccolata vicino al colletto della sua uniforme, stava una strana creaturina simile ad un incrocio tra un ermellino e una volpe, lunga non molto piu' della mano di un uomo adulto, e dal corpo incredibilmente snello, ricoperto di una soffice pelliccetta bianca con strane decorazioni dorate a forma di rombo o di anello, e indossava un collare dorato, decorato con alcune rune dal significato oscuro, vicino al collo. Le sue zampe erano corte, e terminavano con tre dita dalle tozze unghiette rosse, e la sua folta coda si muoveva lentamente e con eleganza dietro il suo piccolo corpo. La testa era a cuneo, affusolata come quella di una volpe, e aveva un piccolo naso nero a punta e un paio di grandi occhi dorati con le pupille nere sotto due lunghe orecchie bianche dalle punte nere. Aveva un'aria seria e tranquilla come quella del misterioso individuo, e a parte il lieve movimento della sua coda, se ne stava immobile al punto tale che ad un occhiata distratta sarebbe facilmente potuto passare per una stola di animale. Ciò nonostante, i suoi occhi vispi che saettavano con attenzione da un punto all'altro della grande sala brillavano di una grande intelligenza.

Il capitano Rentaro Satsuma, ex-investigatore privato e direttore esecutivo della branca giapponese della DATS, controllò ancora una volta lo schermo davanti a sè, poi si rivolse ad una postazione di lavoro alla propria destra, dove un'operatrice dai lunghi capelli blu-neri, con addosso una versione femminile dell'uniforme da lavoro (blu e bianca, con la minigonna blu, un fiocco viola attorno al collo, scarpe nere col tacco alto e calze bianche fino al ginocchio) aveva appena finito di premere una serie di pulsanti sulla sua console.

"Kurosaki." disse Satsuma, chiamando l'operatrice. "Com'è la situazione al parco di Shibuya? La zona in cui è apparso il soggetto Raptor One è stata dichiarata off limits?"

"Affermativo, capitano Satsuma!" rispose la giovane donna, controllando lo schermo davanti a sè. "Le forze dell'ordine sono già state allertate, e stanno mantenendo i civili lontani dalla zona." In quel momento, un piccolo Digimon nero simile ad un pedone degli scacchi con corte braccia e gambe, l'elmetto dal cimiero dorato, un piccolo scudo circolare sulla schiena e una piccola lancia metallica nella mano destra si voltò verso la scrivania del capitano, come se volesse rispondere anche lui alla chiamata.

Un'altra operatrice, vestita allo stesso modo ma con il fiocco rosso, e con i capelli biondi, corti e leggermente mossi (in effetti, sembrava una versione speculare della sua collega...), alzò la testa dalla propria postazione. Vicino a lei, stava un Digimon uguale come aspetto a quello della sua collega, ma di colore bianco immacolato anzichè nero.

"Il Raptor One è rimasto fermo nella posizione in cui l'abbiamo rintracciato. Non sembra essere in procinto di muoversi." aggiunse la ragazza bionda, tenendo sempre d'occhio il suo schermo. "In questo momento, l'agente Fujieda si sta recando sul posto. Ci penserà lei a neutralizzarlo."

"Ottimo." riprese il capitano. "Mantenetelo monitorato, e cercate di stabilire contatto visivo con il Raptor One non appena possibile. Non possiamo permetterci di lasciarlo fuggire."

"Ricevuto!" risposero le due operatrici, tornando disciplinatamente al loro lavoro sotto lo sguardo illeggibile di Satsuma e del suo Digimon. Nonostante la situazione di emergenza, gli addetti della DATS conducevano ogni operazione con calma e professionalità, ed era chiaro che situazioni simili, per loro, erano ormai di routine...

Ma, quando si trattava di Digimon, anche la situazione in apparenza più ordinaria poteva riservare delle sorprese... e la sede centrale della DATS giapponese stava per riceverne più di una nello stesso giorno!

 

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La giovane agente della DATS Yoshino Fujieda, correndo con passo spedito, aveva raggiunto nel giro di pochi minuti la zona del parco di Shibuya che le era stata indicata, e dove un gruppo di poliziotti era occupato a tenere dei passanti curiosi, soprattutto donne e bambini, fuori da una zona transennata e a rispondere alle domande di coloro che chiedevano una spiegazione. Yoshino, che era abbastanza familiare con il quartiere di Shinjuku, riconobbe immediatamente la zona del terrazzo panoramico, che si trovava a pochi metri da lì, una volta scesa una rampa di scale poco oltre le linee di demarcazione.

"Ma cosa sta succedendo qui? Come mai quest'area è preclusa?" chiese una giovane madre, tenendo per mano il suo bambino che cercava di gettare uno sguardo oltre i nastri e le transenne di delimitazione. A questa domanda seguì un coro di altre richieste di spiegazioni, alcune formulate con tono di protesta, da parte degli altri civili, e le forze dell'ordine stavano avendo il loro bel da fare a cercare di rispondere a tutti.

"Siamo spiacenti, signori, ma ci è pervenuta una segnalazione secondo cui una carica esplosiva a basso potenziale sarebbe stata nascosta da qualche parte in questa zona..." spiegò uno degli agenti. "I nostri artificieri stanno intervenendo per disinnescarla, ma ci vorrà un pò di tempo..."

"Di nuovo?" si sentì la voce di un uomo, nella quale si riusciva a sentire una certa esasperazione. "Come mai in quest'ultimo periodo sono saltate fuori così tante bombe, e sempre in luoghi affollati? Ci sono per caso terroristi, o che altro?"

"Sentite, signori..." riprese un altro poliziotto, gentile ma deciso. "Purtroppo, i nostri investigatori non sanno ancora bene di cosa si tratti... crediamo che sia qualche mitomane che si diverte a provocare allarmi, ma stiamo ancora vagliando tutte le possibilità... per il momento, però, vogliate avere la cortesia di abbandonare la zona e lasciar lavorare i nostri agenti."

Yoshino alzò gli occhi al cielo, condividendo il disagio di quei poliziotti: con tutte le emergenze legate ai Digimon che si erano verificate negli ultimi tempi, era inevitabile che le forze dell'ordine e la DATS dovessero inventarsi qualche storiella plausibile per giustificare le numerose evacuazioni che erano stati costretti ad eseguire... e anche quelle, com'era del resto naturale, non convincevano del tutto certe persone. A volte, nonostante tutte le precauzioni che erano state adottate per non rendere la notizia di pubblico dominio, si chiedeva se davvero l'esistenza dei Digimon sarebbe potuta rimanere segreta a lungo...

La giovane agente era una ragazza sui diciotto anni molto carina, non molto più alta della media, con i capelli rossi a caschetto ordinatamente pettinati e gli occhi castani, ed era vestita di un'uniforme rossa e bianca a maniche corte, con una minigonna bianca e stivali dello stesso colore alti fino quasi al ginocchio. Il cercapersone era appeso al suo fianco, e in un taschino dell'uniforme teneva lo stesso piccolo congegno elettronico che aveva raccolto quando era uscita dalla sua auto: assomigliava ad una piccolo cellulare, rosa con i bordi grigi, e aveva un piccolo schermo situato in cima alla parte frontale, sotto il quale spiccava il simbolo della DATS, un cerchio perfetto con tre piccoli segmenti verticali che lo intersecavano in cima.

Con calma, Yoshino si fece strada tra la folla, chiedendo educatamente il permesso alle persone che si erano raccolte attorno alle transennature, e inizio' a cercare con la mano in una tasca della sua giacca. Un poliziotto si fece avanti per impedirle il passaggio.

"Mi scusi, signorina, ma questa zona e' off-limits..." inizio' a dire l'agente, ma si interruppe quando la giovane gli mostro' una carta d'identita', con una foto presa di recente, e un distintivo argentato che recava un simbolo circolare con tre grosse linee verticali in cima.

"Agente Yoshino Fujieda, della DATS." si presento', ormai abituata a quelle formalita'. "Sono qui per investigare sull'incidente."

Il poliziotto mosse una mano davanti a se' in tono apologetico e scosto' una delle transenne in modo da permettere a Yoshino di passare. "In tal caso, prego. Passi pure."

"La ringrazio." rispose Yoshino in tono formale, dando un cenno di assenso con la testa prima di oltrepassare le barriere. Ignorando alcuni mormorii della gente, che si chiedeva come mai una civile fosse stata ammessa in una zona interdetta, Yoshino estrasse quel piccolo strumento simile ad un telefonino e si diresse a passo spedito verso le scale che portavano alla terrazza panoramica, rivolgendo qualche parola alla buffa figura in rosa che faceva capolino sullo schermo.

"Ci siamo, Raramon. Il Raptor One e' proprio in questa zona, e non dobbiamo fare altro che..."

La frase di Yoshino rimase in sospeso quando la ragazza, ormai scesa la rampa di scala e giunta nel punto panoramico, vide qualcosa che prima, dal livello superiore, non aveva potuto vedere: a pochi metri da lei, proprio vicino ai cannocchiali a monete della terrazza, si trovavano il Raptor One... anche conosciuto come Agumon... e un ragazzo di qualche anno meno di lei, con i capelli bruno-rossicci un po' lunghi e legati in una coda dietro la nuca, che gli stava davanti con espressione molto determinata e le braccia alzate in una posizione di guardia! Dal modo in cui il ragazzo e il Digimon si squadravano, era chiaro che stavano per affrontarsi in combattimento! Cosa impossibile! Un Digimon, anche di livello Rookie, aveva delle capacita' combattive molto superiori rispetto a quelle di un comune essere umano! E quel ragazzo sperava di poterlo affrontare? E la cosa piu' incredibile, almeno dal punto di vista di Yoshino, era il fatto che il ragazzo non sembrava minimamente intimorito da Agumon, e anzi lo sfidava con lo sguardo!

"Allora, lucertolone?" esclamo' il ragazzo, muovendo cautamente un passo verso Agumon che continuava a restare la' con le zampe anteriori leggermente protese in avanti. "Non avevi detto che volevi combattere con me? Io ti sto aspettando!"

"Tsk... sembri molto sicuro di te, umano!" rispose Agumon, con la classica voce un po' gracchiante che era comunemente associata a quella razza di Digimon. "Spero per te che tu sappia far seguire i fatti alle parole!"

"Perche' non provi a vederlo da te?" rispose Masaru con un ghigno un po' arrogante. Yoshino, ancora in piedi al termine della scalinata, osservava incredula lo scambio di battute tra i due rivali... poi, capendo che doveva intervenire alla svelta, afferro' il suo cercapersone e compose il numero della sede centrale, rimanendo in attesa di una risposta che pregava arrivasse il prima possibile.

"Sede centrale?" disse, non appena le arrivo' il segnale di ricezione chiamata. "Qui agente Fujieda. Si e' verificato un imprevisto. Un civile e' rimasto nella zona in cui il segnale del Raptor One e' stato individuato, e sembra intenzionato a sfidare il soggetto in combattimento! Avete una visuale della zona?"

"Si', agente Fujieda." rispose la voce baritoneale del capitano Satsuma. "Le operatrici Kurosaki e Shirokawa mi stanno in questo momento inviando le riprese delle nostre telecamere nascoste. Tu prosegui secondo le direttive. Al resto ci pensiamo noi."

"Ricevuto." rispose Yoshino, rimettendo il cercapersone al suo posto non appena la chiamata si fu interrotta. Poi, avanzo' di qualche passo verso i due contendenti, che per fortuna non avevano ancora dato inizio alle ostilita', e alzo' una mano per farsi notare dal ragazzo. "Hey, tu! Aspetta un momento! Non devi combattere contro quella creatura!" esclamò rivolta al ragazzo.

L'espressione determinata che troneggiava sul viso di Masaru venne sostituita per un istante da una di sorpresa sgradita quando quella voce femminile raggiunse le sue orecchie, facendo scemare tutta la sua concentrazione. Infastidito, il giovane street fighter alzo' lo sguardo verso la ragazza e le rispose a tono.

"Cosa?" esclamo' dopo un attimo di sorpresa, quasi offeso dal fatto che Yoshino si fosse permessa di interferire. "Hey, rossa, non e' una questione in cui una ragazza si puo' intromettere! Qui si sta per combattere, e non abbiamo il tempo per fare i pacifisti e i sentimentali!"

Yoshino alzo' mentalmente gli occhi al cielo. Quel ragazzo non aveva capito nulla di quello che lei voleva dire... "Non hai capito, guarda che lo dico per il tuo bene! Quella creatura e' un Digimon, e tu non puoi mica affrontarlo! Verresti sconfitto di sicuro!" lo avverti', sicura che fare appello al suo buon senso l'avrebbe convinto a farsi da parte e lasciarle fare il suo lavoro...

"Stupida!" le rispose Masaru, distogliendo lo sguardo da lei e riportandolo verso Agumon. "Sei tu che non hai capito! Non e' questione di vincere o perdere! Quando una sfida e' stata lanciata, non ci si puo' tirare indietro! Un vero uomo non si tira indietro! E non me ne frega niente di chi o che cosa sia il mio sfidante! Avanti, lucertolone, fammi vedere di che pasta sei fatto! Yaaaah!"

"Con immenso piacere! Aaaaah!" rispose Agumon. Obbedendo al loro istinto combattivo, il ragazzo e il Digimon si scagliarono l'uno contro l'altro prima che l'allarmata Yoshino potesse fare qualsiasi cosa per fermarli!

Tutto sembro' scorrere al rallentatore (anche se in realta' era passata solo una frazione di secondo) mentre i due contendenti si avvicinavano, tirando indietro il braccio sinistro per prepararsi al pugno...

...e, in un istante di pura emozione, colpirono!

 

SMAAAAACK!

 

Il pugno di Masaru colpi' Agumon un po' sopra l'occhio destro proprio mentre la zampa artigliata del Digimon, stretta anch'essa a pugno, raggiungeva il ragazzo allo zigomo destro con uno schianto impressionante! Le espressioni di entrambi i contendenti si contorsero in una leggera smorfia di dolore, ed essi rimasero in piedi per una frazione di secondo, mentre delle strane lucette arancioni apparivano attorno al pugno chiuso del ragazzo, prima che entrambi fossero scagliati indietro dalla potenza del colpo preso, atterrando di schiena sul legno della terrazza panoramica sotto gli occhi increduli di Yoshino! Un essere umano che riusciva a prendere a pugni un Digimon! Inaudito!

"Y... Yoshino..." mormoro' una vocetta acuta proveniente da quel piccolo apparecchio rosa che aveva in mano. "Ho... ho avuto un'allucinazione, o quel ragazzo ha... ha..."

"Se hai avuto un'allucinazione, Raramon... allora l'abbiamo avuta in due..." rispose lei, con lo sguardo ancora fisso sui due contendenti che si stavano rialzando...

 

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Sede centrale della DATS giapponese...

"COSA? Ma come ha fatto?" esclamò la voce incredula di un operatore che stava guardando il maxischermo. A sua insaputa, quella sua domanda sbalordita rispecchiava i sentimenti di tutti i suoi colleghi... e anche dei suoi superiori!

Il capitano Rentaro Satsuma non era un uomo che poteva essere colto di sorpresa tanto facilmente: tra il suo precedente lavoro di investigatore privato, e quello attuale di direttore esecutivo della DATS giapponese, aveva visto talmente tante cose strane e aveva fatto cosi' tanta esperienza, che era difficile che gli si presentasse davanti qualcosa di davvero stupefacente. Eppure, quanto aveva visto sullo schermo della sua postazione e sul maxischermo della sala principale, e cioe' i colpi che Masaru ed Agumon si erano scambiati, era stato piu' che sufficiente a fargli cadere leggermente la mascella, e a fargli aprire gli occhi per la sorpresa... e gli occhiali sfumati di blu che indossava non riuscivano a nascondere il suo stato d'animo.

In quel momento, davanti ai suoi occhi, si era verificata una cosa che aveva avuto soltanto un precedente registrato - un essere umano che riusciva a prendere a pugni un Digimon!

Del resto, come già spiegato, Satsuma non era solo nel suo sbalordimento: tutto il personale riunito in quel momento nella stanza, agenti umani e Digimon, era rimasto senza fiato davanti alla dimostrazione di forza di Masaru, e dalle facce che facevano era palese che si stavano chiedendo come questo fosse possibile!

"Avete... avete visto?" mormoro' Kurosaki, l'operatrice dai capelli corvini, quasi facendo per alzarsi dalla sua posizione. "Quel ragazzo e'... e' riuscito a..."

"E... non e' soltanto questo, Kurosaki-san!" rispose Shirokawa, la biondina dai capelli mossi, osservando incredula alcuni dati sul suo terminal di lavoro. "Stando ai dati che sto registrando... rilevo da quel ragazzo l'emanazione di una Digi-Soul! Per quanto questo possa sembrare impossibile..."

Alle sue parole segui' un confuso mormorio da parte degli altri operatori, che avevano gia' iniziato a discutere tra loro di quell'evento straordinario. Satsuma, rimessosi rapidamente dalla sua sorpresa, diede un'occhiata al suo computer, ai dati che l'operatrice bionda gli aveva inviato, e a giudicare da come aveva corrugato la fronte, si poteva capire che aveva verificato la veridicita' di quanto aveva sentito...

"Quello che dice Shirokawa e' vero..." mormoro' tra se'. "Quel ragazzo possiede davvero una Digi-Soul, che si e' manifestata quando ha colpito quell'Agumon. Che io sappia, si e' verificato soltanto una volta prima di oggi."

"E' davvero una sorpresa, Satsuma..." disse il Digimon simile ad una donnola che gli stava al collo. Aveva una voce calma, ma al tempo stesso decisa, e il suo musetto affusolato esprimeva grande interesse quanto stava accadendo. "Quel ragazzo non e' uno qualsiasi... anzi, comincio a credere che sia collegato a lui... non lo credi possibile?"

Il capitano della DATS annui'. "Non e' da escludere che sia cosi', Kudamon. Sembrerebbe una coincidenza incredibile, ma ora che lo vedo non me la sento di escluderlo."

 

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Masaru e Agumon restarono per un istante supini a terra, storditi dal colpo preso, poi si rialzarono lentamente e si passarono un pollice sul labbro inferiore. Il dolore del colpo preso si era rapidamente smorzato fino a diventare un semplice bruciore che entrambi trovarono... quasi stimolante! Rimettendosi in guardia, i due contendenti si scambiarono un ghigno che voleva essere un gesto di apprezzamento della reciproca abilità.

"Complimenti, ragazzo..." ringhiò Agumon, sempre con quella vocetta stridula. "Complimenti davvero. Sei riuscito a tirarmi un pugno, niente male... non credevo che un essere umano sarebbe stato capace di tanto..."

"Sei forte anche tu, lucertolone..." ribattè Masaru. "Mi piace quando il mio avversario è forte... mi stimola a dare del mio meglio!"

Un piccolo grugnito di derisione uscì dalle narici di Agumon. "Tsk... ora non alzare troppo la cresta, ragazzo! Non mi aspettavo che tu fossi così in gamba, è vero, ma il fatto che tu mi abbia colpito una volta non significa che puoi battermi! Mi sono distratto per un attimo, e non mi sono aspettato il tuo colpo, ma non ripeterò lo stesso errore! YAAAAH!" esclamò, prendendo un'altra volta lo slancio e scagliandosi contro il suo avversario con il pugno teso in avanti...

...ma ancora una volta, l'attacco arrivò da una direzione che Agumon non si aspettava!

SLAM!

Non appena il piccolo dinosauro si fu avvicinato, e si apprestava a colpire Masaru con un altro pugno, il ragazzo alzò la gamba destra con la velocità e la sicurezza di un esperto di arti marziali, e il suo ginocchio andò a collidere in pieno con la mascella inferiore di Agumon, sollevandolo da terra e facendolo cadere supino un pò più in là con un lieve grugnito di dolore. Ammirando i risultati della sua abilità e prontezza di riflessi, Masaru sogghignò nuovamente e abbassò la guardia a sua volta per un istante...

"E allora? Non dirmi che non ti aspettavi nemmeno questo!" lo prese in giro Masaru.

...e Agumon non si fece scappare quell'occasione! Scattato in piedi quasi all'istate, dimostrando una velocità di recupero impressionante, il piccolo dinosauro combattente si lanciò nuovamente all'attacco e abbassò la testa, sferrando una potente testata nello stomaco a Masaru e forzando l'aria fuori dai suoi polmoni. Il ragazzo dai capelli rossicci strinse i denti e barcollò indietro di un paio di passi, mentre Agumon gli atterrava davanti, sfoderando a sua volta un sorrisetto borioso.

"Heh. Anche tu ti sei lasciato cogliere alla sprovvista!" esclamò con spocchia. Il suo avversario, che si era piegato in due per il dolore e si era portato le mani all'addome, alzò di scatto la testa, e il piccolo dinosauro fu sicuro di vedere una fiamma di sfida ardere nelle pupille di quegli occhi castani-dorati...

"Ugh... quello era un colpo scorretto, lucertolone!" ringhiò rabbiosamente Masaru, rimessosi in guardia. Un attimo dopo, ripreso fiato e raccolte le forze, si lanciò di nuovo all'attacco, e stavolta il suo pugno intercettò quello di Agumon a metà strada, creando una situazione di stallo che si sbloccò solo quando Masaru alzò la gamba destra e la abbassò di colpo, cercando di calarla sulla testa del Digimon. Quest'ultimo, però, fu più rapido e riuscì a balzare indietro appena in tempo per evitare il calcio, che finì per mordere il pavimento di legno levigato della terrazza panoramica sulla quale i due contendenti si trovavano. Poi, il piccolo dinosauro si lanciò verso il ragazzo, cercando di sferrare un colpo alle caviglie, ma Masaru riuscì con un balzo ad evitare un fendente sferrato dai suoi artigli, poi si mise in guardia e parò un altro pugno al torace... ma non riuscì ad evitarne un altro, sferrato quasi in contemporanea, che lo colpì di striscio al fianco, lasciandogli un graffio sulla pelle. Ancora una volta, il lieve dolore sembrò stimolare Masaru, che reagì tirando un potente cazzotto sul largo naso di Agumon. Il cucciolo di tirannosauro grugnì di nuovo e si massaggiò il punto colpito, ma si rimise in guardia appena in tempo per schivare una rapida scarica di pugni... e in breve tempo sia lui che Masaru si ritrovarono impegnati in un furioso corpo a corpo, con pugni e calci scambiati ad una rapidità che Yoshino, che faceva la spettatrice in fondo alla scalinata, trovava incredibile. E ancora più incredibile, dal punto di vista della ragazza dai capelli rossi, era la testardaggine che ognuno di quei due stava dimostrando...

"Ma... chi sono questi due?" si chiese, continuando ad assistere sbalordita allo scambio di colpi, con in sottofondo un costante rumore di nocche...

 

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A casa Kanbara, quasi nello stesso momento, Takuya e la sua famiglia erano appena tornati da una 'spedizione' al supermercato, e stavano portando dentro sacchi pieni di alimenti, accessori per la casa e altri prodotti... tra i quali era compreso un piccolo set di bicchieri che l'unica donna di famiglia, la signora Yuriko Kanbara, aveva affidato alle 'mani esperte' del figlio maggiore. Takuya, prestando la massima attenzione, aveva portato in casa il contenitore con i bicchieri e una pesante borsa piena di cibo in scatola, e subito dietro di lui c'erano gli altri membri della sua famiglia, ciascuno carico allo stesso modo... tranne Shinya, che se l'era cavata con un piccolo cestino con la scusa che era il più piccolo...

"Okay, mamma, ho finito!" esclamò Takuya, appoggiando delicatamente sul tavolo un contenitore di cartone, con tanto di avvertimento 'FRAGILE'. "Ci sono altre cose con cui ti devo aiutare?"

"No, Takuya, abbiamo praticamente finito!" rispose la giovane madre. "Con tutto il resto, ci possiamo arrangiare noi, quindi se vuoi andare per conto tuo sei libero di farlo!"

"Grazie!" rispose Takuya, per poi avviarsi verso l'uscita e infilarsi la mano in tasca in cerca del suo cellulare. Prima di poter fare un altro passo, comunque, venne interrotto dalla voce del fratellino, Shinya, un ragazzino di due o tre anni più giovane che sembrava la versione miniaturizzata di Takuya, con tanto di ribelli capelli castani ed espressione vivace.

"Questa volta vengo anch'io con te, fratellone Takuya!" esclamò il più giovane membro della famiglia Kanbara, appoggiato per terra il cestino della spesa che stava portando. "Voglio uscire anch'io con il tuo gruppo! Non mi ci porti mai!"

Takuya sospirò tra sè. Ogni volta era così, quando voleva passare un pomeriggio con i suoi amici di DigiWorld, Shinya chiedeva sempre di venire, e in qualche occasione Takuya gliene aveva anche dato il permesso - o, meglio dire, Shinya aveva insistito tanto che Takuya era stato costretto a capitolare per sfinimento. "Ma insomma, Shinya-chan... ogni volta devi chiedere di venire con me? Non hai il tuo giro di amici?" gli chiese, mantenendo un tono di bonario rimprovero.

"Certo che ce l'ho, ma uscire con i tuoi amici è molto più divertente, uffa! Gli altri della mia età sono così noiosi!" si lamentò Shinya. Per meglio convincere il fratello maggiore, assunse quell'espressione da cucciolo indifeso che quasi sempre gli valeva la vittoria in tutti i loro bisticci tra fratelli, e fece luccicare comicamente gli occhioni.

Takuya strinse i denti, e un gocciolone di sudore gli scese dalla nuca. "Ugh... no, gli occhioni no! Quando li fa, nè io nè la mamma riusciamo a resistergli..."

Per fortuna del fratello maggiore, e con grande irritazione del più piccolo, questa volta le moine non ebbero il risultato sperato.

"Su, Shinya-chan, non essere così insistente..." lo pregò gentilmente la signora Kanbara. "Takuya non può sempre portarti con sè, lo capisci? Devi anche lasciarlo andare per conto suo, qualche volta... e poi, scusa, non ti ha già portato lo scorso weekend a fare quel giretto a Shinjuku con Minamoto-kun e gli altri? Ti puoi accontentare per un pò..."

"Uffa... e va bene, ma la prossima volta vengo!" rispose Shinya, mentre Takuya ringraziava tra sè la madre per il 'salvataggio tempestivo'. Non per niente, ma a volte la presenza di Shinya diventava troppo soffocante... Per qualche motivo, sembrava sentirsi a suo agio tra ragazzi più grandi di lui, e questo lo rendeva ancora più vivace di quanto non fosse già di suo. Non che ai suoi amici la cosa desse fastidio, anzi Izumi e Junpei trovavano Shinya molto simpatico, ed era un grande amico di Tomoki... ma Takuya quel giorno non se la sentiva proprio di stargli costantemente dietro!

Dopo aver salutato un'ultima volta i suoi genitori e suo fratello, e aver ricevuto dal padre la raccomandazione di non tornare tardi - come il ragazzo aveva l'abitudine di fare -, Takuya andò in garage a prendere la sua bicicletta e iniziò a pedalare di buona lena verso il parco di Shibuya, dove sapeva che Masaru si era diretto. Si fermò per un attimo vicino all'incrocio a T poco distante da casa sua e restò ad osservare qualche macchina che passava lentamente. Quel giorno, passare di là gli aveva risvegliato un mare di ricordi... era lì che aveva rischiato di farsi investire da un camion, nella sua fretta di arrivare alla stazione di Shibuya e prendere il treno per DigiWorld! Ed era sempre lì che, nel suo breve ritorno nel Mondo Reale nei panni di Flamon, aveva cercato di impedire a sè stesso di raggiungere il Trailmon...

Scosse la testa con un sospiro. Quello era stato uno dei momenti più bui del suo viaggio, quello in cui aveva rischiato di perdere tutta la fiducia in sè stesso dopo una schiacciante sconfitta per mano di Duskmon... ma, per fortuna, era riuscito a recuperarla dopo essersi reso conto della responsabilità che aveva nei confronti di DigiWorld e degli altri Leggendari Guerrieri, ed era tornato nel Mondo Digitale appena in tempo per salvare gli altri dalle grinfie di Mercurymon e Ranamon.

Decidendo di non perdersi nei ricordi del passato, Takuya appoggiò un piede a terra in modo da mantenere l'equilibrio e tirò fuori dalla tasca il suo cellulare, deciso a fare un giro di chiamate ai suoi amici e mettersi d'accordo per incontrarsi al parco di Shibuya, nel caso fossero stati disponibili. Con movimenti automatici, Takuya iniziò a premere i pulsanti che richiamavano i numeri memorizzati...

...ma si fermò quasi subito, corrugando la fronte per la sorpresa quando, invece del solito bip acuto, il suo telefonino emise uno strano suono cupo. Takuya, un pò spaesato, diede un'occhiata allo schermo, e ci vide apparire, con sua notevole sorpresa, il segnale di batteria scarica.

"Come sarebbe a dire batteria scarica?" si chiese, ragionando ad alta voce. "Eppure... stamattina quando sono uscito di casa, ero sicuro di averlo caricato! Non ci sarà qualche guasto?". Iniziò ad armeggiare con qualche pulsante, ma lo schermo continuava a restituirgli, quasi volesse prenderlo in giro, quello stupidissimo segnale di avvertimento. Pareva che il suo cellulare si fosse incantato lì...

"Accidenti a questi aggeggi..." brontolò Takuya, e premette un pulsante con maggior decisione. "Proprio adesso che dovevo chiamare Kouji-kun e gli altri... ma si può sapere cos'ha, una volta per tutte?"

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"Allora, com'è la situazione?"

"Condizione verde, signore. Il nostro Digital Gate, come quegli stupidi esseri umani lo chiamano, sarà pronto per l'apertura tra non più di un'ora! Se vuole possiamo già selezionare qualche soggetto da trasferire."

"Hmmm... perfetto, ottimo lavoro! Non servirà, ho già deciso chi dei nostri combattenti andrà a fare una visitina al Mondo Reale! Sethmon e Cockatorimon sono già pronti per il trasferimento?"

"Sì, signore. Entrambi ci hanno dato il segnale di conferma. Quali sono i suoi ordini?"

"Niente di speciale... devono solo provocare un pò di buon vecchio caos e testare le difese degli esseri umani, in preparazione alla nostra venuta!"

"Ricevuto. Termino i preparativi, trasmetto i suoi ordini, e invio Sethmon e Cockatorimon nel Mondo Reale!"

"Ottimo... tra non molto, quelle ridicole scimmie si renderanno conto di quanto noi Digimon siamo superiori a loro!"

 

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Masaru ed Agumon indietreggiarono dopo un altro scontro violento, e ripresero fiato. La loro rissa stava andando avanti già da diversi minuti, sotto lo sguardo meravigliato di Yoshino, e nessuno dei due era riuscito a sopraffare l'altro nonostante ognuno di loro avesse già ricevuto un bel pò di colpi. Entrambi, tuttavia, cominciavano a dare i primi segni di cedimento, ed erano piuttosto stanchi... ma non per questo la loro voglia di combattere era venuta meno, anzi sembravano quasi divertirsi!

Masaru si passò un pollice sul labbro inferiore e si asciugò una piccola macchia di sangue uscita da una spaccatura. "Heh... ma tu guarda..." mormorò, la bocca incurvata in un ghigno. "I miei complimenti, lucertolone, mi stai costringendo ad impegnarmi seriamente! Sei più forte di quanto pensassi..."

"Anche tu, ragazzo..." replicò il piccolo tirannosauro. "Ma ci siamo già fatti abbastanza complimenti! Preparati, perchè questo sarà l'ultimo colpo!"

"Mi hai tolto le parole di bocca! Yaaaaah!"

Per l'ennesima volta, i due contendenti si scagliarono l'uno contro l'altro... e sferrarono il loro attacco contemporaneamente, mettendo tutta la loro energia in quell'ultimo colpo decisivo! Per un attimo, i loro occhi si incrociarono, verde vivido in castano dorato, e si scambiarono una luce che voleva esprimere tutta la loro decisione...

...e una frazione di secondo dopo, entrambi colpirono!

Il pugno di Masaru centrò Agumon proprio sul suo largo naso, nel momento stesso in cui il pugno del Digimon affondava nel suo stomaco indifeso e gli strappava un ringhio di dolore! Masaru sentì di nuovo l'aria uscirgli dai polmoni, e i suoi muscoli si irrigidirono per un istante, facendolo restare in piedi nonostante tutto... poi, ancora una volta in contemporanea come se ci fosse stata una sorta di intesa silenziosa tra i due, il ragazzo e il Digimon si afflosciarono a terra e rimasero supini, con le braccia allargate e il respiro affannoso. Il combattimento era finito... e nessuno dei due pareva aver vinto!

"Accidenti. Un doppio knock-out..." mormorò la vocetta acuta proveniente dallo strano congegno elettronico che Yoshino si portava dietro. La ragazza dai capelli rossi, non avendo nulla da aggiungere, scosse la testa desolata e fece per avvicinarsi ai due contendenti per recuperare Agumon. Beh, se non altro, quel ragazzo le aveva risparmiato la fatica di dover mettere il freno a quello scatenato Digimon...

"Hanf... hanf... he... hehehee..."

"Huhuhuhuuu..."

Tuttavia, proprio quando Yoshino aveva iniziato a muoversi verso il Digimon che le era stato ordinato di recuperare, sentì di nuovo le voci sua e di Masaru, e rimase un'altra volta interdetta. Se non per altro, per il semplice fatto che i due contendenti, non appena avevano ripreso abbastanza forze da parlare, non si erano realmente scambiati delle parole...

...avevano iniziato a ridere!

"HAAAAHAHAHAHAHAHA!"

Sì, era proprio così! Quasi completamente incuranti del fatto che fino a qualche secondo prima se le stavano suonando di santa ragione, Masaru ed Agumon avevano iniziato con una risatina a denti stretti, che rapidamente era cresciuta di intensità fino a diventare una fragorosa risata, del tipo che ci si scambia tra amici di vecchia data! Com'era possibile? Dopo tutti quei cazzotti che si erano scambiati, Yoshino si aspettava che non riuscissero neanche ad alzarsi in piedi! E poi... con quella noncuranza! Più li guardava, più ci rimaneva di sasso...

"Hahahahahaaa... hey, lucertolina, bel combattimento..." mormorò Masaru, muovendo gli occhi per incrociare lo sguardo del suo avversario. "Sei in gamba, lo sai? Era da parecchio tempo che non incontravo un avversario così forte... mi sono divertito!"

"Heheheee... anch'io, ragazzo... anch'io..." rispose Agumon. "Per essere un umano, ci sai fare... e sarei onorato di poter diventare il tuo seguace! Allora, che ne dici? Ti va l'idea di essere... il mio capo?" Detto questo, il piccolo dinosauro alzò una zampina artigliata verso il cielo, in segno di cameratismo.

"A proposito... Il mio nome è Agumon! Piacere di conoscerti, capo!"

 

ANALIZZATORE DIGIMON

Nome: Agumon

Tipo: Rettile

Attributo: Anti-Virus

Livello: Rookie

Attacchi: Pepper Breath

Assieme a Veemon, Agumon è ormai il Digimon archetipico! E' un vivace cucciolo di dinosauro che fa da forma base di numerosissime altre evoluzioni, e combatte con aggressività e determinazione, sparando palle di fuoco dalle fauci.

 

Masaru voltò la testa verso il suo 'avversario'. "Hmm? Vorresti essere... il mio seguace?" ripetè, come se stesse riflettendo sulla proposta. Certo, era un pò strano avere come seguace un cucciolo di tirannosauro dal naso grosso... però doveva ammettere che l'idea lo solleticava! "Heh... perchè no! Capo Masaru Daimon... suona bene! D'accordo, Agumon! L'idea mi piace, anche se sei un tipo un pò strambo! La tua proposta è accettata!" Il ragazzo sollevò il braccio e afferrò la zampina artigliata del Digimon, una stretta di mano che simboleggiava la loro nuova intesa!

"Grazie, capo..." rispose Agumon, voltandosi a sua volta verso il ragazzo e sorridendogli amichevolmente. Ancora per un pò, i due nuovi amici rimasero distesi sul legno levigato della terrazza panoramica, poi, con un rapido colpo di reni si rialzarono e si misero seduti, gli sguardi ancora fissi negli occhi dell'altro.

"Okay, Agumon..." iniziò Masaru, rimettendosi in piedi e spazzandosi la polvere dai pantaloni con un rapido gesto della mano. "Allora, per la nostra prima giornata da capo e seguace..."

"Hey, aspetta un momento!" gli arrivò la voce di Yoshino. "Prima che tu cominci a giocare a fare il capo, non credi che anch'io debba fare quello per cui sono venuta?" Masaru alzò gli occhi al cielo quando la ragazza dai capelli rossi gli giunse al fianco e produsse quello strano aggeggio rosa simile ad un telefonino, il cui schermo a cristalli liquidi, sul quale brillava una strana figura rosa, stava brillando in maniera strana.

"Raramon, Realize!" esclamò Yoshino, tenendo il congegno dritto davanti a sè. Lo schermo si accese di bianco, e con enorme stupore di Masaru, dei quadratini di luce rosa uscirono da esso, addensandosi fino a formare una forma sferica sospesa in aria a circa un metro e mezzo da terra! Un altro lampo di luce abbagliò il ragazzo, poi la creatura contenuta nello strano congegno si materializzò davanti a Yoshino: era uno strano Digimon vegetale delle dimensioni di un pallone da calcio, simile ad un fiorellino rosa con quattro petali e un corto e grosso gambo semisferico dal quale si dipartivano corte braccia e gambe. Il suo volto era composto da niente più che tre buchetti neri che facevano da occhi e bocca, dandogli un'espressione un pò inquietante, e dalla sommità del capo spuntava un corto picciolo con una fogliolina verde. Restava sospeso in aria senza l'ausilio di ali o altri organi di volo, sorretto unicamente dalle correnti e dalla leggerezza del suo corpo.

"COSA?" esclamò Masaru, sbalordito dalla vista di questa nuova creatura. "E... e tu chi saresti?"

"Lei è la mia partner, Raramon." rispose Yoshino al posto del nuovo Digimon. "Ed ora, consegnami il Raptor One senza fare storie!"

 

ANALIZZATORE DIGIMON

Nome: Raramon

Tipo: Vegetale

Attributo: Anti-Virus

Livello: Rookie

Attacchi: Nuts Shoot

Digimon vegetale molto tranquillo e pacifico, che ama lasciarsi trasportare dalle correnti d'aria. Attacca sparando raffiche di semi sugli avversari.

"Capo!" ringhiò Agumon, mettendosi di nuovo in guardia. "Sono loro! Sono quelli che mi vogliono rimettere in gabbia! E poi, quando mi avranno ripreso, si sbarazzeranno di me!"

Masaru rivolse lo sguardo al suo 'seguace'. "Cosa? Allora era questo che volevi dire quando mi parlavi..." esclamò, ricordando quello che Agumon gli aveva detto poco prima che loro due si battessero.

"Per favore, non complicare ulteriormente la situazione." chiese Yoshino, calma ma ferma. "Consegnami il Raptor One, e non ci saranno problemi. Quella contro cui hai combattuto è una creatura potenzialmente pericolosa, la cui presenza nel Mondo Reale dovrebbe essere costantemente monitorata."

Gli occhi castano-dorati di Masaru si strinsero fino a trasformarsi in due fessure. Chi era quella lì, per dirgli cosa doveva o non doveva fare? E soprattutto, con quale diritto gli chiedeva di consegnarle un suo seguace? Quella ragazza aveva bisogno che qualcuno le spiegasse come andavano le cose...

"Ah, davvero? Beh, mi spiace tanto deluderti, ma per tua informazione, Agumon mi ha appena riconosciuto come suo capo, e un vero capo difende i suoi seguaci! Quindi, rossa, la tua richiesta è rifiutata!" esclamò Masaru. Con uno scatto improvviso, il ragazzo si chinò verso Agumon e se lo mise sulle spalle come se non pesasse nulla. "Andiamocene, Agumon! Qui non abbiamo più niente da fare!" Detto questo, Masaru fece per correre via, ma venne intercettato da Raramon.

"Nuts Shoot!" esclamò il fiorellino fluttuante, e sparò dalla bocca una pioggia di semini neri che esplosero sul terreno davanti al ragazzo. Con un'imprecazione soffocata, Masaru fu costretto a fermarsi, ma Agumon non aveva intenzione di rimanere fermo, e rispose subito con un suo attacco! Il piccolo dinosauro alzò la testa verso Yoshino e Raramon, prese fiato e...

"Pepper Breath!" ringhiò, spalancando le sue piccole fauci e sparando una piccola sfera infuocata che costrinse la giovane agente e la sua Digimon ad indietreggiare allarmante. La minuscola meteora esplose sull'asfalto davanti a loro, e una densa nube di fumo grigio si levò dal terreno, penetrando loro negli occhi e accecandole temporaneamente.

"Hey! E questo cosa..." protestò Yoshino, mentre cercava vanamente di ripararsi gli occhi con le braccia. "Cough... Cough... accidenti, non vedo più nulla..."

"Y-Yoshino!" esclamò Raramon, con una vocetta acuta e melodiosa. "Ci stanno per scappare..."

In effetti, Masaru e il suo 'seguace' appena acquisito non erano tipi da farsi sfuggire una simile occasione, ed erano già partiti ad altissima velocità nella direzione opposta! Il ragazzo alzò lo sguardo verso il suo partner, ora al sicuro sulle sue spalle, e gli rivolse uno dei suoi classici sogghigni sicuri, facendo un segno dell'okay con la mano libera. "Hey, Agumon! Ottima strategia di distrazione! Davvero degna di un mio seguace!"

"Hehehee... cerco di fare del mio meglio, capo..." rispose il piccolo dinosauro, lusingato. "Ma adesso... dove andiamo? Sai per caso dove potremmo nasconderci?"

Masaru rivolse nuovamente lo sguardo alla strada davanti a sè e riprese la corsa con ancora più convinzione. "Su questo puoi scommetterci! Stai tranquillo, conosco questi quartieri meglio delle mie tasche! Non ci beccheranno mai!" gli rispose.

"Sei il migliore, capo!"

Mentre il ragazzo e il suo Digimon si allontanavano di gran carriera, il fumo sollevato dal Pepper Breath di Agumon si era finalmente diradato, permettendo a Yoshino e a Raramon di vedere il loro obiettivo che si allontanava all'orizzonte sulle spalle di quel misterioso - ed esaltato! - teppistello... oltre che il minuscolo buco che Agumon aveva aperto nell'asfalto con la sua palla di fuoco! Yoshino tossì un paio d volte, usando la mano libera per diradare il fumo, e rivolse lo sguardo alle due figure che si allontanavano. Niente da fare, erano troppo lontane per provare ad inseguirle. La ragazza schioccò le dita per il disappunto e strinse i denti.

"Tsk... Peggio che mai..." dichiarò Yoshino. "Mi dispiace, Raramon, ma ce li siamo lasciati sfuggire!"

Il Digimon fiore, spazzandosi di dosso le macchie di fumo, fluttuò vicino alla sua partner umana. "Beh, non è un grosso danno, Yoshino... Dopotutto, non possono sfuggire ai rilevatori del quartier generale. Non possono nascondersi da nessuna parte." commentò con tutta calma.

"Sì, anche questo è vero..." rispose la ragazza dai capelli rossi, rimettendo lo strano oggetto simile ad un telefonino nella tasca frontale della sua uniforme rossa. "E tuttavia, con un Digimon senza controllo in libertà, non si sa mai quello che potrebbe accadere..."

BRRRRRRING!

Il cercapersone di Yoshino emise un acuto suono di allarme, e la ragazza non perse tempo a rispondere. Ovviamente, un'altra chiamata dal quartier generale... e il capitano non sarebbe stato molto contento di sapere che aveva fallito l'operazione di recupero...

"Sì, qui agente Yoshino Fujieda..." rispose, attivando la comunicazione. Come immaginava, la voce del capitano Satsuma le rispose all'istante... eppure, non aveva il tono severo che la giovane agente della DATS si era aspettata...

"Agente Fujieda, abbiamo monitorato gli eventi, e abbiamo assistito al combattimento tra quel civile e il Raptor One..." rispose il capitano. "E abbiamo appurato qualcosa di molto interessante: la prima volta che quel ragazzo ha colpito il soggetto da recuperare, i nostri strumenti hanno rilevato in lui la reazione tipica di una Digi-Soul."

Gli occhi di Yoshino si spalancarono visibilmente. "Che cosa? Capitano Satsuma, davvero quel ragazzo avrebbe in sè una Digi-Soul? Mi sembra... incredibile!" esclamò, a voce un pò più alta di quanto volesse. Al suo fianco, anche Raramon sobbalzò incredula.

Le sembrò quasi di percepire il cenno di assenso che il suo superiore fece dall'altra parte del comunicatore. "So che può sembrare incredibile, agente Fujieda, ma queste sono le rilevazioni, e la percentuale di errore è pressochè nulla. Quel ragazzo possiede una Digi-Soul, non c'è ombra di dubbio."

"Accidenti..." commentò la ragazza, intuendo dove voleva arrivare il capitano. "Questo cambia molte cose..."

"Precisamente. Quel ragazzo potrebbe rivelarsi un ottimo acquisto per la nostra organizzazione." fu la risposta di Satsuma. "Quindi, anche gli ordini sono cambiati. Fujieda, adesso noi cercheremo di risalire all'identità di quel ragazzo, cosa per cui prevedo ci vorrà non più di un'ora... dopodichè, ti forniremo le sue generalità, e tu avrai il compito di parlargli e cercare di convincerlo ad arruolarsi nella DATS. Gli spostamenti del Raptor One sono costantemente monitorati, per cui non c'è la possibilità che quei due ci sfuggano."

"Sì, capitano. Ricevuto." concluse Yoshino. "Cercherò di parlare al ragazzo e convincerlo... anche se mi sembra un tipo un pò turbolento. Non so se avrà davvero voglia di collaborare."

"In ogni caso, adesso è implicato nella vicenda Digimon." rispose il capitano. "Capirai quindi che non possiamo sorvolare, e che alla fine dovrà fare una scelta, che gli piaccia o no. Fujieda, ti richiameremo non appena sapremo qualcosa di più su di lui. Passo e chiudo."

"Ricevuto, capitano Satsuma!"

Dopo che Yoshino ebbe pronunciato quest'ultima frase, la chiamata si interruppe, e il cercapersone riprese ad emettere un fastidioso segnale di statico. La giovane agente disattivò il cercapersone e se lo rimise in tasca, mentre Raramon si avvicinava a lei.

"Allora, Yoshino..." iniziò il piccolo Digimon fiore. "Gli ordini adesso sono cambiati, vero?"

La ragazza fece un cenno affermativo con la testa. "Sì, Raramon... Satsuma-san è convinto che quel tipo possa diventare un ottimo agente della DATS, e finora non si è mai sbagliato su questo argomento. Certo però che mi aspettavo un'operazione di routine... e invece adesso la faccenda si è un pò complicata!"

La giovane agente non poteva certo immaginare che enorme impatto avrebbe avuto quel piccolo imprevisto sugli eventi a venire. Quella che era iniziata come una qualsiasi giornata, col tempo si sarebbe rivelata essere qualcosa di più... molto di più...

 

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Quartiere di Shibuya, ore 17:00...

"Accidenti... e andiamo, stupido cellulare! Smettila di fare le bizze e mettiti a funzionare!"

Da un'altra parte del quartiere di Shibuya, del tutto ignaro degli eventi di appena un'ora prima, Takuya Kanbara stava disperatamente cercando di capire cosa non andasse con il suo telefonino, sul cui schermo continuava a lampeggiare l'indicazione di batteria scarica. Come se non bastasse, quando Takuya aveva provato a chiamare i suoi amici senza curarsi di quel segnale, aveva scoperto che tutte le funzioni sembravano essere state disattivate, cosa che normalmente, anche in caso di bassa carica, non sarebbe dovuto accadere. Perciò, Takuya non aveva potuto chiamare nè Masaru nè gli altri Digiprescelti per mettersi d'accordo con loro... e il fatto di stare perdendo un'occasione di passare il pomeriggio con i suoi amici lo irritava non poco!

Con un sospiro e un lento movimento della testa in segno di esasperazione, Takuya appoggiò la sua bicicletta al muro di un cantiere edile vicino al quale stava passando, e si appoggiò con la schiena ad un lampione, per esaminare con tutta calma la situazione: non sembrava esserci nulla di insolito nel suo telefonino, a parte quella insolita reazione e il fatto che la tastiera fosse bloccata. Il ragazzo premette il tasto di spegnimento, ma anche quello non ebbe nessun effetto, e riuscì soltanto ad irritare ancora di più l'ex-guerriero del fuoco.

"Accidenti a questi marchingegni... non appena scade la garanzia, ti mollano! Accidenti, se almeno avessi qui il libretto di istruzioni..." mormorò tra sè. L'ultima volta che il suo telefonino aveva fatto questi 'capricci' era stato tre anni fa, quando aveva ricevuto il messaggio che aveva cambiato per sempre la sua vita... e anche in quel caso, il cellulare non era bloccato...

Un momento! Tre anni fa era stata l'ultima volta che...

Questo pensiero, che sorse spontaneo alla mente del ragazzo castano, lo fece sobbalzare: quando lui e i suoi amici si erano separati dai loro Digi-Spirits, da Bokomon e da Neemon, dopo aver distrutto il Satan Mode di Lucemon, si erano sentiti dire che forse un giorno si sarebbero rivisti... e allora... che quello che stava accadendo al suo cellulare altro non fosse che...

Il cuore di Takuya accelerò leggermente per l'emozione. I Digi-Spirits del Fuoco (Agunimon, BurningGreymon ed Aldamon) erano stati i suoi fidati compagni in tutto il suo viaggio a DigiWorld... e l'idea di poterli finalmente rivedere lo riempiva di gioia, ma al tempo stesso lo preoccupava: se davvero i Digiprescelti erano di nuovo richiesti a DigiWorld, allora questo voleva dire che erano sorti nuovi problemi... e certo non problemi di poco conto!

Ma no, disse tra sè Takuya, rimproverandosi un'immaginazione troppo fervida... perchè mai, si stava chiedendo, era andato subito a pensare a quell'ipotesi? Non era detto che fosse quella la verità...

...e tuttavia, gli rispose un'altra voce interiore, che altro avrebbe potuto essere? Non aveva mai sentito di cellulari che si comportavano in quel modo, bloccandosi senza motivo apparente... era sicuro di aver caricato il suo telefonino... e allora questo non lasciava che una possibilità, quella che Takuya allo stesso tempo sperava e temeva...

Nel frattempo, all'interno del cantiere edile, a pochi metri da Takuya e dai suoi interrogativi, il lavoro degli operai andava ordinatamente avanti, tra materiali che venivano trasportati da un punto all'altro e carrucole che venivano sollevate: erano in corso dei lavori di restauro della fiancata di un palazzetto di pochi piani, al cui piano terreno si trovavano negozi di alimentari e di cancelleria, e che per il resto era un complesso residenziale. Gli operai stavano lavorando a pieno regime, desiderosi di portare avanti quanto più possibile le opere di ricostruzione prima che la giornata di lavoro finisse.

"Uff... accidenti, ragazzi, oggi è stata davvero una giornata piena!" commentò un operaio, sbattendo a terra senza tante cerimonie il sacco di cemento che aveva trasportato. "Persino la pausa pranzo è stata più breve del solito, e non avremmo neanche finito! Manca ancora un'ora alla fine del turno!"

"Di cosa ti lamenti, Tanaka?" gli rispose un collega, che stava portando una carriola piena di utensili da lavoro vicino ad una scavatrice. "Dopotutto, non possiamo far aspettare i residenti! Prima finiamo i lavori, meglio è per tutti!"

"Già, già... non dirlo a me, Yamada!" rispose quello di cognome Tanaka. "Tuttavia, non mi dispiacerebbe se ci dessero dei turni di lavoro un pò meno massacranti..."

"Personalmente, non è la fatica che mi disturba..." fu la risposta dell'altro operaio, che appoggiò la sua carriola e si asciugò un rivoletto di sudore che gli colava lungo la tempia. "Quello che un pò mi dà fastidio, invece, è che questo lavoro, in fondo, rimane sempre lo stesso ogni giorno... il solito tran-tran, porta qua, cementa là, vai su, vai giù... un pò monotono, se posso dire la mia! Sai, Tanaka, a volte vorrei che succedesse qualcosa di inconsueto... qualcosa di nuovo ed eccezionale, mi spiego?"

"Hey, voi due sognatori! Vedete di darvi una mossa con quei materiali, altrimenti l'unica cosa inconsueta sarà la strigliata che ci darà il capocantiere!" li richiamò, con tono amichevole, un altro operaio più robusto. "Vediamo di concludere i lavori della fiancata Est prima di sera, okay?"

Gli altri due sospirarono. "Va bene, va bene... accidenti, Suzuki, ma tu non ti prendi mai un attimo di paura? Sembri instancabile!" si lamentò, altrettanto scherzosamente, Yamada. "D'accordo, adesso vediamo cosa si può fare..."

Prima che l'operaio più giovane potesse terminare la frase, un suono basso, simile a quello di una sirena della polizia ma meno penetrante e più tenue, raggiunse le orecchie dei tre e dei loro colleghi, facendoli fermare lì dov'erano. Tutti gli operai abbandonarono quello che stavano facendo e si voltarono verso la sorgente di quello strano suono, che loro non riconoscevano nè come la sirena della fine del turno, nè come un segnale d'allarme, e che stava salendo e scendendo di intensità come l'emissione di una radio disturbata da interferenze. Proveniva da uno spiazzo isolato del cantiere, dove erano ammassate pile di mattoni...

"Cosa?" chiese uno degli operai. "Ma che... razza di rumore è? Cosa sta... succedendo?"

Quello che successe dopo gli fece desiderare di non aver mai posto la domanda: appena davanti alla catasta di mattoni, si aprì dal nulla un grande anello di luce bianco-azzurrina, del diametro pari all'altezza di un uomo normale e posto verticalmente, il cui interno sembrava un corridoio dalle pareti in wireframe verde smeraldino, percorso in tutta la sua lunghezza da una luminosa linea viola che contribuiva al suo aspetto innaturale, e che si perdeva in lontananza nell'oscurità più nera. Con un urlo di sorpresa e di paura, molti degli uomini si ritirarono di un passo quando il misterioso tunnel si espanse, fino quasi a toccare in altezza il piano di mezzo del piccolo palazzo, e un ruggito che poco aveva di umano provenne dai suoi oscuri meandri...

"R-ragazzi..." balbettò un operaio. "Questo... questo è... uno Stargate o cosa?"

Prima che chiunque potesse proferire parola, la terra iniziò a tremare sotto una raffica di passi pesanti, e due diabolici occhi rossi, gli occhi di una belva infuriata che guardavano gli umani con voracità, si accesero nelle profondità del 'cancello dimensionale'! Il loro proprietario, l'ombra di un mostruoso animale corazzato più grande di un elefante, si profilò contro le pareti della galleria, le zane puntate contro i piccoli uomini che lo osservavano terrorizzati...

"Accidenti a te, Yamada! Di questo do la colpa a te... e alle tue maledette manie di 'qualcosa di insolito'! Scappiamo, ragazzi!" urlò a squarciagola Tanaka, lasciando cadere per terra tutto ciò che aveva tra le mani e voltandosi rapidamente verso l'uscita del cantiere per poi infilarla a gambe levate! Per loro fortuna, tutti i suoi colleghi furono abbastanza assennati da non restarsene lì impalati ad ammirare lo 'strano fenomeno' e seguirono il suo esempio, in una marmaglia urlante che aveva ben poco a che spartire con l'ordine di poco prima!

La confusione che era scoppiata all'interno del cantiere era stata sentita anche dai passanti occasionali, che si erano messi ad osservare da distanza di sicurezza, formando una piccola folla vicino all'ingresso... e tra questi, c'era un Takuya Kanbara insolitamente allarmato, che cercava in qualche modo di farsi strada e vedere cosa stava succedendo! Aveva lo strano presentimento che fosse in qualche modo collegato alle disfunzioni del suo cellulare...

"Scusate... scusate, permesso!" esclamò il ragazzo castano, mentre cercava di sgusciare tra uno spettatore e l'altro. Superati la calca e gli spintoni, Takuya arrivò di fronte alla folla appena in tempo per vedere gli ultimi operai che scappavano terrorizzati, tra grida e invocazioni di aiuto.

"Un mostro! Un mostro! Scappate tutti!" urlò uno dei fuggiaschi.

Mentre tutti attorno a lui iniziavano a vociare (chi parlando di allucinazione collettiva, chi temendo che dicessero la verità, e chi attribuendo il tutto a qualche bicchiere in più di sakè bevuto durante la pausa pranzo...), e a ritirarsi lentamente, il sempre più sospettoso Takuya si avvicinò all'ingresso del cantiere, il fiato trattenuto nei polmoni per la tensione. Quella che era iniziata come la prima giornata di un tranquillo week-end si stava trasformando in qualcosa di più, e Takuya non sarebbe stato tranquillo finchè non fosse andato a fondo di quella faccenda!

"Prima il mio cellulare, ed ora questo operai che parlano di mostri... ma che sta succedendo qui?" pensò, del tutto indifferente alle voci di qualche passante che, prima di mettersi al sicuro, lo chiamava avvertendolo di allontanarsi da lì al più presto. Seguendo la sua curiosità, Takuya si appiattì contro il muro di delimitazione del cantiere... proprio quando uno spaventoso ruggito, simile a quello di un leone ma amplificato di diverse decine di volte, assalì i suoi timpani, facendogli stringere i denti per l'improvviso dolore! Un pò rintronato, Takuya si massaggiò la tempia con una mano e si arrischiò a sporgere gli occhi oltre la staccionata...

...e quello che vide gli fece gelare il sangue nelle vene!

Un nero varco dimensionale, da cui stava uscendo una forma terrificante.

Una creatura mostruosa...

Un Digimon!

 

----------

 

Nel frattempo, Masaru e Agumon si erano rifugiati in un punto panoramico di un palazzo di Shibuya, dalle cui ampie finestre si poteva godere di una interessante vista panoramica sul quartiere. Sicuri di essere ora lontani da occhi indiscreti e da seccatori che lavoravano per chissà quale misteriosa organizzazione, i due nuovi amici stavano approfittando del momento di riposo.

"Okay... qui, almeno per un pò, non dovrebbero trovarci!" disse Masaru, mentre gettava un'occhiata alla città sotto di sè. "Allora, Agumon? Che te ne pare del Mondo Reale? Come prima visita non mi sembra male, eh?"

Il piccolo dinosauro, comprensibilmente eccitato, teneva il viso appiccicato al vetro della finestra, e i suoi grandi occhi schizzavano da una parte all'altra, ora ammirando le automobili che percorrevano la strada sotto di loro, ora soffermandosi sulle persone e sui negozi... Per lui era un'esperienza completamente nuova, e l'emozione era incredibile! "Io... sono stupefatto! Dico davvero, capo, in tutta la mia vita non ho mai visto niente di simile! Da... da quando sono entrato nel tuo mondo... ricordo che sono sempre stato rinchiuso in una cella vuota, nel posto da cui poi sono scappato! Non credevo... che il tuo mondo fosse così vasto... e così bello!"

"E non hai ancora visto niente!" rispose Masaru, per poi porre una domanda spinto dalla curiosità. "Ma... prima che proseguiamo il nostro giro di Shibuya, vorrei chiederti... questo 'Mondo Digitale' di cui parli, com'è fatto? Mi pare di capire che è molto diverso..."

Agumon si staccò dalla parete di vetro e rivolse uno sguardo improvvisamente serio al giovane street fighter.Esitò un attimo prima di parlare, come se quella domanda gli avesse fatto venire un pò di malinconia. "Ehm... sì, in effetti il Mondo Digitale... o DigiWorld, come vuoi chiamarlo... è un luogo molto diverso... e talmente grande che non credo che nessun Digimon potrebbe mai vederlo tutto, anche con le lunghe vite che abbiamo... io stesso, se devo dire la verità, ho pochi ricordi: temo quindi che non ti potrò raccontare molto... ti posso solo dire che un giorno, mentre facevo la mia vita come tutti gli altri Digimon, sono stato risucchiato da una specie di grande buco che mi si è aperto davanti all'improvviso... e sono finito qui! Altro non ricordo, purtroppo, a parte il fatto che negli ultimi tempi c'è stato un pò di caos, a DigiWorld..."

"Davvero? Beh, non importa se non ricordi..." rispose Masaru. "Adesso, quello che dobbiamo fare è cercarti una sistemazione, non possiamo mica lasciare che qualcuno ti veda mentre..."

GRRRRRROOOOOOWWWWWWL!!!

La frase di Masaru venne interrotta da un sordo, e inconfondibile, brontolio proveniente dallo stomaco di Agumon, che iniziò a vacillare comicamente e i cui occhi si trasformarono in spirali! "C... capo..." mormorò, tenendo la bocca semiaperta e lasciando colare da essa un filo di bava. "Io... dopo quel combattimento... e tutto quel correre... mi è venuta... una fame... da... lupi..."

Colto di sorpresa, Masaru sbattè gli occhi. Accidenti, ecco una cosa a cui non aveva pensato! Ma non ebbe il tempo di rifletterci su , visto che Agumon, come in trance, si stava avvicinando a lui tenendo la bocca pericolosamente spalancata...

"A-Agumon?" esclamò. "Che... che stai facendo...?"

"Ho fame, capo... ho fame..." ripetè il Digimon, avvicinandosi sempre di più al suo amico umano... sempre di più...

...e ancora...

...e poi ancora...

...

*KA-POW!*

Il rumore del pugno di Masaru che incontra la testa di Agumon.

"CHE CAVOLO TI E' SALTATO IN MENTE?" strepitò il ragazzo, con il viso distorto in una comica smorfia di indignazione e una venuzza pulsante sulla fronte, mentre davanti a lui Agumon si massaggiava un grosso bernoccolo che gli spuntava sulla testa. "Cosa stavi cercando di fare, di mangiarmi?"

"Owww..." si lamentò Agumon, rinsavito di colpo. "Scusami, capo... non volevo, ma non ci vedevo più dalla fame!"

Masaru sospirò e si arrese all'evidenza della situazione. Doveva trovare qualcosa da far mettere sotto i denti ad Agumon, prima di pensare a trovare un nascondiglio... "Uff... e va bene, ho capito... allora, Agumon, adesso scendo giù in strada e vado a comprarti qualcosa da mangiare. Tu però non muoverti di qui, ci siamo intesi?" esclamò mentre iniziava a dirigersi verso l'ascensore e puntava l'indice verso il terreno, in modo da dare più forza alle proprie parole. Quando Agumon gli rispose con un saluto militare accompagnato da un cenno affermativo, Masaru sorrise e ricambiò il cenno di intesa. "Molto bene! Tornerò tra un attimo..."

"Eh-hm... prima che tu vada, vorrei avvertirti che i Digimon non mangiano il cibo terrestre. Solo noi della DATS possiamo darti il cibo che serve all'alimentazione corretta del Raptor One." esclamò una conosciuta voce femminile nel momento in cui le porte dell'ascensore si aprirono con un leggero fruscio. Masaru, dopo un iniziale attimo di sorpresa, alzò gli occhi al cielo quando dall'ascensore scese la stessa ragazza dai capelli rossi che aveva visto poco prima al parco, che si portava dietro quella specie di fiorellino volante (al momento assente), e che gli aveva imposto di consegnarle Agumon... ma come aveva fatto a ritrovarli così facilmente, accidenti a lei?

"Ugh, sei ancora tu... Mi spieghi come diavolo hai fatto a trovarci?" brontolò Masaru, mentre Agumon, scattato sull'attenti, si metteva in guardia. Dal canto suo, Yoshino uscì dalla cabina dell'ascensore con tutta la tranquillità di questo mondo, come se fosse venuta soltanto per scambiare chiacchiere amichevoli con i due.

"Tutto molto semplice, in realtà..." rispose la ragazza. "Vedi, un Digimon che si trova nel Mondo Reale emana un segnale inconfondibile, una 'reazione digitale', per così dire, che le nostre tecnologie possono individuare e localizzare con precisione millimetrica. Scappare non vi è servito a molto."

"Tsk..." grugnì irritato il ragazzo. "Beh, neanche seguirci è stata una grande idea, rossa! Ti ho già detto che io non vi riconsegno Agumon, e questo è quanto! Ora, vorresti gentilmente toglierti dai piedi?"

Yoshino accolse con tutta calma la risposta brusca del suo interlocutore. Del resto, era quello che si aspettava da lui... "Con calma, Masaru Daimon-kun. Innanzitutto, devo comunicarti che i miei ordini sono cambiati, e non sono qui per catturare quel Digimon... bensì per fare sia a te che a lui una proposta che sono convinta vi interesserà."

Masaru corrugò la fronte, senza abbandonare i suoi sospetti. "Una ... proposta? Hey, aspetta un momento, tu! Come fai a sapere il mio nome? Chi sei tu?"

"Sono venuta a sapere diverse cose su di te in quest'ultima ora..." rispose Yoshino, sorridendo con un certo orgoglio. "Masaru Daimon, 14 anni, gruppo sanguigno B. Studente di scuola superiore, esperto di arti marziali, conosciuto per piccoli atti di teppismo di poco conto. Vivi con tua madre, Sayuri Daimon, e tua sorella minore Chika in una piccola casa al limite estremo est di Shibuya. Tuo padre, il professor Suguru Daimon, informatico e anche lui esperto di arti marziali, è scomparso tre anni fa in circostanze misteriose, poche settimane dopo il black-out generale che ha colpito Tokyo."

Mentre la ragazza proseguiva la sua requisitoria, Masaru restava ad ascoltare sempre più meravigliato, e sul suo viso si stava dipingendo un'espressione di grande fastidio. Come faceva un'estranea a sapere così tante cose di lui? C'era qualcuno che lo teneva monitorato o cosa? In ogni caso, Masaru voleva delle risposte, e in fretta, anche! Il giovane street fighter non era esattamente conosciuto per la sua pazienza...

"Okay, signorina... adesso mi spieghi per filo e per segno come fai a sapere tante cose di me!" ingiunse.

L'espressione di Yoshino si fece nuovamente seria, mentre produceva un documento che assomigliava molto ad un tesserino delle forze dell'ordine, con una sua fototessera attaccata e decorato da un simbolo simile ad un cerchio con tre segmenti verticali che ne intersecavano la parte superiore. "Il mio nome è Yoshino Fujieda, ho 18 anni e lavoro per la DATS, abbreviativo di Digital Accidents Tactics Squad. Siamo un'organizzazione tacitamente riconosciuta dal governo che si occupa della gestione e del controllo dei Digimon che appaiono nel Mondo Reale, e si assicura che non provochino danni a cose o persone." spiegò, sempre con quel tono professonale che la accompagnava sempre. "Noi della DATS abbiamo accesso ai registri anagrafici e a diversi dati personali di numerosi cittadini del Giappone, per meglio espletare le nostre funzioni... ma questi sono dettagli in più. Quello che ti interessa sapere è appunto questo, che noi ci occupiamo di fermare i Digimon sconfinanti nel Mondo Reale e rimandarli a DigiWorld, da dove sono venuti."

"Cosa?" chiese Masaru, ancora un pò perplesso. "Aspetta un momento! Questo vorrebbe dire... che prima di Agumon e del tuo fiorellino volante... sono venuti altri Digimon qui da noi?"

"Hey, amico! Guarda che io ce l'ho un nome, mi chiamo Raramon!"

La vocetta acuta della partner di Yoshino, proveniente dallo strano aggeggio simile ad un telefonino cellulare che la ragazza teneva in una tasca frontale dell'uniforme, raggiunse le orecchie del ragazzo e di Agumon. Masaru sbattè gli occhi incredulo, mentre Yoshino faceva un sorrisetto ed estraeva di tasca il congegno elettronico, mostrandone lo schermo ai suoi interlocutori... su di esso, con sua grande sorpresa, Masaru vide proprio quella strana creatura simile ad un fiore volante che accompagnava Yoshino la prima volta che lui l'aveva incontrata... e che era sembrata materializzarsi dal nulla proprio da quello strano 'cellulare'! L'unica differenza era che la sua faccetta, prima poco espressiva, era ora segnata da un sospetto di indignazione, e le sue piccole braccia erano incrociate davanti a sè...

"Hehee... Non te la prendere troppo, Raramon, sono sicura che Masaru-kun non aveva intenzione di mancarti di rispetto!" le disse la ragazza, prima di rivolgersi di nuovo a Masaru. "Esatto... non ne avete mai sentito parlare perchè noi della DATS abbiamo fatto in modo che le notizie non circolassero, ma già da tempo diversi Digimon stanno entrando nel Mondo Reale, per motivi che a tutt'oggi ci sfuggono, e stanno cercando di provocare il caos. Per mantenere l'armonia e la pace in entrambi i mondi, è stata istituita quest'organizzazione, la DATS appunto, nella quale esseri umani e Digimon lavorano assieme per questo fine. Io, come agente attivo, ho Raramon come partner, e tramite questo congegno, che noi chiamiamo Digivice-Ic, sono in grado di portarla dove voglio senza farla notare da nessuno, per farla materializzare solo al momento opportuno... come ho fatto poco fa al parco!"

Masaru ed Agumon osservarono incuriositi lo strano oggetto. Certo, sembrava una bella idea quella di poter portare con sè il proprio Digimon senza che nessuno lo vedesse... ma non era un pò stretto quell'aggeggio? In ogni caso, ora la domanda era un'altra.

"Okay, signorina..." riprese Masaru, dopo aver fatto un altro sospiro. "Tutto quello che ci hai raccontato è sicuramente molto interessante e profondo, ma adesso veniamo al sodo. Se non sei qui per catturare Agumon, allora cosa sei venuta a fare?"

Yoshino prese un respiro un pò più profondo. Era il momento di fare la domanda fatidica...

"Sono qui per proporti di unirti alla DATS, Masaru Daimon-kun."

Masaru tirò indietro la testa, colto alla sprovvista, e la sua fronte si corrugò. "Eeeeeh? Cosa... A-aspetta un momento! Come sarebbe a dire unirmi a voi? Io e Agumon... dovremmo diventare vostri agenti?"

"Beh, non è che vi stiamo obbligando..." spiegò Yoshino. "Tuttavia, vi sto ponendo di fronte ad una scelta: se voi che il tuo Agumon rimanga con te, la tua unica scelta è diventare un membro della DATS, e credimi, hai tutte le carte in regola per farlo! Se non volessi farlo, la scelta è tua... però, in questo caso, dovresti consegnarci il tuo Digimon in modo che noi possiamo rimandarlo nel Mondo Digitale da cui proviene. Allora, Masaru Daimon, qual è la tua scelta?"

Il ragazzo rimase in silenzio per qualche secondo, scambiandosi solo un'occhiata con Agumon come se volesse chiedergli un suo parere. Il suo umore era appena peggiorato in maniera palpabile: si trovava davanti a due possibilità di scelta, nessuna delle quali gli sembrava molto allettante. Non era certo interessato a diventare uno sbirro al servizio di qualche organo governativo... ma l'alternativa era quella di perdere Agumon, al quale, doveva ammetterlo, si stava già affezionando nonostante quel maldestro tentativo del Digimon di assaggiarlo, poco prima. E poi, ora Masaru era il suo capo... il suo aniki... e un capo non poteva certo abbandonare il suo seguace quando voleva!

Tuttavia, al ragazzo fu negata la possibilità di riflettere ulteriormente sulla proposta: mentre si accingeva ad aprire bocca, un sordo rumore come un rombo di tuono fece vibrare pericolosamente i vetri, e il terreno sotto i loro piedi venne scosso da una scarica di terremoto, mentre un sinistro bagliore rosso accendeva parte del cielo, accompagnato da una fiammata. Masaru, con un grugnito di fastidio, si appoggiò al muro più vicino per non farsi proiettare a terra, Agumon si afferrò saldamente alla gamba dei suoi pantaloni, e Yoshino lanciò un breve urlo e ruotò le braccia in aria per riprendere l'equilibrio perduto, mentre dall'esterno giungevano alcune urla di gente terrorizzata che scappava dal luogo dell'incidente!

"Ugh... e adesso che accidenti succede?" ringhiò Masaru. Non appena la scossa sismica si fu calmata, si staccò dal muro e andò a guardare fuori dalla finestra, seguito a ruota da Agumon e da Yoshino... e quello che vide gli fece sgranare gli occhi!

Da un varco nero e dalle luminose pareti multicolore che si era aperto dal nulla, assolutamente uguale a quello che, quasi contemporaneamente, era apparso al cantiere edile presso il quale si trovava Takuya, stava emergendo la creatura più grande e minacciosa che il ragazzo avesse mai visto: un Digimon simile ad un gigantesco e muscoloso gallo la cui testa toccava il terzo o anche il quarto piano dei grattacieli circostanti, stava avanzando a passi pesanti, lanciando delle acute strida di rabbia e calpestando senza quasi accorgersene tutto ciò che gli capitava sotto le zampe, soprattutto macchine! Coperto da un folto piumaggio bianco sporco che diventava più spesso sul torace, aveva un becco minaccioso i cui bordi erano armati di piccoli denti triangolari, grandi occhi sanguigni dalle pupille ellittiche, e sulla testa una cresta di piume nere che andavano verso avanti. Le sue piccole ali, del tutto inadatte al volo, non reggevano il confronto con una spettacolare coda a ruota di pavone, le cui piume affilate erano stoccate di rosso sulle punte, e con le sue robuste zampe da corridore, armate ciascuna di quattro corti artigli neri.

"E così... quello è uno dei Digimon invasori di cui parlavi?" chiese Masaru, rivolto a Yoshino, che annuì cupamente.

"Sì, purtroppo... e si presenta anche nel momento peggiore! Quello è un Cockatorimon!"

 

ANALIZZATORE DIGIMON

Nome: Cockatorimon

Tipo: Uccello

Attributo: Dati

Livello: Champion

Attacchi: Petra Fire, Feather Sword

Digimon uccello inetto al volo, aggressivo e feroce, particolarmente temuto per la sua capacità di tramutare le vittime in pietra con lo sguardo! Di solito non supera l'altezza di uno struzzo, ma questo è un esemplare di dimensioni eccezionali...

 

"Non c'è tempo da perdere!" esclamò Yoshino, riprendendo quasi subito il discorso. "Tu e Agumon aspettate qui, io e Raramon andiamo a..."

La frase della ragazza venne interrotta, un'altra volta, dallo squillo del suo cercapersone. Yoshino fece cenno a Masaru di attendere, poi afferrò il suo comunicatore e rispose. "Sì, qui agente Fujieda. Quartier generale, so già che è in atto un'emersione di Digimon non autorizzata, nel settore 211."

"Purtroppo, agente Fujieda, la devo rettificare." rispose il capitano Satsuma dall'altro capo del comunicatore. "I nostri strumenti hanno rilevato non una, ma due reazioni digitali contemporanee, una nel settore in cui si trova lei, e una nel settore 300. L'ho chiamata per chiederle a quale dei due settori era più vicina, in modo da farla intervenire lì e mandare una squadra nell'altra zona."

Yoshino spalancò gli occhi incredula. Due accessi illegali al Mondo Reale contemporaneamente? Questo non era mai successo prima, e voleva dire che l'attacco di Cockatorimon non era qualcosa di isolato e a sè stante... faceva parte di una strategia pianificata! "Cosa? Capitano Satsuma, ho capito bene? Due reazioni nello stesso momento?"

"Esattamente... e capisco che la cosa sia molto preoccupante." rispose il capitano, che era giunto alle stesse intuizioni della sua sottoposta. "Non è stata una coincidenza. Comunque, la priorità è fermare questi due attacchi prima che rimangano coinvolti dei civili. Si occupi del Digimon nel settore in cui lei si trova, ma stia attenta. I nostri strumenti ci hanno confermato che è un Cockatorimon, una specie molto pericolosa."

Yoshino annuì, senza mai staccare gli occhi dal gigantesco Digimon gallo, che aveva appena sparato un raggio di energia verde dai suoi occhi e aveva colpito un albero poco distante. L'albero venne immediatamente trasformato in dura, grigia pietra friabile, e Yoshino represse un brivido di ansia. "Sì, capitano Satsuma... è nel mio campo visivo in questo momento. Comunque, io e Raramon possiamo occuparci di lui. Masaru Daimon e il soggetto Raptor One sono al momento..."

Quando la giovane agente si voltò al proprio fianco, non vide più nè Agumon nè Masaru, e la cosa la fece sobbalzare e le mozzò la risposta a metà! Invece che nel luogo dove dovevano essere, i due erano appena entrati nell'ascensore, e si stavano accingendo a scendere al piano terreno, un'espressione terribilmente determinata e sicura sui loro volti! Non ci voleva molto a capire cosa volessero fare...

"Hey! Aspettate un momento, voi due! Che state pensando di fare?" esclamò Yoshino, interrompendo per un istante la sua chiamata per rivolgersi ai due attaccabrighe.

Masaru si voltò verso di lei e le rivolse un segno dell'okay con la mano destra. "E' semplice, no? Hai detto che Agumon può restare nel Mondo Reale solo se collaboro... e allora andiamo giù a sistemare quel polletto troppo cresciuto!

"Tu aspettaci, che noi torniamo subito!" gracchiò Agumon, appena in tempo prima che Masaru premesse il pulsante del piano terra e le porte dell'ascensore si chiudessero davanti a lui e al suo amico umano, separandoli definitivamente dall'esterrefatta Yoshino!

"Ma... ma... cosa vi salta in mente di... non avete neanche un Digivice, aspettate!" cercò di richiamarli, ma ormai era troppo tardi. Quando si vide davanti le porte dell'ascensore, Yoshino sospirò e si mise una mano sulla fronte.

"Ugh... peggio che mai! Quelli non ascoltano nulla!" mormorò esasperata.

"Agente Fujieda... Agente Fujieda, tutto bene?"

"Ehm... Capitano Satsuma, mi dispiace dirle che devo interrompere la chiamata... stanno sorgendo delle complicazioni! Passo e chiudo!" rispose Yoshino, per poi premere il pulsante di fine comunicazione ed estrarre il Digivice-Ic per richiamare Raramon. Il Digimon fiore si materializzò nell'aria appena davanti alla sua partner e si guardò attorno allarmato.

"Yoshino, che succede? Non dirmi che quei due sono andati ad affrontare quel Cockatorimon da soli!" esclamò, non vedendo Masaru ed Agumon da nessuna parte. Suo malgrado, Yoshino si trovò a dover dire di sì con la testa.

"Purtroppo sì, Raramon... dicono di voler affrontare quel Cockatorimon gigante per far guadagnare al Raptor One il diritto di restare nel Mondo Reale!"

Il fiorellino sospirò e disse di no con la testa. "Con tutte le possibili nuove reclute che ci sono in giro, a noi sono capitate proprio le due più testarde..."

 

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Con gli occhi sbarrati, Takuya restò ad osservare incredulo l'enorme forma che stava uscendo a passi pesanti dal varco dimensionale... era un Digimon, non c'era ombra di dubbio! Un terrificante animale, più grande e più muscoloso di un elefante, che sembrava anche molto più aggressivo, che camminava su quattro zampe grosse come tronchi d'albero e dotate di artigli d'avorio bianco su ciascuna delle loro tre dita! Ricordava per certi versi, soprattutto come forma, una versione terrestre di uno squalo, e il suo corpo affusolato di forma quasi cuneiforme, dal ventre azzurro fosforescente, era ricoperto di una spessa pellaccia rossa tappezzata di grossi segni gialli simili a cicatrici, ed ulteriormente protetto da un elmetto bianco molto spesso, con la parte frontale uncinata come il becco di un rapace nella quale si aprivano due fessure dalle quali un paio di occhi sanguigni scrutavano con rabbia il mondo circostante. L'elmo si estendeva anche sulla schiena, coprendo parte della sua spina dorsale. Il suo aspetto mostruoso era reso ancora più imponente da un paio di lame frastagliate a forma di falce che spuntavano dai lati del suo elmo, da un segno rosso a forma di cuore che spiccava, quasi beffardo, in mezzo agli occhi e dalle sue zanne, e da un paio di zanne dallo stesso colore azzurro intenso dello stomaco, simili a quelle di un elefante ma di forma zigzagante anzichè arcuata. La sua coda era composta da un groviglio di robusti peli verdi acuminati come aghi, che proseguivano lungo la spina dorsale della bestia fino a toccare la parte posteriore dell'elmo, e qualche sommesso ruggito si levava dalla sua gola, dando l'impressione di tuoni lontani. Quando la creatura fu uscita del tutto, si guardò attorno come se stesse cercando qualcosa da distruggere... poi gettò indietro la testa e proruppe in un mostruoso ululato che fece tremare la terra e mise in mostra le terrificanti file di denti triangolari che aveva in bocca!

 

ANALIZZATORE DIGIMON

Nome: Sethmon

Tipo: Animale Oscuro

Attributo: Anti-Virus

Livello: Armour

Attacchi: Heat Storm, Tusk Buster

Questo vorace Digimon è considerato da molti un presagio di cattiva sorte, e questo è particolarmente vero per chi cade vittima dei suoi attacchi incandescenti, o delle sue mortali zanne! Pur essendo la Digievoluzione Armour di Veemon con il Digimental dell'Amore, c'è ben poco di amabile in questa bestiaccia!

 

Takuya, nascostosi di nuovo dietro la staccionata, si coprì le orecchie con le mani per non restare assordato, e strinse i denti quando Sethmon iniziò ad attaccare tutto quello che gli stava attorno come un elefante impazzito! Un primo colpo, sferrato con un movimento della testa e un fendente delle sue zanne, fece volare in aria una carriola piena di mattoni e strumenti da muratore come se fosse stata un fragile guscio di noce... poi Sethmon rivolse tutta la sua ira contro una scavatrice parcheggiata vicino a lui, infilò le zanne sotto di essa e la rovesciò con un secco movimento accompagnato da un altro muggito furibondo! Era uno spettacolo terrificante, soprattutto perchè era evidente che il Digimon oscuro non stava facendo il benchè minimo sforzo per mandare all'aria tutto quanto! Se qualcuno non lo avesse fermato, di quel cantiere e di quella palazzina sarebbe rimasto soltanto l'indirizzo!

Ma la domanda era... come? Chi avrebbe potuto fermare quella mostruosità? Queste erano le domande che attraversavano la mente di Takuya in quel momento. Se solo avesse avuto ancora il suo Digivice, avrebbe potuto fare appello agli Spirits del Fuoco e affrontare Sethmon personalmente... ma senza di essi, lui non era niente di più di un comune ragazzo umano, un pò più atletico della media! Non poteva fare nulla contro quel mostro...

Un momento! Cosa aveva detto Bokomon tre anni prima riguardo la possibilità che un Digimon arrivasse nel Mondo Reale? Questa domanda, sorta spontaneamente alla mente dell'ex-possessore degli Spirits del Fuoco, gli fece saltare il cuore in gola, soprattutto quando se ne ricordò la risposta: Bokomon aveva detto che, se un Digimon fosse mai arrivato nel Mondo Reale, avrebbe provocato caos e distruzione! Per questo non era stato mai concesso ad uno di loro di accadere al mondo degli esseri umani! Ma adesso che quella regola era stata infranta... quali sarebbero state le conseguenze? Perchè come era arrivato Sethmon, sarebbe potuto arrivare qualunque altro Digimon, anche molto più forte... e chi avrebbe fermato un invasione di Digimon? Gli esseri umani... avevano forse la possibilità di opporsi a delle creature tanto più forti di loro? Takuya ne dubitava fortemente...

Sempre con nelle orecchie il rimbombo dei ruggiti furenti di Sethmon, Takuya si ritirò di qualche passo, sotto gli occhi dei pochi spettatori rimasti... e sentì un altro suono, questa volta proveniente dal suo telefonino. La paura che lo aveva temporaneamente preso rimpiazzata da una vaga curiosità, il ragazzo si portò a distanza di sicurezza dal cantiere proprio mentre una devastante carica di Sethmon faceva traballare pericolosamente la palazzina... poi, estrasse il cellulare di tasca e diede un'occhiata allo schermo...

...e quello che vide lo lasciò completamente di sasso! Il segnale di batteria esaurita era scomparso, e sullo schermo illuminato era apparso un messaggio che aveva del familiare...

TAKUYA KANBARA. VUOI RICOMINCIARE IL GIOCO?

 

CONTINUA...

 

Note dell'autore: E così, inizia l'azione! Allora, che ve ne è parso di questo capitolo? E così, i fan di Digimon italiani che non hanno accesso ai fansub cominciano a fare la conoscenza di Masaru Daimon e Yoshino Fujieda, oltre che dei loro partner! Ma non c'è stato molto tempo per le presentazioni, dal momento che i Digimon invasori hanno iniziato ad attaccare il Mondo Reale! Sia gli agenti della DATS che i Leggendari Guerrieri dovranno prendere le armi contro questa minaccia...

I primi capitoli forse saranno un pò noiosi, ma diciamo che faranno da reintroduzione dei ragazzi di Frontier e presentazione di quelli di Savers. Oh, e prima che me ne dimentichi, vi dico che introdurrò anche alcuni personaggi nuovi, che diventeranno i custodi dei Digi-Spirits della Terra, dell'Acqua, del Legno e del Metallo! Spero che l'idea vi piaccia... dopotutto, Mercurymon e compagni mi sono simpatici, e ho pensato che sarebbe stata una buona idea riportarli in scena!

Inutile spigolatura: in Giappone, i cognomi Suzuki, Yamada e Tanaka sono i cognomi più banali che si possano avere. Come i nostri Rossi, Bianchi e Verdi... okay, ho capito, non importava a nessuno! -_- U

Beh, con questo ho finito, almeno per adesso! Nel prossimo capitolo, assisteremo al momento che tutti i lettori di questa fanfiction aspettavano... il ritorno in scena di Agunimon, e il primo vero combattimento di Masaru e Agumon! Alla prossima, amici lettori, e lasciatemi una recensione... sennò mi sento solo! ^_^

 

Justice Gundam

 

  
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