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Autore: Ginevra93    22/03/2007    1 recensioni
un bambino deve fare una grande scelta....riuscirà a reggere il peso...?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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il settimo giorno di scuola

IL SETTIMO GIORNO DI SCUOLA

 

Rannicchiato sul suo lettino, pensava. Domani sarebbe stato il suo settimo giorno di scuola! I suoi occhi innocenti si posarono sul suo vecchio zainetto dell’asilo, quello di spider man, con cui aveva passato tanti bei momenti. Sentiva che non voleva abbandonare lo zainetto al triste destino della soffitta…gli ricordava quel lontano lunedì di un anno prima. Era una mattinata fredda d’inverno. La sua pancia gli aveva detto “no, non devi andare a scuola, che sto male!”, lo aveva riferito alla mamma, che era scoppiata a ridere, e lui si chiedeva ancora il perché.

E gli ricordava anche quella volta  che sua sorella più grande, gli aveva messo degli insetti nello zainetto, più precisamente nel sacchetto della merenda. Per fortuna quel giorno aveva dato la sua pizza rossa ad un compagno la cui mamma aveva dimenticato di comperargli la merenda.

Il suo sguardo arrivò poi al suo nuovo zaino “da grande” come diceva il papà, quello delle tartarughe ninja, ben più grande di quello dell’asilo e molto più bello. Quello gli ricordava una scena di pochi giorni prima, quando lui e la sua classe, la prima c, erano scesi in giardino guidati dalla maestra, per giocare in una specie di parchetto con scivoli e altalene, che era nel cortile della scuola.

Lui e il suo compagno di giochi, avevano notato che i bambini dalla terza elementare in su andavano sullo scivolo detto cattivo dalle maestre, poichè dicevano che quello scivolo aveva fatto male a tanti bambini della loro età. E quindi era permesso solo ai più grandi andarci. Ma a lui non sembrava giusto, e voleva provare a scivolare da lì. Pensava che dopo l’impresa, i suoi compagni l’avrebbero trattato come un idolo, e tutti gli avrebbero detto quanto era stato bravo. Scivolare da quell’altezza era una vera e propria prova di coraggio! Saranno stati almeno cento chilometri d’altezza, pensava…ma cosa avrebbero detto la mamma e il papà? L’avrebbero rimproverato? Ancora sveglio, guardò il dorso della sua mano destra: sei stelline blu erano disegnate con cura su di esso. Le aveva fatte la mamma, anche perché solo lei sarebbe potuta essere l’artefice di quell’opera d’arte. Si ricordò del suo primo giorno di scuola: una volta tornato a casa con il pullman, la mamma gli aveva disegnato la prima stellina sulla mano, dicendogli che era stato bravo a scuola e che ogni volta che sarebbe stato così gli avrebbe disegnato sulla manina una graziosa stella blu, ma che quando avrebbe fatto il cattivo, gli avrebbe cancellato l’ultima stella disegnata. Erano proprio belle le stelle che disegnava la mamma…se avesse affrontato l’impresa, una di quelle meraviglie avrebbe dovuto essere lavata via con l’acetone? Sperava proprio di no…certo che…gli sarebbe proprio piaciuto essere lui quello coraggioso una volta…guardando il legno del suo letto a ponte, scorse tra le numerose figurine attaccate, un biglietto luccicante: era quello dell’entrata del lunapark di circa tre mesi prima. Ricordò quella volta che lui e il suo amichetto preferito erano andati una giornata al lunapark con le loro famiglie, anche se il suo papà non c’era perché era impegnato sul lavoro. C’era una casa di paura che sembrava terrificante anche dall’esterno: ragni enormi, mummie, fantasmi, mostri… non avrebbe mai messo piede lì dentro, ma il suo amichetto lo aveva fatto: era uscito tranquillamente con accanto la sua mamma e tutti gli avevano detto che era un ometto forte e coraggioso. Per una volta avrebbe voluto essere lui al suo posto, non voleva più essere il solito fifone…

Con l’immagine dell’alto scivolo davanti, lentamente, si addormentò.

Il giorno dopo andò a scuola. Mentre stava sul pullman pensava ancora all’impresa…e le maestre cosa avrebbero pensato di lui? Avrebbero avuto subito un’idea sbagliata? O lo avrebbero capito? Ne dubitava, ma in fondo cosa poteva succedere? Potevano forse picchiarlo? Bhe, la mamma forse sì…ma il papà e le maestre no. Il papà era sempre impegnato con il lavoro e quando gli diceva qualcosa rispondeva con un lieve borbottio. Le maestre non sapeva perché non avrebbero potuto picchiarlo...sapeva solo che non potevano farlo. Fatto sta che ancora non sapeva che fare ed era già arrivata l’ora di uscire in giardino. Arrivò davanti alle infinite scale dello scivolo, che era tanto alto da non riuscire a vederne la fine. Tutti i bambini erano attorno a lui: quelli di prima lo guardavano con timore, mentre i più grandi con aria di sfida.

Stava per iniziare a salire, ma poggiando la mano destra sul secondo piolo della scala, scorse le sei stelline fatte amorevolmente dalla mamma, e con stupore di tutti e rammarico dei più piccoli, ritirò la mano e si sedette sull’altalena.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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