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Autore: UnGattoNelCappello    06/09/2012    0 recensioni
La guerra, dall'altra parte della barricata. Dalla parte degli assassini.
Il presidente che tutti odiamo racconta la SUA storia, e ci fa capire che forse, in fondo, non è proprio come ce lo immaginiamo.
Forse, è peggio.
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" il Potere... tutti lo sognano, tutti lo inseguono, lo cercano... anch'io, tempo addietro, l'ho sognato, inseguito, cercato... e l'ho raggiunto. Utilizzando ogni mezzo necessario... "
" ...Ma allora, cos'è questa sensazione di vuoto? Perché dentro di me c'è questa voragine? Diventa sempre più grande, e alla fine, mi inghiottirà.
E, stranamente, non ho nulla in contrario."
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Presidente Snow
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stanza n°390

 

Clank, clank. “Odio queste luci”. Pensò il presidente Snow guardando con disprezzo le piccole e luminosissime luci al neon poste l'una a poca distanza dall'altra, lungo tutto il corridoio. Clank, clank. Davano a tutto una luce irreale, senza ombre, come in un sogno. Clank, clank. I passi sul pavimento di metallo rimbombavano come esplosioni nel silenzio assoluto dei sotterranei. Clank, clank. Finalmente arrivò davanti ad una porta bianca, senza serratura né maniglia. Solo una targa: sezione interrogatori. “Sezione torture, caso mai”. Pensò cupo Snow, prima di passare il suo tesserino d'accesso nel sottile spazio tra il muro e la porta. Quella si aprì con un sonoro clunk, facendo sobbalzare il soldato in divisa bianca che sorvegliava la porta dall'altro lato. - Ma che... Oh! - Il giovane pacificatore si riprese all'istante, irrigidendosi in posizione di saluto.

- Signor presidente, cosa posso fare per lei? -

- Sono venuto a fare due chiacchiere con il detenuto numero 390 - Rispose lui beffardo, godendosi tutta l'agitazione e il nervosismo del ragazzo, che era impallidito e apriva chiudeva la bocca come un pesce.

- Io... ecco signore, io credo che serva un permesso... ma, signore, e la sua scorta? -

Il presidente fece una smorfia infastidita con la bocca, ripensando a quei cagnolini che lo seguivano ovunque andasse.

Lui, l'uomo più potente di Panem, che doveva sottostare a degli ottusi soldati! Non sopportava di dover dipendere da qualcuno, sia anche per salvaguardare la sua vita. - Loro... beh, diciamo che si sono presi... una vacanza. - Disse il presidente sottolineando l'ultima parola con un sorriso serpentino. Il soldato deglutì rumorosamente, la fronte sudata che si corrugava leggermente. - Quanto al permesso... penso proprio che la mia posizione mi permetta alcuni privilegi, lei non crede? - Domandò Snow senza smettere di sorridere.

- Io... si, ecco, certo, certamente... io... venga, mi segua la porto... la porto dal detenuto 390. - Balbettò il pacificatore, che sembrava voler essere da qualsiasi altra parte al mondo piuttosto, che lì, sottoterra, da solo in compagnia di quell'uomo terrificante...

Si avviarono lungo quel nuovo corridoio, la parete alla sua destra inframmezzata ogni tanto da piccole porte nere. Clank, clank. Ancora quelle luci. “Devo approvare qualche nuova legge al proposito... sono insopportabili. Clank, clank. Passarono davanti all'ennesima porta, quando il presidente si bloccò all'improvviso. Aveva sentito qualcosa. Un lamento, flebile, quasi impercettibile. Lesse curioso il numero riportato sulla targa della porta. 389. Eccolo, di nuovo. Stavolta più forte, era un lamento orribile, di qualcuno in agonia. - Chi è il numero 389? - Chiese il presidente, il volto impassibile, continuando a studiare la targa. -

- Il... il 389? beh, ecco, mi lasci controllare... - Il ragazzo aprì quasi con violenza un blocco che portava appeso alla cintura, sfogliando febbrilmente le pagine, finché non trovò quello che cercava.

- Ecco... numero 389, Johanna Mason, distretto 7. Ribelle. - Snow, che non aveva staccato gli occhi dalla porta, annuì impercettibilmente, come se quelle poche parole lo avessero aiutato a risolvere chissà quale enigma.

Clank, clank. In un attimo fu davanti alla porta successiva, la numero 390. il pacificatore lo raggiunse quasi correndo, passando il suo tesserino nello spiraglio della porta. Clunk.

- Beh... credo che abbiano appena finito, signor presidente. - Aprì lentamente la porta, illuminando la stanza di un buio profondissimo con uno spicchio di luce proveniente da quelle orribile lampade. Snow arricciò immediatamente il naso dall'odore pungente di sporcizia e sangue che riempiva la stanza. Tutto ciò che riusciva a intravedere era un uomo, un pacificatore, chinato su una sedia, intento a slacciare delle cinghie. Non riusciva a vedere il ragazzo sulla sedia, ma sapeva esattamente chi era. Sentendo il rumore della porta che si apriva, il soldato si girò di scatto, irrigidendosi appena vide chi era il suo ospite.

- Il signor presidente desidera consultare il detenuto. È in condizione di parlare? - Chiese in fretta il soldato. L'uomo non sembrava granché intelligente, ma fu abbastanza furbo da rispondere immediatamente: - Certo, in questo momento è del tutto innocuo. Potrebbe avere delle difficoltà a capire le domande, però. Abbiamo appena finito una sessione abbastanza pesante. - Disse lanciando uno sguardo allo schermo appeso proprio di fronte alla sedia. Il presidente, che sapeva a quale tortura fosse sottoposto il prigioniero, sorrise leggermente. - Oh, sono certo che sia più che in grado di rispondere a qualche domanda. Devo solo essere certo che sia pronto per la sua intervista. - Il pacificatore, senza altre domande, fece un breve inchino e fece per uscire dalla stanza, assieme al soldato che l'aveva accompagnato fin lì. Poi un espressione si fece strada sul suo volto, come se si fosse ricordato improvvisamente di qualcosa. Premette un piccolo pulsante, e la camera si illuminò di una tenue luce arancione. - La aspettiamo qui fuori, presidente. - Detto questo, i due uscirono definitivamente, chiudendosi la porta alle spalle. Clunk.

 

 

 

 

 

--- Bacheca autrice ---

 

Salve a tutti! Questa è la prima fan fiction che scrivo, e spero che piaccia a qualcuno! In realtà, avevo già postato il primo capitolo, ma data la mia completa incapacità al computer l'ho eliminato per sbaglio -.-”

Beh, se volete farmi sapere cosa ne pensate, o se anche solo volete riempirmi di insulti, non esitate a lasciare un commentino :P

A presto,

 

Sara

  
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