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Autore: BlackSkull    07/09/2012    1 recensioni
Lui era diverso, ma anche lei lo era.
Lui era il genio e lei la follia.
Genio e follia hanno qualcosa in comune: entrambi vivono in un mondo diverso da quello che esiste per gli altri.*
Loro si sono incontrati, chissà se anche i loro mondi si incontreranno un giorno.
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NoahxIzzy
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izzy, Noah
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale
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Genio e follia: Due mondi destinati ad incontrarsi

 

Era un normale Venerdì sera.

Il vento soffiava gelido per la città. Il silenzio era padrone,  solo il rumore dei fiocchi di neve che cadevano dolcemente sul suolo di Toronto, interrompevano quella quiete stranamente naturale.

I ragazzi avevano addirittura rinunciato al solito Venerdì nei pub, tanto era il freddo che infestava la città.

Seduto su una panchina, però, un ragazzo indiano di diciassette anni stava leggendo un libro.

Era Noah Shal, il ragazzo cinico e sarcastico che aveva partecipato ad A tutto reality, lo stesso ragazzo che ogni Venerdì sera si rifugiava in quel parco, lontano da tutto e da tutti.

Leggeva sempre Noah.

Leggeva per poter guardare il mondo con occhi diversi da quelli di un normale diciassettenne, leggeva per poter vivere la vita con una filosofia diversa da quella comune.

“ Vivi la vita e divertiti, non pensare al futuro “

E poi la gente si stupisce se l’80% degli adolescenti sono analfabeti. Bah!

Sospirò.

Tutti i suoi compagni di classe lo giudicavano un nerd perché preferiva un libro alla discoteca.

Lui giudicava i suoi compagni di classe degli idioti perché preferivano la discoteca a un libro.

Forse i suoi genitori non avevano torto.

 “ Tu sei diverso da tutti gli altri, sei un genio! “

Lui non aveva mai capito cosa volessero dire i genitori: sì, era il primo della classe, anzi della scuola, ma non era certo un genio!

<< Yuh uh! >> un urlo interruppe il magico silenzio che si era creato attorno al ragazzo.

Noah staccò di malavoglia gli occhi dal libro e lentamente girò la testa verso la fonte del frastuono.

Una ragazza dai folti capelli rossi e gli occhi verdi si stava dondolando a testa in giù, rimanendo aggrappata al ramo di un albero con i piedi.

La rossa lo stava scrutando incuriosita.

<< Ehi Gamberetto! Che stai facendo? >>

Noah sbuffò. Non sopportava quella ragazza, era sempre così allegra, sincera, piena di vita, il suo perfetto opposto.

Tutti la definivano pazza, anche lui.

Ma lei non era pazza. Faceva e diceva quello che voleva, senza badare al giudizio degli altri: era se stessa.

<< Izzy torna a casa! >> disse l’indiano tornando a leggere il suo libro.

La ragazza ignorò l’ultima frase e, con un perfetto salto, si catapultò vicino a Noah, facendolo sobbalzare.

Il ragazzo le rivolse uno sguardo carico di disprezzo, che lei ricambiò con uno curioso.

<< Cosa leggi? >>

Noah non le rispose.

Izzy continuò a fargli domande per alcuni minuti, poi mise su il broncio più triste che riusciva a fare e cominciò a lamentarsi.

<< NON E’ GIUSTO! Nonègiustononègiustononègiusto! Perché mi ignoriiiiiiiiiiiiiiiiii? >>

L’indiano dovette tapparsi le orecchie con il libro per la voce troppo acuta usata dalla rossa.

<< Ok, ok tieni questo cavolo di libro >> disse esasperato, facendo ritornare il sorriso sul volto della rossa.

<< Grazie Gamberetto >>

Noah strinse i denti. Un'altra cosa che odiava? Gli stupidi soprannomi che gli affibbiava Izzy! Sapeva di non essere bello o atletico, ma addirittura Gamberetto?!

<< Uffa! Ma tu leggi sempre cose così difficili? >> domandò un po’ delusa la rossa osservando il libro come se fosse una difficilissima enciclopedia.

<< Non è colpa mia se non sai leggere, ora ridammi quel libro! >> disse preoccupato.

Aveva paura che potesse distruggerlo anche solo toccandolo.

La ragazza sorrise, strinse il libro tra le mani e cominciò a correre in mezzo alla neve.

Noah la guardò allarmato e, preso da una nuova energia, la inseguì per tutto il parco.

Izzy si fermò davanti a un albero, lo squadrò per pochi secondi e vi si arrampicò, ignorando la neve. Noah la osservò esterrefatto. Si chiese improvvisamente il perché la stesse seguendo.

Ah, il libro.

Emise un verso di frustrazione e cominciò anche lui ad arrampicarsi, con scarsi risultati però.

Era così imbranato che Izzy cadde dall’albero per le troppe risate.

Il ragazzo senza neanche aiutarla ad alzarsi, le strappò il libro dalle mani e, ignorando le sue risate, s’incamminò verso la sua panchina.

Lei si alzò e lo seguì.

<< Lo sai che sei davvero buffo Gamberetto? >> chiese, ottenendo in risposta solo un ringhio.

Poi improvvisamente si fermò.

<< Perché leggi? >>
Noah si bloccò. Non era la solita domanda alla Izzy, era una domanda seria e che, stranamente, non lo infastidiva.

<< Riesco a guardare il mondo in modo diverso da tutti gli altri >> rispose semplicemente, senza girarsi.

Izzy ricominciò a seguirlo.

<< Anch’io guardo il mondo in modo diverso, ma non leggo! >> esclamò.

Lui fece spallucce e si risedette sulla sua panchina.

Lei lo affiancò.

Ci fu silenzio da quel momento, un silenzio che durò diversi minuti

Noah leggeva, mentre lei non sapeva che dire. Era strano, lei aveva sempre qualcosa da raccontare, anche se completamente fuori luogo. Ma con lui, in quel momento, non riusciva a parlare.

Improvvisamente si illuminò. Fece uno dei suoi migliori sorrisi e si girò verso Noah.

<< Questo vuol dire che abbiamo qualcosa in comune? >> una domanda che suonava più come un’affermazione.

L’indiano staccò gli occhi dal libro e li puntò su Izzy.

Continuò a fissarla per alcuni secondi. Gli piaceva il suo sorriso, era puro e sincero. Ma non lo avrebbe mai ammesso. MAI.

Ripensò alla frase detta dalla rossa.

<< Già, così sembrerebbe… >> disse Noah insicuro. Il solo pensiero di essere in parte simile a qualcuno gli suonava strano.

Lui era diverso dagli altri, doveva essere diverso, dannazione.

Izzy cominciò a saltellare felice e si buttò a peso morto sulla neve.

Noah scosse la testa: non poteva avere qualcosa in comune con nessuno, tanto meno con una come lei.

<< Ehi Gamberetto si è fatto tardi, devo andare >> disse prima di scoccargli un bacio sulla guancia.

<< Ci vediamo Venerdì prossimo >> gli urlò mentre correva via.

Intanto il cervello di Noah si era bloccato. Qualunque pensiero era stato cancellato, ogni riflessione azzerata.

Si toccò la guancia e gli scappò un sorrisetto.

Prese il libro e si incamminò verso casa.

Lui era diverso, ma anche lei lo era.

Lui era il genio e lei la follia.

Genio e follia hanno qualcosa in comune: entrambi vivono in un mondo diverso da quello che esiste per gli altri.*

Loro si sono incontrati, chissà se anche i loro mondi si incontreranno un giorno.

 

 *:  [cit.] Arthur Schopenhauer


Angolo autrice

Ciao sono Gaia, questa è la mia prima Nizzy, spero l'abbiate apprezzata.

Ho messo Romantico nel genere, ma solo perchè non sapevo che mettere.

Per quanto riguarda "Dei Vicini Particolari" io e Anna stiamo correggendo il 2 capitolo.

Alla prossima

BlackSkull (Gaia)

  
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