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Autore: immapanda_    07/09/2012    1 recensioni
-dammi solo un'altra notte, per cullarti tra le mie braccia e dirti che ti amo.
-non siamo fatti l'uno per l'altra... io,...non sono quella giusta per te.
-forse. ma sei quella che io voglio.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Stavo disegnando, seduta sulla spiaggia. C'era un tramonto semplicemente mozzafiato.
Le nuvole rosa, coronavano quel sole rosso, che lentamente si nascondeva sotto all'oceano.
Una pulcinella di mare si era appollaiata su un sasso proprio accanto a me e osservava estasiata quel paesaggio.
E io stavo proprio tentando di disegnare quell'uccello spettacolare.
-Riusciresti a disegnare anche me?
Una voce, sconosciuta. La pulcinella è volata via.
Mi son girata e ho visto questo ragazzo.
Alto, moro. Con un new era rosso e un paio di rayban neri.
-Oh, scusa, non volevo spaventare la tua amica..
Ha sorriso mentre si è tolto gli occhiali, e ha sfoggiato due occhi verdi smeraldo. Stupendi.
-Uh, no tranquillo..
Si è seduto accanto a me e si è messo a guardare il mio disegno.
-Che bello, sei bravissima..
L'ho guardato negli occhi e lui ha ricambiato lo sguardo, sorridendo. Sono arrossita.
-Grazie- ho sussurrato.
Si è girato a guardar l'oceano, pensieroso.
-Ma tu lo immagini che adesso da qualche parte nel mondo, qualcuno si è appena svegliato, o qualcuno ancora sta lavorando, mentre noi due chiacchieriamo guardando il tramonto?
Non potevo trattenere una risatina.
-Ma che pensieri profondi!
Si è girato e si è messo a ridere insieme a me.
-Sì beh, non so da dove li tiro fuori. Comunque è un bellissimo tramonto..
-Già, stupendo..
-Non quanto te.
L'ha pronunciato così, a bruciapelo.
A prima vista, avrei detto che era un dongiovanni.
Ma c'era qualcosa di sincero, nella sua voce, qualcosa che il cervello non riesce a decifrare, ma il cuore sì.
Ho abbassato lo sguardo, arrossendo ancora.
Mi ha tirato su il mento con due dita. Si è avvicinato così tanto che la visiera del new era mi ha colpito sulla fronte.
Mi son messa a ridere e lui ha sorriso.
-Che figura di merda..
-Ma no dai, non è vero..
-Allora perchè ridi, eh?
Si è messo a farmi il solletico. Io non lo resisto il solletico.
-No, ti prego, il solletico no!
Ridevamo entrambi, come vecchi amici. E quando ha smesso, io ero sdraiata sulla sabbia e lui letteralmente sopra di me.
Si è avvicinato di più e mi ha baciata. Un bacio dolce e leggero.
Non si baciano gli sconosciuti, lo so.
Ma quello sconosciuto mi aveva rubato il cuore, al primo sguardo.
Mi ha presa per mano e abbiamo passeggiato in riva al mare, e abbiamo parlato. Tanto. L'ho conosciuto per bene.
Da quel giorno, abbiamo passato momenti stupendi insieme.
Baci, carezze, sembravamo la coppia perfetta. Passavamo tutti le notti assieme. Anzi, mi ero trasferita da lui.
-Ti amo.- ripeteva ogni notte. Non si stancava di dirlo.
-Anch'io.-
E tornavamo a baciarci e a far l'amore, ogni notte come fosse l'ultima. Era nato qualcosa di importantante tra noi.

 
C'era ancora un segreto, però, che non mi aveva svelato.
Spesso si assentava. Mi lasciava a casa, con un pensiero fisso.
Ma non ci davo molta importanza, finchè un giorno è tornato a casa tutto sanguinante. I vestiti strappati. E una pistola in mano.
Senza pensarci, l'ho aiutato e l'ho medicato. Nessuno dei due parlava.
-Ora mi spieghi tutto.
-Io,.. non posso...
-Non posso cosa? Ecco dove vai quando non sei a casa. Uccidi, uccidi la gente. Sarò anche io la prossima vittima?!
Ero furiosa, sì. Ma allo stesso tempo terrorizzata. Perchè non per nulla, era ridotto così.
Ma non ragionavo, ero al massimo della rabbia.
-Io,..e va bene. Sì, sono un criminale,- ho rabbrivito e mi sono allontanata. -no, ti prego,..io ti amo non ti farò mai nulla di male. Io uccido..i cattivi, ecco. La mia società è segreta, non potevo dirtelo perchè,..hanno minacciato di ucciderti.
-Non ti credo.
- È vero! Credimi, io,... avrei voluto dirtelo prima..
No, basta. Non mi fidavo più di lui, ho preso la mia roba e me ne sono andata.
L'ho sentito piangere mentre uscivo.
Le mie lacrime bruciavano, mentre scendevano, calde, sul mio viso.
Non ci credevo. Mi ero fidata di lui, e lui non era stato onesto con me.

Quella notte, mi ha chiamato. Una, due, tre volte, non ho risposto.
Non riuscivo a smettere di piangere. Ma la quarta volta ho risposto.
Ho sentito la sua voce, quella che mi aveva fatto innamorare.
-Dammi solo un'altra notte, per cullarti tra le mie braccia e dirti che ti amo.
-Non siamo fatti l'uno per l'altra... io,...non sono quella giusta per te.
-Forse. Ma sei quella che io voglio.
Ho riattaccato. Non sapevo se crederci ancora o no.

 
Mi son pentita di non averlo perdonato.
La sera dopo, sono andata a casa sua. Era tutto in disordine.
Sul tavolo della cucina c'era una lettera, con un coltello conficcato a fianco.
Diceva: "Ora che la tua ragazza non c'è, sei inutile. Anche la tua società lo dice.
Vieni al porto stanotte, e vedi di portare i nostri soldi, altrimenti non la passi liscia." 
Dovevo fare qualcosa, non potevo lasciare che lo ammazzassero.
Ho frugato in casa, per trovare una pistola. Mi son diretta al porto, di corsa, col cuore a mille.
Non so cosa pensavo di fare lì. Ma ci sono andata lo stesso.
C'era una nave attraccata, l'unica. Vecchia, malandata. Ma lì ho visto due uomini che pestavano un altro uomo.
Ecco, lì, dovevo andare.
Sono salita molto silenziosamente e mi sono nascosta dietro a un angolo, e ho visto una scena tremenda.
Lui, sì il mio uomo, era a pezzi. L'avevano picchiato a sangue quei bastardi.
E c'era un uomo che osservava la scena da un po' di distanza, e giocava con una pistola. Il boss, ho immaginato.
-Quindi non sai dove sono i soldi, eh.
Ha fatto un cenno e i due uomini han dato un pugno a testa al povero disgraziato.
-Non ci credo, sei un bugiardo. Pensa che non hai detto nulla nemmeno alla tua ragazza.
-Non nominare la mia ragazza, bastardo!
La sua voce era spezzata dal dolore e le lacrime.
Di nuovo quel cenno. Si è avvicinato.
-Come mi hai chiamato, scusa? Hai il coraggio di ripeterlo?
Gli ha sputato in faccia.
-Uccidetelo!
L'han picchiato di brutto e l'han buttato in mare.
-No!
Ignara di ogni pericolo, mi son buttata in acqua. L'ho preso e l'ho portato in spiaggia.
Ho iniziato a piangere. Cercavo di rianimarlo, ma era inutile.
-Tutta colpa mia! Sì, se io ti avessi creduto, tu non avresti mai fatto questo sbaglio!
Ho preso la pistola e l'ho avvicinata alla mia tempia. Senza di lui, io non potevo vivere.
-Amore,..- la sua voce si alzò lentamente dal nulla -non farlo, non..non ha senso.
L'ho guardato con le lacrime ormai che sgorgavano come una fontana.
-Io,..è tutta colpa mia..
-Non è vero, tu non c'entri..- la sua voce si è spezzata leggermente e
ha socchiuso gli occhi -volevo un'ultima notte con te, ed è ecco l'ho avuta..
Si è avvicinato a me, come la prima volta, e mi ha baciata.
Il bacio più bello di tutti, il più sincero e appassionato.
-Ti amo.- furono le sue ultime parole.
-Anch'io.-

 
Lo sparo echeggiò per tutta la città. E il mattino dopo, i pescatori trovarono due corpi sulla spiaggia.
Sembrava che dormissero, abbracciati e innamorati.
Avevano passato anche loro, un'ultima notte insieme...
  
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