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Autore: DeiDeiDei    07/09/2012    4 recensioni
Steve/Tony
[...] A Steve Rogers era arrivato semplicemente l’invito. Nessun avvertimento da parte di qualche altro invitato, nessun preannuncio da parte dell’ovvio organizzatore. Perciò si era ritrovato costretto a cercare qualcosa da mettersi, setacciando disperato il suo alquanto scarno guardaroba.
[...] Nel suo caso la si poteva chiamare Educazione Militare. Il quanto a Stark, probabilmente, si trattava di Orgoglio. Nessuno era mai riuscito a contrastare l’Orgoglio di quell’uomo. E chi era Steve Rogers per pretendere di portare a compimento l’impresa?
Già, chi era?
(LEGGERMENTE introspettivo. davvero poco. AU per quanto riguarda Pepper)
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Slash | Personaggi: Agente Maria Hill, Pepper Potts, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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AVVERTENZE: è una pre-slash, quindi se vi aspettavate sbaciucchiamenti... mi spiace, rimarrete delusi. 

Questione d'Orgoglio


A Steve Rogers era arrivato semplicemente l’invito. Nessun avvertimento da parte di qualche altro invitato, nessun preannuncio da parte dell’ovvio organizzatore. Perciò si era ritrovato costretto a cercare qualcosa da mettersi, setacciando disperato il suo alquanto scarno guardaroba. Successivamente, vista la sua poca familiarità con la moda strampalata di questo secolo, aveva deciso di chiede aiuto a Bucky, nella speranza che sapesse rendersi utile anche in questo campo. Il ragazzo si era dimostrato un vero esperto (o perlomeno così era sembrato a lui) e nel giro di qualche ora aveva trovato un completo grigio chiaro, fianchi dritti, cravatta rossiccia larga, colletto ampio e piatto. A dire del compagno gli stava molto bene. In quanto a ciò che ne pensava Steve… bhè, gli sembrava di essere nuovamente in divisa e, tra le altre cose, gli riportava alla mente anche momenti felici e piccoli trionfi degli inizi della sua carriera. Anche le scarpe opache le aveva scelte Bucky. Non gli aveva lasciato molte possibilità di scelta su nulla, a dire il vero, ma perlomeno, in quel momento, guardandosi allo specchio, si trovava presentabile e piuttosto distinto. Cose che non sarebbe stato conciato con il poco che aveva trovato in casa.

La sera dell’evento era sceso davanti casa ed aveva trovato una lucida limousine nera parcheggiata accanto al marciapiede. Tra lo stupore generale (per non parlare del suo) era scesa un’autista piuttosto carina e gli aveva fatto un piccolo inchino, invitandolo poi ad accomodarsi all’interno dell’auto. La gente lo aveva osservato se possibile più del solito ed era abbastanza certo di essere arrossito fino alle punte dei capelli. La donna non aveva parlato con lui se non per annunciargli che entro dieci minuti sarebbero arrivati a destinazione.

Ed fu così che Steve Rogers si era ritrovato ad entrare per la prima volta ad uno dei Party di beneficenza che seguivano le Stark Expo. La quantità di persone presenti era allucinante. Donne, uomini, persino bambini. Per non parlare di una buona quantità di mutanti e “supereroi” non propriamente umani. Poteva riconoscere un gran numero di visi conosciuti ed era già deciso ad andare da quelli e rimanerci, vista la sua poca familiarità anche con situazioni del genere, ma una mano si era preventivamente appoggiata sulla sua spalla e lo aveva di conseguenza costretto a girarsi col suo tocco gentile ma deciso.

-E’ un piacere vederla, Steve, mio marito sperava proprio si facesse vivo!- Pepper Potts, amministratrice generale delle Stark Industries, era da due mesi e mezza sposata con Antony Stark al fine di consolidare l’influenza della compagnia sul paese con l’unione della sua percentuale e quella dell’uomo. Avevano inoltre evitato che il famoso Ironman fosse costretto a sposare una di quelle pazze figlie di miliardari che gli tendevano imboscate da mesi. Ed ora era stata mandata ad accoglierlo ad uno degli eventi più importanti di tutta NewYork. Steve le sorrise e si lasciò prendere per un braccio e scortare attraverso la folla. Gli invitati li lasciavano passare salutando educatamente l’uno o l’altro e concedendo loro numerosi complimenti. A lui non sembrava di essere così “favoloso” ma effettivamente la donna era uno spettacolo, coi capelli biondo ramati raccolti su di un lato e un lungo vestito ad ampio spacco e scollo a cuore rosso cangiante che, sospettava seriamente, era quasi certamente stato disegnato per apparire alla perfezione abbinato all’armatura del marito. Steve rise tra sé e sé all’idea e tornò serio solo quando Pepper gli disse di aspettare e andò a chiamare Tony, poggiandogli una mano sulla spalla. Doveva essere un’abitudine, quella di attirare l’attenzione degli uomini sfiorando loro la spalla. Ma effettivamente funzionava, perciò Steve sorvolò e si concentrò piuttosto sul maniate che, dopo aver ascoltato qualche parola sussurrata all’orecchio dalla donna, si era congedato dal piccolo manipolo in giacca e cravatta col quale stava parlando e si stava dirigendo alla svelta nella sua direzione.

-Capitano.-

-Mr Stark- I saluti furono veloci e insapori. Steve sapeva che, dopo aver lavorato assieme per mesi come era loro successo, si sarebbero oramai dovuti abituare al chiamarsi per nome anche in pubblico, ma qualcosa li tratteneva. Nel suo caso la si poteva chiamare Educazione Militare. Il quanto a Stark, probabilmente, si trattava di Orgoglio. Nessuno era mai riuscito a contrastare l’Orgoglio di quell’uomo. E chi era Steve Rogers per pretendere di portare a compimento l’impresa?

-Sono felice sia riuscito a venire-

-Un invito come questo non si può di certo rifiutare, Mr Stark- Pepper inarcò minacciosa un sopracciglio e passò uno sguardo indagatore su tutti e due, ma ancora prima di emettere un suono si autocensurò e decise di limitarsi a scuotere la testa con un sorriso velato a coprirle le labbra.

-Penso che potrete cavarvela tranquillamente da soli, vero, Tony?- E più o meno sparì scivolando tra gli invitati, lasciandoli a loro stessi. A Steve sembrò doveroso spiegare al padrone di casa che non aveva idea di come si procedesse in un evento del genere. Fu grato di capire che avrebbe pensato a tutto l’altro e si lasciò trascinare in giro per il salone senza mai obiettare per tutta la sera. Iniziò a sospettare, dopo circa due ore di conversazioni improvvisate, che Stark volesse presentarlo a tutte le persone presenti all’Expo. Una piccola parte di lui si mise a pregare nella speranza che non fosse così: aveva dormito per settanta lunghi anni, non aveva intenzione di passarne altrettanti a raccontarlo ad ogni singolo individuo presente quella sera a New York. Tutti, come se non bastasse, sembravano fremere dalla voglia di stringergli una mano, uomini, donne e bambini. I bambini erano in assoluto la componente più difficoltosa: due o tre volte gli si affollarono attorno in massa chiedendogli una foto. Probabilmente Stark avrebbe continuato ad elogiarlo in eterno per la sua compostezza se Clint non lo avesse corretto definendola “rigidità da cadetto”.  L’arrivo di Clint gli permise di godersi una decina di minuti di piacevole conversazione. Ma veloce come era arrivato, era anche sparito poco dopo. Nello stesso istante una ridente Pepper Potts si era accostata al marito accompagnata da una donna mora meravigliosamente elegante(*). Tony ascoltò nuovamente qualcosa che le veniva sussurrato all’orecchio, dopodiché osservò titubante  prima Steve, poi sua moglie.

-Stavo giusto dicendo ad Anthony che sarebbe molto carino mostrarvi il laboratorio dove ha giusto ieri finito di mettere a punto la nuova attrezzatura per la squadra!- Steve registrò mentalmente il fatto che lo avesse chiamato  col nome intero, cosa che succedeva principalmente quando la donna era arrabbiata o semplicemente sentiva il bisogno di dimostrare chi nella coppia comandasse. Non gli passò inosservata anche l’espressione che trasmutò per un secondo il viso dell’uomo. Non sembrava  che gliene avesse parlato prima. Sembrava piuttosto che avesse appena spifferato un segreto a tradimento. Eppure il fatto che Anthony Stark stesse progettando altre migliorie per l’equipaggiamento dei Vendicatori non era certamente una sorpresa per nessuno. Diciamo pure che non faceva praticamente altro. Ma se la donna insisteva in questo modo perché Steve potesse vederle ci doveva essere sicuramente qualcosa di diverso dal solito. Magari qualcosa di fondamentalmente assurdo e per questo il grande capitan America doveva accertarsi fin da subito che roba simile non uscisse dal laboratorio di Stark.

Per essere sicuro che tutto andasse bene e per sfuggire alla possibile futura inimicizia della padrona di casa, Steve sorrise ed acconsentì con una buona dose di preoccupazione abilmente mascherata da entusiasmo. Abilmente poi dal suo punto di vista. Anthony Stark lo fissò per un attimo con aria tradita. Cosa che ripeté anche con la consorte, prima di sospirare apparentemente rassegnato e fare strada attraverso il salone per scortarli al laboratorio. Come tutte le volte che si era addentrato dentro una delle strutture della StarkEnterprise, Steve non era molto sicuro di poter ritrovare l’uscita da solo, ma questa volta non poté fare a meno di essere ulteriormente confuso dall’aspetto lievemente teso che aveva assunto la figura del miliardario.

Dopo una camminata di circa sei minuti attraverso sale dalla dubbia utilità e lunghi corridoi piastrellati, il gruppo giunse in un ampio disimpegno sul quale si apriva una sola porta. Ora lo scienziato era visibilmente teso e sembrava quasi repellere l’idea di avvicinarsi alla porta. Ancora una volta intervenne Pepper, spingendolo davanti all’uscio metallico e poggiando  la sua mano rigida su un lettore elettronico, prima di salutare Steve con un fugace sorriso e trascinarsi via Maria Hill, sparendo in un attimo nel corridoio dal quale erano appena arrivati. Doveva aver progettato precedentemente la fuga per riuscire a volatilizzarsi così in fretta. Ma dopo un attimo di sconcerto la mente di Steve venne riportata alla porta dal trillo eccitato del lettore elettronico che chiese con voce robotica di donna di pronunciare la chiave vocale.

Fu in quel momento che il mondo cascò. Nel momento nel quale Steve comprese che forse qualcosa riusciva ad intaccare l’Orgoglio di Anthony Stark, facendolo persino arrossire lievemente. Perché era sicuro che fosse imbarazzo quello che gli imporporò le guance appena prima di pronunciare fin troppo chiaramente nel silenzio della stanza la chiave vocale che dava accesso al suo laboratorio. Tony arrossiva per la prima volta davanti a lui nel sillabare una sola semplice parola.

-STEVE-

 
 
 
 
 


 

*(in un secondo momento Steve si sarebbe sentito uno schifo per aver fatto considerazioni sull’aspetto di quella che si dimostrò essere Maria Hill per la prima volta senza divisa probabilmente da quando ha imparato ha camminare, il che deve essere successo in un qualche momento tra l’apprendere come si spara e il come si pilota un aereo da guerra).



Angolo autrice:
Salve a tutti. Sarebbero graditissime critiche costruttive di ogni genere su questa storia. Se non vi va di lasciare una recensione vi capisco, perciò potete fare commenti e correzioni anche attraverso semplice mail. Spero piaccia. E spero anche di non aver fatto troppi errori. Grazie in anticipo.
Eva

   
 
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