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Autore: Lady of Lorien    24/03/2007    6 recensioni
Spike è per definizione borioso, sarcastico, affascinante, crudele. Ma come si potrebbe comportare davanti ai fantasmi del suo passato? Breve fic dai toni scuri...se avete tempo, commentate! Lady of Lorien
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: William Spike
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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song-fiction 2 Ok, credo di poter dire ufficialmente di aver trovato negli Iron Maiden una fonte di ispirazione...infatti, anche per questa song-fic ho preso spunto da una loro canzone: Murders in the Rue Morgue (e non dal racconto omonimo di Poe, anche se c’è un piccolo riferimento). Rispetto all’altra song-fic mi attengo molto marginalmente al testo, di più alla musica, quindi vi consiglio di ascoltare comunque la canzone...e penso di aggiungere a questo altri raccontini...
Bene, vi lascio alla lettura: mi piacerebbe moltissimo se lasciaste anche dei commenti, per sapere se vi è piaciuta la ff e se devo continuare! LoL

Disclaimer: i personaggi descritti o nominati che appartengono al telefilm “Buffy” sono di proprietà di Joss Whedon, la canzone è degli Iron Maiden e tutti i diritti sono loro.

Murders in the Rue Morgue

Il freddo le intirizziva i piedi.
Pensò di spostarsi, ma non lo fece: aveva troppo sonno.
Lanciò uno sguardo fugace fuori dalla finestra, e Rue Morgue comparve davanti ai suoi occhi ancora una volta; l’aveva osservata per tanto tempo, in quei giorni. Era l’unica cosa che potesse fare, ma non le dispiaceva più di tanto: dopotutto, era la stessa via che aveva ispirato un sanguinario racconto di Edgar Allan Poe...Ed effettivamente, anche a distanza di più di cent’anni, fra tutte le persone che passavano sotto la sua finestra c’era quasi ogni giorno qualcuno che poteva tranquillamente sembrare un assassino.
La ragazza sorrise, appoggiando la testa sul davanzale di legno: le era tornato alla mente un buffo uomo che aveva visto la sera prima mentre entrava nel piccolo bar-tabaccheria di fronte; era vestito in maniera molto elegante, ma quando si era tolto la giacca, entrando nel locale, un grosso bracciale di ferro con un pipistrello inciso sopra aveva fatto bella mostra di sé sul suo polso destro. Si trattava di un dettaglio minimo, ma lo strano contrasto l’aveva fortemente impressionata: a guardare il mondo attraverso un vetro, che fosse da Rue Morgue o da casa sua, aveva sviluppato uno spirito di osservazione davvero notevole, insolito per una ragazza della sua età. Per la Parigi del ’77 era troppo tranquilla, riflessiva, introversa...immobile.
Una statua di marmo contro la sua volontà, costretta a schivare la gente solo per evitare i loro sguardi pietosi. Solo per risparmiarsi le frasi commosse che le rivolgevano le vecchie signore, o gli amici dei suoi genitori.
Tutto per quella stupida, maledetta sedia a rotelle.
Sbuffò, appannando un piccolo tratto della finestra.
Doveva davvero andare a dormire, ma il letto era così lontano...e poi avrebbe dovuto chiamare qualcuno.
Annoiata, disegnò un cuore sul vetro, là dove era diventato opalescente, mentre la radio-sveglia che aveva sul comodino segnò con un leggero “bip” le tre del mattino; non era mai stata in piedi così a lungo: perfino la tabaccheria aveva già chiuso da un pezzo. Lo strano proprietario aveva abbassato l’incrostata saracinesca circa un’ora prima, e l’unico evento degno di nota era stato rappresentato dalla sua rovinosa caduta contro un lampione, il quale si era spento poco dopo.
La via era immersa in un’oscurità quasi totale, non c’era più nulla da vedere...
...o forse sì?

***

Spike si fermò a riflettere, appoggiato al muro di una via deserta, e si accese nervosamente una sigaretta; il cadavere di una donna giaceva riverso a terra, poco distante dal vampiro. Era un bel po’ che non metteva piede a Parigi, e l’occasione non poteva essere delle migliori: solo qualche mese prima, nella metropolitana di New York, aveva posto bruscamente fine alla vita della Cacciatrice Nikki Wood, in una lotta combattuta fino all’ultimo minuto da entrambi ma inevitabilmente vinta dal crudele vampiro. Per festeggiare l’evento aveva portato l’amata Drusilla di nuovo in Europa, dove tutto per loro aveva avuto inizio, ed erano passati di capitale in capitale scegliendo le vittime migliori per soddisfare la loro sete; avrebbe dunque voluto che Dru si godesse insieme a lui tutti i piaceri e le distrazioni possibili e immaginabili anche in quella pazza città.
Certo, era tutto meglio cinquant’anni prima, con la Belle Epoque e le donne che civettavano da tutte le parti...ormai era perfino difficile trovarne una che desse confidenza per cominciare una conversazione. Ma non era poi così importante, in realtà: l’unica cosa che gli interessava davvero era trovare del buon sangue per la sua compagna, che aveva avuto di nuovo una delle sue crisi e aveva bisogno del meglio.

“Questa non va bene, ha il sangue amaro...Per non parlare dell’altra”

Lanciò uno sguardo ad una seconda ragazza distesa a terra, il collo imbrattato di rosso.
Il vampiro diede un calcio alla gamba della vittima più vicina, pensando a come sbarazzarsi di loro e trovare una preda degna di quel nome

<< Diavolo! Dovrebbero scriverlo da qualche parte che uccidere più di una Cacciatrice può provocare deliri di onnipotenza... >>

La sua voce sarcastica ruppe il silenzio notturno di quella stradina sperduta: aveva appena avuto un’idea, e si sentiva invincibile, il più forte di tutti i demoni, semplicemente il migliore.
Alla fioca luce di uno degli ultimi lampioni rimasti accesi lesse il nome della via che incrociava il vicolo dove si trovava lui: Rue Morgue.
Sorrise, scoprendo i canini affilati e leggermente rossastri; sapeva bene cosa significasse per i parigini quel nome, e in linea con il suo atteggiamento megalomane decise di lasciare i cadaveri proprio lì.
Buttò a terra la sigaretta, e la schiacciò sotto una scarpa.

“Parigi si sveglierà con una bella sorpresa...”

Era notte fonda, e stava per piovere...Spike era davvero convinto di poter agire in completa tranquillità.
Si caricò i corpi delle donne sulle spalle: il suo esibizionismo aveva avuto la meglio anche sul desiderio che sembrava impellente di prendersi cura della sua amata.
Tuttavia, l’intento di sfoggiare le idee perverse che gli passavano per la testa, rischiò di costargli caro.
Non appena ebbe svoltato l’angolo, si trovò faccia a faccia con una vecchia signora che stava buttando la spazzatura: era la panettiera, che aveva appena finito di infornare la pasta per l’indomani, e lui non aveva avvertito la sua presenza.
Nel breve momento che seguì ci fu uno scambio di sguardi terribilmente ricco di significati: la donna fissò prima il volto scavato e scheletrico del vampiro, poi i corpi ammassati sulla sua spalla destra. Spike pensò solo alla potenziale pericolosità di quella sciocca vecchia, buttò a terra le due donne e le addentò la gola con rabbia.
Ma non fu abbastanza veloce.
La signora cacciò un urlo da spaccare i timpani e il vampiro dovette romperle l’osso del collo per metterla fuori gioco alla svelta; fece appena in tempo a nascondersi dentro un portone, ma si rese conto di essere stato visto. Benché la finestra del terzo piano del palazzo che aveva di fronte in quel momento fosse vuota, aveva percepito un paio di occhi attenti e perforanti puntati su di lui mentre faceva fuori la scomoda testimone.
Fu però distratto da un rumore di passi sempre più vicino: dalla sua posizione vide comparire un ragazzo, trafelato

I was strolling through the streets of Paris and it was cold it was starting to rain.
And then I heard a piercing scream and I rushed to the scene of the crime

<< Signora Leroy, cosa... >>

Aveva riconosciuto nel grido perforante la voce della panettiera, e le parole gli morirono in gola, nel momento stesso in cui realizzò che si trovava davanti ad un massacro.

Murders in the Rue Morgue someone call the Gendarmes
Murders in the Rue Morgue run before the killers go free


Si avvicinò di corsa ai cadaveri, passando vicinissimo al vampiro ma senza accorgersi di lui; si inginocchiò a terra, e proprio in quel momento le luci degli appartamenti cominciarono ad accendersi, mentre gruppetti di persone assonnate e confuse si riversavano in strada.
Il ragazzo si voltò a guardarli, sconvolto, ma le sue mani sporche di sangue fresco trassero tutti in inganno.

<< Assassino! >>

<< ...Sì, è un assassino! >>

There's some people coming down the street at last there's someone heard my call
I can't understand why they're pointing at me I never done nothing at all.
But I must have got some blood on my hands because everyone's shouting at me


Il giovane, terrorizzato, non pensò nemmeno di spiegare l’equivoco, e cominciò a correre.
Spike rimase ben presto solo, per nulla turbato dalla serie concitata di eventi che si era svolta a meno di due metri da lui, e ancora intento a pensare all’unica creatura che era riuscita a vederlo.

***

Aveva visto.
Ogni cosa.
La ragazza stava tremando da capo a piedi, e il suo volto era, se possibile, ancora più pallido del solito; si spostò rapidamente dalla finestra, con un colpo secco della sedia a rotelle, mentre dei rumori giunsero dalla camera da letto vicina alla sua.

<< Fai piano, Louis... >> sussurrò una voce nel buio << ...Ma, Annabelle! Sei sveglia! >>

Una elegantissima signora di mezza età, avvolta in una vestaglia azzurra di seta, comparve all’improvviso vicino alla giovane, ponendole una mano sulla spalla con fare preoccupato

<< Zia...Io...ho sentito gridare >> disse lei debolmente, fissando un punto non meglio definito sul muro.

L’immagine di quel volto mostruoso che si avventava con furia sulla povera signora Leroy era marchiato a fuoco nella sua vivida immaginazione.

<< Povera cara, chissà che fatica hai fatto per metterti sulla sedia...avresti dovuto chiamarci! Sei pallida come un cencio... >>

<< Charlotte, io scendo a vedere cos’è successo >>

Un uomo molto alto, dall’aspetto rustico e selvaggio, si infilò alla svelta un lungo soprabito di fustagno e si avvicinò alla moglie; era lo zio Louis, che rappresentava una delle poche eccezioni alla regola: anziché guardare la nipote con compassione, la riteneva un peso inutile sulle sue entrate economiche. Ma, tutto sommato, non era quello che le dispiaceva: almeno non si doveva nascondere inutilmente dietro una coltre di freddezza...No, la sola cosa che le dava fastidio era il suo modo di considerarla...una specie di strega. L’aveva sentito urlarlo a Charlotte, una di quelle sere mentre era ospite da loro, e benché fosse ubriaco fradicio, Annabelle aveva avvertito la convinzione nel fondo delle sue parole.
In quel momento, infatti, le rivolse un terribile sguardo indagatore, come se fosse stata lei a provocare quel pandemonio. In che modo, poi, solo Louis poteva saperlo.

<< Ma...è successo qualcosa di grave? >> domandò la donna, particolarmente preoccupata

<< Chiedi a lei: non dubito che abbia visto qualcosa, appollaiata lì come un uccellaccio del malaugurio >>

Charoltte fulminò il marito con un’occhiataccia, ma la ragazza non vi prestò nemmeno attenzione. Formulò solo una precaria e terrorizzata risposta

<< Tre persone sono morte >>

La donna si portò le mani alla bocca, poi circondò con le braccia la nipote; Louis borbottò qualcosa di incomprensibile, e si richiuse la porta alle spalle con un tonfo. Poco dopo, lo videro dalla finestra parlare con il tabaccaio, e dirigersi alla sua sinistra con passo svelto. Ci fu un momento di silenzio, poi Charlotte mormorò

<< Tesoro, non posso lasciarlo andare da solo >>

Annabelle si sentì raggelare: una paura terribile ed incontrollabile si era impossessata di lei. Temeva che le comparisse davanti quella creatura orribile...

<< No! >> esclamò allora, trattenendola per la vestaglia

Charlotte si voltò, sorpresa

<< Sai che sarebbe capace di perdere la testa se si trovasse per le mani chi... >> la voce ebbe un tremito, mentre guardava con la coda dell’occhio fuori dalla finestra <<...ha fatto tutto questo >>

La ragazza fissò il volto della zia con un’espressione confusa: lei aveva visto. Sapeva che il vero assassino, il mostro, era libero e poteva essere nelle vicinanze: avevano tutti preso un abbaglio, seguendo il ragazzo che era comparso poco dopo...ma non aveva dubbi sul fatto che ci sarebbe stata una strage, se avessero cercato...lui.
Non voleva mettere in pericolo Charlotte, di conseguenza non poteva dirle la verità riguardo la sua preoccupazione.

<< Non devi avere paura, Anna >> disse la donna con voce dolce, interrompendo il flusso dei suoi pensieri << Appena ritrovo Louis torniamo a casa, d’accordo? >>

Annabelle annuì, lo sguardo nuovamente perso nel vuoto.
La zia la abbracciò brevemente, poi infilò in fretta un cappotto, spense la luce dell’ingresso e si richiuse la porta alle spalle.
La casa era immersa nel buio.

Faceva sempre più freddo.

***

“Eccola”

Spike non si era sbagliato. Alla finestra del terzo piano che aveva puntato poco prima era comparso di nuovo qualcuno: una signora dai tratti del volto tipicamente francesi, e una ragazza che non le assomigliava per nulla...un’impertinente bambola di porcellana. Era stata lei a vederlo, non ne aveva dubbi.
Un’altra testimone da eliminare.

Un uomo uscì dal palazzo che il vampiro stava osservando; Spike lo sentì parlare con qualcuno, e allontanarsi nella notte; in quel momento decise di entrare. Non incontrò particolari difficoltà nel forzare il portone, né si soffermò a pensare che, in fondo, ciò che stava facendo era piuttosto inutile: sarebbe bastato che si dileguasse nella vietta, e non lo avrebbe ritrovato nessuno, anche se la ragazza avesse parlato. No, ormai era diventata una questione di “preda”: il suo senso estetico era l’impulso che lo guidava quasi sempre nella caccia, e gli era parso che quella bellissima giovane avrebbe potuto essere la cura ricostituente per la sua povera Drusilla. O forse avrebbe potuto tenersela tutta per sé.
A metà delle buie scale che conducevano al secondo piano notò una porta aprirsi e richiudersi in fretta; fece appena in tempo a nascondersi dietro una colonna, quando vide passare la signora che, poco prima, era affacciata alla finestra con la ragazza

“Qualcuno in meno da uccidere”

Scrollò le spalle con indifferenza, e si ritrovò sul pianerottolo dell’appartamento prescelto. Sferrò un calcio alla porta, convinto di trovare resistenza e pronto ad agire con violenza come di consueto, ma fu solo circondato da un silenzio innaturale.
Si mosse circospetto attraverso le piccole stanze, teso, quasi aspettandosi di essere attaccato, ma non vide nessuno fino a quando non giunse in una spaziosa camera da letto, dove si bloccò all’improvviso.
Lei era lì, illuminata dalla debole luce che entrava dalla finestra, immobile come una statua; i lunghi capelli rosso scuro le incorniciavano il volto candido con tanti morbidi boccoli, e gli occhi di uno strano color ambra lo stavano fissando direttamente, senza paura.
Solo in un secondo momento si accorse che indossava un braccialetto stranamente familiare.

***

Annabelle si trovava faccia a faccia con il vero assassino di Rue Morgue.

Anche se il suo volto non era mostruosamente deformato come lo era stato poco prima, era sicura che fosse lui.
Anzi, era rimasta talmente colpita dai suoi tratti particolari che aveva perfino dimenticato di avere paura, e aveva cominciato a scrutarlo.
I suoi occhi avevano qualcosa di magnetico, puro e allo stesso tempo terribilmente malvagio: erano azzurri e circondati da un tocco di matita nera che contrastava in modo strano con la carnagione chiara e il biondo dei suoi corti capelli.
Ad ogni respiro la pelle si tendeva impercettibilmente sugli zigomi scavatissimi, mentre anche lui era fermo a studiarla.
Sembrava non avere più di venticinque anni.
Avrebbe voluto chiedergli che cosa volesse, dirgli che era un assassino, ma la voce le era rimasta bloccata in gola quando il giovane aveva cominciato ad avanzare con passo pesante verso la sua postazione, fino a torreggiare completamente su di lei.
La situazione che si sviluppò poco dopo, aveva davvero dell’incredibile.

***

“Non può essere”

Spike sfiorò il semplice monile dorato, legato a quel polso fragile.

<< Cecily... >> sussurrò, sfiorando con un dito la mano della ragazza

Si chiese come avesse fatto a non accorgersi prima della somiglianza: lo stesso viso, gli stessi occhi, una bellezza nobile, inconfondibile.
Avrebbe dovuto ucciderla subito, ma qualcosa in quello sguardo lo trattenne

<< Di chi è questo bracciale? >> chiese all’improvviso, nel suo francese stentato

<< Della mia bisnonna >> rispose lei, sollevando cauta un sopracciglio e continuando a fissarlo << Si chiamava Cecily >>

La sua voce cristallina, confusa e leggermente incrinata dalla paura, gli provocò un brivido

<< Lo so >>

Quindi davanti a lui c’era la pronipote della donna che gli aveva spezzato il cuore quando era ancora un uomo: il vero e unico punto debole del vampiro sanguinario. Spike, che aveva ucciso due Cacciatrici, un numero imprecisato di esseri umani e all’occorrenza anche demoni, si era fermato per la prima volta in tutta la sua esistenza da creatura della notte davanti ad una preda.
Certo, la tentazione di bere il suo sangue era forte: poteva vedere chiaramente la giugulare sul suo collo, e poteva percepirne le pulsazioni...ma più di ogni altra cosa, in quel momento, voleva baciarla.
Accarezzò delicatamente le sue guance pallide e i soffici capelli.

<< Alzati >> disse con voce improvvisamente più bassa, esercitando il fascino irresistibile che usava per attirare ogni essere vivente di cui si volesse servire

<< Non posso >> fu la laconica risposta

Solo allora Spike si accorse che era su una sedia a rotelle, e si inginocchiò per potersi avvicinare a lei. La sentì trattenere il respiro.
Si protese verso il suo viso purissimo, così simile a quello che aveva tanto amato, e catturò lentamente il labbro inferiore; lei rispose timidamente a quel bacio rubato, nel quale ben presto si riversò tutta la passione travolgente del vampiro: la strinse tra le braccia, senza lasciare la sua bocca...impossessandosi della sua anima.
Quando intuì che stava per trasformarsi, si allontanò bruscamente; non voleva ucciderla: era già molto più pallida di prima, e tremava come una foglia. Le dedicò un’ultima, intensa occhiata prima di dileguarsi in Rue Morgue con il suo bracciale stretto tra le mani.

Doveva trovare alla svelta una preda per Drusilla: nessuno avrebbe mai dovuto sospettare di ciò che era successo quella sera, nessuno avrebbe mai dovuto neanche immaginarlo...nemmeno la sua amata in una delle sue più folli visioni.

***

Annabelle morì un mese dopo, senza che i medici riuscissero a capire quale fosse quel male che la stava distruggendo dall’interno, che se la stava portando via con una lentezza orribilmente crudele.

Spike e Drusilla erano a Praga quel giorno. Il vampiro si svegliò di soprassalto da un sonno lungo e buio, tranne che per la nitida immagine di quella bellissima ragazza, di cui non conosceva neanche il nome.
Cercò il bracciale, che ormai teneva sempre con sé, e lo trovò spezzato in due; lo strinse con rabbia in una mano, per poi gettarlo a terra con uno scatto repentino, come se fosse stato incandescente.
Una nuova nottata di caccia stava per cominciare.
  
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