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Autore: NatsuVIII    07/09/2012    0 recensioni
Sull'onda della mia neonata ossessione per le coppie Shittenou/Senshi ecco un altra fic.
Sono delle favole (per ora solo due inventate da me poi si vedrà) con protagoniste le Inner Senshi ed i campioni della Terra.
CAP. 1= - LA AMO! AHIA! MA PERCHEEè? - Il povero Shittenou si ritrovò vittima di quattro energici scappellotti quando uscì dalla sua crisi mistica. Gli altri l’avevano accerchiato mentre l’osservavano dall’alto (si era inginocchiato tenendosi la testa dolorante; erano i più FORTI guerrieri della Terra mica per niente, gli avevano fatto male!). - Siete solo gelosi perché lei è bellissima e non vi amerà mai.
- Ebbene sì Jade, mi hai beccato, è sempre stato il sogno della mia vita incontrare una donna che mi guarda come se fossi uno scarafaggio!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Endymion, Inner Senshi, Serenity, Shitennou/Generali | Coppie: Endymion/Serenity
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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 La Leggenda della Principessa Imprigionata nella Torre


Molto molto tempo fa, in un altro tempo, in un altro luogo, viveva un Principe che aveva con sé quattro prodi guerrieri chiamati Shittenou.
Ognuno di loro aveva forza, intelligenza e bellezza senza pari, ed ognuno di loro era angustiato per lo stesso motivo: la guerra.
Infatti in quel mondo imperversava ormai da anni un grande e sanguinoso conflitto, che stava pian piano uccidendo tutti i popoli e devastando tutte le terre, ed il principe ed i suoi generali erano disperati.
Per quanto fini strateghi e prodi guerrieri non riuscivano a vincere questo orrore in cui erano stati trascinati contro la loro volontà.
Non ci riuscì colui che aveva il più forte legame con gli antenati, Jadeite, la guerra li aveva convinti ad andarsene.
Non ci riuscì colui che leggeva le stelle, Nephrite, i fumi di guerra offuscavano il cielo.
Non ci riuscì il primo dei Generali, Kunzite, pur con tutte le sue abilità diplomatiche e la sua perizia in battaglia non riusciva a vincere questo nemico.
Non ci riuscì il Principe, Endymion, la Guerra non conosce Reali.
Fu il più giovane, lo studioso, colui che possedeva la conoscenza, Zoicite, a proporre una soluzione.
Portò alla luce un‘antica leggenda, di una torre misteriosa che serviva ad imprigionare una fanciulla straordinaria.

- ‘Dymion, in questo libro si parla di una leggenda, la Leggenda della Principessa Imprigionata nella Torre, e …
- Fantastico, adesso ci legge una fiaba!
- Taci Jadeite, non accetto critiche da chi parla ai fantasmi.
L’imminente lite tra i due fu fermata dal Leader, che poi si rivolse al più giovane.
- Zoicite, mi auguro che tu abbia un buon motivo per dire questo.
Zoicite ignorò gli sbuffi provenienti da due dei suoi compagni per poi rivolgersi al Principe.
- Questa leggenda parla di una torre, una torre inaccessibile situata in una terra di nessuno, dove venne rinchiusa una principessa. Si narra che la principessa non fosse umana, di una bellezza assoluta, con intelletto perfetto, una forza prodigiosa e talenti misteriosi, …
- E tu ci credi?
- Taci Neph, sto ascoltando la storia!
Gli altri tre fecero un buon lavoro nel cercare di non calcolarli.
- … e che per questo scoppiarono guerre e battaglie per la sua mano. Tutti volevano sposarla, e nessuno voleva rinunciare.
- Ecco spiegato le nostre guerre! Fantastico, noi rischiamo la vita un giorno sì e l’altro pure perché gli antichi Re non riuscivano a tenerselo nei … OUCH!
- EHI, IO STAVOLTA NON AVEVO FATTO NULLA!
Il narratore sorrise vedendo Kunzite prendersela con gli altri due, forse ora sarebbe riuscito a continuare.
- La principessa, vedendo la devastazione che aveva portato, si sentì spezzare il cuore e decise di scappare. Si rifugiò in una terra maledetta, dove demoni e spiriti dei morti imperversavano bandendo la vita e costruì una grande torre, al centro di un deserto, inaccessibile a tutti, e lì si rinchiuse sperando che questo gesto avrebbe posto fine alle guerre. Si dice che la Principessa sia ancora lì, aspettando che le guerre finiscano per poter tornare nel mondo. Ora, io SO che questa è solo una leggenda, ma in ogni leggenda c’è un fondo di verità, ed in questa credo ci sia ben più di un fondo.
Gli altri quattro lo guardarono scettici, ma il Principe, conoscendo bene il suo generale e sapendo che era davvero sapiente, decise di concedergli il beneficio del dubbio.
- Continua.
- Ci sono leggende più o meno identiche in ogni parte del mondo, per non parlare delle canzonette e le ballate popolari, in alcuni paesi degli aspetti delle principesse vengono addirittura venerati come divinità … quello che voglio dire è che è praticamente impossibile che non ci sia stato un evento comune che abbia fatto nascere tutto questo folklore; ora io non so COSA, ma sono sicuro che QUALCOSA c’è in quella torre. Potrebbe essere un arma, delle conoscenze o degli artefatti magici, ma qualcosa fu sigillato.
A quelle parole anche i tre Shittenou prima scettici iniziarono ad interessarsi alla questione.
- Ma come è possibile? Voglio dire, non sarai il primo a fare questo ragionamento. Ci saranno regni che avranno già provato a cercare la torre, e se l’avessero trovata a quest’ora la guerra sarebbe finita e noi saremmo probabilmente morti.
Zoicite li guardò, probabilmente offeso a morte che potessero pensare che chiunque avrebbe potuto essere più intelligente di lui, per poi degnarsi di spiegare.
- Si da il caso che diverse ricerche siano state fatte, ma tutte infruttuose. Io, d’altro canto, prima di sprecare tempo e risorse in una ricerca sconclusionata, ho fatto approfondite ricerche, procurandomi una copia di tutte le leggende - e gli altri non volevano sapere come, visto che erano in guerra ed in teoria il commercio fra paesi era vietato - e dei canti ed analizzandoli scientificamente. Dopo lunghe ricerche e approfonditi studi, sono giunto a credere che la torre si trovi nel deserto di Yahash.
- COSA, SEI MATTO?!? Ma quel posto è …
- Inaccessibile, desolato, e nessuno ci mette mai piede. Perfetto.
Kunzite per la prima volta sembrava interessato, ed ignorando gli occhi imploranti di Jadeite e Nephrite, che evidentemente NON volevano passare il loro anno di tregua scarpinando in un posto dimenticato da Dio e maledetto dagli uomini, si rivolse al Principe.
- Che ne dici Endymion?
Il giovane principe si ritrovò al centro dell’attenzione generale.
Certo anche lui avrebbe preferito trascorrere quell’anno di pausa divertendosi e ricaricandosi, ma se davvero la COSA nascosta nella torre poteva aiutarli a mettere finalmente fine alla guerra …
- Preparate i cavalli, partiamo fra tre giorni.
Kunzite ebbe il suo bel da fare a fermare Jadeite e Nephrite dall’ammazzare Zoicite, che dal canto suo non faceva niente per facilitargli il compito, troppo preso a vantarsi e fare il classico balletto della vittoria.


E così il prode principe ed i suoi generali partirono alla volta della torre, determinati a portare a termine quella guerra a tutti i costi.
Implorarono gli antenati di prendere i loro posti mentre loro partivano in incognito e si mascherarono per passare inosservati.
Dopo due mesi di viaggio arrivarono finalmente alla loro meta, che fu però irto di difficoltà e pericoli che avrebbero fermato degli uomini minori.
E così il principe ed i suoi quattro Shitennou arrivarono finalmente ai piedi della torre.
Era imponente, altissima, con quattro terrazze che si aprivano come i petali di un fiore alla sua sommità, ed apparentemente senza alcun ingresso.
Fu una voce di donna a fermarli.
- Chi siete Voi che vi avvicinate a questo luogo proibito?
Il Principe e gli Shittenou non si lasciarono intimorire da questa voce proveniente dal nulla, e risposero alla fanciulla invisibile.
- Non c’è salvezza in questo luogo, solo disgrazia e desolazione. Andate via finché potete, qui non troverete ciò che cercate.
Naturalmente il gruppo non ascoltò la voce, anzi raddoppiò i propri sforzi ormai convinti che ciò per cui erano venuti, un modo per porre fine alla guerra, si trovasse davvero in quella torre.
Gli uomini ci misero tre giorni a capire come entrare, ed alla fine capirono che l’entrata era sotterranea, nascosta nelle vicinanze in modo che nessuno che non ne conoscesse l’ubicazione potesse violare la torre.
Ma i prodi riuscirono, unendo i loro talenti e collaborando, a scovare l’entrata e finalmente iniziarono la scalata della torre.


- Ve l’aveva detto! Io ho sempre ragione.
- Certo, peccato che ti eri dimenticato i draghi sputafuoco …
- … e gli scorpioni giganti …
- … e le piante carnivore …
- … e -
- Dettagli insignificanti! - Zoicite liquidò le loro obbiezioni con un guizzo dei capelli ed un distratto cenno della mano - Ora siamo qui, no?
Endymion e Kunzite ebbero il loro bel daffare ad impedire agli altri due di uccidere Zoicite seduta stante, ma alla fine (dopo molta persuasione e la promessa di barili di birra una volta tornati a casa) ci riuscirono e poterono finalmente entrare nella torre.
E salire.
E salire.
E salire.


Le mura intorno a loro iniziarono a variare: fiaccole con fuochi accesi nonostante fosse pomeriggio iniziarono ad apparire sulle pareti, e simboli mistici e preghiere di ogni religione erano vergate su ogni superficie disponibile con una scrittura decisa eppur delicata.
I cinque erano stupefatti da quella costruzione così particolare, e si meravigliarono che al mondo potessero esistere così tante culture e religioni diverse.
Lessero e memorizzarono tutto ciò che riuscirono a capire e poi decisero di proseguire.


- Di un po’ grande genio, per quanto ancora dovremmo scarpinare?
- Già, da fuori sembrava meno al-
- Chi siete voi e cosa ci fate qui?
I cinque si voltarono come un sol’uomo verso la voce, che era diversa da quella che li aveva accolti all’esterno.
Ma anch’essa apparteneva ad una giovane donna seduta su una finestra.


La fanciulla che li osservava aveva rara bellezza, i capelli color mezzanotte incorniciavano un viso a forma di cuore dalla pelle alabastrina, in cui spiccavano due ametiste che li fissavano altere e sembravano possedere tutti i misteri del mondo.
Essa indossava una semplice tunica rossa che la copriva fino ai piedi, e con il sole alle spalle sembrava infuocata.
Osservò scontenta quegli uomini che osavano sconfinare nel suo dominio per venirle a parlare di guerre, ed armi e morte, li guardò superiore interrogarla su quale fosse il mistero della torre e su cosa ci facesse lei lì.
Le chiesero chi fosse e mille altre domande a cui rimase in silenzio.
Poi parlò.
- Io sono la Principessa Imprigionata nella Torre. Non ho bisogno di essere salvata.
Si lasciò scivolare fuori dalla finestra e sparì.


Gli uomini si precipitarono alla finestra per vedere che la ragazza non si era spiccicata al suolo, come avevano temuto, ma non era neanche in nessun posto visibile. Era scomparsa.
- Ma stiamo scherzando?
- Forse dovremmo riconsiderare la parte metaforica della leggenda Zoicite. Pare che la leggenda sia un poco più letterale di quello che avevamo immaginato.
- Il Principe ha ragione, nelle leggende non si parlava di un guardiano o di qualcosa del genere?
- Ehm … oh Potente Sovrano e Grande e Coraggioso Leader, abbiamo un problema. Ci siamo giocati Jadeite.
I tre si girarono verso Nephrite, che guardava sconsolato il suo migliore amico osservare con aria persa la finestra dove prima era la donna. Anche sventolargli una mano davanti agli occhi non produsse risultati.
- Oddio, è morto in piedi.
- Chi glielo dice a sua madre che l’abbiamo perso? Quella donna è spaventosa!
- LA AMO! AHIA! MA PERCHEEè? - Il povero Shittenou si ritrovò vittima di quattro energici scappellotti quando uscì dalla sua crisi mistica. Gli altri l’avevano accerchiato mentre l’osservavano dall’alto (si era inginocchiato tenendosi la testa dolorante; erano i più FORTI guerrieri della Terra mica per niente, gli avevano fatto male!). - Siete solo gelosi perché lei è bellissima e non vi amerà mai.
- Ebbene sì Jade, mi hai beccato, è sempre stato il sogno della mia vita incontrare una donna che mi guarda come se fossi uno scarafaggio!
Fu il principe a riscuoterli dal loro siparietto comico, se dovevano aspettare che quei tre finissero di litigare si sarebbe fatta mattina.
E così ricominciarono a salire.


Ricominciarono a salire, ed il fuoco lasciò il posto al verde come piante di ogni tipo, dimensione, colore e profumo riempirono scale e mura.
Nell’aria si sentiva inoltre un delizioso aroma di cibo, di quei pranzi e quelle cene che sono tipici dei banchetti reali, con cibi deliziosi e bevande squisite.
I cinque si guardarono intorno meravigliati, cercando di capire da dove venisse quell’odore celestiale, ma non ebbero fortuna.
In compenso trovarono presto una donna che li guardava divertita da un balcone.
La ragazza sembrava molto più alta della precedente Principessa, ed aveva capelli color del rame ricci e lunghi fino alla schiena e due occhi verdi che ricordavano i boschi in cui il principe ed i suoi uomini amavano cacciare.
Aveva una camicetta che esaltava il colore degli occhi e dei pantaloni aderenti, e sembrava perfettamente a suo agio in quei vestiti maschili.
Sorrideva divertita, come un cacciatore sorride alla sua preda. I cinque stavano per interrogare come l’altra fanciulla.

Od almeno Endymion ci provò, perché fu battuto sul tempo.
I quattro si videro passare al fianco Nephrite, che con uno sprint degno del miglio corridore del Regno si avvicinò alla fanciulla e le afferrò una mano, per poi farle un elegante baciamano.
- Ti amo! Sposami!
In risposta ricevette un pugno che lo portò a schiantarsi nel muro alle spalle dei suoi compagni, che va detto non fecero neanche una piega, né l’aiutarono.
Certo, se i vari “Pervertito”, “Idiota” e “Ti sta bene” non contavano come aiuto.


La fanciulla arrossì e si voltò, lanciandosi nel vuoto.
Prima di svanire anche lei disse una frase, una sola.
- Io sono la Principessa Imprigionata nella Torre. Non voglio essere salvata.

- Uahahah! La Mia mi guarderà anche come uno scarafaggio, ma la tua ha deciso direttamente d’ammazzarti, eh Neph?
- Meravigliosa! Divina! Avete visto che curve? E quegli occhi?! Deve essere mia!
I quattro si girarono verso il Veggente, che aveva lo sguardo sognante e la metaforica pozza di bavetta che si stava allargando a vista d’occhio ai suoi piedi, e che li ignorava completamente troppo preso dal cantare le lodi della propria, a suo dire, futura moglie.
Decisero di lasciarlo in fondo al gruppo con Jadeite, che alla menzione della prima Principessa era tornato nel suo stato rimbabito, e proseguire.

I cinque ricominciarono a salire, ipotesi sempre più improbabili su ciò che avrebbero trovato in cima alla torre.
Il più giovane era affascinato da questa sezione della torre, piena fino a scoppiare di libri di ogni genere, forma e dimensione, in quelle che sembravano tutte le lingue del mondo, nell’aria mille musiche si armonizzavano per creare un’armonia pressoché perfetta.
Fu, questa volta, una risatina a fermare la loro scalata.
Nel pianerottolo delle scale davanti a loro sedeva una fanciulla. Aveva profondi occhi azzurri che denotavano un’intelligenza tagliente ed un intelletto eccezionale e capelli dello stesso colore dei profondi laghi del Regno, che cambiavano sfumatura a seconda dell’illuminazione.
Era piccola e sottile, sembrava quasi evanescente nella luce fioca della torre, ed il semplice vestito lungo che indossava, di un azzurro quasi trasparente, accentuava questa impressione.
Anche a questa fanciulla vennero fatte le stesse domande, e lei si limitò a sorridere guardandoli come una madre che ascolta divertita le domande del bimbo ingenuo.
Anche lei rispose solo ad una domanda.
- Io sono la Principessa Imprigionata nella Torre. Non devo essere salvata.
E poi sparì come nebbia.

- Ehm, forse sono solo io, ma … non doveva essere UNA Principessa? Mi pare che questo posto sia un tantino sovraffollato!
- Cosa ne pensi Zoici … ZOICITE?!?
Al grido del Leader anche gli altri si voltarono verso il più giovane, che stava lì balbettando qualcosa di confuso - all’udito fine di Nephrite sembrava “bellissima” e “un sogno” - con le guance rosa e gli occhi sognanti.
Mentre gli altri due Shittenou si spanciavano dalle risate fu Kunzite a scuoterlo.
- Riprenditi Fratello! Non possiamo fare a meno di te! Ora con Jade e Neph non si nota perché hanno encefalogramma piatto il 90% del tempo …
- EHY!
- … ma tu sei il cervello del gruppo! Riprenditi! Dobbiamo arrivare in cima alla torre.
Kunzite non badò agli sguardi offesi degli altri tre mentre scuoteva Zoicite e lo convinceva a riprendersi.
- In cima? Sì, in cima! In cima c’è Lei.
Il Prode Leader decise di ritenersi soddisfatto, certo l’altro sembrava ancora un cucciolo malato d’amore, ma almeno aveva ripreso a comporre frasi di senso compiuto. Più o meno.
- Ehm, Kunz, mi sa che hai fatto più male che bene!
Il Generale si girò e guardò gli altri due, che alla menzione del fatto che probabilmente in cima alla torre avrebbero trovato quelle donne erano tornati a quello che il loro stimato Principe aveva etichettato come rimbambimento amoroso.
Il Leader si schiaffò una mano in fronte e si armò di pazienza. E di fiato.
La sgridata che seguì fu una delle più lunghe ramanzine a cui i quattro (sì, anche il Principe, reo di assecondare la follia dilagante) fossero mai stati sottoposti.


I cinque ricominciarono a salire, e presto si ritrovarono circondati da seta e veli, nell’aria profumi esotici ed incensi provenienti da ogni porto del mondo.
Furono meravigliati da tanta ricchezza, che in questa parte della torre come in nessun’altra era opulenta e sfoggiata sfacciatamente.
Poi davanti a loro si presentò un’altra fanciulla, coperta di veli dei vari colori del tramonto.
L’unica cosa che si vedeva chiaramente di lei erano i capelli color oro, lunghi fino alle ginocchia, ed i profondi occhi azzurri, ridenti e divertiti, gli occhi di un amante.
La fanciulla non lasciò loro il tempo di chiedere nulla, semplicemente sorrise.
- Io sono la Principessa Imprigionata nella Torre. Non posso essere salvata.
Poi con un occhiolino malizioso al Leader, una risatina divertita alla sua reazione ed un turbine di capelli dorati si voltò e sparì nel buio.

Il Principe sbuffò esasperato tentando d‘ignorare Neh e Jade che alle sue spalle tentavano di convincerlo a cambiare le divise delle cameriere di palazzo con il vestito (se così si poteva chiamare, a quei due maniaci non era piaciuto mica per nulla) sfoggiato da quella misteriosa principessa.
 - Un’altra? Ma quante diavolo ce ne sono Kun … KUNZITE, ANCHE TU?!?
L’uomo dai capelli argentei si riprese dal suo breve sbandamento e si girò verso il suo Signore, ma non potè nascondere le guance rosa e lo sguardo annebbiato.
- S-sì Mio Signore?
Il Principe si strofinò la fronte esausto, mentre alle sue spalle gli altri tre Shittenou erano preda di risate incontrollate.
Fu Endymion a richiamare le truppe, visto che Kunzite era … indisposto.
- Piantatela subito iene! Almeno a lui non l’hanno guardato schifato, - Jade fece per protestare, ma un occhiataccia lo convinse a tacere -  non hanno tentato di eliminarlo - Nephrite si strofinò la guancia che solo con la magia di Endymion non era gonfiata - e non ha dato l’impressione di un pesce lesso - Zoicite arrossì mentre metteva il broncio e si girava dall‘altra parte - Quindi direi che fin‘ora è quello messo meglio! Ed ora muovetevi, il tutto sta iniziando a diventare ridicolo.


Continuarono la loro scalata, i Prodi, e finalmente arrivarono alla loro meta.
In cima alla torre trovarono le quattro fanciulle precedenti, che stavano tutte intorno ad un’altra Principessa, che li guardava con
occhi azzurri immensi ed innocenti, ma che tuttavia sembravano conoscere tutto il dolore del mondo.
La fanciulla indossava un meraviglioso vestito bianco con ricami d’oro, ed i suoi capelli d’argento erano acconciati nella più strana delle pettinature: due piccoli chignon stavano sulla sommità del capo, e da essi partivano due lunghi codini che cadevano intorno alla Principessa ed alle sue amiche.
Quando parlò fu con la voce che li aveva avvertiti prima che scalassero la torre.
- Io sono la Principessa Imprigionata nella Torre. Non merito di essere salvata.


Il Principe era incantato da questa fanciulla così come i suoi Shittenou lo erano stati dalle altre Principesse prima di lei.
Vedendole lì tutte e cinque insieme erano ancora più belle, se possibile, il legame che evidentemente le univa le faceva come risplendere.
Fu Kunzite a prendere la parola, evidentemente disperato che almeno l’ultima principessa potesse ascoltarli ed accogliere la loro preghiera.


La Principessa argentata ascoltò in silenzio la supplica degli uomini e poi chiese che ascoltassero una canzone.
La canzone era diversa da qualsiasi altra che avessero mai udito, e cantata con una voce meravigliosa.

Grande Luna, Grande Sole,
proteggi, guida,
salva.
Ninfa d’Acque, Regina di Neve,
disseta la terra,
concedi profondi sonni.
Signora delle Tempeste, Driade dei Boschi
proteggi dai lampi,
dona la nascita.
Sacerdotessa del Fuoco, Portatrice di calore,
placa gli spiriti,
proteggi la crescita.
Dea della Passione, Lady dei Metalli Preziosi,
Concedi un amore d‘oro,
porta una rinascita.
Grande Luna, Grande Sole,
proteggeteci, guidateci,
donateci la Sacra Fanciulla.
La Sacra Fanciulla della Fede, Detentrice di Luce,
guarisci, salva,
proteggi il mondo dal male.
La fanciulla disse ai Cavalieri che la canzone parlava di loro, e del motivo per cui da ormai quasi mille anni non lasciavano quella torre, intrappolate in essa dalla magia dei Re e delle Regine del passato.
Parlò di come fossero state cacciate, imprigionate, sfruttate per i loro poteri sovrannaturali, di come ci fossero state grandi battaglie per il loro possesso e di come infine fossero state rinchiuse lì, considerate troppo pericolose per essere libere ed in mano ad un solo Re.

Iniziò la Principessa dai capelli azzurri.
- Io non devo essere salvata. La mia intelligenza è sempre stata portentosa, gli anziani del mio villaggio fin dal piccolissima tenevano in grande considerazione le mie opinioni ed io ero felice di aiutarli per il bene della mia gente. Poi divenni più grande e mi accorsi delle occhiate, di come avessero paura della mia conoscenza e disprezzassero il mio desiderio di sapere. Fui felice quando il Re venne a prendermi, perché potevo andare via dal mio villaggio prima di arrivare ad odiarlo. Ma poi ci furono guerre, e la gente continuava a soffrire ed io non ne potevo più. E poi sono venuta qui e ci sono le ragazze, e loro sono speciali quanto me, e non c’è guerra, non c’è sospetto. Io non devo essere salvata perché se volessi andarmene potrei farlo, ma per me non c’è altro luogo che questo.

La fanciulla successiva fu la prima che li aveva accolti, e mentre raccontava loro le proprie disgrazie li fissava con occhi di brace, sfidandoli a disprezzarla o compatirla.  
- Io non ho bisogno di essere salvata. Io non amavo la mia gente, la detestavo. O meglio, detestavo mio Padre e tutta la tribù che mi teneva prigioniera. Fin da piccolissima ho avuto la capacità di parlare agli spiriti e di controllare il Fuoco Sacro. Mio padre si accorse di queste capacità e le sfruttò per uccidere il precedente capo, mio nonno - e gli altri capirono senza che dovesse dirlo che mentre disprezzava suo padre la ragazza avesse amato profondamente il nonno, e ancora ne piangeva la scomparsa - ed assumere il controllo della nostra e di molte altre tribù. Fui felice quando il Re del paese vicino lo sconfisse e pose fine al suo sanguinoso regno. Capì presto però che avevo barattato un carceriere per un altro, ugualmente avido ed egoista. Io non ho bisogno di essere salvata, queste ragazze sono le uniche persone con cui desidero stare.

La terza fu la bruna, che da quando gli uomini avevano varcato la soglia non li aveva guardati neanche una volta.
- Io non voglio essere salvata. Sono stata l’ultima tra noi a svegliarsi, avevo otto anni quando i miei genitori sono stati uccisi dalla Grande Guerra, fino ad allora ero sempre stata una bambina normale, un po’ vivace ma normale. Quando mi ritrovai al centro di un incendio con i corpi dei miei genitori ai piedi però iniziai a piangere, e venne la tempesta. Non si placò finché gli incendi non furono spenti e l’esercito nemico non fu completamente sterminato dai fulmini. Fu la mia Regina che mi trovò ancora in quella casa. Mi portò nel suo palazzo, fece un funerale per i miei genitori e tutti i morti del mio villaggio e poi mi portò qui, insieme alle mie sorelle. Era una Regina gentile. Io non voglio essere salvata, questa torre è la mia casa.

Fu poi la volta della principessa dai capelli dorati, che guardava le altre fanciulle con un misto d’amore, tristezza ed orgoglio.
- Io non posso essere salvata. La mia storia è diversa dalla loro. Io non ero amata, non avevo genitori e non ero sfruttata. Ero semplicemente uno dei mille orfani che affollavano la capitale del mio Regno. Sennonché potevo comandare i metalli. Il Re del mio paese venne a sapere delle mie capacità per un furto che feci, e decise di prendermi con sé anziché uccidermi. Fece di me una spia bambina, mi affiancò un mentore e provvide alla mia educazione. Era un buon politico, ma anche un uomo buono, e il dovermi usare in quel modo lo lacerava, quindi su mia richiesta aprì orfanotrofi, case per i poveri ed altre opere buone. Quando venne il momento per me di venire qui era sollevato che io potessi allontanarmi da quella vita, e mi riempì di stoffe pregiate e profumi deliziosi, ma mi lasciò anche le mie armi e tutte le conoscenze acquisite. Non posso essere salvata perché è una mia decisione rimanere qui, a proteggere tutte loro.

Poi parlò l’ultima principessa, quella dai capelli argentati ed i grandi occhi innocenti, che piangeva per le sue compagne.
- Io non merito di essere salvata. Sono nata principessa, ed il mio primo miracolo è stato salvare la vita di mia madre. Era stato un parto difficile, la levatrice aveva detto al Re mio padre che la Regina non sarebbe sopravvissuta, ma poi io m’illuminai di luce argentata e mia madre sopravvisse splendidamente al parto. Quella fu la mia prima guarigione ma non l’unica; curai le ferite di tutti, nobili, contadini e mercanti, mio padre era un Re giusto e buono e mi permetteva di guarire anche chi non poteva permettersi un medico. Ma il male aveva contaminato anche il nostro bel Regno, ed una nobildonna ci tradì, permettendo al nemico di assassinare i miei genitori. Era la madre di un bambino che non ero riuscita a salvare, poiché era arrivato a me già morto; io non resuscito i morti, ma quella madre non volle accettarlo e mi accusò della morte del suo bambino, ed il suo odio per me la spinse a condannare il regno. Il Re che conquistò il mio Regno mi obbligò a guarire per lui, facendo pagare prezzi altissimi e minacciando d’uccidere la mia gente se non avessi collaborato, ma infine anche lui venne ucciso quando si rifiutò di rinunciare a me. Alla fine fui mandata qui. Non merito di essere salvata, sono una Principessa per cui il proprio Regno è caduto.

I cinque uomini erano commossi dalle disavventure delle fanciulle, e si ritrovarono a piangere per loro, a desiderare di proteggerle e che nulla più potesse sconvolgere la loro pace.
Così fecero un giuramento, a loro stessi ed alle dame. Avrebbero riunito tutti i regni ponendo fine alle guerre.
Avrebbero portato la pace e poi sarebbero tornati a cercare le fanciulle per sposarle. Non importa quante vite avrebbero dovuto usare, o quanti anni sarebbero trascorsi, loro sarebbero un giorno tornati vincitori.
E così le donne accettarono di ospitarli per quattro mesi nella loro torre, e gl'insegnarono la conoscenza e le usanze di ogni popolo, gl'insegnarono come spiare i propri nemici e come usare queste osservazioni per farsi nuovi amici, gl'insegnarono i segreti del fuoco e come usarlo per illuminare anche la notte più buia, impararono la forza degli elementi e come prevederla, ed impararono la guarigione che viene dalla compassione e dall’amore. Ma soprattutto impararono il rispetto, l’infinito che s’estende oltre la propria conoscenza e la bellezza insita nell’altro.
In quei mesi si conobbero, litigarono, fecero pace, si punzecchiarono e si innamorarono, ma venne il tempo di tornare a casa per i giovani, che dovettero dire addio alle proprie principesse.
Mentre si allontanavano dalla torre fu la triste canzone delle principessa argentata a salutarli, e poi le voci delle loro Principesse.
- Siamo la Principessa Intrappolata nella Torre e vi aspetteremo fino alla fine dei tempi.
Cento anni passarono, e poi altri cento, e cento altri ancora, e finalmente la guerra finì.
Quattro anni dopo la proclamazione della supremazia del Regno Dorato cinque giovani si ritrovarono finalmente uniti ai piedi della misteriosa torre.


- ‘Dymion! Anche tu qui?
L’erede del Regno Dorato si voltò di colpo sentendo la voce del Principe del Regno del Ovest, e quasi scoppiò a ridere quando riconobbe anche i Principi del Regno del Sud, dell‘Est e del Nord, i suoi migliori amici ed i figli del miglior amico di suo padre.
- Anche voi i sogni, eh? E così dopo chissà quanti secoli ci ritorviamo qui! Pare che alla fine ce l’abbiamo fatta a mantenere la nostra promessa.
Tutti si guardarono e poi scoppiando a ridere entrarono nella torre.

E le fiamme accolsero festanti i cinque uomini, mentre una principessa di fuoco si gettava tra le braccia del Principe del Sud.
I fiori sbocciarono mentre il Nuovo Veggente ed erede dell’Est correva dalla sua cacciatrice e la imprigionava fra le proprie braccia.
Le nebbie ne lasciarono passare due mentre tra la sue spire ne intrappolava uno, il principe del Nord era ormai perso negli occhi di una ninfa.
Il Leader del gruppo lasciò il suo Principe libero di proseguire mentre seguiva delle risate gioiose ed un guizzo dorato.
Ed infine il Principe raggiunse la cima della torre, dove la dolce Principessa Argentata lo aspettava ansiosa, sorridendo felice.
- Ce l’avete fatta, ci avete liberato. Ora non siamo più la Principessa Imprigionata nella Torre, ora siamo le Vostre Principesse.





E Vissero Tutti
Felici E Contenti
Fine
  
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