Il mio cuore starà con te……
11 giugno
Cara kagome,
so che può sembrarti strano, ma ho deciso di
scriverti.
Non so bene il perché, ma ho sentito il bisogno di
mettere le cose in chiaro fra
noi.
Qui, in questa stanza di ospedale, ho bisogno di
averti accanto, ho bisogno di
poterti parlare.
Di poterti raccontare ciò che vivo ogni giorno,
sotto gli sguardi di medici che
compilano migliaia di schede, che mi esaminano
come se fossi una cavia da
laboratorio.
Ti scrivo perché ho bisogno di allontanare il
pensiero da questa bianca stanza…
Qui tutto è bianco…….bianco…..
Bianco, come la neve che cadeva quel 25 dicembre.
Quando ti ho vista per la prima volta.
Lo ricordo come se fosse ieri: uscivi dalla
stazione, carica di borse e borsoni.
La neve si fermava dolce sui tuoi capelli neri,
striandoli d’argento. Tremavi.
Il cappotto nero che ti arrivava poco sotto le
ginocchia era troppo leggero per
poterti scaldare.
Provai subito una sfrenata voglia di abbracciarti,
per scaldarti con il mio
corpo, con il mio calore.
Tu eri il mio angelo sceso dal cielo: ti avrei
protetto ad ogni costo.
Ma prima che potessi fare qualcosa, arrivò
l’autobus, che ti portò lontana da
me, lontana dalla mia vista, lontana dal mio
cuore.
Da quel giorno, non feci che pensare a te.
Ogni giorno tornavo a quella fermata dell’autobus,
sperando di rivederti.
Ma non ti incontrai più.
Tu non tornasti alla fermata del 29, davanti alla
stazione.
Era primavera quando ti rividi.
Stavo sorseggiando una gazzosa al bar del parco,
con il mio solito gruppo di
amici.
Me ne stavo in disparte, con lo sguardo da duro e
gli occhiali da sole a
proteggermi da sguardi indagatori, quando ti vidi.
Eri seduta da sola su una panchina, con
l’espressione concentrata, intenta a
leggere il libro di chimica.
Con i denti, ti mordicchiavi distrattamente
l’unghia della mano destra.
Eri vestita semplicemente: un paio di calzoncini
di jeans sbiaditi e una
maglietta corta. I capelli erano tenuti indietro
da un cerchietto argentato.
E’ strano come a volte certi particolari inutili
ti restino impressi nella
mente…..
Bellissima, nella tua semplicità, come quel giorno
di dicembre.
Eri tu, il mio angelo.
Sorpreso, feci cadere la gazzosa. (sigh! Ma avete
idea di quanto costa una
gazzosa oggi? Nd giu) (Già, hai ragione. Sarà che
noi siamo sempre in bolletta
sparata…nd dil) (va beh, ora torniamo alla storia)
Mi alzai precipitoso: quella volta non mi saresti
scappata tanto facilmente.
Ricordo che i miei amici mi guardarono straniti:
non mi avevano mai visto
reagire a quel modo, non per una ragazza.
Ma non mi importava.
Solo qualche panchina mi separava da te, quando ti
vidi accerchiata da tre
bulletti.
Mi furono subito chiare le loro intenzioni.
Da come ti guardavano, da come cercavano di
toccarti, dalla tua espressione
spaventata….
Senza pensarci due volte, mi frapposi fra te e
loro, e senza tanti complimenti
li cacciai lontano da te.
Con un sorriso rassicurante, ti guardai. Nel
momento in cui i miei occhi dorati
incontrarono i tuoi, color cioccolato, qualcosa
scattò.
Incominciammo a vederci più spesso: ogni mese,
ogni settimana, ogni giorno, ogni
ora, ogni minuto…..non potevamo fare a meno l’uno
dell’altra.
Tu eri la marmellata e io il pane.
Tu la dea e io il mortale.
Tu la padrona e io lo schiavo.
Eri tutto per me.
Ricordo ancora la prima volta che assaggiai il tuo
corpo: fu la notte più bella
di tutta la mia vita.
Amore mio, da allora siamo sempre stati insieme.
Dopo un po’ decidemmo di comprarci un alloggio,
solo per noi. Purtroppo tutto
ciò che potevamo permetterci era un piccolo
appartamento polveroso, dotato solo
di bagno, cucina e una camera da letto.
Lo adorasti subito. Ti piacevano le piccole cose,
e in poco tempo, trasformasti
quel “buco” in una casa confortevole.
La nostra casa.
Insieme abbiamo attraversato le difficoltà e
vissuto momenti felici.
Ogni volta che litigavamo, finivamo sempre col
fare pace.
Affronti la vita col sorriso sulle labbra, sempre
serena ed ottimista, dolce ma
testarda.
Per questo ti amo.
Così, ho deciso di compiere il grande passo.
Stavamo insieme da poco più di due anni, ma a me
sembrava una vita intera.
Quella sera del 25 dicembre, così, ti dissi di
vestirti elegante.
Ti avrei portata a cena fuori.
Avremmo festeggiato il nostro primo incontro…e
forse, qualcos’altro.
Purtroppo…non ricordo bene che cosa è
successo…..era una notte buia……il posto
dove avevo prenotato era un po’ isolato….decisi di
prendere una scorciatoia per
fare prima…..i fari dell’auto erano l’unica fonte
di luce…..
E poi….non ricordo bene….tutto è confuso nella mia
mente….
Ricordo che tu ridevi felice…..la collana che ti
avevo regalato per San
Valentino ti splendeva al collo…..e poi…..
Ricordo una macchina…..una macchina che si
avvicinava……ma veniva nella direzione
sbagliata……
Ricordo di aver sterzato di colpo…..e poi
l’impatto, seguito dal buio.
Mi sono svegliato in ospedale.
Sono qui da qualche giorno, ma tu non sei ancora
venuta a trovarmi. I medici non
mi danno risposte sul tuo conto, ciò vuol dire che
non sei in ospedale.
Che non ti sei ferita. Meno male.
Io però non posso uscire da qui. Mi tengono tutti
sotto controllo.
Per questo ti scrivo.
Per chiederti ciò che avrei dovuto chiederti
quella sera.
Lo so che scritto non è molto romantico, ma è
importante.
Te lo devo chiedere, e spero che mi perdonerai.
So che te lo immaginavi in modo diverso.
Io che mi metto in ginocchio….che ti porgo
l’anello….
In effetti era quella la mia idea, ma tu non sei
qui, e l’anello non so che fine
ha fatto.
Quindi, ti chiedo….
Kagome Higurashi, vuoi sposarmi?
Non so, forse ti ho sorpresa, forse non te lo
aspettavi, ma spero che
risponderai comunque di sì.
Scusa un attimo, un medico è entrato….inizia a
parlarmi…ha un’espressione
triste….come se mi dovesse dare una notizia
spiacevole…..
Lacrime calde inondano i miei occhi.
Lacrime che cadono su questa lettera, cancellando
le parole che ti ho scritto
con tanto amore.
Ma non importa.
Ormai non è più importante.
Tanto, non avresti mai letto questa lettera.
Non avresti mai risposto alla mia domanda.
Non ce l’hai fatta.
Non sei sopravvissuta all’incidente.
Quella macchina….ti ha portato per sempre via da
me.
Strappo questa lettera, e con le lacrime agli
occhi, la butto dalla finestra.
Osservo i fogli volare lontani, incontro a questo
cielo azzurro.
Trasportati lontano dal vento, svolazzano lontano
da me, verso il sole, verso il
cielo…..verso te.
Spero che almeno così, le mie parole ti possano
raggiungere.
Se mai la leggerai, non ti crucciare per non
avermi risposto…perché dentro di
me, so che la tua risposta sarebbe stata sì.
Solo una cosa…….te l’ho detta tante volte……te l’ho
scritta…..te l’ho
sussurrata….
Però sento il bisogno di ripetertela….perchè so
che puoi sentirmi….perchè è
importante………perché è la verità….perchè sarà così
per sempre……
……….TI
AMO ……….
<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3
Eccomi tornata con un'altra one-shot... Una lettera scritta da
Inuyasha alla sua Kagome...
Spero che vi piaccia... COMMENTATE vi prego! Un saluto a tutti...