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Autore: sesshydil    24/03/2007    10 recensioni
Ciao, sono tornata con una nuova nuova one-shot... Inuayasha scrive una lettera alla sua Kagome... Cosa sarà successo? E come andrà a finire? Spero che vi piaccia!
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mio cuore starà con te……

Il mio cuore starà con te……

 

 

11 giugno

Cara kagome,

 

so che può sembrarti strano, ma ho deciso di scriverti.

Non so bene il perché, ma ho sentito il bisogno di mettere le cose in chiaro fra

noi.

 

Qui, in questa stanza di ospedale, ho bisogno di averti accanto, ho bisogno di

poterti parlare.

Di poterti raccontare ciò che vivo ogni giorno, sotto gli sguardi di medici che

compilano migliaia di schede, che mi esaminano come se fossi una cavia da

laboratorio.

Ti scrivo perché ho bisogno di allontanare il pensiero da questa bianca stanza…

Qui tutto è bianco…….bianco…..

Bianco, come la neve che cadeva quel 25 dicembre.

Quando ti ho vista per la prima volta.

 

Lo ricordo come se fosse ieri: uscivi dalla stazione, carica di borse e borsoni.

La neve si fermava dolce sui tuoi capelli neri, striandoli d’argento. Tremavi.

Il cappotto nero che ti arrivava poco sotto le ginocchia era troppo leggero per

poterti scaldare.

Provai subito una sfrenata voglia di abbracciarti, per scaldarti con il mio

corpo, con il mio calore.

Tu eri il mio angelo sceso dal cielo: ti avrei protetto ad ogni costo.

Ma prima che potessi fare qualcosa, arrivò l’autobus, che ti portò lontana da

me, lontana dalla mia vista, lontana dal mio cuore.

Da quel giorno, non feci che pensare a te.

 

Ogni giorno tornavo a quella fermata dell’autobus, sperando di rivederti.

Ma non ti incontrai più.

Tu non tornasti alla fermata del 29, davanti alla stazione.

Era primavera quando ti rividi.

Stavo sorseggiando una gazzosa al bar del parco, con il mio solito gruppo di

amici.

Me ne stavo in disparte, con lo sguardo da duro e gli occhiali da sole a

proteggermi da sguardi indagatori, quando ti vidi.

Eri seduta da sola su una panchina, con l’espressione concentrata, intenta a

leggere il libro di chimica.

Con i denti, ti mordicchiavi distrattamente l’unghia della mano destra.

Eri vestita semplicemente: un paio di calzoncini di jeans sbiaditi e una

maglietta corta. I capelli erano tenuti indietro da un cerchietto argentato.

E’ strano come a volte certi particolari inutili ti restino impressi nella

mente…..

Bellissima, nella tua semplicità, come quel giorno di dicembre.

Eri tu, il mio angelo.

Sorpreso, feci cadere la gazzosa. (sigh! Ma avete idea di quanto costa una

gazzosa oggi? Nd giu) (Già, hai ragione. Sarà che noi siamo sempre in bolletta

sparata…nd dil) (va beh, ora torniamo alla storia)

Mi alzai precipitoso: quella volta non mi saresti scappata tanto facilmente.

Ricordo che i miei amici mi guardarono straniti: non mi avevano mai visto

reagire a quel modo, non per una ragazza.

Ma non mi importava.

Solo qualche panchina mi separava da te, quando ti vidi accerchiata da tre

bulletti.

Mi furono subito chiare le loro intenzioni.

Da come ti guardavano, da come cercavano di toccarti, dalla tua espressione

spaventata….

Senza pensarci due volte, mi frapposi fra te e loro, e senza tanti complimenti

li cacciai lontano da te.

Con un sorriso rassicurante, ti guardai. Nel momento in cui i miei occhi dorati

incontrarono i tuoi, color cioccolato, qualcosa scattò.

 

Incominciammo a vederci più spesso: ogni mese, ogni settimana, ogni giorno, ogni

ora, ogni minuto…..non potevamo fare a meno l’uno dell’altra.

Tu eri la marmellata e io il pane.

Tu la dea e io il mortale.

Tu la padrona e io lo schiavo.

Eri tutto per me.

Ricordo ancora la prima volta che assaggiai il tuo corpo: fu la notte più bella

di tutta la mia vita.

Amore mio, da allora siamo sempre stati insieme.

Dopo un po’ decidemmo di comprarci un alloggio, solo per noi. Purtroppo tutto

ciò che potevamo permetterci era un piccolo appartamento polveroso, dotato solo

di bagno, cucina e una camera da letto.

Lo adorasti subito. Ti piacevano le piccole cose, e in poco tempo, trasformasti

quel “buco” in una casa confortevole.

La nostra casa.

Insieme abbiamo attraversato le difficoltà e vissuto momenti felici.

Ogni volta che litigavamo, finivamo sempre col fare pace.

Affronti la vita col sorriso sulle labbra, sempre serena ed ottimista, dolce ma

testarda.

Per questo ti amo.

 

Così, ho deciso di compiere il grande passo.

Stavamo insieme da poco più di due anni, ma a me sembrava una vita intera. 

Quella sera del 25 dicembre, così, ti dissi di vestirti elegante.

Ti avrei portata a cena fuori.

Avremmo festeggiato il nostro primo incontro…e forse, qualcos’altro.

Purtroppo…non ricordo bene che cosa è successo…..era una notte buia……il posto

dove avevo prenotato era un po’ isolato….decisi di prendere una scorciatoia per

fare prima…..i fari dell’auto erano l’unica fonte di luce…..

E poi….non ricordo bene….tutto è confuso nella mia mente….

Ricordo che tu ridevi felice…..la collana che ti avevo regalato per San

Valentino ti splendeva al collo…..e poi…..

Ricordo una macchina…..una macchina che si avvicinava……ma veniva nella direzione

sbagliata……

Ricordo di aver sterzato di colpo…..e poi l’impatto, seguito dal buio.

 

Mi sono svegliato in ospedale.

Sono qui da qualche giorno, ma tu non sei ancora venuta a trovarmi. I medici non

mi danno risposte sul tuo conto, ciò vuol dire che non sei in ospedale.

Che non ti sei ferita. Meno male.

Io però non posso uscire da qui. Mi tengono tutti sotto controllo.

Per questo ti scrivo.

Per chiederti ciò che avrei dovuto chiederti quella sera.

Lo so che scritto non è molto romantico, ma è importante.

Te lo devo chiedere, e spero che mi perdonerai.

So che te lo immaginavi in modo diverso.

Io che mi metto in ginocchio….che ti porgo l’anello….

In effetti era quella la mia idea, ma tu non sei qui, e l’anello non so che fine

ha fatto.

Quindi, ti chiedo….

Kagome Higurashi, vuoi sposarmi?

Non so, forse ti ho sorpresa, forse non te lo aspettavi, ma spero che

risponderai comunque di sì.

 

Scusa un attimo, un medico è entrato….inizia a parlarmi…ha un’espressione

triste….come se mi dovesse dare una notizia spiacevole…..

 

Lacrime calde inondano i miei occhi.

Lacrime che cadono su questa lettera, cancellando le parole che ti ho scritto

con tanto amore.

Ma non importa.

Ormai non è più importante.

Tanto, non avresti mai letto questa lettera.

Non avresti mai risposto alla mia domanda.

Non ce l’hai fatta.

Non sei sopravvissuta all’incidente.

Quella macchina….ti ha portato per sempre via da me.

 

Strappo questa lettera, e con le lacrime agli occhi, la butto dalla finestra.

Osservo i fogli volare lontani, incontro a questo cielo azzurro.

Trasportati lontano dal vento, svolazzano lontano da me, verso il sole, verso il

cielo…..verso te.

Spero che almeno così, le mie parole ti possano raggiungere.

Se mai la leggerai, non ti crucciare per non avermi risposto…perché dentro di

me, so che la tua risposta sarebbe stata sì.

Solo una cosa…….te l’ho detta tante volte……te l’ho scritta…..te l’ho

sussurrata….

Però sento il bisogno di ripetertela….perchè so che puoi sentirmi….perchè è

importante………perché è la verità….perchè sarà così per sempre……

                                                                        ……….TI AMO ……….

 

 

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Eccomi tornata con un'altra one-shot... Una lettera scritta da Inuyasha alla sua Kagome...

Spero che vi piaccia... COMMENTATE vi prego! Un saluto a tutti...

  
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