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Autore: dragon82    08/09/2012    0 recensioni
“chi si macchia del sangue della morte brancolerà in eterno nell’oscurità del male e non potrà mai aver salva la sua anima!”
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attesi con ansia la domenica, ma con mio grande rammarico la sera precedente iniziò la prima nevicata della stagione, ed ero già stato avvisato che la mattina seguente avrei dovuto darmi da fare in alcuni quartieri. Uno di quelli, però, era quello dove era situata la chiesa. Quindi cercai di organizzarmi per il meglio affinché rimanessi per ultimo quel quartiere e riuscissi a spalare la neve in tempo per l’inizio della funzione. Pertanto, la mattina del primo giorno del mese di dicembre mi svegliai di buon ora, mi incappucciai bene, presi gli attrezzi del mestiere ed uscii di casa che era ancora buio. La neve sulle strade non era altissima, ma comunque continuava leggermente a nevicare. Iniziai con Pickford town, per poi passare ad Helder road, ed ovviamente rimasi per ultimo l’Heritage dove poi sarei dovuto rimanere. Il mio lavoro consisteva principalmente nel liberare i passaggi dei viali delle abitazioni dei suddetti quartieri, fortunatamente, all’epoca non tutti possedevano un’automobile, e pertanto non avevano neppure un garage da cui farla uscire, quindi non ci si impiegava molto tempo nello spalare, ovviamente ciò che faceva la differenza era la quantità di lavoro commissionato poiché, guadagnando solamente due dollari a settimana per abitazione, se volevo che ne valesse la pena, dovevo necessariamente addossarmene parecchio. Portai con me anche l’ombrello azzurro di Madalene, ma, anche se fosse servito, non lo avrei aperto- e così fu- neanche per un secondo, anzi, lo appoggiavo sempre in luoghi ben distanti dall’intemperie.
Spalai neve ininterrottamente dalle 5:00 alle 9:00 del mattino, ed anche se stanchissimo, riuscii a terminare il lavoro proprio quando le prime persone iniziarono ad entrare in chiesa. Sfinito e sporco, entrai finalmente nell’edificio, rimasi la pala nel giardino dell’ultima abitazione ripulita, e portai con me solo l’ombrello, quasi perfettamente incolume, di Madalene. Appena entrato il disagio fu immediato: la chiesa era gremita, ed era rimasto solo qualche posto a sedere in fondo alla sala; vi era parecchia gente vestita a festa ed io, in effetti, non ero nelle condizioni ideali per mescolarmi tra quelle persone. Comunque mi feci coraggio, e mi sedetti su uno di quei posti liberi visti prima, con l’ombrello sempre ben stretto tra le mani. L’anziana signora affianco al quale mi accomodai mi squadrò dalla testa ai piedi e sembrava avere una faccia piuttosto disgustata, io lo notai e la guardai a mia volta facendo un gesto d’assenso:
<< buongiorno signora! >> le dissi togliendomi, poi, il cappello;
<< buongiorno giovanotto! >> rispose, sorridendomi ipocritamente.
Quando la funzione fu iniziata il disagio fu ancora più forte, non sapevo come si svolgesse il cerimoniale e, conseguentemente, non sapevo il comportamento che avessi dovuto tenere durante quest’ultimo. Iniziai un po’ ad imitare le persone che mi stavano accanto, anche se non conoscevo i testi delle orazioni, pertanto su quel punto decisi di stare in silenzio. Dall’altare il reverendo Preston, dapprima salutava tutti i fedeli ammonendoli di pregare e di credere nel Signore sempre ed in ogni circostanza bella o brutta, poi cominciò la lettura di alcuni sermoni della Bibbia. Io dal fondo della sala cercai con lo sguardo Madalene, convinto che fosse nelle prime file, poi con mia grande sorpresa la avvistai sul podio adiacente all’altare con altri ragazzi e ragazze che formavano il coro. Quando la vidi tutto il resto non contò più nulla,  se era bella al naturale quando studiava in biblioteca, figuriamoci vestita a festa di domenica, e un po’ come succedeva in biblioteca in cui un po’ studiavo ed il resto del tempo ero assorto ad ammirare Madalene, così fu anche in quella circostanza. Mi interessai attentamente solo ad una predica che mi colpì profondamente e di cui ricordo bene, ancor oggi, le parole del reverendo:
<< dal libro della Genesi 4, versi 1-18: Quando nacque Caino, Eva disse che ebbe un uomo dal Signore. Forse credeva che questi fosse la progenie promessa. In questo caso fu tremendamente delusa. Abele significa "vanità" quando credette di avere avuto la discendenza promessa con Caino, il cui nome indica "possesso", ella fu così soddisfatta di lui che un altro figlio fu considerato da lei come vanità. Osservate che entrambi i figli ebbero una chiamata. È volontà di Dio che ognuno abbia qualcosa da fare in questo mondo. I genitori devono far crescere i figli indirizzandoli al lavoro. "Dategli una Bibbia e una chiamata",  "e Dio sarà con loro!". Possiamo ritenere che Dio abbia ordinato ad Adamo, dopo la caduta, di spargere il sangue di animali innocenti e dopo la loro morte bruciare in parte o interamente i loro corpi col fuoco. Così la punizione che i peccatori meritano, la morte del corpo e la collera di Dio, del quale il fuoco è un emblema significativo, si riscontreranno poi nelle sofferenze di Cristo. Osservate che il culto religioso di Dio non è una invenzione recente. Fu così dall'inizio: è la vecchia buona via. Le offerte di Caino e di Abele furono diverse. Caino mostrò un cuore orgoglioso e incredulo e così lui e la sua offerta furono rifiutati. Abele si presentò come peccatore e secondo l'intendimento di Dio poiché il suo sacrificio esprimeva umiltà, ubbidienza e fede sincera. Pertanto ricercando le benedizioni del nuovo patto di misericordia mediante la discendenza promessa, il suo sacrificio ricevette un segno dell'accoglienza divina. Abele offrì con fede mentre Caino no. In tutti i tempi ci sono stati due tipi di adoratori che qui vediamo prefigurati in Caino e Abele: da un lato ci sono i religiosi orgogliosi e lontani dal vangelo della salvezza, che tentano di soddisfare Dio in modi del tutto personali, e umili credenti che camminano con Lui secondo la sua rivelazione. Caino si accese di ira maligna contro Abele. Perciò coltivò pure uno spirito cattivo di scontentezza e ribellione contro Dio. Dio conosce tutte le nostre passioni e le scontentezze peccaminose. Non c'è ira, invidia o irritazione che sfugga al suo occhio sempre vigile. Il Signore parlò a quest'uomo ribelle: se egli si fosse giustamente comportato sarebbe stato accettato. Alcuni interpretano questo come un'intimazione di misericordia. "Se non fai il bene, pecchi, cioè, mentre il peccato è ancora alla porta tu puoi ancora sopraffarlo". La stessa parola indica peccato e offerta per il peccato. "Sebbene tu non abbia fatto il bene, non disperare ancora perché il rimedio è vicino": Cristo, la grande offerta per il peccato è alla porta. E ben periranno nei loro peccati coloro i quali non andranno a quella porta a richiedere questa offerta per il peccato. L'accoglienza di Dio dell'offerta di Abele non cambiò il diritto di primogenitura, perché, quindi, Caino fu così arrabbiato? Le inquietudini peccaminose svaniscono conoscendo veramente e sinceramente le loro cause.
La malizia nel cuore portò a un assassinio con le proprie mani. Caino uccise Abele suo fratello, figlio di sua madre che egli doveva amare, suo fratello minore che doveva proteggere, un fratello buono che non gli aveva mai fatto alcun torto. Quali effetti mortali ebbe il peccato dei nostri progenitori e come i loro cuori si dovettero riempire di angoscia! Osservate l'orgoglio, l'incredulità e l'impenitenza di Caino. Egli nega il reato, come se potesse nasconderlo a Dio. Egli cerca di coprite un assassinio deliberato con una bugia deliberata. L'assassinio è un peccato che grida. Sangue chiama sangue, il sangue dell'assassinato il sangue dell'assassino. Quanta è grande e pesante una maledizione divina: essa va lontano e penetra in profondità! Solo in Cristo i credenti possono essere da Lui salvati per ricevere benedizioni! Caino fu maledetto non solo da Dio ma anche dalla terra. Egli ricevette la sua punizione laddove scelse la sua eredità e mise il suo cuore. Ogni creatura è per noi quello che Dio fa di essa, un conforto o una croce, una benedizione o una maledizione. La malvagità dei cattivi diventa una maledizione in tutto quello che essi fanno e su tutto ciò che essi hanno. Caino non si rattristò per il suo peccato ma per la punizione. Mostriamo grande durezza di cuore quando siamo più preoccupati delle nostre sofferenze che dei nostri peccati. Dio ha scopi santi e saggi nel prolungare anche le vite degli uomini molto cattivi. È cosa vana chiedersi in cosa consistette il segno messo su Caino. Era indubbiamente noto, sia come marchio di infamia sia come segno da Dio per coloro che avrebbero voluto uccidere Caino. Abele, pur essendo morto, ancora parlava. Egli denunciò la colpa atroce del suo assassinio: così ci avverte di soffocare le prime avvisaglie della collera e ci insegna che la persecuzione del giusto ci attende. Inoltre, c'è uno stato futuro e una eterna ricompensa con cui gioire per mezzo della fede in Cristo e del suo sacrificio meraviglioso. E ancora ci dice l'eccellenza della fede nel meraviglioso sacrificio e nel sangue dell'Agnello di Dio. Caino ha ammazzato suo fratello poiché le sue opere erano cattive mentre quelle di suo fratello sincere. A causa della conseguenza dell'inimicizia tra la Discendenza della donna e quella del serpente la guerra scoppiò come mai prima di allora. In questa guerra siamo tutti interessati e nessuno è neutrale: Gesù, il nostro capitano, ha dichiarato che chi non è con Lui è contro di Lui. Decidiamoci, dunque, a sostenere con pazienza la causa della verità e della giustizia contro Satana.
Caino se ne infischiò del timore di Dio e non si attenne più agli ordini divini. I religiosi ipocriti che dissimulano e giocano con Dio, sono giustamente lasciati a se stessi e alle loro vie scandalose. Cosicché essi gettano via quella forma di devozione alla quale essi dovevano obbedire e della quale essi ne negano la potenza. Caino uscì dalla presenza del Signore e non ritroviamo più che egli vi abbia mai fatto ritorno. La terra su cui Caino abitò fu chiamata "terra di Nod", che significa 'scossone' o 'tremito', e mostra così l'inquietudine e il disagio del suo spirito oppure la terra di un vagabondo: coloro che si dipartono da Dio non trovano riposo in nessun luogo. Coloro che sulla terra guardano alla città celeste hanno scelto di abitare in tabernacoli o tende, ma Caino, non interessandosi più a quella città, ne costruì una sulla terra. Così tutti coloro che sono maledetti da Dio cercano il loro fondamento e la loro soddisfazione quaggiù. >> pronunciò il reverendo Preston.
In seguito a quelle sue parole mi sembrò di aver avuto una Rivelazione: ilprimo assassino, la prima vittima, il bene, il male, ed ogni sentimento d’odio e d’amore era iniziato dal principio e per volere di Dio. L’unica scelta che noi poveri mortali abbiamo la possibilità di effettuare è da quale parte si vuol stare per giungere un giorno al cospetto di Dio, e ciò sarà valutato soltanto dalle nostre azioni in vita. In un certo qual modo ciò che pensai in quel momento rispecchiava alcune affermazioni già sentite, “onestà.. giustizia.. giusto.. sbagliato, comportarsi bene per accedere in Paradiso”, erano le parole di Charlie: ciò che diceva sempre a me e Milo dopo ogni suo racconto. Inoltre anche il linguaggio forbito che utilizzò il reverendo mi sembrò molto simile al suo. In quel momento, seppur non credendo che accomunasse qualcosa persone  o fatti, capii come la linea di confine tra bene e male sia incredibilmente sottile.
Non avrei mai creduto che la religione potesse esprimere in così chiaro modo i tanti aspetti della vita di ognuno, ed in particolare quel passo mi fece acquistare una consapevolezza mai avuta prima. Così pensai che mi sarei dovuto avvicinare di più ad essa, per avere la cognizione della vita che avevo cercato in tutti i modi di reprimere e una coscienza della verità più adeguata. Non cercai comunque quel contatto: quell’ambiente e quell’atmosfera mi recavano un disagio indefinibile, come se mi avessero scavato all’interno ed estorto tutto ciò che non avevo mai mostrato all’esterno. Anche fisicamente mi sentivo affannato e sudato nonostante il freddo.. e tutte quelle mie sensazioni, le quali non riuscivo a definire, mi portarono ad andare via senza neanche aspettare la fine della funzione per riparlare con Madalene. Pertanto rimasi l’ombrello sulla panca chiedendo a quella signora anziana che era di fianco a me di renderlo appena possibile alla figlia del reverendo, e senza neanche mi avesse rassicurato del fatto che l’avrebbe fatto, andai via di fretta, senza girarmi nemmeno una volta all’indietro, fino a casa. E una volta tornato a casa mi chiusi in camera, e ci rimasi per tutto il giorno, ero agitato e sconvolto, guardai il pacchetto di sigarette ma decisi di non fumare, mio padre, che in quei giorni sembrava più sereno del solito, non chiese il motivo del mio comportamento e sembrò capire il mio malessere: non saprei come definire ciò che mi colpì quel giorno, forse una crisi mistica, forse paura di non riuscire a trovare un’identità.. l’unica cosa certa è che a stare male non era il mio corpo, e se esiste un’anima era senz’altro quella a dolermi.

  
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