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Autore: Shadow Dark    09/09/2012    2 recensioni
“Signorina, Lei è in arresto! Ha l’obbligo di rimanere in silenzio! Ogni parola potrà essere usata contro di lei!”
Le parole che mi rimbombavano in testa erano quelle. Sentivo l’aria pesante attorno a me, le mie mano tremavano al’idea di aver fatto una cosa tanto orribile. Non è da me uccidere qualcuno. Non sono io quella ragazza.
Genere: Comico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza
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Un delitto Infantile.

1
 
“Signorina, Lei è in arresto! Ha l’obbligo di rimanere in silenzio! Ogni parola potrà essere usata contro di lei!”
Le parole che mi rimbombavano in testa erano quelle. Sentivo l’aria pesante attorno a me, le mie mani tremavano all’idea di aver fatto una cosa tanto orribile. Non è da me uccidere qualcuno. Non sono io quella ragazza.
Tremo, cercando di stringere i pugni sulle mie ginocchia piegate. Anche loro tremano, mentre tutti mi guardano in un modo cattivo. Cattivo era poco. Sento passi e un rumore metallico rimbombarmi in testa. Niente era come pensavo. Quelle sbarre mi facevano paura, quella tensione era simile ad un film horror.
Sento ancora quei passi, vanno avanti e indietro. Come ci sono finita qui? Perché ho fatto una cosa tanto grave? Comincio a singhiozzare, portando la mia testa nascosta sulle braccia conserte, poggiate alle ginocchia. Il respiro mi manca, mentre quell’odore freddo entra dentro di me, lentamente.
Il pavimento era ghiacciato, come le mie mani che continuavano a tremare.
Singhiozzo ancora di più, ma cerco di respirare lentamente, cerco di ritrovare quella che ero. Deglutisco e alzò il capo, fissando la parete di fronte a me. Tutto era colpa di un errore. Una mossa secca e, un sonoro Crack che penetrò nei miei timpani. Ancora ricordo quell’orribile rumore che aveva fatto il collo di quella ragazza. Non credevo di avere tanta forza quando la furia mi assaliva. Portai le mani fra i miei capelli lunghi e biondi, intrecciandoli alle mie dita e cercando di fermare quel tremolio che era arrivato al ginocchio. Un dolore che saliva, dalle gambe che tremavano, arrivava allo stomaco, stringendomelo. Il fegato rifiutava ogni singolo granello di cibo ma, lo nascondevo. Per non far preoccupare nessuno. Piano il dolore sale al cuore, che cerca di ribellarsi ma, il dolore lo fa pulsare solo più forte, aumentando i singhiozzi e i tremolii delle mie spalle infreddolite. Guardo le mie mani, mani che ormai le sentivo sporche, sporche di un delitto commesso per sbaglio -Non volevo..- dico, in un sussurro fiacco, quasi incomprensibile visto che le mie labbra si muovevano senza emettere un suono. Il dolore sale, arrivando alla gola; porto le mani al collo, avvolgendolo. Sentivo l’aria mancare e deglutisco aria, senza risultati. L’unico risultato era la nausea che cresceva ancora e ancora. Riuscì a fermare quelle lacrime che copiose uscivano dai miei occhi azzurri. E arrivò una fitta alla testa, un dolore che rimbombava, e ad ogni pulsazione del cuore, dava una fitta ancora più dolorosa di quella precedente.
Quei passi.
Non smettevano di fare rumore, rumore che irritavano le mie orecchie, irritavano ancora di più il mio mal di testa, infiammandola. Improvvisamente, quei passi si fermarono, proprio avanti alla mia cella. Sollevo gli occhi, guardando quella figura, sentendomi per un istante ritornare alla realtà.
 
2
 
Ero in cucina, stavo preparando un pranzetto coi controfiocchi per la mia ragazza, che non sentivo da un po’, a dirla tutta. -Bry?- Chiamai. Non sentendo risposta, fermai il mio andare avanti e indietro e mi recai in salotto. Il caos si presentò d’avanti a me mi sbalordì. Giocattoli sparsi ovunque, pupazzetti armati e bambole sparse per tutto il pavimento. La finestra spalancata in pieno inverno e mi guardai attorno. Vidi il tavolo spostato e messo nell’angolo della stanza, con le sedie poggiate con la seduta sul tavolo, facendo si che le sbarre dello schienale rendeva a righe la figura rannicchiata di Brittany. -Amore?- Chiesi, avvicinandomi a lei, spostai le sedie, osservando i suoi occhi pieni di lacrime. Mi avvicinai a lei, accarezzandole il viso -Brittany, cos’è successo?- chiesi, lei si buttò tra le mie braccia e quasi persi l’equilibrio -L’ho uccisa!- disse lei, aggrottai le sopracciglia, confusa -Uccisa?- Chiesi. Che avesse ucciso quel lardoso del gatto cui sesso era sconosciuto? -La barbie!!- Urlò tra le lacrime. Guardai dietro di lei, osservando la Barbie senza testa e sorrisi. Le accarezzai la schiena, prima di posare una mano sulla sua guancia -Dov’è la testa?- Chiesi, lei prese la testa dalla tasca e me la porse, dandomi anche il resto della bambola. Il suo viso era dispiaciuto e triste. Sorrisi e aggiustai la Barbie.
Subito il suo viso si illuminò e la baciai sulla guancia -Vedi? Non è morta!- Le dissi. Lei gattonò via da sotto al tavolo, si alzò e cominciò a saltellare. Mi alzai, guardando il suo viso sereno e asciugato dalle lacrime -Non sono più in prigione!!- esultò. Risi e mi avvicinai a lei. Abbracciandola -Mi hai salvata!- Disse, stringendomi.
Ecco, questa era la sua piccola ma fervida immaginazione. Chissà cosa le frullava in quella testolina da bambina.
 
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Mi scuso per eventuali errori.
Saluti:
Shadow Dark
  
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