If you love me won't you let me know?

Gohan si distese sul letto a guardare il soffitto, apatico. Essere un adolescente era già difficile senza contare una cotta sempre più evidente e la paura di non essere ricambiato che si faceva sempre più allarmante. E poi non era innamorato di una persona qualsiasi, ma della sua migliore amica. E Videl certo non contribuiva a migliorare la situazione: era sicuro che avesse sempre in mente quello che era successo al palazzo del Supremo, proprio come lui, ma non ne faceva parola. Lui era felice di quello che era successo, ma era anche vero che già solo pensare a lei lo rendeva felice.

Non era riuscito a capire fin da subito che cosa provasse quando era con lei, ma quando c'era riuscito aveva dovuto ammettere a se stesso di essere allo stesso tempo spaventato e incuriosito. Anche solo ricordandola, rivedendo il suo sorriso, risentendo la sua risata, provava quella sensazione così meravigliosa e così pericolosa.

Ma, tutto a un tratto, si rese conto che il suono della risata di Videl era troppo vivido per essere solo un ricordo.

-Gohan, quando tua madre mi ha detto che eri in camera tua ti immaginavo a fare i compiti, non disteso sul letto!

Il ragazzo rischiò seriamente di cadere per terra. Quando riuscì a mettersi seduto, guardò la ragazza e non poté evitare di sorridere. I corti capelli neri erano in disordine come sempre, mentre la maglietta viola e i jeans che indossava erano abbastanza stropicciati per fargli capire che era arrivata volando.

-Come mai sei qui?

-Sono venuta per... beh, per parlarti.

Gohan diventò improvvisamente di cattivo umore, e abbassò lo sguardo. Videl se ne accorse e si sedette vicino a lui.

-Cosa succede?

-Sicuramente non sei venuta per parlare di quello che è successo nel palazzo del Supremo.

Anche lo sguardo celeste della ragazza saettò verso il pavimento a quell'affermazione. Si mordicchiò leggermente il labbro prima di continuare a parlare.

-Invece sono venuta qui proprio per quello.

La mano di Gohan trovò la sua, che stringeva forte le coperte, forse per trovare qualcosa a cui aggrapparsi.

-È solo che... non lo so, Gohan. È tutto così confuso, e anche se io ti voglio bene non riesco a capire esattamente quanto te ne voglia...

Ormai Videl stava piangendo. Alla fine le lacrime avevano trovato una via per uscire e si erano sostituite alla sua risata, e Gohan odiava vedere che stava male.

La ragazza sentì un paio di dita sotto il suo mento, e i suoi occhi si alzarono fino ad incrociare quelli nero carbone del ragazzo. Decise di giocarsi il tutto per tutto e di esprimere un dubbio che ormai lo tormentava:-Se tu mi ami non mi lascerai sapere?

Videl strinse forte gli occhi per fermare le lacrime. Aveva capito di essere innamorata di lui, ma come faceva a dirglielo?

Gohan le accarezzò dolcemente un guancia e le asciugò le lacrime, osservandola mentre smetteva di singhiozzare. Poi le prese il viso fra le mani e avvicinò le labbra alle sue.

Fu un bacio breve e dolce, ma quando si separarono erano entrambi senza fiato, frastornati dall'improvvisa mancanza di quel contatto così meraviglioso e così naturale che si diedero degli stupidi per non averlo fatto prima. Fronte contro fronte, si sorrisero, a Videl sfuggì addirittura una risatina.

-Ti amo.- sussurrò prima di nascondere il viso ormai paonazzo contro il suo petto.

-Anche io, Videl.- rispose Gohan stringendola un po' più forte.  

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Angolo autrice

Macciao :3

*schiva una padella lanciata "alla Chichi"*

Sì lo so non uccidetemi! Non scrivo da troppissimo tempo, ma ora sono depressa DDD:

Cioè, il 17 inizia la scuola, la mia migliore amica non mi parla e se sta leggendo questo spero che si sia sentita in colpa

Coooomunque questa FanFiction partecipa al " Love Contest - Di guerrieri, ninja e pirati" indetto da Soly Dea ^^

Ho scelto la citazione "If you love me, won't you let me know?" (Capitan Ovvio) di Violet Hill dei Coldplay, e il prompt risata.

Spero davvero di non aver scritto una schifezza :( Anche se sono sicura che sia così

Benissimo, io ritorno a guardare video su Youtube... 

Ciau,

Ethel