Senza Mai Guardare Il
Cielo
Avevo sempre fatto un vanto del mio cappello da allenatrice.
Non che fosse un gran bell’oggetto: di forma banale, era rivestito di semplice tela, peraltro piuttosto ruvida, e le poche note di rosa che lo rendevano adatto a una ragazza erano andate scolorendo col tempo. Se aveva un pregio, era quello di essere resistente; gli unici danni degni di nota che aveva riportato, in due anni di battaglie pokémon, erano un paio di buchi sul retro e una piccola bruciatura su un lato della visiera.
Ma nulla di tutto ciò aveva importanza. Il mio cappello era prima di ogni altra cosa un simbolo: la prova tangibile della fatica che avevo sopportato, del sangue che avevo versato e degli obiettivi che avevo raggiunto. Non c’era mai stato niente di più importante per me.
Per questo motivo, non me ne separavo mai. Che fossi all’esterno o all’interno, in piedi o seduta, da sola o in compagnia, quel cappello rimaneva costantemente sulla mia testa, al punto che ogni tanto finivo per addormentarmi senza averlo tolto.
Ormai ero abituata alla linea della visiera perennemente sopra i miei occhi e, forse per questo, tendevo a guardare sempre dritto davanti a me, senza distogliere lo sguardo da ciò a cui stavo andando incontro.
In molti si erano complimentati con me per questo modo di fare, e anch’io avevo iniziato a pensare che fosse giusto così, che non ci si dovesse mai distrarre. Era un vizio pratico, pratico quanto il mio cappello.
«Touko...» N mi prese la mano, costringendomi a fermarmi. «Stai andando troppo veloce.»
Mi voltai verso di lui, perplessa. Dal mio maestoso metro e sessantotto, quando N si avvicinava troppo mi toccava alzare la testa per poterlo vedere bene in faccia. «Sto andando come al solito.»
«Appunto.» sorrise N. «Fermati un secondo.»
Come se nulla fosse, prese il mio cappello per la visiera e me lo sfilò, per poi lasciarlo cadere nell’erba.
«Ma cosa...?»
«È un peccato non riuscire mai a guardarti come si deve.»
Mi sollevò il mento con una mano, e la mia protesta fu subito zittita dalle sue labbra, inaspettate e dolci come sempre. Me ne lasciai catturare, dimentica di qualunque cosa stessi facendo fino a dieci secondi prima, più che disposta a non ricordarmene anche per ore.
Quando riaprii gli occhi, N si era tirato indietro e sopra di me c’era l’azzurro accecante del cielo. Ne rimasi quasi stordita, perché, mi resi conto, era un colore che non vedevo da moltissimo tempo.
Ero stata troppo occupata ad inseguire senza sosta ciò che ritenevo importante, ma forse quella caccia era durata abbastanza. Forse avevo già trovato quello che cercavo.
Per terra, capovolto tra i fili d’erba, c’era il mio cappello: vecchio, malandato, ancora tremendamente prezioso.
Di fronte a me, c’era N.
Quando i nostri sguardi si incontrarono, si chinò a baciarmi di nuovo, coprendo il cielo, il prato e tutto il resto del mondo.
«Sai... forse potrei abituarmici.» sussurrai, sorridendo. «A vedere il cielo.»
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Eccomi qui di nuovo, e di nuovo
con una N x Touko. Voi dovete credermi, dovete,
quando vi dico che non li shippo, perché non li shippo! Io sono una delle poche
fedelissime della TouTou, Touko e Touya sono la mia OTP, e N è solo un extra
capitato per errore (?).
Potreste chiedervi: “E allora perché non scrivi una TouTou?”, e avreste ragione
a chiedervelo, il fatto è che... non mi sento degna. Quando si tratta di
scrivere qualcosa sulle mie OTP, vado nel panico, mi blocco e non riesco a
scrivere nulla ç___ç
Però ogni tanto mi viene voglia di scrivere qualcosa – qualcosa di diverso da UH, il cui
capitolo 15, a proposito, sta attraversando un doloroso travaglio ma prima o
poi verrà alla luce – e per qualche motivo la N x Touko serve perfettamente
allo scopo.
Insomma, voi non avete il diritto di lamentarvi in ogni caso, se non per come
scrivo da bertuccia drogata con problemi di diabete (?), quindi le
giustificazioni le chiudo qui.
Parlando del contesto, potete pensarla come una flashfic slegata da qualsiasi
cosa, ma io l’ho immaginata nello stesso “universo” di Quello che hai
da dirmi. Quindi sì, Touko e N stanno già insieme e bla bla
bla, credo che si fosse capito.
Also sì, Touko è piccina rispetto a N, e questo perché N è un pino – e nessuno
mi convincerà mai del contrario.