Tra te e il Mare

"Non ho più paura di te, tutta la mia vita sei tu.

Vivo di respiri che lasci qui che consumo mentre sei via. "

 

Antonio si inginocchiò di fronte a lui. " Ehi, Romanito, tornerò presto te lo prometto. " detto così gli scopigliò i capelli del colore della terra.

" Dici sempre così." sbuffò il bambino, incrociando le braccia e mettendo il broncio. " Ma alla fine stai via per mesi. "

Antonio si alzò dandogli un'ultimo buffetto sulla guancia e sorrise " Tornerò. "

 

Le giornate senza lo spagnolo erano lunghe, noiose e soprattutto silenziose. Non c'erano più le sue risate, le sue battute idiote.

E poi odiava dormire da solo, il letto era troppo grande per lui. E infatti non dormiva. Passava le notti a pregare Dio che Antonio tornasse a casa sano e salvo.

Per quanto Lovino odiasse ammetterlo, quel ragazzo gli mancava e tanto.

 

"[...] No, amore no, io non ci sto! 

O ritorni o resti lì..."

 

" Romanito? "

" Vattene, Bastardo! Ti odio! "

" Roma--"

"Ho detto VATTENE! "

 

Lovino si svegliò di colpo, sudando.

Quanto tempo era passato da quando Antonio se n'era andato, di nuovo? Mesi? Anni? Decenni?

Oramai non se lo ricordava più, era stanco. Stanco di aspettare, stanco di tutto. 

Per questo gli aveva detto quelle cose orribili.

Ed ora aveva ogni notte lo stesso incubo.

" Bastardo..." sibilò, passandosi una mano sul viso, mentre delle lacrime sgorgavano dai suoi occhi bruni.

" Bastardo! " urlò più forte, sbattendo un pugno contro il muro.

Doveva aver battuto troppo forte, perchè il dolore non tardò a farsi sentire.

"[...] Cerco di notte in ogni stella un tuo riflesso. 

Ma tutto questo a me non basta, adesso cresco."

 

Guardò fuori dalla finestra: era ancora buio e le stelle splendevano come non mai.

" Mi pensi mai? " sussurrò il ragazzo, alzandosi dal letto e sfiorando il vetro freddo.

Si strinse ancor di più nella coperta che aveva ancora indosso.

" Torna presto. " mormorò prima di voltare le spalle alla finestra e tornare a coricarsi.

 

"[..]Non vivo più, non sogno più" 

 

Il giorno dopo Romano era seduto in giardino, a mangiare la sua colazione.

" Romano. "

Il suo cuore cominciò a battere all'impazzata.

" Capisco perfettamente il fatto che tu non mi voglia più parlare, sono stato uno stupido ad essermene andato, io... "

" Idiota. " L'italiano si alzò in piedi, e si voltò verso l'altro il quale sobbalzò.

Non se lo ricordava così... alto.

" Ti dai colpe su tutto, nonostante sono io quello che si deve scusare. " continuò il ragazzo avvicinandosi, fino a trovarsi ad un soffio dallo spagnolo.

No il suo Romanito non era solo più alto. Era un adulto ora.

" Lovi-- "

" Dannazione, mi sei mancato bastardo! " sbottò Lovino abbracciandolo.

Le lacrime scesero indisturbate sul viso sorpreso di Spagna.

" Ho avuto gli incubi ogni dannata notte! "

Antonio ricambiò finalmente l'abbraccio.

" Sì Lovino, anche tu mi sei mancato. "

 

"Ho paura aiutami."

-

Non chiedetemi nulla, è una fic scritta così, di getto.
Vorrei che recensiate questa storia, giusto per sapere se vi è piaciuta o meno o se c'è qualcosa che dovrei cambiare.
Ah, quasi dimenticavo! Questa songfic mi è venuta in mente ascoltando la canzone di Laura Pausini, tra te e il mare che rispecchia perfettamente la Spamano e3e
Beh, io vi lascio!
Alla prossima!

shiny_chan