The first dream of my soul
You are not the last dream of my soul.
You are the first dream, the only dream I
ever was unable to stop myself from dreaming.
Will’s Letter to Tessa
L’erba contro la nuca gli fa il
solletico, sospira, il vento canta, Will sta sorridendo. Si passa una mano fra
i capelli e piccole gocce d’acqua scrosciano dalle ciocche fino al suo viso.
«Will! »
Inala l’aria di pioggia, ancora
una volta, con gli occhi chiusi. E come se fosse il gesto più naturale del
mondo lascia il suo letto d’erba e si volta, con l’agilità e la forza che
avrebbe per rincorrere un demone.
Ma non stavolta.
La prende per mano e lei è così
leggera che potrebbe essere un’illusione, un gioco dell’aria, qualche riflesso
dell’arcobaleno che si tuffa nell’acqua del lago. Quasi non la sente quando la
prende per la vita e lei si aggrappa a lui e – no, sei vera, sei viva, sei la
donna che amo –, si lascia
cadere sulla riva.
Sente qualcosa sulla bocca:
forse è terra, o ancora acqua, o fili d’erba – le tue mani – o polvere, la stoffa di quel vestito
che le fa gli occhi più azzurri di qualunque cielo si possa vedere, da ogni
parte del mondo – le tue mani – giorni di gioia.
«Oh, smettila, Will! »
Sta ridendo.
Sta ridendo e allora lui apre
gli occhi. Non puoi perderla.
Non puoi non vedere quella bocca che si stira su quel volto a far vedere
i denti, bianchi sotto il cielo piovoso di Londra – lo sfondo della mia vita–,
riflesso per il sole ora, qui, nelle campagne del Galles.
E allora la guarda; il suo
respiro vola via e può sentirla, quella risata che sono campanelle che suonano
discrete, ma decise.
«Perché?» riesce a chiederle. Si
strofina il naso lungo il suo collo e lei sospira, continua a ridere. Will se
la stringe al petto e rotola ancora per qualche metro, con gli occhi aperti,
sempre, per ricordare tutto. «Hai paura di rovinarti il vestito, Tess?»
La risata svanisce, a poco a
poco, e Will può vedere il suo petto che si alza e si abbassa, piano, quella
pelle bianca leggermente arrossata che
ho paura anche di sfiorare, ma qui è diverso. Può sentirla sulle labbra,
sulla lingua, in ogni bacio. Può assaggiarla e fermarsi poco prima di
consumarla, per far sì che la sua dolce, bellissima Tessa possa ancora
guardarsi allo specchio e non dover rimettere insieme quello che lui mette in
subbuglio.
Come sta facendo ora.
«Will.» sente sospirare.
«Non viene mai nessuno qui, ci
siamo solo noi.» Will incontra i suoi occhi grandi, le ciglia castane e lunghe
lo sfiorano. «Solo noi.» ripete, e può guardarsi riflesso in quel grigio simile
al bianco che è la quiete e la schiettezza che gli è entrata dentro il cuore.
Proprio come una mano degli aggeggi di Mortmain.
E così trova le sue labbra.
Chiude gli occhi, - Tess, Tess, Tessa – lei lo abbraccia, lei lo stringe,
lei lo cerca.
Trovami, Tessa, sono qui,
sempre, per sempre. Una vita è abbastanza per amarti abbastanza?
Il cielo è sempre stato piovoso,
per me.
Poi ho riconosciuto uno
spiraglio di luce, impossibile, vero?
Perché il mio cielo era scuro,
coperto di nuvole, senza sole.
Will la bacia, non ha più fiato,
non ha più niente, solo quell’amore che l’ha ucciso, distrutto prima, che lo fa
vivere ora.
Ma non ti avevo ancora
incontrata.
«Ti amo. »
E lo dice piano.
Con un nodo alla gola che non
capisce, gli ferma le parole, se le porta indietro, le fa cadere nel fondo.
Ma vengono fuori lo stesso,
strascicate, una preghiera lontana.
Lei ha gli occhi lucidi di una
pioggia che è l’unica che Will riesce a temere. Come se tuoni e lampi potessero
ancora spaventarlo: non ha più undici anni.
Ora è un uomo, e un cacciatore.
E ha scoperto che ci sono delle
tempeste così forti che non danno nemmeno il tempo di avere paura.
Spazzano tutto via e basta.
È troppo tardi.
Tessa ha le lacrime agli occhi,
perle che le cadono sulle sue guance come a decorarla, piccola splendida sposa.
Vorrei che tu fossi la mia.
«Tess…»
«Togli via quest’espressione
triste, Sidney Carton.»
No, Tessa non piange. Lo scosta con una manata,
qualcosa di leggero, pacato, ma lo lascia immobile in un torpore che dà presto
spazio al gelo.
«Puoi dirlo.» riesce a dirle. E
lo fa con un entusiasmo sempre tenuto nascosto anche se lei sembra troppo
lontana. Sono troppo lontani i suoi occhi, le sue labbra, la stoffa del suo
vestito.
«Ti spaventi proprio presto… per
essere un cacciatore.»
Poi Tessa sorride.
Will sente la sua mano sulla
camicia bagnata, trema, – abbracciami,
Tess – è felice, Will
Herondale, - salvami, Tess – quando apre gli occhi lei è di
fronte a lui.
Gli accarezza il viso, come a un
bambino.
E poi lo bacia, come a un
innamorato.
«Io ti amo.» Tessa sospira. «Sai
che possiamo dircelo solo qui.»
«Lo so.» Will la abbraccia, la
tiene così stretta da non respirare nemmeno più.
«Sono felice che l’hai ammesso.»
Tessa ride, e non lo sa nemmeno Will, ma la risata di Tessa è bella anche
quando vuole nascondere la tristezza.
«Mhm.» Will le accarezza i capelli.
«Non ci fare l’abitudine.»
Will le accarezza il mento con
il pollice, Tessa profuma di libri, di pioggia, di fiori.
Il suo profilo è sfumato,
morbido, impalpabile.
Come in tutti i sogni.
«Ah, tu nemmeno.»
Will la tiene fra le braccia,
lei si appoggia alla sua spalla, respira piano e lui si fa cullare dal vento,
l’umidità di una pioggia improvvisa. «Era il tempo
migliore e il tempo peggiore, la stagione della saggezza e la stagione
della follia, l'epoca della fede e l'epoca dell'incredulità, il periodo
della luce e il periodo delle tenebre, la primavera della speranza e
l'inverno della disperazione. Avevamo tutto dinanzi a noi, non
avevamo nulla dinanzi a noi; eravamo tutti diretti al cielo, eravamo tutti
diretti a quell'altra parte.»
«”Racconto di
due città”… ti piace proprio tanto, adesso, vero?»
«Il mio
gradimento supera la fascia che lo inserisce fra i libri che si possono leggere
quando non c’è niente da fare.»
«Per questo lo
sai a memoria. »
«Una dote
naturale. E poi ti farebbero impazzire anche poesie mediocri, se te le recito
io.»
«Che cosa te lo
fa credere? »
«Tessa, non
prenderti gioco di me.»
«Mi piace anche
quando non parli, però.»
Tessa lo bacia
e Will si abbandona, come se si stesse addormentando fra le sue braccia.
Ma devi lasciarla andare, Will.
La luce la
travolge adesso che i suoi boccoli castani gli sfiorano il collo insieme alle
sue carezze. Will sente le campane che suonano.
Anche se daresti la tua vita per far avverare tutto questo.
Le sfiora le
labbra con le dita e Tessa gli prende le mani, le intreccia alle sue.
Non c’è nessun
anello sul suo anulare.
Non puoi vivere nei sogni.
Sbatte le
palpebre; dalla tenda della sua finestra filtra una luce bianca, com’è sempre
quando il sole è coperto dalle nuvole. Si mette seduto e si stringe la testa
fra le mani, prende un respiro profondo e si mette in piedi.
Ignora la sua
immagine allo specchio e si mette qualcosa addosso.
Qualcuno bussa
alla porta.
«Non sono nudo,
per vostra sfortuna.»
Sente il
cigolio della porta che si apre e dei passi, lenti. «Will, scendi a colazione? »
Will si volta.
Jem ha un sorriso in volto che gli fa stringere il cuore in una morsa di
felicità che gli fa male, lo soffoca. Perché il suo migliore amico è raggiante,
il suo parabatai sta vivendo davvero.
Grazie a Tessa.
Will si sistema
la camicia e sorride, a modo suo. Posa la mano sulla spalla di Jem e sospira,
il suo sorriso non si muove, come dipinto. «Andiamo.»
Si chiude la
porta alla spalle.
Spera di
lasciare lì tutti i suoi segreti, i suoi desideri, i suoi pensieri.
Ma come fai a lasciare indietro qualcosa che ha fatto radici nella tua
anima?
Will prende un
respiro profondo e segue Jem per il corridoio.
In silenzio.
Perché i sogni fanno più rumore del mio cuore che batte, Tess.
Will cammina
piano, Jem lo supera, Jem corre, Jem prende quello per cui Will morirebbe.
Ma Will sorride
e ricaccia indietro le lacrime.
Non lo vede
nessuno per un solo motivo.
Per la prima volta, William Herondale resta indietro.
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Ciao a tutti! <3 Quanti di voi amano Will Herondale? Io sono fra questi, anche se mi piace tanto anche Jem :) Spero che questa one shot vi sia piaciuta. Quando ho letto la lettera di Will a Tessa *sniff sniff* mi è venuta l'ispirazione per questa piccola storia senza pretese.
Un grazie speciale ad Afu e alle nostre chiacchierate, a Darkry che ha letto questa storia prima di tutti, e grazie a Noemi, che ho shadowhunterizzato da poco **
Grazie a tutti per aver letto. Se vi va, potete farmi sapere cosa ne pensate.
Un bacio