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Autore: liena    10/09/2012    1 recensioni
“Mikono-san!” chiamò il ragazzo, fermo di qualche passo dietro rispetto a lei. Quella era la prima volta, dopo la fine del conflitto con Altair e Mykage, che i due erano ritornati in quella città, dove il loro destino aveva avuto inizio.
[Aquarion EVOL - Amata/Mikono]
[Seconda Classificata all'Aquarion EVOL Contest: EVOL or LOVE? - indetto da Mokochan sul forum di EFP]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Autore:liena (efp) Liena90 (forum) 
Titolo: A Normal Life
Personaggi e Pairing: Amata/Mikono
Evol o Love?: Love
Genere: Missing Moments, Romantico
Rating: Verde
Avvertimenti: Ambientata dopo la fine dell’anime
Introduzione: “Mikono-san!” chiamò il ragazzo, fermo di qualche passo dietro rispetto a lei. Quella era la prima volta, dopo la fine del conflitto con Altair e Mykage, che i due erano ritornati in quella città, dove il loro destino aveva avuto inizio.
Note dell'Autore:l’idea iniziale era diversa, MOLTO diversa. E molto più particolareggiata di quello che in realtà segue però… ci tenevo a partecipare quindi, anche se non sono per nulla soddisfatta, ho fatto quello che potevo. Spero non sia un disastro totale, almeno quello XD
 
 
 
 




A Normal Life








 
 
 
 
 
 
 
“Ti aspetterò. Anche se dovessi aspettare dodicimila anni”



 
Delle lacrime rigarono involontariamente le guance chiare della giovane che ascoltò quelle parole con sentimento e trasporto. Anche la prima volta che le capitò di sentirle qualcosa dentro di lei si era spezzato, lasciando liberi dei sentimenti che non sapeva nemmeno di provare. Ora tutto quello aveva un perché. Accortasi di quelle gocce cristalline, si passò il palmo della mano sul viso, nel tentativo di non farle vedere al ragazzo seduto al suo fianco.
Quest’ultimo socchiuse gli occhi, accennando un sorriso comprensivo, prima di allungare la mano per stringere quella delicata di lei che aveva lasciato stesa sulla propria gamba. Si irrigidì al contatto, ancora poco abituata a tutto quello, prima di voltarsi a incrociare lo sguardo del suo compagno, ricambiando il sorriso goffamente.
Lui portò la mano libera ad accarezzarle il viso, rimanendo incantato dai suoi occhi, ancora lucidi. Si avvicinò e sfiorò le labbra con le sue. Dopo poco le luci della sala si riaccesero, e loro tornarono seduti come prima, fingendo che niente fosse successo.
“Andiamo?” domandò dolcemente Amata, ancora un po’ impacciato, alzandosi e tenendo la mano di Mikono. Lei annuì con un sorriso.
 
 
 
 
 
“Mikono-san” chiamò il ragazzo, fermo di qualche passo dietro rispetto a lei. Quella era la prima volta, dopo la fine del conflitto con Altair e Mykage, che i due erano ritornati in quella città, dove il loro destino aveva avuto inizio.
Lei si fermò, voltandosi a guardarlo con un sorriso.
“Che c’è, Amata-kun?” domandò avvicinandosi al ragazzo, notando che aveva abbassato lo sguardo. Rimasero in silenzio per un paio di minuti: lei curiosa e interessata per ciò che avrebbe sentito da lì a poco, lui imbarazzo alla ricerca delle parole giuste.
Finalmente si fece coraggio, andando a specchiarsi negli occhi della sua ragazza.
Con le gote lievemente colorate, fece un passo in avanti, stringendo le mani di Mikono tra le sue. Riuscì a mantenere lo sguardo fisso sul suo viso e, grazie alla provvidenza –che gli aveva ricordato di imbottirsi le scarpe–, a non prendere quota.
“Ti andrebbe… ecco…“ fece una pausa, mordendosi il labbro inferiore per l’imbarazzo che stava provando in quel momento. Mikono sorrise, ricambiando la stretta sulle sue mani per dargli coraggio.
“Sì, insomma… di andare a vivere lontani da qui? Solo tu e io?” chiese terminando la frase con una risatina nervosa, cercando di scaricare la tensione, per quel che poteva.
Lei lo guardò per un attimo smarrita, incredula di aver sentito bene. Sgranò gli occhi, aspettando che Amata aggiungesse qualcosa, ma non arrivò. Fece scivolare le mani lontane da quelle del ragazzo, portandole congiunte all’altezza del cuore prima di voltarsi dandogli le spalle.
Socchiuse gli occhi e si lasciò accarezzare il viso dal lieve vento che caratterizzava quel pomeriggio. Caldo e sereno.
Amata abbassò lo sguardo, maledicendosi mentalmente. Come aveva fatto a lasciarsi scappare una cosa del genere? Socchiuse le labbra, cercando una scusa per quella stupida domanda e cambiare argomento, quando Mikono si voltò sorridendogli. Un sorriso che solo a lui sapeva regalare, un sorriso che solo lui meritava.
“Dico che si può fare” allargò ancora di più il sorriso, ora seguita da Amata.
“Sul serio?” domandò incredulo, con una strana luce negli occhi.
“Sì, ma tra qualche tempo. Prima dobbiamo aiutare gli altri a sistemare tutto quanto. Non credi, Amata-kun?” quasi non fece in tempo a completare la frase che lui le si avvicinò, abbracciandola e posando le labbra sulle sue trasportandola in un bacio passionale.
Dopotutto aveva ragione. C’erano ancora parecchie cose delle quali occuparsi prima di poter lasciare quel posto.
 


 
 
“Ti ho aspettata per ventiquattromila anni. Qualche mese in più non farà la differenza”
 








            


 
 
  
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