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Autore: SoleStelle    10/09/2012    3 recensioni
Raccolta di missing moment delle tre long "Fine dell'incubo.. inizio della favola." , "La mia realtà.." e "Felice.. a tutti i costi!".
Ogni capitolo è leggibile separatamente dagli altri..volendo è leggibile separatamente anche dalle long (ma in questo caso ve lo sconsiglio)..
A differenza di quello che faccio solitamente non posso citare testualmente il testo poiché citerei solamente un capitolo ma posso dirvi che qui troverete tutto quello che accade a Sara e Riccardo.
Cercherò di incentrarmi solo su di loro, tagliando fuori tutto il resto..
Ci saranno missing felici e altri meno, così come il rating di ognuno cambierà, ma essendo presente un capitolo tendente al "red" ho dovuto impostarle un colore che fosse una media.
La trama che posso descrivervi è quella di due persone innamorate che, con alti e bassi, cercano di vivere la loro storia d'amore..ma il modo e il risultato cambierà di capitolo in capitolo..
Buona lettura.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Incubo..favola..realtà.'
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Questo sarà il primo Missing Moment della long "Fine dell'incubo.. inizio della favola" visto dal punto di vista di Sara.
Incastonabile alla fine di tutta la storia l'ho voluto sperimentare, su richiesta di alcune fan della storia.
Spero di essere riuscita a esaudire i loro desideri..





Rimasi immobile. Ferma e zitta. Non mossi un muscolo e trattenni, addirittura, il fiato.
Feci un resoconto mentale: avevo quasi 19 anni, mi ero appena diplomata con 100 e lode, ero al viaggio della maturità a Palma di Maiorca con quella che, per otto anni, era stata la mia classe.. ed ero avvolta in un lenzuolo perché avevo appena fatto l’amore per la prima volta.
Respirai profondamente, cercando di non andare in iperventilazione.
Sapevo di avere Riccardo alle mie spalle. Sapevo che dormiva beato e sapevo che dovevo dormire anche io, eppure non ci riuscivo.
Continuai a dargli le spalle, per un tempo indefinito, poi lo sentii abbracciarmi.
Sentii il suo respiro marcato e capii che dormiva ancora.
Mi voltai nel suo abbraccio e lo fissai.
Partii dai capelli neri e man mano scesi: il naso dritto, le labbra carnose, il collo muscoloso, le braccia possenti, il petto ben definito, gli addominali scolpiti..
Diventai rossa.
E niente boxer.
Senza svegliarlo mi srotolai dal lenzuolo e ci coprii anche lui, che rafforzò la presa su di me e io non potei non sprofondare nella fragranza del suo profumo.
Buono..
Inspirai profondamente, chiudendo gli occhi, e ripensai a quello che mi aveva detto solo qualche ora prima..


“Hai ragione: non esiste solo il sesso, c’è anche l’amore.”

Sorrisi, non riuscendo a credere che fosse accaduto davvero.. eppure oravamo proprio li.
Continuai a guardarlo e, non so bene quando, mi addormentai.
 
Mi svegliai sentendolo lasciare una scia di baci lungo il mio collo.
Gli davo le spalle e lui mi teneva stretta a se, in un abbraccio in cui potevo sentire ogni centimetro del suo corpo a contatto con il mio, e capii che non si era ancora rivestito.
Rimasi ferma e zitta, sperando che non mi notasse, ma non mi andò liscia.
“Buon giorno.” sussurrò.
“Ciao.” balbettai, timida.
“Come stai?” chiese.
“Bene.” risposi, piano.
“È quasi ora di colazione quindi dovremmo prepararci, ma anche stare così non mi dispiace.” disse, iniziando a coccolarmi.
“Non mi aspettavo sarebbe successo questo.” confessai.
“Nemmeno io, ma ci speravo.” disse. “Ammetto che quando dormivo da te ero io a spostarti verso di me, quando ti addormentavi.” aggiunse. Mi voltai e lo guardai, allibita.
“Ti divertivi a vedermi in difficoltà!” lo accusai.
“No, mi piace stringerti tra le braccia. È diverso.” specificò, rafforzando la stretta.
Appoggiai la fronte al suo petto e inspirai, quasi per prendere coraggio.
“Perché io?” chiesi, facendo uscire quell'unica domanda che, però, mi tormentava dalla sera prima. ‘Perché con me e non con Elena, Cristina o Samantha?’ avrei voluto aggiungere, ma non lo feci.
Rimase zitto qualche secondo poi parlò.
“Non c’è un motivo specifico, te l’ho detto: con loro sarebbe stato solo sesso, con te è diverso, ma è dovuto a varie cose.” disse. Lo guardai curiosa. Sapevo benissimo cosa mi aveva detto ma volevo capire il perché. C’è sempre un motivo se ti innamori di qualcuno. Mi liberò dalla sua presa e si sdraiò normalmente, portandosi una mano sulla testa. Si prese qualche secondo per riordinare le idee mentre io continuai a fissarlo, sorreggendomi sul gomito. “Chi non ti conosce non può capire il tuo comportamento e ti vede come una stronza, cinica, egoista e schizzinosa ragazzina viziata, ma quella non sei tu. La Sara che conosco io è gentile, buona, premurosa e semplice. Certo, hai i tuoi piccoli difetti, come tutti, ma sei completamente diversa da quella che sembri a prima vista.” continuò. “Al di là di quello che ho visto in casa tua il giorno del concerto mi ha stupito la tua reazione. Hai fatto finta di nulla, hai cercato di divertirti senza far pesare a me quello che avevo visto. Il mattino seguente, poi, hai addirittura lasciato a me la tua macchina e sei entrata a piedi per evitare che ci vedessero insieme e spargessero voci che mi avrebbero potuto infastidire. Questo non è il comportamento che mi sarei aspettato da te, anzi.. mi sarei aspettato un ‘la mia macchina la guido solo io’ oppure ‘io dalla mia macchina non scendo per te’ o altro del genere. Mi sei piaciuta subito, caratterialmente, e volevo conoscerti meglio per capire cosa c’era dentro alla vera Sara.” concluse.
Si voltò a guardarmi e lo vidi in difficoltà. Sapevo benissimo che lui era un ragazzo estremamente chiuso, ecco perché tutti a scuola sapevano che cambiava ragazza ogni mese: quando la storia diventava seria, o ci si avvicinava, lui cambiava direzione per non scoprirsi.
Eppure con me non era stato così, con me aveva aspettato, non aveva forzato, era stato dolce e non era andato via appena tutto era finito. Era rimasto e mi aveva tenuta stretta tra le sue braccia, senza fuggire.
Gli accarezzai il viso, contenta.
“Visto il risultato presuppongo che la vera Sara ti sia piaciuta.” dissi, indicandomi. Rise, annuendo.
“Dire che mi è piaciuta è riduttivo.” disse. Rivoltò il viso e lo puntò sul soffitto. “Penso di aver fatto un casino.” ammise.
“Perché?” chiesi, curiosa.
“Perché avevo promesso a me stesso che non mi sarei mai innamorato. Dopo l’esperienza di mia sorella avevo deciso che avrei rifiutato ogni coinvolgimento emotivo in una storia. Ho visto come stava male lei, ho visto come stavano male i miei genitori nel vederla così e ho provato sulla mia pelle quello che si prova nel vedere qualcuno che ami soffrire. Avrei voluto prendere quel bastardo del marito e restituirgli tutto il male che le aveva fatto, ma mi sono trattenuto quando mia sorella mi ha chiesto di non fargli nulla. Lei, nonostante tutto, lo amava ancora. Così mi sono limitato ad odiarlo e a non impegnarmi sentimentalmente con nessuno.” disse. “Poi sei arrivata tu a sconvolgere tutti i miei piani!.” aggiunse. Mi guardò e sorrise, accarezzandomi il viso.
“Ti ho scombussolato un po’ tutto.” dissi, leggermente mortificata.
“Sono felice che sia stata tu.” disse. “Se fosse stata qualcun’altra, probabilmente, non glielo avrei nemmeno permesso.”. Si puntò sul gomito, alzandosi, e mi baciò, facendomi sdraiare.
Si sdraiò sopra di me mentre, istintivamente, lo attirai per riprendere da dove avevamo concluso la sera prima.
Ricambiai il bacio, molto meno timida della sera prima, e con le mani lo allontanai leggermente da me, giusto il necessario per riuscire a sfilare il lenzuolo che ci divideva.
“Salteremo la colazione.” dissi, per niente infastidita da quel pensiero.
“Non mi interessa poi un gran che.” rispose, scendendo a baciarmi il collo. Infilai una mano tra i suoi capelli e inclinai la testa per lasciargli più spazio mentre lui continuò a scendere sulla spalla, proseguendo fino al seno. Trattenni il respiro mentre lui arrivò al ventre e risalì percorrendo il percorso speculare, ritornando alle mie labbra.
Lo abbracciai con il braccio libero e mi arpionai, letteralmente, alla sua spalla.
Mi mossi di qualche centimetro, per rendergli il tutto più semplice, e non riuscii a trattenere un gemito quando lo sentii entrare.
Rimase fermo parecchi secondi poi, quando sentì il mio respiro tornare regolare, riprese a muoversi.
Affondai le unghie nella sua schiena, consapevole di infrangere tutte le regole dei miei genitori, ed eccitata moltissimo per il modo in cui lo stavo facendo.
Beh, se dovevo infrangere le regole perché non farlo con lui?
D’altronde lui per me le sue le aveva infrante..
 
 
 

 
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Note dell’Autrice:
piccolo missing.. non è stato semplice scriverlo ma spero che vi sia piaciuto..
   
 
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