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Autore: Lily Juvenile    10/09/2012    4 recensioni
[Powerpuff Girls Z]
Storia sospesa per revisione. Gli aggiornamenti riprenderanno il prima possibile.
Tre ragazzi...
Tre ragazze...
Una lotta tra il Bene e il Male...
Sei vite che si intrecciano...
Tre amori che nasceranno...
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dolly/Miyako Gotokuji/Rolling Bubbles, Lolly/Momoko Akatsutsumi/Hiper Blossom, Molly/ Kaoru Matsubara/Powered Buttercup, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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             L’inevitabile
                           
 
                                                                          Capitolo 1
 
                   When you look me in the eyes (prima parte)
 

Lolly se ne stava seduta nella biblioteca della scuola, china sui libri da più di due ore, per prepararsi all’importante interrogazione di storia.
All’improvviso sentì qualcuno parlare e sapeva già di chi trattasse:
Brick, un ragazzo irritante e fastidioso dai capelli rossi, come lo definiva Lolly, che nei momenti di noia girava per la scuola, infrangendo le regole scritte e non.
Negli ultimi tempi, aveva notato la ragazza, Brick si divertiva in biblioteca, mettendo in disordine i libri, facendo gare di corsa con la bibliotecaria e infrangendo spesso la regola del silenzio, con risate o urli.
“Vandalo” pensò la rossa.
Lolly era troppo occupata a studiare che non si accorse che Brick si era seduto proprio accanto a lei.
-Hey rossa, ti va un gelato?- chiese.
Com’era irritante.
-Se non l’hai notato, sto studiando.- rispose Lolly sbrigativa, senza neanche alzare gli occhi.
-Potresti almeno guardarmi quando ti parlo.-
-Non ne ho alcuna intenzione, ed ora ti chiedo di andartene, devo studiare.-
Brick la guardò perplesso.
-Non mi piacciono le bambole studiose, sono così noiose. Ma se vuoi posso darti un’altra chance, bambolina.-
A quel punto, Lolly si infuriò davvero. Alzò finalmente gli occhi rosa, sorprendendo Brick, che non aveva notato quell’insolito colore.
A dir la verità, anche Lolly restò sorpresa, notando le iridi rosse di Brick.
Per qualche minuto nessuno dei due parlò.
-Devo studiare, Brick.- sussurrò lei, ancora intenta a studiare quegli intensi occhi rossi.
-Posso sapere almeno come ti chiami?- domandò.
-Lolly.- rispose semplicemente.
Brick non se ne andò e Lolly non tornò sui libri. Fu Brick, però, a interrompere il loro contatto visivo.
Abbassò lo sguardo e se ne andò, senza dire una parola, seguito con lo sguardo da Lolly, mentre nella sua mente si imprimeva per sempre quegli occhi dal colore così innaturale.
 
 
 
 
Boomer camminava nel parco, masticando una gomma e giocherellando con una pallina da tennis. Il ragazzo la lanciò in aria cercando di colpirla con il piede. Questa, invece che rimbalzare in alto come aveva fatto le altre volte, schizzò lontano, in mezzo ai cespugli.
Corse incontro alla palla, ma dopo pochi minuti, un cagnolino bianco gli si parò davanti, reggendo la palla in bocca.
Boomer sorrise. Chissà di chi era quel cane.
Boomer prese la palla e la lanciò di nuovo. Il cagnolino bianco scattò e la corse a prendere. Aspettò un po’ e, quando il cane tornò, era in braccio ad una ragazza dai codini dorati.
La ragazza bionda posò a terra il cagnolino e si mise ad accarezzarlo, inginocchiata, senza guardare neanche Boomer.
Il cagnolino lasciò cadere la palla e Boomer la raccolse.
-Mi dispiace che il mio cane ti abbia disturbato.- disse con la sua dolce voce.
-Non preoccuparti…-
-Dolly.-
-Non preoccuparti, Dolly. Il tuo cane è molto affettuoso. E ben addestrato.-
Dolly sorrise, continuando a fissare il cane.
Boomer si mise in ginocchio, arrivando alla stessa altezza di Dolly, che alzò lo sguardo, incrociando quello di Boomer.
Per un attimo Dolly si immerse negli occhi di Boomer, in quel blu così innaturale per gli occhi, di una tonalità troppo scura ma allo stesso tempo troppo brillante per appartenere ad un essere umano.
Intanto Boomer iniziò a volare in quell’azzurro cielo degli occhi di Dolly, scrutando quelle iridi troppo azzurre, senza neanche una semplice striatura: semplicemente azzurro cielo.
Dolly si alzò, seguita da Boomer, senza però interrompere quel contatto.
-Allora grazie…ehm…-
-Boomer.-
-Grazie, Boomer.-
I due ragazzi si girarono all’unisono e iniziarono a camminare in due direzioni differenti, pensando che in quell’incontro non c’era niente di normale.
 
 
Molly correva lungo il campo da calcio, superando gli altri in velocità e in numero di giri di almeno il triplo. Si era sempre chiesta come mai, anche quando non indossava quel ridicolo vestitino verde da eroina, riuscisse a battere tutti in qualunque cosa richieda capacità fisiche.
Al sesto giro inciampò e rotolò a terra. Subito si alzò a cominciò a chiedersi su che cosa era inciampata.
Vide un ragazzo moro con un ciuffo nero davanti all’occhi destro, appoggiato al muro, con un piede più avanti rispetto all’altro. Ecco, era inciampata nel suo piede.
Molly notò che teneva gli occhi chiusi, come se stesse dormendo.
-Hey, sta’ attento!- gridò.
-Mi spiace, non ti avevo visto.- rispose lui, completamente calmo.
-Beh, se magari tenessi gli occhi, letteralmente, aperti non faresti inciampare la gente!-
Malgrado i rimproveri di Molly, il ragazzo continuava a tenere gli occhi chiusi.
-Beh, se tu fossi stata più attenta e avessi tenuto “gli occhi aperti” non saresti inciampata.- il ragazzo mimò con le dita le virgolette. –Comunque, sono Butch.-
-Chi te l’ha chiesto?!- Molly era sempre più irritata dal comportamento di Butch, così apparentemente calmo e tranquillo.
-Scusami, Molly, credo sia giusto che tu sappia il mio nome.-
-Come sai il mio nome?- domandò Molly, che da arrabbiata diventò sorpresa.
-Ti guardo spesso allenarti.- subito dopo aver pronunciato queste parole, Butch arrossì e sembrò pentirsi di quello che aveva appena detto.
-D-davvero?-
Butch aprì gli occhi di scatto, notando che anche Molly era arrossita.
Molly guardò quello strano ragazzo negli occhi per la prima volta. Riconobbe lo stesso colore degli aghi di pino, un verde scuro ed intenso, oltre natura, i suoi erano occhi taglienti, quasi come se potessero tagliare l’aria con un solo sguardo. E le sembrò incredibile perché per la prima volta aveva visto qualcosa di diverso, che andava al di fuori del solito colore verde delle persone normali.
Butch si chiese perché non aveva aperto prima gli occhi, per poter ammirare più a lungo quello sguardo carico di determinazione che solo Molly poteva avere.
Color verde prato, le sue iridi verdi riflettevano l’immagine di Butch, chiara come se si stesse specchiando nell’acqua.
-Devo tornare agli allenamenti.- disse con calma Molly.
Butch non disse niente, però annuì, voltandosi dall’altra parte, senza neanche salutare.
Molly non pensò al suo comportamento, perché aveva in testa solo quegli occhi, che, in una piccola parte di se, sperava di rivedere presto, molto presto.
 
 
 
Angolo Pazzoide
 
Dedicato a Dott_Gwen, “When you look me in the eyes” tradotto significa “Quando mi guardi negli occhi”, capitolo ispirato all’omonima canzone dei Jonas Brother.
In questo capitolo non succedono grandi cose, ma mi serviva comunque per far conoscere i nostri personaggi J
Nel prossimo ci sarà più azione, ma comunque non aspettatevi gran che nella seconda parte del capitolo.
Non mi aspetto tante recensioni visto che secondo me questo cap è un obbrobrio…ma mi fareste comunque un grosso favore se mi recensirete, anche con bandierine neutre o negative, che poi mi aiuteranno a capire dove sbaglio. Ringrazio anche chi ha recensito o anche solo letto il capitolo!
Al prossimo aggiornamento!
                                                         Stella Rubia 
  
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