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Autore: TheKyra808    10/09/2012    1 recensioni
Questa storia parla dell'amore che nasce tra una ragazza ebrea e un ragazzo italiano, è ambientata nel periodo nazista e ho provato a ricreare l' atmosfera e le sensazioni provate dai personaggi come meglio potevo, spero che come storia vi piaccia, avrei voluto farla più dettagliata, ma purtroppo le mie storie difficilmente vengono più lunghe di così, lasciate un commento e ditemi cosa ne pensate ;)
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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-Ricordati di comprare il pane!- Disse la signora Mhotropod.
-Certo mamma- Rispose iris.
Iris era una graziosa quattordicenne ebrea che viveva in una vecchia casa malandata. Emigrata da piccola in Italia con la madre, non conosceva e quindi non praticava nessuna tradizione ebrea, sia lei che la mamma si comportavano come perfette italiane.  Era conosciuta anche come “la ragazzina indiana”, per via di una voglia di caffè rotonda perfettamente al centro della fronte. Era alta più o meno un metro e settanta, era snella, con capelli castani lunghi oltre la vita e con due meravigliosi occhi marroni, come due nocciole. Nel complesso era una bellissima adolescente.
Il padre era morto in guerra quando lei aveva solo due anni: pilotava un aereo quando fu bombardato,        l’ aereo precipitò e lui fu ritrovato dopo due giorni sotto le macerie, era morto sul colpo.
Iris stava uscendo per andare a fare una passeggiata e la mamma ne approfittò per farle comprare il pane.
Insieme a lei e la mamma c’ era anche una sorellina di nome Scilla.
La ragazza uscì e si diresse verso casa della sua migliore amica Zena, dovevano fare i compiti insieme. Le aprì la porta un uomo alto e robusto che la informò che la sua amica quel giorno era in punizione, quindi non poteva vedere nessuno. Sconsolata, Iris, imboccò la strada per il negozio di alimentari per comprare il pane alla mamma. Dentro non c’ era molta gente, così Iris andò diretta al banco di Enri, il fornaio.
-Vorrei quattro rosette per favore.-
-Arrivano subito.-
Mentre Enri prendeva quattro meravigliose rosette bruciacchiate, Iris stava lì in piedi ad aspettare. Nel frattempo arrivò al banco della gastronomia lì accanto un ragazzo che non poteva passare inosservato: sembrava avesse più o meno quindici anni, era biondo, con i capelli poco più lunghi della norma, mossi, aveva due enormi occhi azzurro cielo e una voce che ti rapiva.
-Un etto di prosciutto per favore-
Fu un colpo di fulmine per Iris, ma lei non aveva la minima idea di chi fosse quel ragazzo ne di dove               l’ avrebbe potuto ritrovare.
Enri aveva ormai finito di impacchettare per bene le pagnotte e Iris fu costretta ad andarsene per non attirare       l’ attenzione del bel ragazzo.
Si incamminò verso casa fantasticando su chi fosse lui, quando si scatenò il panico, cominciarono a piovere bombe dal cielo, arrivarono soldati tedeschi con enormi carri armati e camion blindati su cui facevano salire tutti, ebrei e non, grandi e piccoli, separavano i maschi dalle femmine e sparavano in aria, tutti urlavano e correvano, e Iris si spaventò a morte, corse a più non posso, e, ironia della sorte, si scontrò con quello stesso ragazzo di pochi minuti prima, lui la aiutò a rialzarsi e insieme corsero in cerca di un posto sicuro. Videro una casa crollata, e si nascosero sotto delle grandi assi di legno. Videro scene strazianti, persone che urlavano, bambini che scappavano, però alla fine tutti venivano presi e caricati nei camion. I due ragazzi sapevano dove erano diretti: campi di concentramento dove gli ebrei avrebbero lavorato, e tutti gli altri sarebbero stati uccisi. Dopo due ore non c’ era più niente, i tedeschi con i loro veicoli se ne erano andati, portando via tutta la popolazione della loro piccola cittadina. Iris corse a casa sua, però non trovò nessuno, il  ragazzo invece era orfano, abitava con sua nonna, anche lei portata via, con la differenza però che sarebbe sicuramente stata uccisa subito, visto che era anziana e difendeva gli ebrei. I due rimasero a lungo a pensare, a parlare di loro, così Iris scoprì che il ragazzo si chiamava Alessandro. Presto si fece notte, così i due decisero di approfittare dell’ assenza di persone per andare a dormire in un hotel di lusso che loro potevano solo sognare. C’ erano dodici stanze con un bagno spaziosissimo color glicine e una grande camera azzurra con letto matrimoniale perfettamente rifatto. C’ era anche una meravigliosa suite imperiale con un grande frigo pieno zeppo  di alimenti. A quel punto Alessandro disse:
-Facciamo così: io vado nella stanza numero dodici, tu vai nella suite.-
Iris rimase sorpresa da tanta gentilezza da parte di un ragazzo italiano, la maggior parte dei ragazzi della sua classe la emarginavano per via delle sue origini.
-Ok, grazie- Rispose contenta lei.
Quella sera la ragazza ebbe molti pensieri: era felicissima per aver stretto amicizia con quel ragazzo, però era anche dispiaciuta per la sua famiglia e per Zena.
La mattina dopo Iris si svegliò verso le nove e andò nella sala da pranzo dell’ hotel, lì trovò Alessandro già intento a fare una bella colazione. Così Iris salutò e si andò a prendere del pane e un barattolo di nutella per poi sedersi accanto a lui. Fecero un buon pasto e parlarono parecchio per decidere cosa fare per ritrovare i loro parenti prima che fosse troppo tardi, così Iris propose:
-Andiamo a cercare nell’ accampamento tedesco, ho sentito che è solo ad un giorno di cammino da qui, per questo sono arrivati senza che nessuno si accorgesse di loro.-
-Ma cosa dici? Ci ucciderebbero!-
-Allora cosa facciamo?-
-Non lo so, però non dobbiamo essere avventati, il rischio è alto.-
Iris non sembrava molto convinta, però Alessandro non si insospettì più di tanto. La giornata sembrava non  passare mai, i due ragazzi erano insieme nella suite, lei stava sul letto a pensare ad un modo per rintracciare sua madre e sua sorella, mentre lui era seduto su una comodissima poltrona, apparentemente senza fare nulla in particolare, invece pensava: si chiedeva “Chissà se le sto simpatico? Chissà se si è arrabbiata per questa mattina? Chissà se c’ è un modo per farla felice e ritrovare mia nonna e i suoi parenti?”
Insomma i due erano innamorati l’ uno dell’ altro, però avevano dei dubbi sul fatto che fossero ricambiati, in più l’atmosfera non era delle migliori e tutti e due erano molto preoccupati per altri problemi ben più importanti.
Finalmente si fece sera, riuscirono a cucinare qual cosina di quello che c’ era nella cucina dell’ hotel, poi andarono a dormire, o perlomeno così sembrava, Alessandro sì, lui si era già addormentato, ma Iris no, anzi stava per partire. Prese uno zainetto, ci mise dentro più cibo possibile e poi si mise in marcia verso il campo di concentramento. Alle undici della mattina del giorno dopo era già a metà del percorso, sarebbe arrivata verso sera. Nel frattempo, Alessandro si era svegliato, e aveva già cominciato ad incamminarsi, sospettava che Iris sarebbe scappata ed era preparato ad una partenza improvvisata.
Alle sette e mezzo della sera Iris si trovava in un foltissimo bosco, attraversato quello sarebbe arrivata al campo, purtroppo i tedeschi fecero prima di lei, la videro e la imprigionarono, da un lato lei era distrutta e tristissima per il fallimento, ma dall’ altro c’ era un po’ di felicità, avrebbe rivisto la sua famiglia. Per sua sfortuna però non fu così, fu portata ad un altro campo costruito da poco insieme ad altri trenta giovani prigionieri.
Il giorno dopo arrivò Alessandro, che riuscì ad avvistare il campo di concentramento dove c’ erano la madre e la sorella di Iris. Scattò delle foto con il cellulare, poi scappò via per portarle alle truppe italiane che nel frattempo erano arrivate in quello che prima era il paese in cui vivevano, e di cui rimanevano solo macerie. Loro riconobbero il posto e con tutto l’ esercito ci andarono e distrussero le mura del campo. Moltissimi tedeschi furono arrestati e moltissimi ebrei liberati. Alessandro riconobbe Zena, la madre e la sorella di Iris, aveva visto molte loro foto sul cellulare della ragazza, e fu ben felice di rivederle, ma Iris non c’ era. Guardò nei registri che c’ erano nell’ ufficio di un generale tedesco, e trovò la descrizione di una giovane ragazza con una strana voglia di caffè sulla fronte, c’ era scritto il nome del campo dove era stata portata, però nessuno sapeva dove si trovava, ovviamente tranne i tedeschi catturati, che comunque non avrebbero mai parlato. Il povero ragazzo iniziò ad aiutare le truppe italiane con la ricerca arruolandosi, anche se giovanissimo.
Le ricerche durarono quattro mesi, Alessandro ancora cercava il suo vecchio amore, senza mai smettere di sperare, mentre la povera Iris lavorava tutto il giorno. Poi arrivò il felice momento in qui un pentito tedesco rivelò la posizione del campo alle autorità italiane, che subito si misero in marcia, con immensa gioia di Alessandro. Purtroppo però i tedeschi li scoprirono, e decisero di far sparire ogni prova. Così appiccarono dieci grandi fuochi che circondavano il campo, in modo da distruggere tutti gli edifici del campo ed uccidere tutti i testimoni, mentre loro scappavano. Miracolosamente Iris si salvò prima che il capannone dove si trovava prendesse fuoco. Scappò nel bosco e si nascose, non aveva cibo, ma dopo tutti quei giorni passati a mangiare solo un pezzo di pane al giorno e un po’ d’ acqua seppe sopportare abbastanza bene la fame per qualche giorno, poi finalmente trovo un lago enorme dove poté abbeverarsi e pescare pesce fresco. Passò un’ altra settimana, ormai Iris era talmente terrorizza dall’ idea di rincontrare dei tedeschi che non era affatto intenzionata a provare ad andarsene dal bosco. Rimase tranquilla solo altri due giorni, poi mentre passeggiava tra gli alberi, sentì un forte rumore netto, poi cominciò a sentire delle voci in lontananza e a vedere sempre meno, perse i sensi. Un cacciatore le aveva sparato, probabilmente scambiandola per un cervo, dopotutto lei si muoveva tra i cespugli e il rumore che produceva spostando le foglie era uguale. L’uomo si avvicinò, e quando si accorse di aver colpito una persona, si spaventò e scappò via senza dire niente a nessuno. L’ indomani, Iris si riprese piano piano e si accorse di essere in una casa estranea, accanto a lei c’ era una ragazza ventenne, una classica indiana con un vestitino di pelle ed una piuma nei lunghi capelli neri. Era un’ accampamento disperso nel bosco, nessuno lo conosceva. La ragazza aiutò Iris a curarsi, la medicò e la bendo. Il proiettile         l’ aveva colpita di striscio a un’ anca, quando finalmente guarì definitivamente, Iris salutò l’ indiana e tutta la sua tribù, che decise di regalarle una cavalla nera come la pece, a cui subito si affezionò. Iris la chiamò Grinta, e partì galoppando con lei, se c’era una cosa che amava era cavalcare, e poterlo fare in uno spazio aperto, senza recinti ne confini, la rendeva la ragazza più felice del mondo. Voleva ritrovare il paesino da dove veniva, voleva rivedere la sua migliore amica, sua madre, sua sorella e il suo primo amore. Intanto tutti al paese avevano ormai perso le speranze sul fatto di rivedere la coraggiosa Iris che si era spinta fin sotto le mura del campo di concentramento per salvare i suoi cari. Però, con grande sorpresa generale, lei arrivò in groppa al suo cavallo, andò subito alla sua vecchia casa, dove felicemente trovò sua mamma, sua sorella e anche Zara, le abbracciò tutte e tre, ma subito dopo si affrettò ad uscire di casa, non aveva ancora rivisto tutti, cercò Alessandro in casa della sua defunta nonna, poi andò in hotel e chiese al supermercato, ma nessuno ebbe il coraggio di dirle niente, era così felice! Scoprì la verità da sola, solo qualche giorno dopo, stava andando a portare dei magnifici fiori al cimitero, erano per la nonna di Alessandro, il cui corpo era stato ritrovato in una delle tante fosse comuni. Ma trovò di più… lui era lì, accanto a lei, se ne era andato, stremato dopo tutte le ricerche invane del suo unico vero amore. Iris era distrutta, ma riuscì a superare quel momento con l’ aiuto della sua famiglia.
Comunque il cuore di Iris e quello di Alessandro rimasero sempre vicini, per l’ eternità.
   
 
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