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Autore: GiveMeAPen_    10/09/2012    1 recensioni
«Grace!» gridò per l'ultima volta, con le lacrime agli occhi.
Ma l'automobile aveva già svoltato all'angolo della strada.
In quel momento si ricordò di ciò che gli aveva detto la ragazza qualche giorno prima:
"Sarò sempre al tuo fianco, ogni volta che avrai bisogno di me, anche se non sarò lì di persona" e si sedette sul freddo marciapiede, rassegnato, con gli occhi che fissavano la strada.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stand By My Side

 

Sssalve gente.

Lo so, manco da più di due mesi. Ma eccomi finalmente qui. ee (?)

Mi dispiace davvero avere fatto passare così tanto tempo prima di aggiornare, mi farò perdonare spero. lol

Comuuunque, grazie a tutte le persone che seguono questa storia nonostante aggiorni tipo ogni tre secoli e grazie soprattutto a quelle che recensiscono. çç

Non ricevo mai tante recensioni, ma mi fa piacere leggerle comunque. (:

Ok, detto questo vi lasciò leggere.

Scusatemi per eventuali errori. çwç

Alla prossima;

Sofy. (@Bieberisswaggy_


 

21) It's time to leave

 

Il giorno tanto temuto era arrivato.

Quella valigia sembrava troppo piccola per poter contenere tutte le sue cose.

Tutte le magliette di Grace erano sparse sul pavimento e fu quando la ragazza le vide che si convinse del fatto che non sarebbe mai entrate in quell'unico bagaglio. Provò comunque ad infilarcele dentro e stranamente tutte trovarono un posto all'interno della valigia.

Grace non riusciva a smettere di piangere, nonostante continuasse a ripetersi che continuare a disperarsi fosse inutile.

Era giunto il momento di accettare il fatto che sarebbe dovuta tornare alla sua vecchia vita a New York, nella sua vecchia casa. 

Era così strano che avesse legato in così poco tempo con Justin e gli altri. Di solito lei impiegava secoli a fare amicizia con le persone. Ma probabilmente quella città era diversa. Le cose in quella città erano diverse, tutto era diverso.

E lei era sicura che niente sarebbe stato più lo stesso. 

Uscì dalla stanza e mentre trascinava la valigia al piano di sotto, si scontrò con Amanda. 

«Hey, buongiorno Grace. Sei pronta?» le domandò, cercando di nascondere i suoi occhi lucidi abbassando lo sguardo.

«No» rispose fredda l'altra.

«Non è da te rispondere in questo modo» le disse la sorella.

«Lo so, lo so».

Amanda alzò lo sguardò e si rese conto di quanto fosse realmente giù di morale la ragazza.

«Grace... mi dispiace. Mi dispiace se non riesco a fare abbastanza per tirarti su il morale».

Grace scoppiò quasi a ridere.

«Stai scherzando? Non devi fare niente. Vedrai che tra poco mi sentirò meglio, non devi sentirti in colpo» disse, con un sorriso. 

«Lo spero» disse l'altra.

Grace arrivò in salotto e pregò con tutto il cuore che l'automobile smettesse di funzionare, ma sapeva bene che non sarebbe successo.

Proprio in quel momento, sentì la macchina mettersi in modo, così andò in giardino, seguita dalla sorella e dalla madre.

Fece per mettere la valigia nel portabagagli, quando qualcuno gridò il suo nome.

Non aveva bisogno di voltarsi per capire che si trattava di Justin. Prese un respiro profondo, prima di raggiungerlo correndo.

«Scusa, non volevo disturbare. Però in questi giorni ultimi tre o quattro giorni ci siamo visti pochissimo e volevo salutarti come si deve» si giustificò lui.

«Non ti devi scusare, sono felice che tu sia qui».

Justin le mostrò il suo sorriso migliore, prima di afferrarla per i fianchi ed avvicinare le sue labbra alle sue. Restarono così per qualche istante. poi si scambiarono un lunghissimo abbraccio.

«Giuro che appena sarò libero dai miei impegni verrò a New York e staremo insieme» promise.


«Non spaventarlo, o scapperà!» gli disse Grace a bassa voce.

«Non ti preoccupare!». E mentre aveva detto queste parole, il gatto era scappato via.

«Ai gatti non piaci» disse Grace.

«Ah, no?» chiese lui, falsamente arrabbiato.

«No. Devi accettarlo e basta».

«Ok. Credo che i gatti non sappiano apprezzarmi per quello che sono».

«Allora i gatti sono stupidi» disse Grace, prima di abbracciarlo.


Grace sorrise istintivamente, pensando ai momenti passati con lui. Erano stati i momenti più belli della sua vita.


«Grace, posso assicurarti che quello che lui prova per te non è semplice amicizia» disse.
«Da cosa l’hai capito? Io non ho mai notato niente di strano» disse lei, alzando un sopracciglio, sopresa da tutto questo.
«Non lo so» ammise lui.
«Justin, sei sicuro di non essere semplicemente geloso?» scherzò lei.
«Probabile» disse Justin, baciandola all’improvviso.


Ed ecco che la ragazza riprese a piangere.

Justin le sorrise nuovamente, sperando di fare sorridere anche lei. Funzionò.

Il padre della ragazza la chiamò.

«E' ora di andare». Grace gli diede un ultimo bacio prima di salutarlo.

Lui la vide allontanarsi e salire su quella macchina che l'avrebbe allontanata ancora di più da lui.

Quando l'automobile arrivò alla fine della strada, il ragazzo cominciò a gridare. Cominciò a gridare il nome della sua ragazza. Forse era un po' esagerarato, ma era l'unica cosa che aveva la forza di far al momento.

«Grace!» gridò per l'ultima volta, con le lacrime agli occhi.
Ma l'automobile aveva già svoltato all'angolo della strada.
In quel momento si ricordò di ciò che gli aveva detto la ragazza qualche giorno prima:
"Sarò sempre al tuo fianco, ogni volta che avrai bisogno di me, anche se non sarò lì di persona" e si sedette sul freddo marciapiede, rassegnato, con gli occhi che fissavano la strada.

   
 
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