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Autore: Scatolettaditonno_o    11/09/2012    9 recensioni
gli dei hanno riconosciuto i loro figli, i satiri sono sempre impegnati quindi a volte sono i ragazzi del campo a dover andare alla ricerca dei mezzosangue sparsi per il mondo, durante una spedizioni di queste Percy conosce Marhta,una ragazza dal carattere molto difficile e con un passato misterioso , ma proprio quando si sta abituando a stare al campo tutto cambierà, una nuova minaccia incombe sul olimpo e forse Martha non è quella che tutti credono
se vi ho incuriositi leggete spero vi piaccia
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti, Zeus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina mi svegliai prima del solito, faceva piuttosto freddo, o forse ero io ad essere caldo perche mi ero appen svegliato, comunque stavo praticamente tremando e decisi solennemente che non avrei dormito mai piu in canotta e pantaloncini. Mi avvolsi nel lenzuolo che durante la notte era finito appallottolato in un angolo del letto e corsi in punta di piedi in giro per la stanza alla ricerca di qualcosa da mettere ,trovai dei jeans su una sedia, una maglia appoggiata alla fontana dell'I-phone e un giacchino nero abbandonato a terra in un angolo della stanza, raccattai dei calzini e recuperai le mie converse da sotto il letto. Mi vestì in fretta, guardai velocemente intorno a me, sembrava che una bomba fatta di vestiti sporchi fosse eplosa durante la notte devastando la casa di Poseidone, con rammarico ricordai che quello era l'ultimo giorno al campo prima della fine dell'estate ,per cui entro sera avrei dovuto mettere tutto in ordine perche si sa, "ogni oggetto lasciato incustodito sarà mangiato" dissi ad alta voce con lo stesso tono serio di Chirone la prima volta che mi aveva spiegato le regole del campo. Uscì, la giornata era nuvolosa, l'aria era fredda e il cielo era candido, si sentiva odore di terra bagnata per cui immaginai che da qualche parte ,oltre la barriera protettiva del campo stesse piovendo.Uno scalpitio improvviso dietro di me spaccò il silenzio distraendomi dai miei pensieri e Grover comparve alle mie spalle. -Ehi amico sei sveglio, finalmente -esordì lui

- buongiorno anche a te - scherzai, - comunque non mi sembra troppo tardi saranno le sette, no? - supposi io

- in realtà sono le nove e mezza , comunque abbiamo una missione, Chirone mi ha chiesto di andare a recuperare una mezzosangue, perche ...bhe al momento siamo un po a corto di satiri. Spiegó il mio amico distruggendo i miei piani di mattutini che corrispondevano a relax, spuntini e... Relax

 

- E dove sarebbe questa mezzosangue? - chiesi senza discutere

 

 New York City bello - scandì Groverdivertito

 

- Ok quando partiamo? -

 

- Ora - taglió .  

Entrammo in un furgoncino del "servizio fragole di delfi" e partimmo, guidava Grover, mentre io gli indicavo la strada leggendola su un foglietto srcitto a penna

-a destra a destra - urlai in ritardo.

Grover girò di scatto e le ruote fecero un orribile rumore strisciando sull' asfalto. Dopo circa un minuto ci ritrovammo in una stradina isolata piena si erbacce secche accanto a noi c'era il mare, l'acqua era torbida e scura, e le piante arrivavano fino alla riva dove si alternavano con delle pietre tonde e scivolose, cercai di ricordare qualche posto fu New York che somigliasse a quello , ma non mi venne in mente nulla. Più avanti scorgemmo una costruzione incompleta e abbandonata, completamente imbrattata di scritte fatte dai ragazzini, "TI AMO ADAM" era la più evidente e copriva parzialmente le altre.Appoggiati al muro c'erano dei senzatetto,  fui sollevato nel vedere altre persone oltre me e Grover perche quel posto, perche mi dava i brividi. Mi avvicinai e sentii i passi del mio amico dietro di me, mi sentivo osservato, tutti cercavano di capire perché fossi lì, iniziai ad ispezionare i loro volti uno per uno, tutte quelle espressioni spente, tristi e rassegnate , non facevano che rendere quel posto ancora più inquietante. Volevo andarmene il prima possibile per cui saltai le presentazioni e  chiesi semplicemente.

- Mirtence Olivette Stone- la mia voce riecheggiò nel silenzio ma sono certo che qualche vecchietta abbia ridacchiato. Poi la vidi, una ragazza rannicchiata in posizione fetale che stava cercando di nascondere la testa nelle ginocchia per non farsi riconoscere.

Mi avvicinai a lei. Sei tu vero?- chiesi con la voce piu rassicurante che riuscissi a fare, lei sollevò lo sguardo e le vidi gli occhi, erano bellissimi.Verdi e grigi  ,con una stella di giallo al centro dell iride, avevano qualcosa di strano,il loro riflesso era molto luminoso nonostante la giornata fosse piuttosto buia, sembrava brillassero di luce propria,la ragazza aveva lo sguardo di un gattino indifeso e rassegnato. Si sollevò goffamente e potè vedere come era vestita,indossava una maglietta grigia abbastanza grande e una giacca larga e imbottita di svariate taglie di troppo, portava jeans sporchi e rovinati ed un paio di scarpe logore e piuttosto vecchie.

- Martha - sussurro roca lei - mi faccio chiamare Martha

- Ti porteremo in un posto più sicuro Martha- disse Grover

 

- si, si ,lo so, so tutto-  affermò lei

 

Guardai il mio amico stupito, ero sollevato, era sempre difficile spiegare a tutti la verità la storia degli dei, del campo, stranamente quandodici a qualcuno che è figlio di un dio graco, quasi sempre non di crede  Ero molto contento che lei sapesse già. Camminammo zitti per un po ,poi Matha ruppe il silenzio

- So che non sarei dovuta scappare, mi dispiace, non lo farò più ,non ditelo a mia zia per favore, ditele che mi sono persa -

 

- Di che stai parlando? - domandò Grover

- Non siete della polizia?- esclamò lei, bloccandosi di colpo

 

- Ehm ...direi proprio di no- puntualizzai

 

- Ok allora ciao - ridacchiò , improvvisamente sfacciata e cominciò a tornare indietro

 

Non capivo più nulla ,ero deciso a correrle incontro ma lei si bloccò di colpo, guardai nella sua stessa direzione e vidi una delle donne anziane venire verso di noi spingendo il suo carrello carico di cianfrusaglie.

 

Martha mise la mano sulla sua tasca, e poi ci 

-cosa? Perché dovremmo scappare ora?- chiesi sempre piu confuso 

-corri e basta idiota non hai molto tempo- in un altro momento mi sarei offeso ,ma poi mi resi conto di quanto anche Grover fosse spaventato e allora 

-è un mostro giusto?- indovinai io

- tu che ne sai di mostri?- chiese lei e per la prima volta 

- ne so più di quanto vorrei, ne parliamo dopo ,ok?-conclusi

Guardammo di nuovo verso la vecchietta, ma non era più nessuno, solo un carrello abbandonato.

 

-Attento!!!strillo Grover, con voce stranamente femminile. Non feci in tempo a girarmi che un arpia mi fu addosso.

Cercai disperatamente vortice nella mia tasca ma non riuscivo a muovermi, ad un tratto il mostro si girò urlando e mi accorsi che Grover aveva l'colpito con una scopa, approfittai per prendere la mia spada, mi preparai a combattere, ma la benevola attacco Martha, che non esitò a tirar fuori un coltello dalla lama nera, si difendeva piuttosto bene, calcolato che non era mai stata allenata, ma alla fine il mostro le fu addosso, con un colpo di spada lo allontanai, ma immediatamente mi resi conto di non aver fatto una buona scelta perche fui atterrato e vidi i grossi denti affilati che stavano per trafiggermi il collo, chiusi gli occhi sperando in un miracolo, quando li riaprì ero ricoperto di polvere di mostro, in piedi di fronte a me Martha stava rimettendo a posto il coltello ,mi sollevai e mi resi conto che era ferita ad un braccio e al fianco.

-tutto ok ?- chiesi

-non è niente- rassicurò lei, ma io ero comunque preoccupato

-ti cureranno al campo-concluse Grover -ora andiam

 

Lei era molto contrariata, ma non ebbe la forza di opporsi e ci seguì. Ben presto ebbi la conferma che qualcosa non andasse perchè non si reggeva in piedi e per l'ultimo tratto di strada la portai praticamente in braccio

 

Con l'aiuto di Grover la feci sdraiare sui sedili posteriori e ci avviammo al campo in silenzio.

  
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