Would you be my friend?

Titolo: Would you be my friend?

Prompt: 021 Amici

Fandom:Special A

Pairing:Hikari/Kei

Genere: Generale, Sentimentale

Avvertimenti: One shot, Missing Moments

Successe tempo fa... quando il bisogno di batterlo non era così incessante e insopportabile. Forse perché allora non sentivo quel desiderio di essere “qualcuno” ai suoi occhi.
Era una calda giornata di maggio, la primavera colorata sembrava scoppiare, mentre quel sole caldo batteva i suoi raggi.
Mio padre mi aveva fissato su un ramo abbastanza robusto un sacco pieno di sabbia, cosicché potessi allenarmi quando lui era via.
Quel pomeriggio avevo cominciato a colpire il sacco con forza, cercando di dimenticare la brutta sconfitta che Takishima mi aveva inflitto il giorno prima.
Lo conoscevo da poche settimane, ma nonostante ciò provavo una profonda stima nei suoi confronti. Prima di fare la sua conoscenza non avevo mai immaginato che esistesse qualcuno che non potessi battere.Anche se lo stimavo, c'erano alcuni suoi modi di atteggiarsi che mi davano sui nervi... ad esempio odiavo che mi chiamasse...
"Ciao, Numero due...”
Esatto, numero due.
Caddi a terra prima di poter sferrare un altro calcio al sacco.
“Ho idea che per fare quell'allenamento sia necessario rimanere in piedi, sai?”
“Ha-ha... spiritoso...”
Mi rialzai senza fatica, fulminandolo con lo sguardo.
“Ti sfido! Se riuscirai a fare almeno quaranta mosse senza cadere hai vinto, altrimenti ho vinto io”.
Dissi.
“E che vinco? Sapere di aver battuto una novellina come te non mi porta nessuna gloria”
Mi sentii ribollire dalla rabbia, ma nonostante ciò non cambiai idea, lo spinsi verso il sacco invitandolo non molto cordialmente a cominciare la sfida.
“D'accordo, ma non pensare di vincere, perché non hai possibilità.
Cominciò a colpire il sacco e arrivò a quaranta mosse senza cadere nemmeno una volta.
“Ho vinto”
Disse, lanciandomi uno sguardo di superiorità.
Non mi scomposi. Arricciai il labbro superiore e sentenziai: “Sei davvero certo di essere imbattibile? Se tu provassi a combattere in una squadra perderesti”
Colpito e affondato.
Avevo fatto centro, sapevo che quel tipo avesse un punto debole, e quello era il gioco di squadra.
L'avevo notato. Se era in compagnia di qualcuno, non partecipava mai alla conversazione, o al gioco organizzato da altri; preferiva leggere un libro, o studiare, seduto nel pressi degli altri. Non dava mai segno di partecipazione.
Questo fu quello che gli dissi, mentre lui rimaneva impassibile, davanti a me.
Aggiunsi: ”Scommetto... che non hai mai avuto un vero amico”
Sbarrò gli occhi.
La sua espressione era davvero incredibile, per la prima volta avevo letto delle emozioni nel suo sguardo.
Ma non mi sembrava arrabbiato... più che altro colpito ed emozionato, come se avessi appena detto qualcosa che gli avesse fatto un immenso piacere.
Era davvero strano.
Gli sorrisi e gli tesi la mano.
“Posso essere io la prima... se vuoi”
Sorrise anche lui, stingendomi la mano.
“Certo che si, numero due”

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A distanza di anni, quell'amicizia non si era frantumata, anzi, era più solida che mai, resa così forte da un legame che è complicato spezzare, l'amore.