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Autore: hanaemi_    11/09/2012    1 recensioni
La solitudine che era insita in quelle parole permeava l'aria. E ora? Che rispondere? [...]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Loneliness.

 

{Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Prussia
Parole: 1171 (grazie a: http://www.freetiamo.altervista.org/index.php/conta-parole.html)}

 

Era giunto il momento. Mi riassettai la gonna del tailleur nuovo di zecca, comprato per l'occasione, e mi riavviai alcuni ciuffi dietro l'orecchio, un po' agitata. Finalmente ero riuscita a strappare a Gilbert Beilschmidt, il famoso "Oresama", un sì per avere un'intervista esclusiva faccia a faccia. Controllai di avere tutto: registratore, blocco per gli appunti, matita, penna. Perfetto. Presi un bel respiro e aprii la porta, al di là della quale c'era lui che mi aspettava. Il luogo scelto per l'intervista era il salotto di casa sua, delizioso a mio parere. Era arredato di tutto punto, nessun dettaglio lasciato al caso. Ma ciò che più attirava la mia attenzione, in quella stanza, era l'enorme finestra che affacciava sul giardino e che, in quel momento, riversava calda luce nell'ambiente. E proprio accanto alla finestra c'era una poltrona (o meglio, più un trono che una poltrona, per quanto imponente era) e sedutovi sopra c'era Gilbert, con il suo fedele uccellino Gilbird che gli svolazzava attorno. In quel momento mi diede proprio l'impressione di un re o comunque qualcuno di molto potente. Ma preferii non esprimere questa opinione, forse già di suo sapeva di sentirsi un re, non c'era di certo bisogno che qualcuno glielo confermasse! Sorrisi, avvicinandomi con la mano tesa.

-Sono felice di essere finalmente riuscita ad avere un'intervista faccia a faccia con lei, signor Beilschmidt! Piacere di conoscerla, il mio nome è...-
-Piacere mio, Fr
äulein!- m
interruppe, stringendomi con foga la mano e accennando un sorriso, somigliante più a un ghigno.

Lo scrutai, mentre mi accomodavo sulla poltrona di fronte alla sua. Era...un tipo strano. Parecchio strano. Già quel suo modo di accogliermi non lasciava presagire nulla di buono...Ma scrollai le spalle, lasciando perdere, ed accesi il registratore. E, finalmente, l'intervista cominciò. Alla fine, anche se continuavo a sospettare che un po' mi stesse prendendo in giro, capii che era un tipo simpatico. Però io volevo scavare sotto la superficie della sua personalità, perché ero intenzionata a scoprire come si sentiva ora che non era ormai più una nazione da parecchio tempo. Presi il registratore e lo spensi, posandolo poi nella borsetta.

-Allora, abbiamo finito, Fr
äulein...Fräulein...qual è il suo nome, di grazia?-

Sospirai, alzando gli occhi al cielo. Solo ora si era accorto di aver parlato con una perfetta sconosciuta senza conoscerne neanche il nome. Feci un mezzo sorriso.

-Raffaella, il mio nome è Raffaella. E grazie per essersene ricordato di chiedere a fine intervista.-

Emise un breve risolino, che per poco non fece scappare da ridere anche me. Avevo sentito parlare della sua risatina, il famoso "Kesesesese" di Prussia, ma dal vivo era tutt'altra cosa! Ad ogni modo, cercai di mantenermi e ribattei:-Ehm...in realtà, c'è un'altra domanda che vorrei farle, se non le dispiace.-

Ero parecchio agitata, mi stavo mordicchiando le labbra e torcendo le mani. E in più, la sua espressione interrogativa mentre si risedeva non aiutava affatto.

-Avanti, mi dica.-
-Come vede ho spento il registratore, perché è una domanda che le faccio io come persona e non come giornalista. Perciò non si preoccupi, terrò ciò che mi dirà per me e non finirà sul giornale.-
-Io sono qui. Coraggio, parli pure.-
-Beh, ecco, io...sì, io volevo chiederle: come ci si sente a non essere più un vero e proprio Stato, ma che comunque continua a vivere?-
-Che domanda difficile.-
 ribattè lui,sorridendo amaramente. Si alzò dalla poltrona e si sedette sul bordo del davanzale della finestra, guardando fuori, con Gilbird che gli si era posato sulla spalla a strusciarsi contro la sua guancia, quasi a volerlo confortare. Restammo in silenzio per un po', finchè lui non si decise a voltarsi verso di me.

-Perché lo vuole sapere?-
-Perché...so che soffre molto a non essere più una nazione vera e propria. So che non viene invitato ai meeting tra Stati e so che, spesso e volentieri, va a casa di Germania per vedere persone, dato che qui, ormai, non viene a trovarla più nessuno da parecchio tempo.-


Mi guardò, quasi stupefatto. Avevo centrato il punto. Prese un bel respiro e strinse i pugni, per poi cominciare a camminare in lungo e in largo nella stanza.

-Il fatto è che io sì, esisto come persona...ma ufficialmente io non dovrei più esistere. Non so bene nemmeno io cosa ci faccio ancora qui...- disse dandomi le spalle, con le mani incrociate dietro la schiena.

-So soltanto che ormai nessuno mi calcola più, tranne lui.- fece, indicando l'uccellino, che rimaneva lì, fermo contro la sua gota.

-L'Oresama, il Fantastico Me, Gilbert il Magnifico...sono tutte balle. Servono solo per tenermi su e per ricordarmi che una volta valevo davvero qualcosa, a questo mondo...Ma ormai non ha più importanza. Dal 1947 io sono ufficialmente sparito dalla cartina geografica, spartito tra vari Stati a fine Seconda Guerra Mondiale. E del "Fantastico Me" non ne è rimasto più nulla...A volte, a volte penso che preferirei essere invisibile, sconosciuto a tutti, piuttosto che essere noto ma ignorato...lei non crede?- fece, voltandosi in mia direzione, con un vago sorriso malinconico dipinto sul volto. La solitudine che era insita in quelle parole permeava l'aria. E ora? Che rispondere?

-No!- 
dissi impulsivamente, sollevandomi di scatto. -Se lei esiste ancora ci sarà un motivo! E questo motivo è che lei è ancora ricordato da tutti come una della potenze più forti e sempre sarà ricordato. Solo che, a differenza dell'Impero Romano, che si è rovinato con le sue mani e, per questo, è morto, lei...lei è stato rovinato dagli altri, con la spartizione post guerra che ha citato prima. Ma lo stato prussiano vive ancora. Vive ancora e vivrà fino alla fine. Lo vuole capire che se lei fosse stato un perfetto sconosciuto e fosse sparito nessuno si sarebbe accorto della sua assenza?-
-Forse sarebbe stato meglio...-
-Sarebbe stato meglio un corno! Quegli appellativi, "Oresama", "Il Fantastico Me", non le sono stati dati a caso! Lei era, è e sarà sempre il fantastico Prussia...-


E stavo quasi per continuare a parlare quando lui, senza neanche accorgemene, si avvicinò e mi abbracciò, lasciandomi parecchio stupefatta da quel gesto. Ricambiai il suo abbraccio, un po' titubante e, giuro, mi sembrò di sentire anche alcune lacrime bagnarmi i capelli. Ma questo fatto resterà sempre un mistero.

-Danke sch
ön, Fräulein Raffaella. Davvero, grazie con tutto il cuore.-


Ora mi faceva ancora più strano,vederlo così, sincero come forse, finora, non era mai stato con nessuno. Però spesso, parlare con qualcuno che non conosce fino in fondo la nostra storia...ecco, spesso, i pareri disinteressati di un perfetto sconosciuto possono rivelarsi utili a comprendere un po' più a fondo noi stessi. Gli posai una mano sulla spalla.

-Si prenda cura di lei, mi raccomando.- 
dissi, una volta sulla soglia. Poi mi voltai e mi avviai verso la macchina. Ma a metà tragitto, la voce di Gilbert mi interruppe.
-Ehm...
Fräulein! Mi piacerebbe rivederla per scambiare due chiacchiere, ogni tanto.- disse con un mezzo sorriso, evidentemente imbarazzato perché non abituato a chiedere cose del genere. Mi girai nuovamente in sua direzione, sorridendo a mia volta e facendo un piccolo inchino col capo.
-Senz'altro, signor Beilschmidt, senz'altro! Non mancherò a questa promessa, può contarci.-


E, di sicuro, l'avrei mantenuta. Era pur sempre il fantastico Prussia a chiedermelo, no?
   
 
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