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Autore: _dirtyGreenMe_    11/09/2012    2 recensioni
"Luaks, sei sveglio?"
Nessuna risposta.
"Lukas, rispondi alla mamma, sei sveglio?" Pausa.
"No."
"Posso comunque cantarti la canzoncina?"
"Non devi cantarmi nessuna canzoncina, oggi non è il mio compleanno."
"Lo so tesoro, ma vorrei cantartela lo stesso...Tanti auguri a te, tanti auguri a te, hai sedici anni e un giorno, tanti auguri a te."
"Lasciami in pace."
Laura si sentiva morire dentro...che razza di madre snaturata si sarebbe dimenticata il compleanno del figlio? E soprattutto, che razza di madre snaturata avrebbe negato al figlio l'amore della sua vita? Ma Laura lo faceva perchè lo amava, e doveva salvarlo dalla sua voglia di distruggersi, dentro e fuori. Doveva salvare il suo bambino che si torturava anima e corpo da troppo tempo, ma quello non era il modo giusto.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Erano passati esattamente cinquecentotrentatré giorni da quando un gruppetto formato da quattro ragazzi della prima K aveva aggredito Lukas, trascinandolo nello sgabuzzino della scuola, rompendogli il naso a pugni, sputandogli addosso e poi, ciliegina sulla torta, urinandogli a turno sui pantaloni. 
 
'' Un anno che passa 
  Un anno in salita 
  Che senso di vuoto 
  Che brutta ferita...''
 
Si erano fermati solo quando, vedendo che la vittima non dava segno di reagire, si spaventarono e si preoccuparono di averlo colpito troppo forte.
Lo salutarono con le parole '' frocio '' e '' checca '', prima di sparire in corridoio, sicuri che lo            '' schifoso gay '' non avrebbe mai parlato a nessuno di quanto era successo.
 Tra di loro, c'era anche il ragazzo che si era offerto come compagno di banco.
Sfortunatamente per loro però uno dei segretari della presidenza di accorse di loro, ed accorse in aiuto di Lukas.
Questo evento segnò il ragazzo, che però accantonò questo come mille altri spiacevoli eventi in un remoto angolo del suo cervello.
Quello che c'era nel cervello piano piano, con il passare del tempo ed il susseguirsi degli eventi, lo dimenticava.
Era ciò che stava impresso nel cuore a non volerlo lasciare, ma che anzi, continuava a pervadere la sua anima tormentata.
Sua madre non gli lasciò mai usare internet, che poi non avevano nemmeno il computer a casa, e gli controllava i messaggi, e la cronologia delle telefonate, ed ogni volta che le si presentava un numero strano controllava uno per uno i nomi sull'agenda di Lukas.
Lei credeva di farlo di nascosto, ma il figlio se ne accorgeva sempre, ogni volta, solo che non le diceva niente.
Lukas ed Andrès non potevano vedersi neppure all'ingresso a scuola, visto che Laura accompagnava il suo '' bambino '' tutte le mattine fino all'ingresso, così che i suoi compagni potessero avere un motivo in più per prendersi gioco di lui.
'' Il bimbo viene con la mamma! ''
'' Ma quella donna lo sa che il figlio ha quindici anni o è rimasta bloccata nel '95? ''
'' Sono sicuro che gli dice anche come vestirsi. ''
Lukas sentiva tutto, ma incassava in silenzio, mentre Laura sentiva, ma faceva finta di niente.
I ragazzi però continuavano ad amarsi incondizionatamente, a passare ore ed ore, stesi sul letto, a pensare l'uno allo sguardo dell'altro, anche se le immagini andavano piano piano a sbiadirsi tristemente. 
Un giorno però si incontrarono, un giorno in cui Laura aveva la febbre ed aveva mandato Lukas a 
comprarle delle pastiglie in farmacia.
La famiglia di Andrès aveva ricevuto l'ordine di non lasciare entrare Lukas a casa loro proprio dalla madre di quest'ultimo, quindi se si fossero incontrati sarebbe stato un vero e proprio miracolo.
All'improvviso però voltò lo sguardo e Andrès era lì, davanti alla macchinetta delle sigarette, ad infilare monete.
Andrès era rimasto uguale a quando aveva dodici anni, i capelli scuri che gli incorniciavano un viso ambrato, e la statura medio bassa che lo distingueva tra i suoi compagni.
Lukas invece era cambiato molto negli ultimi tre anni.
Era almeno una spanna più alto di Andrès, ed aveva tagliato i suoi capelli che gli ricordavano tanto un principino settecentesco in un ciuffo platino ben più moderno.
 
Laura chiamò Lukas 25 volte quel pomeriggio, lui sentiva il cellulare squillare e naturalmente sapeva che si trattava di sua madre, e che quando sarebbe tornato a casa l'avrebbe ucciso.
Ma preferiva di gran lunga restare in compagnia di colui che lo rendeva felice in quel posto tanto squallido quanto idilliaco, perché si sa che quando sei con la persona giusta ogni luogo è perfetto.
Fu proprio in quella rimessa per auto sporca di grasso che, per la prima ed unica volta, fecero l'amore.
Ovviamente nessuno mai seppe quanto accadde quel giorno.
Laura si infuriò alla vista del figlio quella sera, che l'aveva fatta morire di paura, ma a Lukas non importava, voleva solo stendersi sul letto e pensare a quel pomeriggio all'infinito. E poi, anche se avesse voluto aiutare sua madre nelle faccende di casa, non avrebbe potuto giacché non riusciva a camminare decentemente.
I mesi passavano, i due ragazzi non avevano più avuto modo di vedersi o sentirsi, e Lukas cadde mano mano in una depressione profonda e cupa.
Sua madre un giorno lo chiamò mentre era a casa di un suo compagno, e questa volta ci stava davvero. Doveva immediatamente tornare a casa per conoscere delle persone.
Quelli che si ritrovò davanti erano due individui che potevano essere padre e figlio.
Uno sui quarantacinque anni ed uno della sua età circa.
'' Lukas, ti presento Marcus, un mio...un mio '' amico '', diciamo. ''
Laura era evidentemente imbarazzata, e Lukas più di lei.
'' Buonasera. ''
Disse l'uomo, tendendogli la mano che il ragazzo strinse.
'' Piacere di conoscerla. '' Disse, con stupore e spossatezza. 
Il suo sguardo però cadde subito sul corpo minuto del ragazzo che gli stava accanto e lo guardava sorridente. 
Non avrebbe saputo dire se era carino, perché in mente  non aveva altro che Andrès.
'' Lui è Em. ''
Disse sua madre, diventando ancora più rossa in viso.
'' Il figlio di Marcus. ''
Concluse con lo sguardo a terra.
'' Ciao. '' Lo salutò Lukas, ma fu ricambiato solo con un cenno della mano.
'' Come stai? '' Chiese, per rompere il ghiaccio.
'' Oh, Em non ti sente, Lukas, è sordo. '' Disse Marcus.
Lukas avrebbe solo voluto sparire.
'' Ah...mi dispiace – disse arrossendo – davvero. ''
'' Figurati, non potevi saperlo. '' Lo rassicurò l'uomo. Non erano male.
'' Vorrei portarlo in camera mia, se gli va. Può tradurlo? ''
Marcus fece velocemente dei gesti con le mani, che ovviamente né Lukas né Laura furono in grado di decifrare, ed Em annuì.
Mentre attraversavano il corridoio, il padrone di casa attaccò a parlare.
'' Lo so che non mi senti, ma vorrei comunque parlarti. Tuo padre è il fidanzato di mia mamma, no? Tu non ce l'hai la mamma? Voglio dire, i tuoi hanno divorziato o... ''
Si sentì così stupido.
Aprì la porta di camera sua e fece entrare Em. 
Accese la luce, ma subito dopo la spense, gli dava fastidio. 
Abbracciò quel ragazzo, che conosceva da cinque minuti, ed iniziò a piangere.
 

"Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l'eterno dolore, per me si va tra la perduta gente."  (D. Alighieri)
 
NB! LE RECENSIONI SIA NEGATIVE CHE POSITIVE SONO GRADITE :)

I diritti per lo stralcio della canzone '' Per tutta la vita '' (Noemi) non mi appartengono.

 
  
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