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Autore: soco amaretto lime    11/09/2012    3 recensioni
"Gerard lo sapeva fin da quell’ultima notte, me lo ha detto. Lo sapevamo entrambi.
«Probabilmente non ti vedrò più sorridere»"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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N/A: Okay, non so esattamente da dove sia uscita, ma mi frullava in testa per un po'.
Tutto quello che segue sono una marea di bugie, anche se secondo me le cose sono andate realmente così.
In ogni caso, non voglio dare rappresentazione veritiera di nulla e i personaggi appartengono solo a loro stessi.


Maybe I'll Never See You Smile Again


Questa OS la dedico a Giulia (Juliet loves the beat)
per avermi fatto sorridere e per avermi aiutata
in questo casino della mia vita. Spero ti piaccia.
Grazie, davvero.
La dedico anche a Mikey, una specie di
buon compleanno in ritardo,
anche se nella fanfic non
è molto presente.



Con la classica scusa dell’ansia pre-concerto ci siamo scolati cinque birre l’uno, minimo.
Mikey è quello più flippato di tutti, è piazzato davanti al fratello e gli sistema convulsamente i capelli, con un sorriso da coglione in viso. Addirittura ride. E’ quasi preoccupante, ma sono troppo brillo per fregarmene.
Gerard volta il viso verso di me, gli occhi lucidi dall’alcool «Ti amo» mettendomi un braccio intorno alle spalle.
«Ti amo anch’io» rispondo soffiando fuori il fumo. Lo bacerei se Ray non ci stesse riprendendo.
«Grazie Mikey, ora smettila di toccarmi i capelli» biascica prima che Michael se ne vada.
«Buttare fuori il fumo non è mai stato così carino» sorrido vicino al suo orecchio, prima di allontanarmi per salire sul palco.

 
Lo ricordo come fosse ieri, cazzo. Ancora brucia.
Ero davvero convinto che potesse funzionare, che noi potessimo funzionare.
Se dicessi di non starci ancora male, mentirei spudoratamente.
Questa non è la solita storiella romantica per ragazzine, col lieto fine e cazzi vari. Qui un lieto fine non c’è.
Gerard mi ha abbandonato e non tornerà da me con un mazzo di fiori e un sorrisetto di scuse, con quell’aria da perenne bambino mista a figaggine, magari con la solita sigaretta fra le labbra sottili.
 
«Gee, cosa siamo?» chiedo con tono fintamente noncurante, appallottolandomi accanto a lui con la testa sul suo petto nudo.
«Umani, Frank»
«Ma no, scemo! -ridacchio- Intendo noi, noi due. Amanti, amici…?»
Ci pensa un po’, passano secondi interminabili. Ho fatto una cazzata.
«Peccatori» snocciola tranquillamente, fissando il legno della cuccetta sopra la “nostra” e percorrendone i ghirigori del legno con lo sguardo.

 
Quella è stata la nostra ultima volta. Non ho mai saputo il motivo, penso che Gerard se lo porterà nella tomba. Forse si era davvero convinto che peccassimo.
Dopo tutte le campagne contro l’omofobia, i baci sul palco, le notti insonni. Poteva rendersene conto prima che la cosa diventasse importante, ma non l’ha fatto. Ho sofferto, e spero anche lui.
Dimenticate tutte le cazzate del tipo “Se lo ami davvero vuoi il suo bene, anche se non puoi averlo”, non è così. Spero che abbia sofferto almeno la metà di quanto non abbia fatto io.

«Frankie… Frankie, svegliati» Ray mi sta scuotendo. Apro gli occhi stropicciandomeli, mettendomi seduto sul divanetto del backstage sul quale ho dormito per qualche ora.
L’espressione di Ray è terrificante.
«Che succede?» chiedo spaventato.
Non fa in tempo ad aprir bocca. Gerard, la mano destra intrecciata a quella di Lynz, la sinistra penzoloni su un fianco. Un raggio di sole la colpisce, mettendo ancora più in evidenza quel fottuto cerchietto dorato intorno al suo anulare.
Si scambiano un bacio, quel velo improvvisato sulla testa della ragazza, lui con camicia, jeans e cravatta.
Mi alzo di scatto, correndo verso il bus. Spero solo sia vuoto.
«Complimenti, Gerard!» urla Ray con tono arrabbiato, prima di venirmi dietro.
«Frankie, aspetta cazzo!» dice prendendomi per un polso e costringendomi a girarmi verso di lui.
«Non ha senso… non ha senso» mormoro mentre le lacrime mi bagnano le guance, arrivando alla maglietta.
«Non ne sapevo nulla neanche io, fino ad un’ora fa. Ha preferito lasciarti dormire» disse a testa bassa, a mo’ di scuse.
«Spero siano felici, fa loro gli auguri da parte mia. Me ne vado»

 
Alla fine Ray mi aveva trattenuto. Avevo pianto sulla sua spalla, mi aveva convinto a rimanere, almeno per la fine del tour, mancavano solo pochi giorni, poi avrei avuto il tempo di pensarci.
Gerard praticamente non mi aveva dato confidenza per due giorni, e io ero troppo debole per andare a fargli una scenata o a chiedere spiegazioni.
Il terzo giorno era venuto da me tutto sorridente e tranquillo, ma conosco Gerard meglio di nessun altro, lui era tutto fuorché felice.
Lo lasciai parlare a vanvera, senza nemmeno guardarlo o preoccuparmi di rispondere. “Restiamo amici”, “Mi sembra ovvio che certe cose fra di noi non ci saranno più”, “Senza rancore?”. Poi Brian ci aveva chiamati a suonare.
 
Gerard canta l’ultima parte di The Sharpest Lives. Ma sì, perché non essere felici per lui? Sono stato proprio uno stronzo, a non fargli gli auguri, nemmeno un abbraccio! Spero che coglierà l’ironia della situazione.
Salgo su una delle casse per arrivare alla sua altezza e sporgo le mani per abbracciarlo, un po’ troppo in fretta visto che perdo l’equilibrio e gli cado addosso. Ci tiene in piedi, poi mi spinge.
«Che cazzo fai!?» urlo.
«Che cazzo fai tu?! Vaffanculo!» e mi butta a terra. Per fortuna ho la prontezza di allontanare la chitarra.
Mikey sta per schiacciarmi, ma per fortuna riesce a evitarmi. Mi guarda senza espressione. Mikey, che ti ho fatto?
La canzone finisce, vado a cambiare chitarra vergognandomi come un cane, do le spalle al pubblico mentre Gerard parla.
Che cazzo gli è preso?
***
«Posso sapere che diavolo di problema abbiate!?» urla Brian quando andiamo nel backstage.
«Chiedilo a lui, io volevo solo abbracciarlo» ringhio guardando Gerard negli occhi, per poi andarmi a buttare su un divano.
«Mi hai impedito di cantare! Per colpa tua ho dovuto smettere, mi sei caduto addosso!» urla incazzatissimo, manco avessi ucciso Linsdey.
«Scusa tanto allora. Trovati una scusa migliore. Questo era il mio ultimo concerto, ci si vede» dico secco andandomene nel camerino a raccogliere la mia roba.

 
Non sorrido sempre. O meglio, non sorrido sempre per davvero, non sarà mai più come prima.  E’ difficile che io lo faccia sinceramente, da allora. Gerard ha ucciso la parte migliore di me, se l’è portata via e l’ha incatenata a quell’anello di merda.
Mi sono preso una pausa dopo il Porjeckt Revolution. Ho fondato i leATHERMOUTH, abbiamo suonato per un po’. Poi Gerard mi ha chiamato, invitandomi da lui per chiarirci. A distanza di un anno.

«Frank, mi dispiace, davvero- dice abbracciandomi, tengo le braccia penzoloni – non volevo farti male, ero così nervoso, era l’ultima data, Lindsey stava male e… scusami»
«Figurati- rispondo sarcastico- quella spinta non era un cazzo. Mi stai chiedendo scusa per la cosa più insulsa, Gerard»
«Non capisco» dice confuso.
«Oh, certo. Non capisci. Smettila di fare il finto tonto. Chi ti ha tirato fuori da quel casino? Chi era la tua spalla su cui piangere? Da chi andavi la notte quando ti svegliavi da un incubo? Dimmi Gerard, dimmi»
«… tu»
«E dimmi Gerard, chi è che hai sposato? Oh, anzi, rispondi a questa, è un tantino più difficile: da quanto stavi con quella zoccola?- non ho un tono arrabbiato, sono troppo stanco anche per quello- Dillo Gerard, dillo. O ancora, perché non me ne hai parlato?» gli butto addosso tutta la merda di questi anni, è quasi liberatorio. Quasi.
«Sono un idiota, Frank. Ormai è troppo tardi, vero?»
«Già» pianto lo sguardo nei suoi occhi lucidi, mentre una lacrima mi riga il viso.



Quella notte è stata l’ultima davvero.
Non era come le altre volte, c’era disperazione, tristezza, risentimento, rimpianti, lacrime, sangue e tanto dolore. Mi sono aggrappato a lui e lui a me, ancora una volta, per l’ultima volta. Mi ha anche detto di Bandit, gli luccicavano gli occhi quando ha confessato che Lynz era incinta, che quel fagottino lo avrebbero chiamato con quel nome così inusuale.
Ho accettato di tornare a suonare con loro, avevamo quasi finito il nuovo album, poi Bob se n’è andato. Non ce la siamo sentita di continuare.


«E ora che si fa?» chiedo guardando il cd coi demo già pronti, che attira insistentemente il mio sguardo da quando Bob se n’è andato sbattendo la porta, dicendo che non sopportava tutta questa tensione, che aveva la sensazione che tutto si sarebbe sgretolato in un attimo per colpa mia e di Gee. Ma no, non succederà. Ce lo siamo promesso. Siamo amici come prima, no?
«Ricominciamo da capo, no?- risponde Gerard, guardandoci negli occhi- Non possiamo smettere ora»



Brucia ancora. Più di tutto perché no me lo aspettavo minimamente.
Ma ora ho Jamia. Tengo a lei, anche se non la amo. Ho giurato che non sarei mai più stato felice. Ho giurato che non avrei mai amato nessuno oltre Gerard, che non avrei più amato nessuno.
Jamia sa, Jamia lo sa bene, ma le va bene così, sa di non poter pretendere altro che affetto.
Non sono felice, ma sto bene, va bene così. Il nuovo album è stato un successo e ora lavoriamo a quello nuovo, le cose procedono velocemente, sarà una bomba.
Finché avrò i miei amici, andrà tutto bene. Finché ci saranno, starò bene. Finché avrò mia moglie e i miei figli, sarà tutto okay.
Basta solo non pensare al passato, alla felicità di prima, e quella piccola di adesso me la faccio andar bene.
Gerard lo sapeva fin da quell’ultima notte, me lo ha detto. Lo sapevamo entrambi.
«Probabilmente non ti vedrò più sorridere»






N/A (x2):
  Spero davvero che non faccia esageratamente schifo.
Aloirs, il titolo è preso da 4am forever dei Lostprophets (sempre siano lodati).
Il primo flashback è preso da questo video che trovo a dir poco meravilgioso.
  Poi, quello in cui Gee spinge Frank da questo che penso tutte conosciate. Ogni volta che lo vedo ho il magone, cazzo.
Prendetemi per scema, ma secondo me il Frerard è esistito.
Ringrazio ancora Giulia per il supporto, sul serio.
Le recensioni, positive o negative che siano, sono sempre ben accette. Perdonatemi per gli eventuali errori, ma non ho nessuna voglia nè tempo di rileggere!
E boh, mi levo dalle palle. Alla prossima!





 

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