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Autore: lulubellula    11/09/2012    9 recensioni
Tutti noi conosciamo le storie dei chirurghi del Seattle Grace, le loro capacità, le loro storie, i loro amori, i loro sogni.
Eppure sappiamo ben poco di come erano prima, prima di diventare medici, da bambini, da adolescenti, prima di scegliere la loro strada.
Il mio intento é quello di colmare questa lacuna o almeno di provarci.
Buona lettura!
1) Meredith
2) Derek - prima parte
3) Derek -Seconda parte
4) Derek - Terza ed ultima parte
5) Cristina
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Piccoli chirurghi crescono

Meredith



Una luce flebile illumina la stanza di una dolce e adorabile bambina di cinque anni, riempiendo la sua cameretta dalle tinte pastello della tipica atmosfera delle feste della mattina di Natale.
La bambina è figlia unica ed è la ragione di vivere dei suoi genitori, Ellis e Thatcher Grey, coppia amorevole e affiatata, che risiede nella frenetica e operosa Seattle, nello Stato di Washington.
La loro casa è ampia e accogliente, il piano di sotto è arredato in modo semplice ma elegante, un soggiorno luminoso e di buon gusto, un divano beige e una chaise longue, due poltrone e un tavolino di cristallo, un camino acceso che rallegra l’ ambiente.
Poco più in là, c’ è un maestoso e luccicante abete finlandese agghindato con decorazioni variopinte e sfere di vetro temperato e decorato a mano.
Ai piedi dell’ abete vi sono pacchetti e regali di ogni sorta e scatole che contengono meraviglie e doni tanto aspettati; su ciascuno di essi è scritto in bella grafia un nome femminile, il nome della protagonista di questo bellissimo sogno: Meredith.

“Meredith, Meredith, svegliati che è tardi!”.

La bambina in questione ha cinque anni, come nel  sogno, ma ha una vita molto diversa da quella della sua dimensione onirica: la sua casa è in preda al caos, in ogni dove ci sono scatoloni e valigie piene di ricordi e indumenti, di fotografie e di brandelli di vita, della sua vita.

“Meredith, mi hai sentito? Sono già le nove e tu sei ancora a dormire, in pigiama. Ti decidi a scendere al piano di sotto una buona volta oppure no?”.

Ellis Grey, la madre di Meredith, ha la solita aria autoritaria e controllata, una maschera di ghiaccio, il solito cipiglio da comandante, da persona ferma e irremovibile, persino con la piccola, anzi, soprattutto con lei.

Meredith scende controvoglia le scale della casa in cui è nata, pensando a tutti i ricordi che la racchiudono, felici e tristi, i suoi primi passi, i suoi sorrisi, le sue cadute, le serate passate sul divano con papà aspettando che la mamma tornasse dal lavoro, i suoi giochi allegri e spensierati, l’ amico della mamma, i litigi tra lei e il papà, lui che se ne va sbattendo la porta e poi torna indietro piangendo e chiedendo un’ altra possibilità.

“Alla buon’ ora Meredith. Fatti un po’ guardare, ti sei lavata i denti e le mani, ti sei pettinata?”.

Meredith osserva la madre e abbassa lo sguardo, poi scuote la testa in segno di dissenso.

“Corri a sistemarti e vestiti come si conviene per la mattina di Natale, dobbiamo uscire, sto facendo tardi all’ appuntamento per colpa tua!”.

Ellis si porta le mani alle tempie e scuote il capo, mostrando la totale disapprovazione verso quella figlia così impacciata e ordinaria, così simile a quel fallito del suo ex marito.

“Mamma, mi hai comprato qualcosa di bello? Quest’ anno sono stata buona, mi sono comportata bene e non ho litigato con nessuno a scuola, nemmeno quando Catherine mi ha tirato i capelli e mi ha detto che tu e papà non stavate più insieme.”

Meredith osserva la madre speranzosa e alza timidamente lo sguardo verso di lei, in attesa di una risposta.

“Sciocchezze, tu sei grande ora, non devi per forza ricevere i regali come quelle sciocchine delle tue coetanee. Tu diventerai qualcuno, un giorno e allora mi ringrazierai per non averti cresciuto come una rammollita! Ora vai al piano di sopra e cambiati immediatamente”.

Meredith si volta e sale le scale in direzione della sua cameretta, sconsolata e senza doni, senza il suo papà, senza la sua famiglia, senza più certezze a cui aggrapparsi.

Indossa svogliatamente un vestito pesante e con troppi fronzoli per i suoi gusti, un paio di scarpe di vernice nera e uno scialle di cachemire che le aveva comprato suo padre qualche mese prima.

Scende le scale arrabbiata e va da sua madre, che la sta aspettando impaziente sul pianerottolo di casa.

“Sbrigati, ho dovuto spostare il mio appuntamento per colpa tua, ora cerca di non farmi perdere altro tempo, la situazione è già abbastanza complicata così com’ è, senza che ci metta lo zampino anche tu!".

Meredith sale in macchina senza aprir bocca, è triste e ha le lacrime agli occhi, è la mattina di Natale e nessuno le ha comprato un regalo o le ha detto qualche parola gentile, nessuno le ha preparato i biscotti con le gocce di cioccolato o le ha raccontato  una fiaba, nessuno, nemmeno sua madre.

Ellis guida senza fermarsi, accelera e non toglie gli occhi dalla strada, i bordi delle vie sono ghiacciati e pieni di nevischio, la donna è concentrata sulla sua destinazione, sulla persona che deve incontrare, tuttavia, non può fare a meno di sentire i singhiozzi che provengono dalla sua bambina.

Allora accosta l’ auto e spegne il motore.

“Si può sapere che cos’ hai? Perché piangi come una bambina piccola e viziata, comportati come si conviene ad una fanciulla della tua età!” Ellis fissa la figlia negli occhi e la guarda con la solita espressione seria e ferma.

“Ma io ho solo cinque anni, non sono una donna adulta, ho il diritto di piangere se mi ignori anche la mattina di Natale, se mi sgridi, se ti dimentichi di comprarmi i regali! Io ho solo cinque anni!” urla Meredith piangendo.

Ellis è sconvolta a causa dello sfogo della figlia, si sente ferita e aggredita ma non lascia trasparire nulla di tutto ciò.

“Sì, hai solo cinque anni, ma non li avrai per sempre. Le persone ti tradiranno e ti feriranno, ti ridurranno a pezzetti se non imparerai a difenderti sin da ora. Perciò ciò che io faccio è per il tuo bene, perché tu diventi una donna straordinaria, non una fallita qualunque, non una ‘signora nessuno’!”.

A queste parole Meredith la osserva dritta negli occhi e tace, il suo sguardo è più eloquente di mille parole.

“E comunque non mi sono dimenticata di comprarti il regalo, volevo aspettare il momento giusto per consegnartelo, ma siccome hai rovinato tutto, tieni, eccoti qua il tuo dono di Natale”.

Ellis le porge un pacchetto regalo e Meredith lo scarta velocemente, strappando la carta con avidità.

“Il tuo comportamento è a dir poco disdicevole, ma siccome è Natale, chiuderò un occhio” dice Ellis, riprendendo a guidare.

Meredith osserva il regalo ricevuto con una nota di dispiacere e di disprezzo, come al solito, sua madre era riuscita a rovinare tutto, imponendole il suo punto di vista onnipresente, persino con un  regalo innocente.

“La Jane anatomica? Mi hai regalato la bambola con gli organi che si possono estrarre? Non credi che avrei preferito qualcos’ altro, che ne so, ad esempio, la casa delle bambole che ti avevo più volte descritto?" chiede Meredith indispettita.

“Andiamo, Meredith, sai benissimo che io non approvo quelle frivolezze, la casa delle bambole è per le future casalinghe annoiate e infelici. La Jane anatomica è per i futuri chirurghi in medicina generale, la Jane anatomica è il futuro” continua Ellis.

“Ti è mai passato per la testa che forse io non voglia diventare uguale a te e che magari voglia fare la ballerina o il cow boy?” risponde Meredith a sua madre.

“Sciocchezze, sarai un ottimo chirurgo, degna di tua madre, una donna straordinaria. Quando entreremo insieme in sala operatoria, tutti diranno: ‘Guardale, sono le Grey, pioniere del metodo Grey, coloro che hanno trovato una cura efficace per debellare il diabete’. Ecco quello che diranno” continua Ellis con aria sognante.

“Ecco, io sono arrivata, aspettami qui e non muoverti, gioca con Jane piuttosto, ti aprirà un nuovo mondo”.

Ellis esce e va dal suo amico Richard, Meredith osserva la scena dal finestrino appannato dell’ auto.
Vede che i due si abbracciano e si baciano e lei sente una fitta al cuore.

Allora cerca di concentrarsi sul suo regalo e comincia ad estrarre gli organi, toglie lo sterno e vede il cuore e i polmoni, poi più in basso il fegato, lo stomaco, la milza e il pancreas, l’ intestino. Quello che inizialmente le aveva provocato fastidio e noia, cominciava ad interessarla, vedere tutti gli organi del corpo umano la tranquillizzava e la rilassava, le piaceva, le dava un vago senso di completezza, di euforia persino.

Vedere il nuovo regalo la distoglieva dal litigio della mamma con il suo ‘amico’ Richard, che poi tanto amico non doveva essere visto che stava urlando e facendo piangere la sua mamma.

Riusciva a cogliere solo qualche brandello della conversazione, qualcosa del tipo: “Mi avevi promesso che l’ avresti lasciata, me lo avevi promesso, ho lasciato tutto per te, la mia casa, mio marito, il mio lavoro, mi avevi promesso che saresti venuto con noi a Boston!”.

Ellis era disperata e urlava in mezzo al parco, era infuriata e piangeva, implorava quell’ uomo, che per risposta sapeva solo tacere e alzare le spalle.

“Se te ne vai ora non mi vedrai mai più! Se te ne vai ora tra noi è finita!”.

Per tutta risposta solo un ‘Mi dispiace’ e una pacca sulla spalla prima di andarsene.

Sua madre si volta e si asciuga le lacrime, prima di ritornare alla macchina.

“Andiamo Meredith, è ora di fare un lungo viaggio, ci vorranno parecchie ore, perciò sappi che non accetto lamentele”.

Sua madre era diversa dal solito, da come l’ aveva sempre vista, era fragile e persa, ma pur sempre Ellis Grey.

“Dove andiamo, mamma?” chiese Meredith sottovoce.

“Ho trovato lavoro a Boston, vivremo là”.

“Come facciamo per i mobili e le nostre cose?”.

“Penserà a tutto la ditta di traslochi”.

Per qualche ora il viaggio trascorse senza che nessuna delle due parlasse, c’ era un silenzio freddo e insopportabile che le avvolgeva come una folta coltre di nebbia.

Meredith decise di spezzarlo dicendo a sua madre: “Sai, forse, non è una cattiva idea la tua, forse anche io diventerò un bravo dottore come te, da grande. Il tuo regalo mi è piaciuto moltissimo, mi ha fatto capire che voglio comprendere come funzionano tutti quegli organi tra di loro e come si fa ad aggiustarli quando si rompono”.

Ellis si volta a guardare sua figlia, le assomigliava molto, aveva i suoi stessi occhi azzurri e i capelli castano chiaro, la sua stessa determinazione e passione per la conoscenza.

“Sei una donna molto saggia Meredith, diventerai un grande chirurgo e una donna straordinaria, ne sono sicura”.

Meredith stava per ribadire a sua madre la sua età e per dirle che, dopotutto aveva solo cinque anni, ma non disse nulla, ben sapendo che quelle parole erano un dono speciale e che sua madre non gliele avrebbe mai più dette.

Meredith si volta indietro per vedere se si vedono ancora le luci della città che si erano lasciate alle spalle, le luci di Seattle e si domanda se un giorno, vicino o lontano che sia, riuscirà a rivederle.


Note dell' autrice:
 eccomi qui con una raccolta relativa agli amati personaggi di Grey' s, qualcosa di completamente diverso dal solito
Spero che vi piaccia!
Fatemi sapere cosa ne pensate
Ciao
lulubellula
   
 
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