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Autore: katexxc    12/09/2012    1 recensioni
-io invece credo che tu sia meravigliosa.- rispose,accarezzandomi la guancia.
-lo dici solo perchè sei mio amico.. voi tutti siete bastardi.-
anche se gli avevo appena detto chiaramente che è un bastardo,mi sorrise,uno di quei sorrisi che solo lui sa fare.
-mi prenderò cura di te,sarò diverso.. promesso.- concluse poi,lasciandomi un umido bacio sulla fronte.
sorrisi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-è solo una puttana.-affermai continuando a camminare.
-tu non sei meglio,lola.- mi urlò dietro luke.
quelle parole mi ferirono, mi fecero sentire una nullità.
mi fermai e tornando indietro verso di lui, con passo svelto gli augurai la morte.
lo guardai negl’occhi magari per trovare un ‘mi dispiace’ o anche un semplice sguardo addolcito, ma niente, i suoi occhi erano neri e profondi; nessun’emozione.
-ti odio!- gli urlai in fine, in lacrime.
scappai via da lì.. cosa avevo fatto di tanto sbagliato per meritarti tutto questo? niente, proprio niente, essere delle brave persone non serve a niente.
la mia corsa finì in una piccola strada, l’unica cosa che si poteva intravedere era una panchina, l’unica forse in tutti quei chilometri di strada.
andai là e mi sedetti, cercando di riprendere fiato.
il silenzio regnava sovrano quella notte, nemmeno le foglie si muovevano, solo il silenzio era presente.
-il cliente non ti ha pagato per caso?- adesso ammazzo qualcuno, sicuro.
sobbalzai appena quella voce uscì dal silenzio.
mi alzai dalla panchina, tenendomi stretta la borsa al petto.
-tranquilla, sono un’innocente ragazzino.- rise di gusto.
-ma voi ragazzi, l’umorismo nel buco del culo ce l’avete?- affermai irritata dalla sua domanda precedente.
tutti a darmi della puttana oggi, ma che roba è questa? fateli crepare.
-molto fine la ragazza mi dicono.- continuò ridendo.
-ma la smetti di ridere? secondo me, non ti piacerebbe essere chiamato puttaniere.- dissi urlandogli quasi.
-almeno io mi vesto normale.- disse squadrandomi da capo a piedi, per poi passarsi la lingua sul labbro inferiore.. ma che orrore è questo?
-non lo rifare più.- affermai schifata.
-cosa?- chiese lui nemmeno un millesimo di secondo dopo.
-quello che hai fatto.- risposi, imitando il suo strano modo di passarsi la lunga sulle labbra.
-oh.. sei lo fai te, sei molto più sexy.- disse sorridendo.
ma questo è un maniaco o cosa? ma tutte a me capitano? salvatemi.
-troppa confidenza.. troppa.- dissi scandendo bene le parole.
-sono innocente, tranquilla.- disse per poi mettersi il cappuccio della felpa.
nonostante fosse un ragazzinoinnocentemaniaco era davvero bello.
non si poteva vedere molto di lui nel buio della notte, ma quello che la luce del lampione aveva fatto intravedere era abbastanza; biondino con degli occhi scuri e molto, e un viso con dei lineamenti.. wow, perfetti.
-justin.- disse in fine. –eh?- chiesi non capendo.
-troia e pure stupida, oddio.. piacere justin.- disse mettendosi una mano sulla fronte, quasi fosse esasperato.
-perché non crepi pure te? addio.- conclusi girando i tacchi, per andarmene.
-sei così gentile!- mi urlò dietro, non risposi.
ma cosa avevano tutti quella sera? si erano messi d’accordo per mettersi contro di me? odio sta gente, la odio proprio dal profondo del cuore.
il mattino dopo andai dritta a scuola, sperando di non incontrare quel bastardo di luke.. mi torna su la colazione ad immaginare il suo viso, che schifo.
-ti ho chiamato, ma non lo senti il cellulare?- mi urlò jazzy vedendomi arrivare.
jazzy la mia migliore amica, da sempre, da quando siamo nate.
-in sedici anni che ti conosco mi hai sempre risposto..- la bloccai.
-non trovo il cellulare, credo di averlo perso. – dissi abbracciandola. 
mi guardò con aria interrogativa, poi sospirò con aria di arresa.
-ehi puttanella.- disse qualcuno, abbracciandomi da dietro.
ma sto nomignolo? è proprio una moda, ho capito.
mi girai di scatto ed era lui; luke.
chi è lui? beh, una sorta di migliore amico, anzi, lo era.
-ma te ne vai? che rompi coglioni che sei.- lo spinsi e andai dritta verso la mia classe.
mi girai un’ultima volta e vidi luke e jazzy guardarsi con aria preoccupante o forse si stavano chiedendo perché mi ero comportata così con lui.. questo andrebbe a significare che ha perso la memoria, figo, ahah.. ok, no.
prima ora; biologia.
appena entrata mi misi seduta vicino ad henry, un sedicenne fumato dalla prima punta dei capelli fino all’ultima unghia dei piedi, ma nonostante questo, era simpatico.
-ciao piccola lola.- mi salutò lasciandomi un bacio sulla guancia.
-tieni il tuo alito da fumatore, lontano da me.- affermai ridendo, allontanandolo.
-lo so che mi vuoi, su, su.- disse mettendosi con le labbra a papera verso di me.
-no idiota, no.- continuai ridendo nel guardarlo.
continuava a stringermi i fianchi, mentre come uno scemo stavo con quelle labbra a papera verso di me, come non potevo non ridere? ma c’era chi, invece, a differenza di me, presa la cosa troppo sul serio.
-henry lasciala stare.- alzai lo sguardo, era luke.
solito rompi coglioni della prima ora.
-ora non si può neanche scherzare, mamma mia.- concluse poi labbruccioapapera tornando su i libri.
io mi ricomposi e posai il mio sguardo su i libri, senza nemmeno degnare di uno sguardo luke.
-che succede?- mi chiese poi, abbassandosi al livello del mio banco.
-ti ho augurato la morte ieri sera.- dissi senza nemmeno girarmi.
se si ricorda questo, si deve ricordare del resto.
-oh.. allora dovrei essere io quello incazzato nero.- disse convinto.
-mi hai dato della puttana.- dissi guardando verso l’alto. –hai detto che sono peggio di madison.. mi sono sentita una merda.- conclusi, continuando a guarda quel soffitto bianco, che in quel momento era l’unico posto dove non potevo incrociare gli occhi del mio migliore amico.
-io.. non volevo, ero ubriaco ieri sera, non me ne sono reso conto ti giuro.- disse mettendomi una mano sulla spalla.
-quando si è ubriachi si dice la verità.. – dissi guardandolo negl’occhi.
mi sentivo il viso andare a fuoco, ed ero certa di avere gli occhi lucidi.
era come se in un secondo il mio animo da lottatrice contro i sentimenti, era scomparso.
l’unica cosa che riuscì a fare era quella di abbracciarmi.
continuava a sussurrare degli scusa.
-effusioni d’amore fuori dalla scuola, grazie ragazzi.- urlò dalla cattedra la professoressa, appena entrata.
la classe si precipitò in una grossa risata, come se non avesse mai visto due persone abbracciarsi.
le lezioni passarono velocemente.
tornata a casa, ritrovai solo il mio cane ad aspettarmi, i miei erano a lavoro.. credo.
prima che potessi aprire il frigo, il telefono di casa squillò.
-pronto?- chiesi frugando tra il cibo nella credenza.
-ehm.. lola?- qualcuno domandò.
-tu saresti?- dissi prendendo una ciotola di sottaceti, dando poca importanza a quella telefonata.
-ehi, ciao! sono il tizio di ieri sera, quello della panchina, ricordi?- mi chiese, esaltato.
-oltre a essere un maniaco, sei pure uno stalker?- dissi ingozzandomi di quei meravigliosi, anzi, meravigliosissimi sottaceti.
lo sentì ridere di gusto.. bah, dovrei fare il clown se faccio ridere così tanto.
-no, volevo solo dirti che ho trovato il tuo cellulare.- continuò poi.
-dio allora esiste!- dissi iniziando a saltare per tutta la cucina.
ricominciò a ridere.. ok, vado al circo, promesso. –no, seriamente, grazie.- conclusi poi.
-se mi dici un luogo dove ci possiamo incontrare, così te lo ridò.- mi disse.
-alla panchina, ora vado che ho una fame da lupi e questi sottaceti sono così attraenti, mh.. ciao.. ehm.. justin! ecco, ciao justin!- dissi sorprendendomi della mia memoria duratura.
-ci si vede verso le quattro, ciao maniaca dei sottaceti.- mi salutò continuando a ridere.
far ridere qualcuno, mi fa sentire così bene, come se potessi regalare sorrisi, era davvero una bella cosa.. ma scordatevi la promessa del circo, io da grande farò l’assaggiatrice di sottaceti, si, si.. sono il mio amore a prima vista.
tornando alle cose serie, mi misi a tavola e incomincia a mangiare il pranzo preparato da quella nullafacente di mia madre.
inizia a fare strani ragionamenti, dalla serie: se fossi stata un’altra ragazza ora starei piangendo dalla disperazione per aver litigato con il mio migliore amico e invece sto mangiando tranquillamente, bah, chi mi capisce è bravo.
verso le tre, dopo aver visto i simpson e futurama (lo ammetto, amo questi cartoni.) inizia a prepararmi.
salì in bagno e dopo essermi sciacquata il viso misi un po’ di trucco, giusto per far sparire quell’aria da cadavere dal mio viso, insomma stavo andando ad incontrarmi con un bel ragazzo, eh.  
qualche minuto prima delle quattro uscì di casa e andai al luogo dell’incontro.
sembra come se ci dovessimo scambiare droga a roba simile, oddio, ahah.
lui era già lì.
-sottaceta!- urlò sorridendo, nel vedermi arrivare. –ti sei vestita normale, wo.- posso decapitare tanta bellezza? yes i can.
-ti faccio diventare trans, se non la smetti, ok?- dissi guardandolo con occhi chiusi ormai a fessure.
-dai scherzo, comunque tieni.- disse per poi porgermi il mio cellulare.
appena lo vidi me lo misi vicino alla guancia e con faccia quasi da drogata iniziai a sclerare. –amore della mamma, quanto mi sei mancato, non devi più scappare, mi raccomando.-
-che uso di droghe fai?-
chiese così interrompendo il mio discorso da mammina.
-e tu perché usi one million? – dissi alzando lo sguardo verso di lui, che aveva qualche centimetro di altezza più di me.
-ma sei un cane o cosa?- mi chiese ridendo di gusto.
-e tu perché fai sempre e solo domande?- continuai ridendo anch’io.
si sentiva solo la nostra risata in quella piccola stradina, come se fossimo circondati dal nulla, ma quando i nostri sguardi s’incrociarono tornò il silenzio.
ma ha gli occhi chiari! pensai dentro di me.
-i tuoi occhi erano più scuri ieri sera.. però sono belli.- sbottai senza timidezza.
-forse perché era buio?- giusta osservazione. –comunque grazie, anche i tuoi lo sono.- rispose poi, sorridendo.
che ne dite di regalarmi un sorriso come il suo? è perfetto, dico davvero.
-ora vado, ci si vede in giro.- gli voltai le spalle per andarmene, e dopo due tre passi, mi girai e sorridendogli lo salutai con la mano, ricambiò il sorriso.. solo dio sa quant’è bello sto ragazzo, cavolo.
dopo aver percorso nemmeno due metri in quella piccola stradina infinta, mi arrivò un messaggio.
da:justin.
testo: e se andassimo al bar qua vicino?

si era pure preso il mio numero sto scemo, bah.. risposi con un semplice ‘ok.’
mi girai verso di lui e mi sorrise, e con passo svelto venne verso di me, continuando a sorridere.
-ho salvato anche il tuo numero di casa.- continuò poi ridendo.
sto uscendo con un perfetto sconosciuto che ha sia il mio numero di casa che di cellulare.. ma che bello’ pensai ironica. 

 


LOOK AT ME NOW.

ho fatto un'altra storia,perchè boh,non mi prendeva sonno stanotte.(wtf..) 
comunque,mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate:).
in conclusione della frase sopra,voglio qualche recensioneçç.

-kate.

  
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