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Autore: Sheireen_Black 22    12/09/2012    9 recensioni
Gale e Katniss si incontrano di nuovo, dieci anni dopo l'epilogo di Mockingjay. Riusciranno a ricostruire la loro amicizia? Oppure la distanza fra di loro sarà diventata incolmabile?
Song-fic, ispirata alla canzone "How to save a life" dei The Fray.
(Everthorne)
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Un'anima sola divisa in due corpi'
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How to save a life - Come salvare una vita
 

 
 
 

A coloro che, in un modo o nell’altro,
hanno perso un amico

 
 

 
 

Step one you say we need to talk
He walks you say sit down it's just a talk
He smiles politely back at you
You stare politely right on through


Fai un passo, dici, abbiamo bisogno di parlare
lui cammina, tu dici: "Siediti, è solo una chiacchierata"
lui ti sorride educatamente come risposta
tu lo fissi educatamente dritto negli occhi

 

      

 
Oggi Gale rivedrà Katniss.
La realtà di queste parole riesce ancora a sconvolgerlo, immergendolo in un abisso di incredulità mista a puro terrore.
Ha aspettato dieci soffertissimi anni prima di riuscire ad accettare un incarico nel Distretto 12; prima di oggi, ha rifiutato categoricamente tutto ciò che lo potesse anche solo avvicinare al luogo in cui è cresciuto, dove ha lasciato, tanti anni prima, le sue colpe, gli errori, i rimpianti, tutto ciò che aveva.
Mentre attraversa il Prato dirigendosi al limitare del bosco, lentamente, come se non volesse mai arrivare alla sua destinazione o temesse di giungervi troppo in fretta, ritrova una parte di se stesso che credeva di avere irrimediabilmente perduto tanti anni prima.
Capisce, in quel momento, che una parte di lui non se n’è mai andata da lì, ma è rimasta in quel bosco, solitaria e silenziosa, aspettando il giorno in cui sarebbe ritornato.
 
 

Oggi Katniss rivedrà Gale.
Il tempo è passato, la vita è andata avanti, ma quel nome è ancora vivido nella sua memoria, inciso indelebilmente nel suo cuore. Non credeva che potesse farle ancora così male, sentire la sua voce bassa e arrochita dagli anni all’altro capo del telefono, che le annunciava cautamente il suo imminente ritorno, come se si fossero lasciati solo il giorno prima.
Invece le fa male, ancora, mentre, un piede dietro l’altro, attraversa tremante il Prato. Dieci anni fa quel tragitto era un porto sicuro, la conduceva alla normalità, alla consuetudine della caccia con il suo migliore amico; ora, invece, conduce all’ignoto, ad una persona che è uscita dalla sua vita tanti anni prima e che non sa se riconoscerà ancora. Eppure, se solo socchiude gli occhi, si sorprende di quanto la sua memoria abbia conservato intatta ogni caratteristica di lui, ogni più piccolo dettaglio.
Il tempo è passato, la vita è andata avanti, ma Katniss non ha mai dimenticato.
 
 

Some sort of window to your right
As he goes left and you stay right
Between the lines of fear and blame
You begin to wonder why you came

 
c'è una sorta di finestra alla tua destra
mentre lui va verso sinistra e tu te ne stai
in mezzo tra paura e senso di colpa
e cominci a chiederti perché sei venuto



 

 

Quando lui arriva, il loro punto di ritrovo è ancora deserto. Sente un moto di irritazione quando la sua mente registra il cambiamento di quel luogo, così diverso da come lo ricordava, segnato dallo scorrere del tempo.
La roccia che guarda sulla vallata è ricoperta di arbusti, rami e foglie, che la rendono quasi invisibile; ricorda una casa abbandonata, un luogo di nessuno.
Gale non aveva idea di che cosa aspettarsi, ma quell’immagine desolata lo ferisce profondamente, rintuzzando un dolore trattenuto troppo a lungo, che si libera con una violenza così forte da fargli male. A mani nude, strappa quelle erbacce che profanano il luogo della sua anima, mentre le spine graffiano la sua pelle, che si macchia del suo sangue.
Ciononostante, continua tenacemente il suo lavoro finché la roccia non è tornata quella di un tempo.
Ora manca solo Katniss.
 

 
Lei si arresta davanti alla recinzione, indecisa sul da farsi. La paura si andare avanti la blocca, la costringe a fermarsi per riflettere sulla reale possibilità di non recarsi all’appuntamento.
E’ convinta del fatto che rivederlo le farà solo del male, che rinvigorirà i suoi sensi di colpa messi a tacere da troppi anni di patetiche scuse; questo non fa che fortificare la tentazione di andarsene da lì per rifugiarsi lontano, al sicuro. Nonostante questo, la parte più masochista di lei prende il sopravvento, spingendola ad oltrepassare la recinzione e ad andare incontro a colui che tanto le è mancato, che tanto l’ha fatta soffrire.
Tutto è rimasto esattamente come era; la roccia domina dall’alto la vallata, nascosta eppure subito visibile. Quel luogo è rimasto immacolato, intaccato dalla natura selvaggia e dallo sviluppo del Distretto 12.
Un uomo è seduto sulle roccia, dandole le spalle; allo stesso tempo, Katniss sente di riconoscerlo e lo vede cambiato e distante, così diverso da non sembrare lui.
Tutto è rimasto esattamente com’era, nulla è cambiato.
Ora manca solo Gale.
 
 
 
 

Where did I go wrong, I lost a friend
Somewhere along in the bitterness
And I would have stayed up with you all night
Had I known how to save a life

dove ho sbagliato?
Ho perso un amico
da qualche parte, nell'amarezza
e sarei rimasto in piedi con te tutta la notte
se avessi saputo come salvare una vita

 
 

 

Un fruscio alle sue spalle, e la voglia irrefrenabile di girarsi è immediata. Gale sente a malapena la paura degli ultimi giorni, ora; una gioia incontenibile s’impossessa di lui mentre il tempo di girarsi gli pare troppo lungo, aggiungendosi a quei dieci anni troppo vuoti e insignificanti senza di lei.
Alle sue spalle, una giovane donna; i suoi grandi occhi grigi gli dicono che un tempo si sono conosciuti e amati, che hanno condiviso giornate buie e spensierate, momenti dolci e dannatamente dolorosi.
Quella è Katniss, qualcosa dentro di lui la riconosce ancora prima che questa consapevolezza raggiunga il suo cervello; qualcosa di profondo, che si aggrappa disperatamente alla remota speranza che non sia cambiato nulla, che il tempo non abbia reciso quel saldo legame che li univa.
“Ciao, Catnip”. Si sente ridicolo mentre la chiama con il soprannome che le aveva affibbiato nel giorno in cui si erano incontrati per caso per la prima volta, un soprannome che ora, seppellito dagli errori commessi e dal tempo che avrebbe dovuto riparare tutto, non significa più nulla.
Quel saluto è solo un patetico tentativo di nasconderlo a se stesso; Gale si aggrappa a qualcosa che non esiste più.
E, nel farlo, si chiede dove ha sbagliato e come ha potuto perdere così la sua migliore amica.
 
 

Quel soprannome risveglia in lei ricordi lontani che aveva sigillato in un cassetto della sua memoria, dove pensava non potessero più farle male.
La dolcezza di quelle memorie le curva le labbra in un sorriso spontaneo, mentre le tornano alla mente la spavalderia e la finta arroganza dell’amico. La vista dell’uomo davanti a lei si fonde con l’immagine del ragazzo dei suoi ricordi, e il risultato è sempre lo stesso: Gale.
Katniss mette a tacere così ogni remora e si convince di poter ricostruire finalmente quello che la guerra si è portata via. “Ciao, Gale” sussurra, come se temesse di vederlo scomparire ancora, come aveva già fatto improvvisamente dieci anni prima.
Prendendo coraggio si siede accanto a lui, sentendo il suo corpo caldo contro il proprio, mentre una piccola parte di lei rimpiange il tempo perduto lontano da quel contatto. Per un attimo, tutto sembra combaciare perfettamente, l’armonia fra di loro sembra ritrovata.
Poi un silenzio carico di imbarazzo scende fra di loro; come può, Katniss, raccontare dieci lunghi anni con una sola risposta?
“Bene”. Sceglie di rivelare la notizia più importante, il cambiamento più radicale avvenuto in quel lasso di tempo incredibilmente lungo. “Sai, ho una figlia di cinque anni. Si chiama Prim”.
Lo sguardo ferito di Gale ne è la prova; non si può tornare indietro. Katniss non può negarlo e non le rimane che accettare questa nuova, improvvisa certezza.
E, nel farlo, si chiede dove ha sbagliato e come ha potuto perdere così il suo migliore amico.

 
 
Let him know that you know best
Cause after all you do know best
Try to slip past his defense
Without granting innocence

 
fagli sapere che tu lo conosci meglio di chiunque altro
perché, dopotutto, lo conosci davvero meglio degli altri
cerca di infiltrarti tra le sue difese
senza concedergli l'innocenza

 
 

 

Prim. Quel nome è ancora capace di lasciare Gale senza parole, senza scuse, senza speranze. Socchiude la labbra ma non ne esce alcun suono, inghiottito dall’ansia e dall’angoscia di sbagliare, ancora e ancora.
“Katniss… Mi dispiace”. Solo questo le puo’ offrire, un profondo dispiacere, un dolore lancinante, un rammarico sconfinato. Non puo’ fare nulla di più, non c’è penitenza che possa redimerlo, non c’è speranza di riparare alle sofferenze provocate.
“Anche a me” sussurra lei. La voce trema lievemente, ma per Gale è come un grido di dolore, che si insinua nella sua coscienza macchiata indelebilmente, amplificando la sua colpa. Sente di conoscerla ancora come un tempo, come una parte di se stesso, un prolungamento del suo corpo e del suo cuore; vorrebbe gridarlo anche a lei, ora, lei che ha occupato stabilmente i suoi pensieri, lei che lo guarda come se fosse il più spietato degli assassini. Riconosce quello sguardo, Gale; dopotutto, la conosce davvero meglio di chiunque altro.
 
 

Katniss non riesce a sopportare il suo sguardo colpevole, e ancora meno sopporta la certezza di essere lei stessa a provocarlo. Non riesce a mascherare i suoi pensieri, come non è mai riuscita a fare con lui; lo riconosce, ma al tempo stesso le pare troppo diverso da come lo conservava nella sua memoria.
“Tu come stai?” tenta debolmente di riportare la conversazione su toni più leggeri.
“Vuoi la verità? Vorrei non essermene mai andato da qui” risponde amareggiato lui, mentre il suo sguardo si perde in un punto imprecisato nel verde folto della foresta.
“Perché l’hai fatto, allora?”. Katniss non vorrebbe che il suo tono suonasse così accusatorio, ma non riesce a domare la rabbia che credeva ormai assopita da anni e che sente montare così violentemente dentro di lei.
Una barriera troppo spessa li divide, ormai. Gale le pare irraggiungibile, più lontano di quando non era nel Distretto 2, fuggendo da tutta la sua vita; lui si gira a guardarla, ora, e i suoi occhi grigi traboccano di infelicità e colpe.
Riconosce quello sguardo, Katniss; dopotutto, lo conosce davvero meglio di chiunque altro.
 
 
 

Lay down a list of what is wrong
The things you've told him all along
And pray to God he hears you
And pray to God he hears you

stendi una lista di cosa è sbagliato
le cose che gli hai sempre detto
e prega Dio che lui ti stia a sentire
e prega Dio che lui ti stia a sentire



 

 

Gale si rende conto che le parole gli mancano troppo spesso, e se la prende mentalmente con se stesso per non essere in grado di spiegarsi meglio con lei.
“Avevo paura”. Un sentimento, la paura, che esprime incredibilmente bene tutta la varietà di emozioni che ha provato e che continua a provare, che ha generato tutti i suoi comportamenti degli ultimi dieci anni. “Paura di non riuscire a spiegare, di non riuscire a convincerti. Paura che tu non capissi. Paura che non mi perdonassi. Paura che non mi volessi più vedere, che mi escludessi dalla tua vita. Paura che mi odiassi. Paura di sentirmi colpevole, se tu mi avessi creduto tale. Paura di non riuscire più a giustificarmi. Paura di rivedere lei, in ogni angolo di questo dannato posto. Paura di odiare me stesso, a tal punto da non riuscire a trovare più un motivo per andare avanti”. Gli manca il fiato, rendendosi conto che potrebbe elencare tutte le sue paure per ore, trovandone sempre di nuove. Potrebbe passare giorni interi così, ma non cambierebbe nulla; le sue parole suonano così deboli, così inutili, che maledice se stesso per non riuscire a trovarne di più giuste, di migliori.
Nega a se stesso la verità, Gale; parole migliori non esistono, a volte semplicemente le parole non bastano.

 

Katniss non riesce più a starsene lì, seduta ad ascoltare le sue inutili giustificazioni. Si alza di scatto, desiderando con tutta se stessa di non essersi mai recata in quel luogo, che sta solo gettando sale su antiche ferite.

“Pensi che io non abbia avuto paura, Gale?” grida, e la sua voce riecheggia nel bosco, spaventando gli animali della foresta. “Ero distrutta, la guerra mi aveva tolto tutto, non sapevo come ricominciare. Avevo bisogno di te!” il tono si alza ancora, le lacrime minacciano di traboccarle dagli occhi. Come può, lui, non essersi reso conto di come desiderasse con tutte le sue forze averlo accanto? Erano l’uno il sostegno dell’altra, finché non l’ha abbandonata. “Non puoi immaginare come mi sia sentita, Gale” riprende con un filo di voce, stremata “volevo morire, mi hanno tenuta in vita finché Peeta non si è preso cura di me. Non puoi immaginare come mi sia sentita” ripete, non riuscendo a spiegargli ciò che ha provato, senza trovare le parole per fargli capire le sue paure e le sue sofferenze.

Nega a se stessa la verità, Katniss; parole migliori non esistono, a volte semplicemente le parole non bastano.
 

 
 

 

As he begins to raise his voice
You lower yours and grant him one last choice
Drive until you lose the road
Or break with the ones you've followed

 
appena lui inizia ad alzare la voce
tu abbassa la tua e concedigli un'ultima possibilità
guida fino a perdere la strada
oppure rompi i rapporti con quelli che hai seguito



 

 

Gale vorrebbe fuggire ora, vorrebbe che la parte più codarda di lui lo guidasse fuori dal bosco, lontano da lì, per nascondersi come ha fatto negli ultimi dieci anni. Un tempo un filo invisibile li collegava indissolubilmente, rendendoli complementari ed eternamente legati l’uno all’altra. Gale non sente più questo contatto, sente che il tempo ha spezzato quel filo e l’ha, con questo, condannato ad una incolmabile solitudine. Vorrebbe gridare tutto quello che ha dentro, vorrebbe prendersela con lei per il male che si sono fatti a vicenda, prendersela con se stesso perché solo lui è stato l’artefice del proprio destino. Ma sa che questo dissolverebbe ogni remota speranza di riaverla, ogni briciolo di determinazione che l’ha portato in quel bosco per tentare l’impossibile. Così reprime a fatica il fuoco che divampa dal profondo e lascia che le accuse di lei si perdano fra gli alberi del bosco.
La speranza di riaverla è ciò che lo trattiene ancora lì, immobile e trepidante, pregando in un lieto fine, sussurrando a se stesso che tutto andrà bene.
 
 

Katniss si era ripromessa che non l’avrebbe fatto, che non lo avrebbe di nuovo incolpato, che avrebbe concesso un’altra possibilità di tornare quelli di un tempo. Il suo silenzio la ferisce, e per un attimo teme che lui se ne andrà ancora. Vorrebbe fermarlo, chiedergli di restare, dirgli che ha imparato dagli errori commessi e che il suo orgoglio questa volta non le farà perdere il suo migliore amico; si siede nuovamente e la sua mano si avvicina istintivamente a quella di lui, abbandonata inerte sulla dura roccia, per trattenerlo, per abbracciarlo e per non lasciarlo andare mai più. Si sente una stupida per non averlo fatto prima, per non aver capito che ciò che mancava alla sua vita era lui, solo lui. La sua mano sembra distante chilometri e, ad ogni piccolo movimento che la rende più vicina, la sua risoluzione si fa meno decisa, la determinazione vacilla.
Poi Gale allontana la sua mano, completamente all’oscuro della sua sofferta battaglia interiore, e distrugge il suo misero tentativo di riportarlo indietro.
La speranza di riaverlo è ciò che la trattiene ancora lì, immobile e trepidante, pregando in un lieto fine, sussurrando a se stessa che tutto andrà bene.
 
 
 

He will do one of two things
He will admit to everything
Or he'll say he's just not the same
And you'll begin to wonder why you came

lui farà una o due cose,

ammetterà tutto
oppure dirà di non essere più lo stesso
e tu incomincerai a chiederti perché sei venuto




 

Non sono più lo stesso.
Questo pensiero tormenta la mente di Gale che lavora frenetica, cercando una motivazione, una plausibile giustificazione a quel silenzio prolungato e saturo di dolore e rancore. Un tempo capiva le preoccupazioni di Katniss, i suoi complicati pensieri, e l’assenza o la rara presenza di parole non erano mai state un problema per loro. Ora non riesce a dare un senso a quel vuoto, non riesce a capire come risolvere la situazione, come ricucire la distanza che li separa.
“Forse è meglio che vada”. La sua stessa voce gli pare estranea, assente, così lontana che non sembra appartenergli. Ordina al suo corpo di alzarsi in piedi, per percorrere il sentiero a ritroso e scappare, di nuovo; tuttavia le sue gambe rimangono immobili, paralizzate dalla paura di non rivedere più la persona che ama di più al mondo. Una parte di lui spera che lei lo trattenga, che lo fermi come non aveva fatto l’ultima volta; l’altra parte riesce a prevedere con assoluta certezza che l’epilogo sarà il medesimo.
Forse Katniss non è cambiata, dopotutto. Tuttavia, anche se ora è così vicina, a Gale non è mai sembrata così lontana.
 
 

Non sono più la stessa.
Un’insopportabile voglia di fermarlo si impossessa di lei, le lacrime minacciano di traboccarle dagli occhi. Si sente debole, Katniss, e si odia per questo. Si odia perché ora è felice, la vita le sta restituendo, poco per volta, una piccola parte di ciò che le aveva tolto molti anni prima, ma si rende conto che lui, Gale, le mancherà sempre. E ora, in quel bosco che per loro significa così tanto, che ha significato la loro sopravvivenza e la loro amicizia, accarezza l’ipotesi di riprendersi anche il suo migliore amico, di mettere da parte l’orgoglio e l’ostinazione che l’hanno portata a lasciarlo andare dieci anni prima.
Ma, proprio in quel momento, lui si alza, e, senza guardarla, sussurra: “Addio, Katniss”.
La debolezza di lui la fa arrabbiare, ancora; improvvisamente, Katniss si rende conto che la distanza fra di loro è diventata troppa, che quello che avevano è ormai irrecuperabile. Lui fugge di nuovo, la storia si ripete.
Forse Gale non è cambiato, dopotutto. Tuttavia, anche se ora è così vicino, a Katniss non è mai sembrato così lontano.
 
 
 

Where did I go wrong, I lost a friend
Somewhere along in the bitterness
And I would have stayed up with you all night
Had I known how to save a life


dove ho sbagliato? Ho perso un amico
da qualche parte, nell'amarezza
e sarei rimasto in piedi con te tutta la notte
se avessi saputo come salvare una vita

 
 

 

Dove ho sbagliato? Ho perso un’amica.
La domanda che martella il cervello di Gale è sempre la stessa, ogni giorno, da dieci anni. La risposta è nella sua furia, nella sua rabbia, nella sete di vendetta che ha annebbiato la sua capacità di discernere il bene e il male, fino a condurlo ad azioni crudeli e spietate, delle quali non riesce ancora a capacitarsi. Dieci anni prima le sue battaglie gli erano parse tutte giuste, tutte giustificabili per via della guerra e dei soprusi di Capitol City; ora la sua vita gli sembra un mare torbido di decisioni dettate dall’odio e dal desiderio opprimente di vincere la guerra, che superava ogni buon senso.
“Addio Gale”. Sente il sussurro di Katniss da lontano, come se provenisse da un altro mondo, da un’altra vita, e, un attimo dopo, si rende conto che è davvero così. Cammina lentamente, allontanandosi da lei e dal bosco, mentre la lieve speranza che lei cambi idea non vuole saperne di abbandonarlo; finché, quando raggiunge il luogo dove si trova la recinzione, quella speranza non lo abbandona definitivamente, lasciandolo a se stesso e al suo rinnovato dolore. Si concede il tempo di qualche lacrima, prima di allontanarsi da lì, questa volta per sempre.
Continua a chiedersi cosa sarebbe successo, se Capitol City non fosse mai esistita. Se Katniss non fosse mai stata estratta per gli Hunger Games. Se la rivolta non fosse mai iniziata. Se lui non avesse mai inventato quella bomba. Se non l’avessero mai usata i ribelli, uccidendo Prim. Se avesse trovato il coraggio di restare, la prima volta. Se avesse trovato la forza di riparare i suoi errori, nella sua ultima occasione.
Se avesse saputo come salvare una vita. 
 

 

Dove ho sbagliato? Ho perso un amico.
Non ha senso porsi questa domanda, perché Katniss sa benissimo dove ha sbagliato con Gale. Ha sbagliato nel negargli il suo perdono, perché perdonare lui, per lei, era più difficile che perdonare se stessa, colpevole di altrettanti errori. All’epoca si era giustificata pensando che lei era così, non era mai stata troppo brava a perdonare, e tanto bastava. Ora questo non le basta più, mentre si ritrova a pensare a che cosa ci sia di sbagliato in lei, che così facilmente allontana e perde le persone che ama; per la seconda volta, sente il suono leggero dei passi di lui allontanarsi sempre di più, finché non viene coperto dai rumori della foresta.
Ancora una volta rimane sola, su quella roccia che domina la vallata, ancora una volta con la sensazione che sia troppo grande per ospitare solamente il suo corpo, mentre le sembra che tutto il passato riviva in quell’unico, doloroso ed interminabile istante in cui capisce di averlo perduto, di nuovo.
Continua a chiedersi cosa sarebbe successo, se Capitol City non fosse mai esistita. Se non fosse mai stata estratta per gli Hunger Games. Se la rivolta non fosse mai iniziata. Se Gale non avesse mai inventato quella bomba. Se non l’avessero mai usata i ribelli, uccidendo Prim. Se avesse trovato il coraggio di perdonarlo, la prima volta. Se avesse trovato la forza di riparare i suoi errori, nella sua ultima occasione.
Se avesse saputo come salvare una vita.

 
 
 
 
 

 

Note dell’ “autrice”

Ecco, sono una stupida. Scrivo queste cose tristi e poi mi dispero da sola. Non è normale, lo so :( Prometto che scriverò qualcosa di più allegro su di loro ma, che dire, il periodo non mi ispira allegria.
In realtà questa song-fic, diversamente dalle altre, è incentrata di più sul rapporto di amicizia tra Katniss e Gale. Questo perché credo che l’amicizia possa essere complicata e difficile da mantenere almeno quanto l’amore.
Più o meno è questo che mi ha ispirata, a parte la canzone, che secondo me calza a pennello con questi due personaggi. In realtà volevo che arrivasse il fatto che loro sono sempre gli stessi, ma è tutto il resto ad essere cambiato, tutto ciò che li circonda e il legame che li unisce; entrambi soffrono nel vedere il loro legame spezzato, ma non possono far nulla per riparare e per questo commettono gli stessi errori del passato.
Ecco, la smetto, perché scrivere questa ff mi ha distrutta e non voglio che queste note facciano altrettanto :’( Spero che possa piacere a qualcuno!
Alla prossima,
Sheireen_Black 22
 
 
 
 
 
 

  
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