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Autore: sasaneki    12/09/2012    7 recensioni
A tutti i bambini capita di svegliarsi dopo aver fatto un brutto sogno e cercare conforto in mamma e papà; a tutti i bambini, anche alla figlia del cinico e orgoglioso Principe dei Saiyan. E da chi pensate che cercherebbe conforto? Da una dolce e apprensiva Bulma o da un burbero e scontroso Vegeta?
"Non riesco a dormire, papà. Ho fatto un brutto sogno!" rispose Bra con voce lagnosa, lamentandosi e strofinandosi un occhietto.
"E con questo? Torna subito in camera tua!" le ordinò Vegeta, con voce severa.
"Ma papà, ho paura!" insisté la piccola Bra, con occhi languidi.
"Bra, fila in camera tua." rispose il saiyan, scandendo lentamente ogni singola parola.

Una oneshot dai toni leggerissimi e, tutto sommato, divertenti, per chi avesse bisogno di un po' di dolcezza.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bra, Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Dragon Ball Z © Akira Toriyama
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Papà, mi fai compagnia?


Quali insidie si possono celare anche nel luogo che risulta essere il più familiare, come la propria casa o, addirittura, la propria stanza.
Demoni nascosti all'interno dell'armadio, pronti a sbucare fuori nel momento in cui cadi nelle braccia di Morfeo; mostri spaventosi, situati sotto il letto, che non aspettano altro che mangiare per saziare la loro fame di bambini; i più disparati insetti e creature orripilanti, pronte a invaderti il letto.
Immagini che affliggono, inesorabilmente, la mente di ogni fanciullo ingenuo.
E non importa se quello è il luogo più sicuro e familiare che si conosca. Non ha alcuna importanza, perché di notte, con l'oscurità, tutto cambia, risultando dannatamente diverso.

L'orologio digitale, posato sul comodino, segnava appena le due e mezza di mattina.
La stanza era avvolta nella quasi completa oscurità, la porta socchiusa e la tapparella tirata giù quasi completamente, in modo che dalle piccole fessure, la luce degli astri potesse penetrare all'interno della stanza, rischiarandola leggermente e gettandola nella penombra.
Alla Capsule Corporation regnava un silenzio assoluto.
Non un suono era possibile udire, se non quello provocato dai leggeri respiri dei membri assopiti della famiglia Brief.
La quiete sembrava essere la sovrana indiscussa di quella casa, finché, a un tratto, fu possibile udire un lieve rumore di calpestio provocato da due piccoli piedini paffuti.
La piccola Bra, di soli 4 anni e mezzo, stava riposando beatamente nel suo letto fino a quando venne svegliata in piena notte da un incubo.
Spaventata e con occhi lucidi, strinse a sé il proprio orsacchiotto, scostò le coperte e scese giù dal letto con l'intenzione di attraversare il lungo corridoio, in fondo al quale avrebbe trovato una stanza che, ovviamente, conosceva fin troppo bene.
Non era di certo la prima volta che Bra si svegliava in piena notte per poi trovare conforto e protezione nel lettone di mamma e papà.
Bulma, da madre comprensiva, sapeva che per una bambina della sua età era più che normale sgattaiolare nel lettone dei propri genitori, perciò accettava questa situazione senza fare alcuna piega, al contrario di Vegeta che non l'approvava affatto.
L'orgoglioso e irremovibile principe dei saiyan non tollerava certi atti di codardia, non dalla propria figlia, dal sangue del suo sangue. Ma nonostante la sua ferma posizione, spesso e volentieri, Vegeta si ritrovava comunque la piccola Bra rannicchiata fra lui e Bulma.

La bimba uscì silenziosamente dalla propria stanza e, con passo affrettato, come se alle sue spalle vi fosse stato chissà quale mostro spaventoso a rincorrerla, attraversò il corridoio. Giunta davanti alla camera dei suoi genitori, senza indugio aprì cautamente la porta, prestando attenzione a non produrre alcun rumore.
Con piccoli passi e in punta di piedi, si diresse verso il letto, precisamente dal lato in cui suo padre stava beatamente riposando.
Vegeta era comodamente sdraiato su di un fianco, con un braccio piegato sotto il cuscino e l'altro disteso orizzontalmente sul materasso. Bra spostò piano le coperte e si ficcò vicino al suo papà, sdraiandosi sotto il suo possente braccio, convincendosi che così sarebbe stata al sicuro da qualsiasi pericolo e da qualsiasi eventuale mostro.
D'altronde, non era poi così stupida.
Quale mostro avrebbe mai avuto il coraggio di sfidare il suo amato papà? Per di più, svegliarlo in piena notte sarebbe stato un guaio per chiunque, una sorta di suicidio e un atto a dir poco sconsiderato.
Ma fu presto per cantare vittoria...
"Che ci fai qui, mocciosa?".
Non fece nemmeno in tempo a chiudere gli occhietti che subito Vegeta, con voce assonnata e scocciata, le rivolse quella domanda.
"Non riesco a dormire, papà. Ho fatto un brutto sogno!" rispose Bra con voce lagnosa, lamentandosi e strofinandosi un occhietto, voltandosi a guardarlo.
"E con questo? Torna subito in camera tua!" le ordinò Vegeta, con voce severa.
"Ma papà, ho paura!" insisté la piccola, con occhi languidi e leggermente velati dalle lacrime.
"Bra, fila in camera tua." rispose il saiyan, scandendo lentamente ogni singola parola.
"Ci vado solo se vieni anche tu... e se rimani a farmi compagnia" ribatté, guardando in volto, con sguardo fermo, il suo amato papà.
Vegeta non aveva la minima intenzione di scomodarsi per fare compagnia ad una bambina, non era di certo un comportamento consono all'orgoglioso e cinico principe dei saiyan.
Così, rigirandosi dall'altra parte e dandole le spalle, le disse "Chiedilo a tua madre!".
Bra lanciò una rapida occhiata in direzione della figura addormentata di sua madre, ma nonostante questo, non demorse davanti alle opposizioni di Vegeta.
"Ma la mamma dorme" rispose innocentemente la piccola.
Egli, per esasperazione e sperando di rimettersi presto a dormire, si vide costretto a cedere alle richieste della figlia.
"Va bene, Bra. Basta che la finisci e poi mi lasci dormire".
Scese dal letto e si diresse verso la cameretta, seguito da una trionfante Bra, la quale prese a stringere nella manina il pantalone del pigiama di Vegeta, mentre con l'altra reggeva il suo peluche.
Percorso il buio corridoio, i due entrarono nella cameretta.
"Tu guarda se devo fare compagnia ad una mocciosa, solo perché ha paura! Tsk." pensò Vegeta. "Io, il grande principe dei saiyan, sconfitto da una bambina di quattro anni".
Bra, che ora si sentiva al sicuro poiché in compagnia del suo papà, si ficcò nel suo letto sotto le coperte, mentre Vegeta si stava per sedere su una seggiola posta affianco al letto della piccola.
Egli non fece nemmeno in tempo ad adagiarsi sulla sedia che Bra stava già picchiettando la piccola manina paffuta sul letto, facendo segno a Vegeta di sdraiarsi affianco a lei.
Oh, quello era davvero troppo per lui.
Non solo si era dovuto alzare in piena notte e fare compagnia a sua figlia, ora doveva anche dormire con lei?
"Scordatelo, Bra! Rimango seduto qui finché non ti addormenti, e poi torno di là".
Detto ciò, Vegeta assunse la sua classica posa: braccia conserte e viso serio, come se si trovasse dinanzi ad un nemico da fronteggiare.
Bra, però, non si diede per vinta, nonostante il cipiglio severo che suo padre aveva dipinto in volto.
Dopotutto, stiamo parlando della figlia di una delle creature più pericolose e testarde dell'universo, di certo non si sarebbe tirata indietro da quella sfida contro suo padre.
Sfoderò una delle sue armi più potenti, mostrò due occhioni dolci e sporse il labbro inferiore in avanti sperando di rabbonire Vegeta e convincerlo a restare.
Egli, alla fine, trovandosi davanti due occhi languidi, si vide costretto a rimanere. Non solo perché voleva evitare che Bra si mettesse a frignare, ma anche perché quella bambina aveva una particolare influenza su di lui.
Bra era, quasi sempre, in grado di fargli fare ciò che voleva, proprio come qualcuno di sua conoscenza.
"Tsk! Tale e quale a sua madre. Ottiene sempre quello che vuole!" pensò Vegeta.
D'altronde, quella bambina non aveva preso soltanto l'aspetto dalla madre, ma anche la testardaggine e l'insistenza.
"D'accordo, Bra" disse con un sorriso a mezze labbra e sdraiandosi accanto alla piccola.
Dannazione, eppure Vegeta era un uomo irremovibile, saldamente attaccato ai suoi principi. Ma, stranamente, il più delle volte trovava dannatamente difficile e faticoso non assecondare sua figlia.
Sopraffatti e accecati dal sonno, entrambi chiusero gli occhi, abbandonandosi all'oblio.

L'indomani, svegliandosi, Bulma notò con stupore che l'altro lato del letto era vuoto. Pensò che forse, Vegeta avesse deciso di dedicarsi ad un allenamento mattutino.
Con gli occhi ancora socchiusi, i capelli scompigliati e la bocca impastata, si trascinò a fatica nella stanza di Bra, con l'intenzione di svegliarla per la colazione.
Ma, aprendo la porta,  le si parò davanti
una scena da immortalare, perché mai avrebbe creduto di poter scorgere: Vegeta addormentato in posizione supina con un braccio sotto il cuscino e l'altro poggiato sul fianco di Bra, mentre lei era sdraiata a pancia in giù con la testolina e la manina poggiate sul petto di Vegeta.
Alla vista di quel grazioso quadretto familiare, Bulma non riuscì a trattenere un sorriso, mentre gli occhi le si riempirono di una dolcezza infinita. Non se la sentì proprio di svegliarli, non dopo aver visto l'espressione incredibilmente serena che entrambi avevano dipinta in volto.
"E' proprio vero che per amore dei figli si è disposti a tutto." pensò Bulma.
Bra era riuscita a ottenere quello che voleva e ciò risultò, agli occhi di Bulma, come una grande impresa, dal momento che il padre in questione non era altro che il "grande principe dei saiyan, colui che odiava prendere ordini". Ma a quanto pare, c'era qualcuno che su di lui aveva una certa influenza. Qualcuno che, nonostante la sua tenera età, era in grado di far fare a Vegeta quasi ogni cosa.
"Il grande principe dei saiyan sconfitto da una bambina di quattro anni" bisbigliò Bulma, mentre sorrise, appoggiandosi allo stipite della porta.
E pensare che Vegeta odiava i marmocchi, almeno così diceva.







 
   
 
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