CAPITOLO 2

Aprì gli occhi, era la sua stanza? No era l’esterno del tempio, ma che ci faceva lì???

Poi la presenza vicina a lei portò luce ai suoi dubbi.

-Ti sei ripresa a quanto vedo, bene bene.

“Sto impazzendo, sì, in realtà questa è un’allucinazione…MA CERTO, basta un pizzicotto e scompare”

Al pensiero fece seguire l’azione, ma siccome lei aveva paura del dolore, il pizzicotto lo ricevette la famosa presenza affianco a lei….

-AAAAHI! Ma che ti sei bevuta il cervello? Se non fosse stato per me ti saresti rotta il collo cadendo dalla scalinata, è questo il tuo ringraziamento? scema!

A queste parole Kagome si rese conto che non stava sognando e che aveva fatto arrabbiare un demone, che per quanto poteva saperne lei, poteva essere molto pericoloso.

-Sc..scusa, non mi uccidere, ti prego.

Supplicò piangendo la fragile ragazza.

Il demone calmatosi, la rassicurò dicendo –Beh se avessi desiderato la tua morte, di certo non mi sarei scomodato a soccorrerti, non trovi?

-Effettivamente, hai ragione…ma devi anche capire che tu…..-alla ragazza non sembrava vero-…che tu sei un…demone, e che non ne ho mai visti, prima. E poi il tuo aspetto- “bellissimo” pensò- mi ricorda il sogno che ho fatto stanotte, mi ricordi il demone che ho sognato.

Il demone si sorprese a queste parole e cominciò a pensare..

La ragazza per conto suo realizzò che se lui era reale, allora anche quello del sogno poteva essere vivo e vegeto e cominciò a tremare dalla paura, spinta dalla disperazione, si costrinse a pensare.

-come ti chiami e cosa sei di preciso?-doveva avere più informazioni possibili

-Io sono Inuyasha e sono un mezzo/demone, mia madre era umana e mio padre era un demone. So che hai tante domande da farmi, ma non abbiamo molto tempo. Se è vero ciò che mi hai detto, lui è vicino, più vicino di quanto pensassi…

-LUI CHI?- urlò Kagome sull’orlo di una crisi isterica

-Sesshomaru, ovviamente. Hai detto che mi assomiglia, giusto? Non può essere altri che lui. Ci assomigliano perché siamo fratelli, solo che lui è un demone a tutti gli effetti.

-Ma cosa vuole da me quest’essere, cosa vuole da me!?? Io sono una semplice ragazzina delle superiori, non sono una fata o demone, quindi non appartengo al vostro mondo!

-E’ difficile da spiegare e questo non è il luogo adatto, accontentati di sapere che voi due vi siete già incontrati, e tu portavi un altro nome- nel dire questo il volto di Inuyasha si ricoprì di tristezza- tu eri Kikio la sacerdotessa.

-E’ ridicolo!-sbottò la ragazza. Si alzò e si diresse al tempio

-dove pensi di andare. Ti sto rivelando delle cose importanti per la tua incolumità, e tu te ne vai? Stupida femmina, ti sto dicendo che sei in grave pericolo e tu mi volti le spalle?- detto questo la seguì e le si parò davanti.

-Lasciami passare, se è vero quello che dici, basta che io rimanga dentro al tempio, è sacro e i demoni non dovrebbero entrarvi.

Inuyasha, esasperato la lasciò andare, anche perché Kagome aveva ragione, i demoni non potevano fare un solo passo là dentro.

Prima di lasciarla, però le disse –Fa quello che ti pare, io ti ho avvertito solo per il nome dell’amicizia che ci legava un tempo. Non uscire da lì soprattutto di notte. Stammi bene.

E se ne andò.

“Tzè, non mi faccio dire cosa devo o non devo fare, nientemeno che da un demone! Me la sono cavata bene da sola fino adesso e di certo non cambierò!”

Ma sapeva che quella storia era più grossa di lei, ma il suo orgoglio aveva parlato e così aveva deciso.

Continua…