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Autore: efplove    12/09/2012    0 recensioni
"Non è amore, sono troppo giovani perchè sia amore, è solo affetto, un affetto molto intenso".
Mario ha tredicianni ed è un ragazzino chiuso, timido, ma grazie alla sua amica Andrea, di cui è innamorato, riesce a socializzare e, cosa più importante, respingere i bulli...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Erano seduti sotto il salice. Un momento prima Mario aveva la chitarra in mano e suonava come un pazzo. Ora era seduto accanto a Daniela che sgusciava fra le dita della sua mano per stringerla più forte. Guardava i suoi occhi verdi, così diversi da quelli di Andrea, quelli della sua migliore amica erano così profondi, così amabili.
Il ragazzo scosse la testa: era mano nella mano con una bellissima ragazzina seduti su una panchina sotto a un salice e lui pensava ad Andrea?
Guardò nella direzione dove prima era seduta la ragazza dagli occhi scuri. Non c'era più di colpo guardò Daniela, la quale fece una brutta smorfia interrogativa arricciando il naso.
Mario non ci badò si alzo e spostò i rami dell'albero. Proprio appoggiata all'esterno del ramo c'era Andrea silenziosa che guardava a terra. Mario si avvicinò e poggiò una mano sopra la spalla della ragazza. Lei si girò di scatto:il suo viso era rigato dalle lacrime. Era bellissima lo stesso, si perchè lei era sempre bellissima, soprattutto ora. Aveva le guance rosse e gli occhi essendo unmidi erano lucidi, aveva un piccolo ciuffo color oro che le scendeva lungo la guancia e un'altro sopra la fornte. Le labbra erano arricciate in un'espressione buffa, che le risaltava.
-Sei perfetta, bellissima.- Disse Mario in poco più di un sussurro.
Lei tirò su col naso. Si sedette vicino a lei, le voleva bene e non voleva che stesse male. Ora non poteva fregarsene di meno di Daniela che era in piedi davanti a loro.
Mario passò un bracciò sulla spalla di Andrea e la strinse a sé. Lei non oppose resistenza e appoggiò la testa sulla spalla dell'amico.
Mario le voleva bene.
Andrea gli voleva bene.
Mario non disse una parola aspettava che fosse lei a parlare, sapeva che le davano fastidio troppe domande.
-Mario dai andiamo... ha bisogno di stare da sola...- Daniela aveva aspettato pochi minuti poi stufa cercò di dare una svolta a quel silenzio fastidioso.
Mario non rispose, prese Andrea per le spalle e la allontanò da sé quel tanto per guardarla negli pchhi senza farsi venire mal di testa.
-Vai, tanto so che ti piaciucchia, non tanto ma Daniela è di buona compagnia. Mi dà un pò di fastidio, certo, ma è normale. Ora và!- Lei si avvicinò all'orecchio dell'amico.
Mario non voleva lasciarla sola quindi la tirò sù di peso e la mise in piedi. Lei rise. Poi tirandola per la mano spostò i rami del salice e la fece sedere sulla panchina. Daniela li seguiva passo passo.
Ad andrea squillò il cellulare. -Pronto? Si mamma. Vengo subito. Si, sto al parco. No, no preoccuparti. Arrivo, si si, sto arrivando. Ciao.- Passeggiava lungo la capannina fatta dagli alberi del salice agitando la mano libera, Mario lo sapeva: lo faceva sempre quando parlava con sua mamma.
-Ragazzi devo andare, mia mamma mi ha chiamato e mi sta passando a prendere, bene? Ci vediamo domani.- Andrea fece l'occhiolino a Mario e corse via verso il marciapiede, dove una macchina grigia la caricò. Daniela non perse tempo e gli diede un baci a stampo. Era rosso. Un' altro. E poi un'altro. Mise una mano sulla gamba di Mario. Lui sorrise


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