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Autore: MyAshes    12/09/2012    5 recensioni
Cosa? La mononucleosi? La “malattia del bacio”?
Il suo cuore prese a battere velocemente. Possibile che...?
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mello, Near | Coppie: Mello/Near
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dunque, allora. U_U 
Ecco a voi la mia prima one-shot, alè! Non è niente di speciale, vi avviso.
Anzi, a dire il vero non mi convince affatto, però ho voluto comunque pubblicarla, sperando che a qualcuno di voi possa, almeno vagamente, piacere.
In verità, questa piccola one-shot risale a molto tempo fa, ma ho deciso di pubblicarla solo adesso, dal momento che sono una new entry, qui su EFP.
Spero di non aver reso i personaggi esageratamente OOC, anche se è difficile rendere soprattutto qualcuno come Near esattamente uguale all'originale, specialmente in momenti teneri, come quello che leggerete. A voi dunque l'ardua sentenza! Siate clementi, ma sinceri! :) E ora, buona lettura! 

 



Mononucleosi;

 
Near odiava gli esami del sangue.
O meglio, odiava quel fastidioso ago che gli perforava la delicata pelle del suo braccio.
Nel corso della sua vita, ne aveva fatti pochissimi, di esami; stavolta però era inevitabile farsi controllare.
Da qualche settimana stava male, terribilmente male, anche se, la sua grande indifferenza e totale apatia, non lo davano a vedere.
Era tremendamente stanco, non sempre riusciva a seguire le lezioni complicate -be', mica tanto per lui- in classe.
Era assorto nei suoi pensieri, che si spostavano sempre, incodizionatamente, in qualsiasi momento, nella sua camera, sul suo letto, sul suo cuscino.
Fortuna che fosse dotato di uno straordinario autocontrollo e compostezza; ci mancava poco che si addormentasse in classe, così, davanti a tutti, con la testa sul banco per poi rimanere lì tutto il giorno, e buonanotte ai suonatori.
Ovviamente, qualcun altro lo guardava stranito, certo, sembrava sempre fuori dal mondo, ma quei suoi occhi pesanti e quasi socchiusi erano curiosi. Soprattutto c'era qualcuno che, della serie “grazie al cielo, qualcuno lassù allora mi vuole bene”, lo fissava ghignando, come un gatto che fissa famelico la sua preda, attendendo con fiducia il suo momento di gloria, che forse allora non era poi così lontano.
Se Near era distratto, be', la cosa equivaleva a un calo di attenzione e, di conseguenza, all'abbassamento della sua perenne posizione da primo…
Nonostante gli sforzi vani del piccolo, agli insegnanti di certo il suo comportamento non era passato inosservato: così, in privato, gli avevano chiesto gentilmente che cosa non andasse.
Near, titubante, non sapeva se dire la verità o meno: ma in fondo a chi importava? Be', se c'era un modo per curarlo, tanto meglio.
«Non mi sento tanto bene» si era limitato a dire, arrotolandosi al dito una ciocca di capelli color luna.
Ovviamente gli insegnanti gli fecero domande più approfondite; insomma, lui era il numero uno, e se avevano notato tutti un leggero calo di attenzione in classe, effettivamente doveva esserci qualcosa che non andava.
Pertanto fu portato da Roger che, spiegato il problema, decise di sottoporlo a controlli e visite dal medico, tra cui appunto gli esami del sangue; magari aveva un calo di potassio o di qualunque altra cosa.
E così quel maledetto ago aveva fatto irruzione dentro la sua pelle. Il dolore fu poco, sia chiaro, e difatti egli rimase totalmente impassibile.
 
 
Quando venne a sapere il risultato degli esami, si stupì non poco.
Il dottore l'aveva visitato e gli aveva fatto alcune domande, che cosa hai mangiato, hai bevuto da una bottiglia di qualcun altro, e gli aveva spiegato la situazione. Dal risultato delle analisi, era tutto perfettamente normale, tranne una cosa: le transaminasi.* Le transaminasi erano incredibilmente più alte del normale.
«Non sono in grado di capire con estrema esattezza come sia successo. In ogni caso, hai la mononucleosi» aveva sospirato il medico.
Cosa? La mononucleosi? La “malattia del bacio”?
Il suo cuore prese a battere velocemente. Possibile che..?
«Ehm, scusa se te lo chiedo, ma è necessario, e comunque non devi vergognarti: hai baciato qualcuno ultimamente?» gli aveva chiesto il dottore, scrutandolo dentro, con un leggero sorrisino alle labbra.
Qualcosa, non si sa cosa, lo spinse a mentire.
«Mmmh… Be', ovviamente la mononucleosi non si trasmette solo in questo modo. Questa malattia può contrarsi in qualsiasi maniera, anche mordicchiando una penna sporca durante la lezione; insomma, nella vita quotidiana il nostro corpo si imbatte in tantissimi batteri che non possiamo neanche immaginare» aveva allora detto il medico, guardandolo serio.
Near aveva annuito, incerto.
 
 
Uscito dallo studio, alcuni bambini lo circondarono curiosi, chiedendogli se aveva qualcosa di grave. Bella domanda. Cioè, ora che voleva essere seriamente ignorato, gli altri lo riempivano di domande imbarazzanti?
Mmmh... Dunque. Mentire o non mentire? Va be', chi andrebbe mai a pensare che lui si fosse baciato con qualcuno? Era impossibile, dai! Il piccolo, taciturno, apatico Near non poteva mai avere baciato nessuno, era ovvio, era naturale.
«Ho la mononucleosi; sarà stata quella volta in mensa, quando ho bevuto quel succo con la cannuccia» aveva mentito spudoratamente sulla la seconda frase.
«La malattia dei fidanzatini, eh? Curioso! Non stai mentendo, vero, Near?» aveva sghignazzato un ragazzino di nome Will.
«Sono serissimo» aveva risposto Near secco, arricciandosi una ciocca di capelli. Gran bella risposta: lui era sempre serissimo.
Intanto, da dietro il corridoio, un altro giovane ragazzino ascoltava tutto scosso da mille pensieri.
 
 
Dopo cena, il nostro Near si era già fiondato in camera per andare a dormire. Era questa la cura: riposo. Non c'erano infatti medicinali specifici per quella curiosa malattia.
Stringendo a sé il suo peluche di pezza e distesosi sul letto, stava per farsi beatamente cullare dalle braccia di Morfeo quando un toc toc alla porta lo destò ed egli, suo malgrado, si issò a sedere.
«Avanti» bofonchiò.
Una testa bionda fece capolino dalla porta della sua camera, con il volto angelico stralunato.
«Ah... sei tu» sussurrò il piccolo, arrossendo appena.
Il ragazzo chiuse guardingo la porta alle sue spalle e, avvicinatosi al letto, assunse un'espressione tra il sorpreso e il divertito.
«E' colpa mia, vero?»
«Credo proprio di sì.»
.…...
…....
Imbarazzo. Silenzio. Tensione. Oddio. Poi, uno sghignazzo.
«Ahaha, che sfiga! Dico, pomiciamo da tempo e ora ti viene la mononucleosi!» ridacchiò Mello, scartando una tavoletta di cioccolato e staccandone un pezzo con un morso.
«Non è divertente» bofonchiò il piccolo, sentendosi le guance leggermente calde.
«Sì, invece. Perché sai cosa significa, Near? Finalmente potrò batterti.» Un lampo di speranza illuminò il viso angelico del più grande, che si sedette sul letto accanto all'albino.
«Non sperarci troppo, Mello. Tra un mese all'incirca guarirò» ribatté Near, lanciandogli uno sguardo di sfida.
Il biondo assunse un'espressione irritata, stavolta. Maledetto moccioso.
Lo fissò con occhi penetranti e ammise: «Comunque nano, preparati a un mese di astinenza. Sarà divertente vederti soffire di baci perduti» e gnignò malefico.
«Certo, certo» aveva detto Near, indifferente (in realtà non lo era per niente, stavolta Mello aveva fortemente ragione) e aveva chiuso gli occhi per un attimo, distendendosi sul letto, stanchissimo.
….........
Sentì un respiro sul suo viso e sul suo collo, che sapeva di cioccolato, vicinissimo alle labbra.
Mello era pericolosamente vicino, che lo guardava ghignando.
«Vuoi vedere che appena guarirai, mi salterai letteralmente addosso?» gli aveva chiesto, a bassa voce, con un tono etremamente suadente sulle sue labbra.
Il povero Near stavolta era in difficoltà. Già, era questo genere di cose che lo lasciava spiazzato, specialmente detto da un ragazzo, be', come lui. E quei suoi occhi di ghiaccio poi, erano in grado di paralizzarlo.
Il biondo si avvicinava di più, stava per baciarlo. Probabilmente era l'ultimo bacio di quella settimana, e chissà quanto avrebbe aspettato. Difficile per uno come Near ammetterlo, ma quei momenti di intimità gli sarebbero mancati, un po'.
Stava per chiudere gli occhi e lasciarsi baciare, mandando a quel paese il mondo e perdendo la ragione, sentendosi le guance sempre più imporporate, quando il più grande ridacchiò sulle sue labbra, rimanendo immobile.
«Niente da fare, nano: puoi scordartele cose del genere d'ora in avanti. Ora si va in sciopero.»
Detto questo, gli diede un leggero bacio sulla fronte e si alzò dal suo letto.
«Sei sleale» bofonchiò Near, ormai totalmente rosso, ma sì, anche fucsia.
Mello rise, soddisfatto di aver messo in imbarazzo il grande, eccellente e perfetto numero uno.
«Comunque, prova a spifferare tutto e ti faccio finire direttamente in ospedale, intesi?»
«Sì, lo so.»
«E ora dormi, nano» sorrise divertito, prima di avviarsi verso la porta e chiuderla alle sue spalle.
Rimase fermo, per una decina di munuti. Restò immobile, realizzando solo in quel momento ciò che stava succedendo da qualche settimana o poco più. Non poteva certo trattarsi di amore, quello. Il numero uno e il numero due, chi l'avrebbe mai detto? Così diversi, così simili? Sono pur sempre numeri, dopotutto.
Erano pur sempre rivali, lo erano sempre stati e, molto probabilmente, lo sarebbero stati per sempre. Eppure, c'era qualcosa, quel qualcosa che rendeva l'aria più statica, che portava una leggera brezza in una giornata afosa di luglio. Forse che lo spirito di competizione sfociasse in una sorta di... attrazione reciproca?
Questo era ciò che pensava Near.
Poteva pur essere un genio, ma ciò che non riguardava numeri, problemi di logica e acute investigazioni lo mandava in confusione, mutava il suo solito, monotono, apatico equilibrio.
Di una cosa, però, era certo: i baci cioccolatosi del biondo non gli dispiacevano affatto. Dopotutto, non gli urtava poi così tanto la causa che gli aveva procurato la mononucleosi anche se, come aveva detto sfacciatamente il più grande, lo avrebbe fatto andare in crisi.
Pazienza, Near aspetterà.
Tanto, di ammalarsi, ne era valsa la pena.
Sì, ne era decisamente valsa la pena.

 









*Per chi non lo sapesse, le transaminasi sono degli enzimi importanti per il funzionamento del fegato. I loro livelli possono aumentare nei momenti in cui il fegato risulta infiammato, per esempio a causa di epatiti varie, alcune malattie (tra cui, appunto, la mononucleosi) e altro.

  
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