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Autore: shizuma    13/09/2012    2 recensioni
Nagisa decide di andare al museo costretta dalla madre. Una volta arrivata sembra tutto normale ma, all'improvviso Nagisa non riesce più a trovare sua madre e dovrà contare solo su se stessa per superare i vari ostacoli che gli si pareranno davanti. C'è la farà o soccomberà?
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Nagisa sono una ragazza di diciannove anni, amo i videogiochi e odio i musei. Neanche a farlo apposta, a mia madre viene la brillante idea di fare una visita al museo oggi. Non c'è bisogno che vi dica quale immensa gioia sento nel profondo del cuore ( ovvio sarcasmo). Preparo il mio zaino, ci metto una torcia, ( ho una tremenda paura del buio, perciò la metto sempre nello zaino, anche se so che in questa occasione non mi servirà) un fazzoletto e una caramella fragola ( il mio gusto preferito). Appena finito di prepararmi scesi giù sconfortata ripensando alla nostra destinazione - Nagisa sei pronta?- domandò mia madre - Sì possiamo partire- risposi io.
Arrivate al museo mia madre rimase immobile a guardare un quadro a mio parere orribile. Certo i musei non mi sono mai piaciuti ma, la mia curiosità ha preso il sopravvento e quindi decido di esplorarlo. Sotto un quadro riesco ad intravedere una scritta ma, le lettere sono troppo sfocate e non riesco a leggerle. Chiedo al ragazzo vicino a me di aiutarmi - scusa riesci a leggere cosa c'è scritto sotto questo quadro? - gli domandai - Cosa stai dicendo? non c'è niente sotto il quadro - rispose lui. La cosa è alquanto strana ma, non ci do peso più di tanto. Notai che mia madre non stava più guardando quell'orribile quadro ma, stava fissando una statua. Mi avvicinai a lei - Mamma questa statua è così macabra. - dissi - Ma non dire sciochezze! solo perchè non ha gli occhi e tiene un coltello intriso di sangue nella mano sinistra, non vuol dire che sia macabra - affermò  lei. Bene ho realizzato che mia madre è parecchio strana.
In ogni caso non riesco a togliere gli occhi di dosso dalla statua, mi sono girata solo un attimo per raccogliere il fazzoletto che mi è caduto e mentre mi piego per raccoglierlo sento una mano stringermi la spalla. non ci faccio molto caso e cerco di prendere il mio fazzoletto ma, la mano mi stringe sempre più forte la spalla così mi giro - Mamma che c'è? - gli domando. Ma al posto di mia madre trovo quella statua. Non posso crederci è assurdo che quella statua riesca a muoversi e che mi stia stringendo la spalla! In quel momento noto che la statua comincia a muovere il suo braccio sinistro, quello con il coltello e sul suo volto mostra un sorriso malefico. Sono bloccata, non riesco a muovermi ma, devo fare qualcosa altrimenti vengo affettata!
Ad un tratto salta la luce, sento la mano della statua mollare la presa dalla mia spalla e con il cuore in gola mi metto a correre più veloce che posso. Non riesco a vedere dove vado perchè è tutto buio ma, l'importante è essere scampata dal pericolo di quella statua. Mi manca il fiato, non riesco più a correre e quindi mi accascio per terra. All'improvviso mi sono ricordata che nello zaino avevo messo la mia torcia, quindi la prendo e la uso subito per illuminare il museo e per cercare di capire in quale parte di esso mi trovo. A quanto pare si tratta di un corridoio, guardo a destra e a sinistra ma, vedo solo due porte chiuse, il che è strano, io non ho chiuso nessuna porta mentre correvo, quindi qualcuno voleva che arrivassi qui fin dall'inizio e sempre quel qualcuno mi ha chiusa qui dentro. Entrambe le porte non vogliono saperne di aprirsi, quindi decido di sedermi e pensare a come fare ad uscire da questa spiacevole situazione. Notai lo stesso quadro che avevo visto insieme a mia madre, che si estendeva per tutto il corridoio. Questa volta le lettere sono visibili, quindi mi avvicino per leggere - questo è solo l'inizio! - c'e scritto - Ma a cosa si riferisce?- domandai.
Quando ad un tratto nel quadro poco a poco si formò un immagine - Ma sono io!- esclamai.
Mi avvicinai per toccare quella immagine comparsa all'improvviso ma, venni risucchiata dal quadro.
Senza nemmeno accorgermene sono stata trasportata in un luogo cupo e tetro.
  
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