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Autore: Dabhe    13/09/2012    0 recensioni
La vita di un giovane di nome Guglielmo, alle prese col primo anno di università.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Erano le 3 di notte e ancora Guglielmo non d riusciva a prendere sonno. Le ombre alla finestra lo intimorivano, sospettava che la causa fosse da attribuire al film horror che aveva visto in serata con alcuni amici. Ogni minimo movimento degli alberi alla sua finestra, provocava una debole variazione della luce emanata dal lampione all'esterno, e si rifletteva sulla sua incapacità di chiudere occhio.
Una mezz'ora più tardi, resosi conto che così la situazione non andava da nessuna parte, si alzò dal letto e andò in bagno a rinfrescarsi: erano entrati in autunno qualche settimana fa, eppure il caldo estivo non sembrava accennare a dare tregua.
Insaponò le mani, le sciacquò, bagnò il proprio viso e si accinse a guardarsi allo specchio: aveva delle occhiaie singolari.
Partivano dalla base dell'occhio violacee e risalivano fino a metà palpebra, circondando il marrone caldo dei suoi occhi dando l'impressione che fosse un disadattato.
Sospirò. L'indomani era sì domenica, ma avrebbe dovuto alzarsi comunque presto per studiare, perché, sebbene gli esami fossero lontani, il corso di studi che aveva scelto gli imponeva, per la mole di lavoro che richiedeva, di essere costante.
Bagnò le proprie mani e le poggiò ai lati del collo mentre, uscendo dal bagno entrava in cucina.
L'appartamento che aveva affittato era situato presso il centro della città, non esattamente vicino all'università, ma con la metro in circa 20 minuti era in grado di raggiungerla senza perdere troppo tempo.
Non era comunque l'unico affittuario, condivideva infatti cucina, sala da pranzo/salone e bagno con altri due ragazzi, ciascuno dei quali dormiva in camera singola. Frequentavano tutti la stessa università, ma a causa della grandezza di quest'ultima e del fatto che tutti fossero iscritti a facoltà diverse, non capitava spesso che si incontrassero al di fuori di quella casa, o che uscissero insieme.
Avevano tutti compagnie diverse infatti. Bé, in effetti, non tutti avevano esattamente una "compagnia". Davide non usciva mai, se non molto raramente, sia da casa che addirittura dalla propria stanza. Guglielmo sospettava che avesse una passione smodata, volendo evitare il termine "dipendenza", da Internet, Fausto, l'altro coinquilino, sosteneva invece che la sua fosse in realtà una "passione smodata" per il porno. Qualunque delle due ipotesi fosse quella corretta, non importava, il fatto degno di nota era che Davide non vedeva altra gente oltre ai due coinquilini.
Fausto, per conto suo, non aveva neppure una compagnia con cui uscire, ma le sue motivazioni erano completamente diverse. Era infatti fidanzato da un anno e 5 mesi e 3 giorni (a detta della sua fidanzata...) con una Laura. Una Laura biondissima con occhi neri come il petrolio, una Laura che amava i rapporti a 2 svincolati da quello sfondo che per lei rappresentavano gli amici  di lui. Così, le uniche volte che Fausto usciva era a causa di questa bella Laura, ma, dato che quest'ultima alloggiava, non ufficialmente, a casa loro, considerando che si trovava lì un giorno sì ed uno no (con frequenza variabile in base agli alti e bassi della loro relazione) Fausto usciva di rado da casa, e le poche volte che metteva fuori il naso erano o per andare all'università o perché la sua Laura lo attendeva in qualche loro posto "straordinario".
Cercò nell'armadietto dei medicinali, ma nessun sonnifero vi figurava. Optò quindi per una camomilla.
Scaldò una tazzina da tè al microonde e vi immerse una bustina di quella poltiglia verdognola dentro, giocando col cucchiaio mentre distrattamente cercava di filtrare il tutto. Non aveva mai amato tanto la camomilla. Testimonianza fu il fatto che buona percentuale del contenuto della tazza precipitò nei meandri oscuri del lavandino.
Guglielmo era distrutto, voleva dormire eppure... non vi riusciva. Prese così in mano uno di quei libri noiosi sulla caccia che suo fratello aveva lasciato lì l'ultima volta che era venuto a trovarlo e fu fatta: cadde in un sonno profondo dopo soli 10 minuti di lettura. Suo fratello non sarebbe stato contento: la rivista era purtroppo oramai rovinata, ma mai come allora, sdraiatovi sopra sbavando, era riuscito a raggiungere quel "punto di non ritorno" temporaneo così velocemente.
  
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