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Autore: frodina178    09/06/2004    9 recensioni
Daniel Radcliffe alle prese con la sua prima, vera, esperienza d'amore. Quando, l'essere un famoso attore ancora bambino, porta ad occasioni molto prospettabili e altre meno…
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Daniel Radcliffe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: ero indecisa se contraddistinguere questa fiction con il rating NC17 o meno, alla fine ho optato per R; vi avverto però che ci sarà la descrizione veloce di una scena di sesso.

Tenera giovinezza rubata

2000

La sera messicana stava calando, ed il set di "Harry Potter e la pietra filosofale" si stava preparando alle riprese notturne. Daniel sedeva poco lontano dal luogo dove, tra breve, avrebbero avuto luogo le riprese. Vagava con lo sguardo stanco attraverso la campagna, soffermandosi per un breve momento a sorridere a sua madre, che stava conversando con il regista, quindi lo diresse verso le scalinate di pietra. Sui primi gradini una ragazza sedeva, braccia conserte attorno alle gambe e il mento poggiato sulle ginocchia. Lei si accorse presto di essere osservata e ricambiò lo sguardo, incurvando le labbra in un timido sorriso. Michelle, la figlia di una delle costumiste, aveva diciotto anni, era timida e impacciata. Quando parlava con qualcuno arrossiva regolarmente, così se ne stava spesso da sola, girando liberamente per il set e i dintorni, perennemente con la macchina fotografica appesa al collo, con la quale, di nascosto, immortalava persone e paesaggi. Daniel aveva parlato con lei poche volte, dato che anche lui era molto timido. Le gli era, in ogni modo, subito risultata simpatica e, anche, gli sembrava avvolta da una certa aura di mistero. Qualche volta, Daniel, aveva avuto la tentazione di avvicinarla, per fare quattro chiacchiere e scoprire qualche cosa in più sul suo conto, ma non era mai successo. Inoltre era sempre impegnato, di lavoro ne aveva fin sopra i capelli, e quando non stava sul set o visitava le città messicane con sua madre oppure si riposava in albergo.
Quella sera l'attesa sembrava prolungarsi a lungo, si erano verificati dei problemi con l'attrezzatura, così molti attori stavano seduti a bere e a girarsi i pollici. Daniel era uno di questi, si era portato dei fumetti e qualche libro per passare i tempi morti, ma non aveva la minima voglia di impegnare il cervello. La stanchezza, dopo mesi di riprese ininterrotte, si faceva sentire pesantemente, desiderava solamente farsi una bella dormita, e svegliarsi sapendo di non avere impegni per la mattinata. Aveva passato da poco i dodici anni, ma dentro si sentiva come se ne avesse avuti trenta; non era decisamente una bella situazione. Nessuno l'aveva obbligato a compiere quella scelta di vita, l'aveva desiderata e conquistata lui stesso, con le proprie forze, ma le responsabilità che gli pesavano, inevitabilmente, sulle spalle, lo atterrivano. Per di più il contratto che aveva firmato valeva per i primi tre film della serie, quindi avrebbe veramente dovuto dare il meglio di se stesso, se voleva vederlo rinnovato.
-Ciao Daniel!- Michelle, senza che lui se ne accorgesse, lo aveva lentamente avvicinato, sedendosi su una seggiola pieghevole accanto.
-Ciao…- arrossì lui. Non c'era niente da fare, gli faceva inevitabilmente quell'effetto. Vicino a lei si sentiva così piccolo ed inesperto, la differenza d'età, seppur esigua, si faceva molto sentire.
Scambiarono solo poche parole, ma a Daniel bastarono per rimanere completamente affascinato da questa ragazza. La sera, disteso nel letto, non riusciva mai a smettere di pensarla. Credo che ci siamo passati tutti, quando siamo bambini può succedere d'essere attratti da una persona più grande; non sedotti dall'aspetto fisico e dalle idee, è una cosa naturale, nasce una specie di venerazione e rispetto platonico.

2003

Da quel giorno, tre anni prima, Daniel non aveva più visto Michelle. Sua madre era stata licenziata, per motivi che, con la scusa che era piccolo, non gli avevano mai detto. Non si era impegnato molto per cercarla, lentamente anche il suo ricordo si affievolì, restando solo come la prima cotta di bambino. Ormai non ci pensava più.
Stava ripassando una scena sul copione, quando, per pronunciare ad alta voce una battuta, aveva sollevato lo sguardo. Di fronte a lui, poco lontano, una ragazza stava ridendo assieme al nuovo regista, parlando come si conoscessero da tempo. Daniel, dapprima non ci fece molto caso, non c'era niente di strano, ma poi il volto della giovane cominciò a ricordargli qualche cosa. Delle immagini confuse gli si accavallavano nella mente, però senza prendere forma precisa.
-Ciao Daniel!- lei, che si accorse di essere osservata, lo avvicinò porgendogli una mano.
-Ciao…- rispose lui un po' titubante, squadrandola.
-Oddio, non ti ricordi di me??! -scoppiò a ridere puntandosi gli indici addosso -Sono Michelle!-.
-Oh mamma mia! -sorrise lui abbandonando il copione e stringendole la mano -Scusami! Ma è passato così tanto tempo…e tu sei così cambiata!-.
-In meglio spero! -ironizzò lei.


L'attore aveva due ore di pausa, in cui, in teoria, avrebbe dovuto ripassare la parte, ma le spese invece a parlare con lei. Scoprì che sua madre era stata licenziata perché, a quel tempo, aveva appena divorziato, e spesso si assentava dal lavoro senza preavviso. Lei e la figlia avevano girato un po' per l'America, lavorando un po' di qua un po' di là, fino a che non le avevano proposto di ritornare a lavorare per loro; naturalmente avevano immediatamente accettato. Michelle aveva appena smesso di studiare, e contava di seguire le ombre della madre, così sarebbe venuta tutti i giorni sul set con lei. Era notevolmente cambiata, il volto puro e innocente, e anche foruncolosi, era scomparso, lasciando spazio ad una pelle liscia e brillante, con un piercing al labbro inferiore. Era cresciuta d'altezza e, Daniel non poté fare a meno di notarlo, di seno. Vestiva interamente di nero, e i suoi modi si erano molto trasformati: nei suoi gesti non lasciava trafelare la minima titubanza o imbarazzo. In certe cose era anche sfacciata, ma non per questo volgare.
Daniel fu chiamato sul set, era ora di girare la sua scena. Michelle si poggiò ad una macchina. Incrociando le braccia, guardandolo sorridente. Il ragazzo, nonostante ci stesse provando con tutte le sue forze, non riusciva a concentrarsi: sentiva i suoi occhi puntanti addosso, come indagatori e critici. Avrebbe voluto mostrarle la sua bravura, invece stava facendo delle irrimediabili goffe figure. Si sentiva a disagio, ma era intenzionato a non darlo a vedere. Era palese, appena l'aveva riconosciuta qualcosa in lui era scattato, forse il ricordo di quel sentimento innocente che, anni prima, aveva provato verso quella ragazza. Solo che questa volta non si limitava a questo, si era scoperto a fissarle il seno, e, per un istante, i suoi pensieri erano volati al di là dei suoi vestiti. Certo, erano reazioni più che normali, lui aveva quindici anni, e i suoi ormoni danzavano in continuazione. Però lo avevano scombussolato non poco. Quella sera lui e sua madre avevano deciso di andare a cenare al ristorante, per festeggiare il compleanno di lei. Si erano appena seduti che il cameriere venne a prendere le ordinazioni. Il luogo era esageratamente elegante, Daniel pensò anche troppo sfarzoso e pacchiano. Inoltre non che si sentisse a proprio agio infilato in quel completo nero, la cravatta gli aveva sempre dato un fastidio insopportabile, ma aveva imparato che c'erano delle situazioni in cui non la si poteva snobbare.
Mentre stavano mangiano dalla porta a vetri fecero il loro ingresso Michelle, cinta alla vita da un ragazzo che doveva avere, più o meno, la sua età.
Si sedettero in un tavolino poco lontano; Daniel, cercando di non farsi vedere dalla madre, li osservava con la coda dell'occhio. I due si stavano scambiando effusioni d'affetto che non erano certo estranee al ragazzino, che in quel campo aveva un'esperienza di base minima, però dentro di se provò una strana gelosia. E' come se dentro di se di fosse improvvisamente risvegliato quel sentimento di bambino, aggiunto di quel tocco da adolescente.
Michelle, dopo qualche istante, si accorse di essere fissata, così si voltò verso di lui e lo salutò con una mano. Poi si alzò, sussurrò qualche cosa nell'orecchio del suo accompagnatore e lo raggiunse. Daniel si fece rosso, e desiderò ardentemente farsi piccolo e scomparire sotto al tavolo.
-Ciao!- lei gli si stagliò davanti, ferrando le mani sui fianchi e facendo un cenno di saluto alla madre.
-E' il tuo compleanno?- domandò indicando un pacchetto regalo nel mezzo del tavolo.
-No... -scosse la testa lui, cercando di far riprendere il cuore a battere regolarmente -Il suo…- fece un cenno con la testa verso la madre.
-Auguri!- Michelle si piegò verso la donna stampandole due sonori baci sulle guance. Quindi, salutati di nuovo i due, ritornò dal suo ragazzo, che nel frattempo si era acceso una sigaretta e aveva ordinato del vino rosso.
-Ma chi è quella ragazza? Mi pare d'averla già vista da qualche parte… -sussurrò la madre(che ora, per comodità, chiameremo Sheron, nda)avvicinandosi al figlio. Daniel le spiegò brevemente la questione, tenendo, però, per se il fatto che la sua mente era già completamente offuscata dalla sua immagine. Si sa come sia facile credere d'innamorarsi, a quindici anni, come si è fragili ed emotivi, recettivi a qualsiasi stimolo. Michelle era ormai diventata una donna, una bella donna a parer del ragazzino, molto forte e sicura di se, logico era che esercitasse su di lui un forte ascendente.
Passò le settimane successive ad alimentare questo crescente sentimento, arrivando addirittura a tenere un diario per sfogarsi, cosa che non gli era mai successa. La sognava la notte ed immaginava il giorno in cui l'avrebbe potuta baciare ma, n'era consapevole anche lui, questo non sarebbe mai accaduto, perché lui era ancora molto giovane, mentre lei aveva superato da poco i ventuno. Dentro di lui, però, la speranza era dura a morire.
Nonostante la differenza d'età, e il fatto che era già fidanzata, Michelle sembrava, sporadicamente, ricambiare certe occhiate e sguardi, spesso lasciando trafelare anche qualcosa in più di un'amicizia. Daniel non era stato l'unico ad accorgersene, e presto Mick, un amico trentenne, lo prese da parte. Cominciò a parlare del più e del meno, per poi arrivare alla vera questione.
-Cosa ne pensi di Michelle?- aveva domandato al ragazzino, mostrando noncuranza, come se fosse stata una banalissima domanda.
-In che senso?- aveva risposto, timoroso di essere stato scoperto nei suoi sentimenti.
-Così in generale, era solo per sapere…-.
-Bè…è molto simpatica!- rise nervoso lui, tirando fuori la solita, ordinaria, frase.
-Senti Daniel, sei un ragazzo intelligente quindi arriverò subito al punto. Ho paura che presto lei si farà avanti con te! -.
Negli occhi del giovane brillò un barlume di speranza, ma, al contempo, d'enorme imbarazzo. -Spero che tu capirai che questo è assurdo….mi sono accorto che ti piace, non c'è niente da vergognarsi -rise- Quando avevo la tua età mi ero perso dietro ad una che aveva quarant'anni suonati! In questo non c'era niente di strano, ma allucinante sarebbe stato se lei ci avesse provato con me! Sei d'accordo?-.
Daniel annuii mesto, gli sembrava di stare ricevendo la predica.
-Naturalmente... -continuò Mick- La mia situazione era ben diversa dalla tua, in fondo Michelle ha solamente sei anni in più di te, e non sarebbe una così gran differenza d'età in un altro periodo della vita…ma tu, adesso, sei ancora un bambino e lei quasi una donna…riesci a capirmi?-.
-Sì, ti capisco benissimo…però credo che tu ti stia sbagliando, perché io…-.
-Guarda che non hai bisogno di giustificarti Daniel! Non devi fingere con me, certo non andrò a sbandierarlo in giro! Sentivo solo il bisogno di avvertirti…Michelle è una brava ragazza, ma per quel poco che ho potuto conoscerla in questi giorni, ti dico di stare attento…tu, ragazzo mio, sei una ghiotta occasione…intendi quello che voglio dire?-.
Daniel fece cenno di sì con la testa, certo che lo sapeva, più di quello che l'altro poteva credere.
-Bene... -gli mise una mano sulla spalla prima d'allontanarsi -So che sei un ragazzo intelligente, quindi penso proprio che te la caverai da solo! Ci vediamo!-.
L'attore si sedette, rimanendo qualche istante a riflettere.


-Avanti!- gridò Daniel chiudendo il libro e scendendo dal letto.
-Ciao…- la testa di Michelle fece capolino dallo stipite.
-Ehilà! Entra forza!- i suoi occhi s'illuminarono dalla gioia. Appena la ragazza fece il suo ingresso, il cuore del giovane ebbe un sussulto: si era vestita in modo esplicitamente provocatorio, lasciando intravedere quello che non sarebbe dovuto essere visto.
-Ti disturbo?-.
-Ma no figurati! Accomodati pure!- i suoi ormoni avevano ormai già cominciato ad insinuarsi nelle più logiche facoltà mentali.
Per due giorni, Daniel, sarebbe stato in albergo da solo, Sheron era dovuta tornare in Inghilterra a sbrigare delle veloci questioni burocratiche.
-Hai qualche cosa da bere?- domandò lei accendendo lo stereo e sintonizzandolo su una radio di musica rock.
-Cosa??!- urlò Daniel, che non aveva capito le sue parole, coperte dal volume altissimo della musica.
-Hai qualche cosa da bere?-.
-Oh! Sì certo!- tirò fuori una bottiglia di coca-cola dal frigo.
-Ma no! -rise lei- Intendevo qualche cosa da bere d'alcolico!-.
Daniel arrossì evidentemente, si sentiva un idiota.
-Purtroppo non ho niente del genere qui…-.
-La mammina controlla, vero?- disse sorridendo. Il povero ragazzo si sentì diventare piccolino, di fronte a quella giovane che, hai suoi occhi, era una dea, perfetta in tutto.
-Tranquillo…ora ci penso io!-. Telefonò alla reception e si fece portare in camera spumante e birra.
-Forza, bevi!- lo incitò lei sorridendo, tracannando l'ennesimo sorso di champagne.
Timidamente lui obbedì, sentendo questa cosa frizzantina scivolare giù attraverso la gola. Non era la prima volta che beveva, alle premiere c'era sempre il cameriere che ti portava del vino francese o simili, ma non lo aveva mai fatto in questo modo, con la precisa finalità di togliersi le inibizioni e andare "fuori di testa". Ma, naturalmente, non avrebbe battuto ciglio, per dimostrare a Michelle che era matura e che non aveva certo paura.
Finita la bottiglia e la birra, la ragazza non era ancora particolarmente ebbra, mentre Daniel, che non era abituato, si sentiva la testa vuota e lo stomaco in subbuglio. La vista era offuscata e faceva fatica a parlare, biascicando le parole.
-Forse è meglio che ti rilassi un attimo… -mormorò maliziosamente lei, poggiandoli una mano sul petto e facendolo stendere sul letto. Il giovane si lasciò guidare, chiudendo gli occhi cercando di regolarizzare il respiro. Non li aprì nemmeno quando percepì chiaramente Michelle che saliva sul letto, sdraiandosi accanto a lui.
-Sei così piccolino…- gli sussurrò, mentre, con dolcezza, gli portava una ciocca di capelli dietro l'orecchio. A questo piccolo gesto il corpo di Daniel venne scosso da un brivido intenso. Schiuse gli occhi voltando leggermente il volto, fino ad incontrare lo sguardo di lei, leggermente offuscato dall'alcool. Gli sorrise, rimanendo a fissarlo per qualche istante, prima di avvicinare lentamente la propria bocca a quella del ragazzo.
Il bacio, inizialmente, si limitò ad un semplice e casto sfioramento di labbra, ma quando Michelle fece penetrare la propria lingua in Daniel, questo non capì più niente. L'afferrò bruscamente dietro alla nuca, attirandola con tutto il corpo a se. Scivolò sopra di lei prendendo a muoversi: lo spumante aveva sortito l'effetto voluto.
Lei gli accarezzava la schiena sotto la maglietta, prima di sfilargliela. Lui, che credeva d'essere molto impacciato, trovò dentro di se una sicurezza che non credeva di possedere. Gli piacevano i suoi seni, quindi, dopo averla liberata dalla costrizione della maglietta, li studiò a fondo con le proprie mani. Vedendo che il ragazzo titubava, Michelle decise di prendere in mano le redini della situazione, lo fece scivolare sotto di se. Con il suo aiuto, gli tolse i pantaloni, facendo poi lo stesso con i suoi, e ritornando sotto di lui.


Daniel si svegliò con un forte mal di testa, si guardò attorno, e corse a spegnere lo stereo, che aveva cantato per tutta la notte. Michelle non era accanto a lui, non c'erano nemmeno i suoi vestiti quindi doveva essersene andata. Sospirando si gettò sotto la doccia, pensando a quello che era successo la sera precedente. Dopo aver fatto l'amore, lei si era accesa una sigaretta, e lui, preso dall'euforia per quello che aveva bevuto e per quello che aveva fatto, l'aveva imitata. Erano rimasti a parlare per un po' di tempo, completamente nudi, poi lei lo aveva fatto stendere nuovamente, avvicinando la bocca alle sue parti intime. Daniel non aveva potuto fare a meno di assecondarla, mettendole una mano sulla nuca ad incoraggiare i suoi movimenti. Poi si era addormentato.
Mentre si lavava provava una certa soggezione a toccarsi, pensando che era stato uno dei primi, tra quelli che conosceva della sua età, ad avere un rapporto sessuale. Era molto contento, non per quello che era appena successo, ma per quello che significava: Michelle era innamorata di lui. Felice si vestì in fretta, uscendo e avviandosi verso il set, nella speranza di vederla. E, infatti, fu così, stava chiacchierando tranquillamente con il suo ragazzo, e Daniel credé lo stesse lasciando, così preferì lasciarla in pace. Purtroppo ai suoi occhi non si presentava la scena di una rottura, bensì una serena chiacchierata tra fidanzati, con bacetti e sorrisetti annessi.
Michelle, voltando la testa, lo scorse. Lui sorrise estasiato, alzando una mano in segno di saluto. Lei si limitò a sorridergli sfuggente, prima di prendere il suo ragazzo per una manica e trascinarlo lontano. Al cuore del povero attore prese una dolora fitta, ma si decise a non concentrarsi, per poter lavorare al meglio delle sue potenzialità.
Finalmente riuscì a trovare qualche minuto di pausa, e si mise alla ricerca di Michelle. La trovò impegnata con la madre. Lei, nonostante fosse palese l'avesse notato, fece finta di non vederlo, continuando a lavorare.
-Ciao!- l'avvicinò lui, sorridente.
-Ah ciao! Non ti avevo visto!-mentì spudoratamente lei, limitandosi a lanciargli una fugace occhiata.
-Come stai?- le domandò, senza capire il suo strano comportamento.
-Abbastanza bene, grazie-.
-Bene…- ripeté Daniel massaggiandosi un avambraccio, senza sapere cosa dirle di più. Aveva sperando che, quando si sarebbero trovati insieme, le parole sarebbero venute da sole.
-Vieni a vedere un film da me, questa sera?- domandò timidamente lui. Michelle sbuffò.
-No, mi dispiace, oggi ho da fare!-.
-Facciamo domani allora?-.
-Ho da fare anche domani, vediamo più avanti. Ci si vede, okay?- lo salutò frettolosamente prima di allontanarsi.
Lui rimase interdetto da quest'inspiegabile comportamento, osservandola camminare, senza accorgersi che la madre di lei lo stava studiando. Quando se ne rese conto sorrise timidamente prima di avviarsi verso il suo camerino. Si lasciò cadere sul divanetto, confuso e sconvolto. Rifletté qualche momento, quindi decise che la questione andava chiarita. Si mise alla ricerca di Michelle, e la trovò che fumava sotto un albero, mentre, con la mano libera, stava armeggiando con il cellulare.
-Posso sedermi?- domandò.
A quella voce lei sobbalzò, lo squadrò poco convinta qualche istante, poi biascicò una risposta affermativa, riprendendo ad affaccendarsi sul telefonino.
-Cosa ti prende?- prese coraggio lui.
Michelle sbuffò apertamente, sollevando gli occhi al cielo e voltandosi verso di lui.
-Hai intenzione di seguirmi tutto il giorno?-.
Lui rimase a bocca aperta, senza capire.
-Ascoltami Daniel, ieri sera abbiamo fatto veramente una gran cazzata. Io sono innamorata del mio ragazzo, non avrei dovuto farlo. Quindi cerchiamo di finirla qui e di non parlane più, okay?-. Il povero giovane si sentì morire, era stato umiliato su tutti i fronti senza aver avuto la forza di reagire. Si alzò, dandole un ultimo saluto, poi se ne andò.
Ci mise un po' di tempo a farsela passare, ma alla fine quell'esperienza gli aveva fatto capire molte cose. Era ancora ai suoi inizi, ma gli aveva, in ogni modo, insegnato a difendersi meglio. Ci sarebbero stati molti altri episodi simili a quello appena trascorso, dai quali sarebbe stato scottato e demoralizzato. Questo era stato solamente il primo passo, verso quella strada che gli avrebbe insegnato a discernere dalla verità la convenienza di certe persone.

Nota: mi scuso se la fine appare abbastanza affrettata, ma avevo solamente cinque minuti prima di andare al cinema, e volevo terminarla prima di uscire.


  
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