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Autore: Oducchan    31/03/2007    12 recensioni
un'aumento improvviso della sua aura. poi, quel cambiamento, nella sua natura, così drastico. così spaventoso.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Goku, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta
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Un aumento improvviso della sua aura

Take a stand

 

 

Un aumento improvviso della sua aura. Poi, quel cambiamento, nella sua natura, così drastico. Così spaventoso. E tre auree, due molto forti, e una più debole che sparivano. E più niente.

Si decise ad alzarsi dal letto, scrollandosi di dosso gli ultimi rimasugli di sonno, cercando di fare meno rumore possibile per non svegliare la donna che dormiva di fianco a lui, e si recò nel bagno accanto, aprendo l’acqua della doccia e infilandosi sotto. Cosa stava succedendo? Diede un’occhiata all’orologio appeso alla parete. Le quattro del mattino. Cosa mai poteva essere capitato a quell’ora da provocare quel cambiamento? Probabilmente si era alzato al buio e aveva battuto la testa, o qualcosa del genere, non c’erano altre spiegazioni, e d'altronde una cosa del genere era già successa. Solo che allora era stato un cambiamento in meglio, non in peggio.

Si massaggiò le spalle, imprecando sottovoce. Diavolo, non era sicuro d’essere pronto a quel momento. Non che ci avesse pensato, qualche volta, ai vecchi tempi –ai tempi in cui non gli interessava ancora nulla di quello stupido pianeta, di quella stupida donna e di quegli stupidi mocciosi- ma ormai ora l’idea che un’eventualità del genere potesse accadere non gli passava neanche per l’anticamera del cervello. O meglio, gli passava sì, ma gli faceva accapponare la pelle in un modo tale da cancellarla subito, tranquillizzato poi dal pensiero che col carattere che l’altro si ritrovava, non sarebbe mai potuto avvenire niente di simile. Evidentemente si sbagliava, il rischio è sempre in agguato.

Inclinò più volte il capo da un lato e dall’altro, sentendo i tendini e i muscoli tendersi, doloranti, e fece ruotare il capo.  Non aveva senso muoversi, tanto avrebbe dovuto contare solo sulle proprie forze e su quelle assai più deboli del figlio. Poteva prendersela con calma, perché aver fretta di correre incontro alla morte? Beh, magari ce l’avrebbe potuta fare…

Rise sommessamente. E come ci sarebbe riuscito? Vista la stupidità impressionante dell’avversario poteva sperare in un colpo di fortuna, ma da quel che sembrava, il cambiamento gli aveva tolto una buona dose di “innocenza” e quindi non doveva essere poi più tanto stupido. O per lo meno, tremendamente ingenuo.

Chiuse l’acqua e uscì, prendendo a strofinarsi il corpo con l’asciugamano per asciugare le mille goccioline che gli erano rimaste sul corpo, mordendosi il labbro inferiore a ogni movimento del polso destro. La sera prima era rimasto per tutto il tempo ad allenarsi, e nella foga probabilmente si era slogato un polso, che ora, mannaggia lui, dolorava non poco. Non ci voleva, ma per lo meno sapeva come rimetterlo in sesto in fretta.

Si infilò la tuta, quella vecchio stile, identica a quella che indossava al suo arrivo sulla terra, con tanto di pettorale e coprispalle. Non sapeva neanche lui il motivo di quell’attacco di nostalgia che l’aveva spinto a chiedere alla sua donna di fabbricargliene una. Si vede che stava invecchiando, ma quella notte gli sembrò più che mai adatta a quel che doveva fare: lui era tornato alle origini? Beh, allora lo seguiva a ruota, per vedere di saldare quel debito che aveva contratto allora. Poteva farcela. Era non era il principe dei sayian?

Fece una smorfia suo malgrado. Non che quel titolo lo avesse salvato da un’umiliazione dietro l’altra. “sta cominciando a diventare una sorta di beffa” pensò, infilandosi con attenzione uno dei guanti bianchi. Quel giorno, forse sarebbe riuscito a ristabilire il suo onore una volta per tutte. Avrebbe combattuto anche per quello. Ma soprattutto per difendere quel sassolino disperso nell’universo che rispondeva al nome di “Terra”, per salvare la sua famiglia e per riportare l’innocenza nel cuore dell’avversario.

Tornò nella camera da letto, chinandosi sulla donna addormentata e scotendola leggermente per svegliarla

-bulma, ascoltami. Bulma- la chiamò dolcemente. Lei si stiracchiò stropicciandosi gli occhi

-nh? Vegeta, che succede?-

-ascoltami bene, non c’è tempo. Sveglia Trunks e digli di mettersi in tenuta da combattimento, poi prendi Bra e va via da qui. Subito-

-svegliare Trunks? Andare via con Bra? Ma che…-

-ascoltami, per una volta- le prese il viso tra le mani –è importante che tu te ne vada, perché potrebbe darsi che doma..tra qualche ora questo posto non ci sia più. Quindi, sveglia i mocciosi e porta Bra via da qui. Va bene? Già che ci sei, chiama i tuoi amici e mandali qui, potrei aver bisogno di loro-

come se avrebbero potuto fare qualcosa. Beh, forse il muso verde poteva essergli utile, dopotutto

-che sta succedendo?- Bulma cercò le sue iridi nere, preoccupata, e lui rimase un attimo a specchiarsi negli occhi di lei

-sveglia Trunks e digli di concentrarsi, te lo dirà lui. Ah, e che non si preoccupi se non sente le auree di Gohan e Goten. Troveremo una soluzione-

fece per alzarsi, ma un pensiero improvviso lo trattenne, e tornò a chinarsi sulla moglie, baciandole con dolcezza le labbra

-un ultima cosa. Ti amo-

-a..anch’ io- rispose lei stupita da quelle inaspettate parole, cercando di comprendere il comportamento dell’uomo. Il quale si alzò e uscì, dirigendosi in cucina. Aprì il frigo e afferrò una bottiglia d’acqua, scolandosela avidamente e raccogliendo le ultime idee. Aveva poche possibilità di farcela, ma doveva farcela. Non se la sentiva di lasciare tutto nelle mani del figlio, specie ora che senza l’aiuto del suo migliore amico non poteva più formare Gotenks e dargli sul serio una mano. Accartocciò la bottiglia, pensando al più giovane dei Son. A tutte le volte che l’aveva visto gironzolare quand’era ancora bambino per quelle stesse stanze piene d’ombra, a tutte le volte che l’aveva infastidito, a tutte le volte che passava a salutare il suo primogenito.

E poi Gohan. A quando aveva combattuto contro di lui la prima volta, ostinandosi ad andare avanti nonostante la netta inferiorità. Al viaggio su Namecc. A quando aveva sconfitto Cell. Al combattimento contro Majiin Boo. A tutti quei momenti nei tempi di pace. A quei sette anni in cui li aveva visti crescere e diventare grandi, senza padre

No, non meritavano una fine simile. Non meritavano di morire così. Diavolo, neppure lui sarebbe riuscito a fare una cosa del genere a Trunks, neppure sotto diecimila condizionamenti mentali diversi. Era comunque il suo moccioso!

Cestinò quel che rimaneva della bottiglia e prese un senzu dalla credenza, masticandolo con foga. Già, il suo moccioso. Era davvero giusto lasciarlo così, senza dirgli niente? Il suo migliore amico se n’era appena andato per sempre, e probabilmente da lì a poco lo avrebbero seguito lui, sua madre e sua sorella. Quest’ultimo pensiero lo colpì violentemente

“no! Non permetterò a quel dannato di farci fuori tutti, non permetterò a quel bastardo di mandare all’aria tutto quello per cui ha combattuto. Abbiamo combattuto” il suo pensiero volò rapido ad un altro ragazzo dai capelli color lavanda, al momento sperso chissà dove in un’altra dimensione, per poi tornare concentrato sul presente. Mosse il polso.

Bene, il fagiolo aveva fatto il suo lavoro. Poteva anche andare. uscì dalla cucina e si fermò davanti alla porta d’ingresso. Fece un profondo sospiro, la mano appoggiata sulla maniglia

Il momento era arrivato. Lui era arrivato, gli aveva dato il tempo di atterrare. Poteva farcela, se voleva. Doveva farcela. Per la sua donna, pei i suoi figli. Per i figli dell’altro. Per quell’uomo che gli aveva insegnato a essere padre. Per se stesso

Aprì con decisione la porta. Una figura maschile vestita con una tuta arancione, i capelli biondi dritti in testa, l’aura malvagia sfavillante, si girò nella sua direzione con un sorrisetto crudele, scrutandolo con i gelidi occhi verdeazzurri. Vegeta incrociò le braccia sul petto, assumendo il solito cipiglio che lo contraddistingueva

-buonasera, Kaaroth- sibilò

-buonasera, Principe. Le andrebbe di radere a zero questo insulso pianeta insieme a me?-

il cipiglio aumentò, insieme all’aria sprezzante

-neanche per sogno-

 

 

 

 

 

Beh, qualcosina per chiudere… è la mia prima fanfic su dragonball, spero vi sia piaciuta…temporalmente, è ambientata alla fine dello Z, niente GT. Che dire? Commentate numerosi!!

 

 

   
 
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